Autore Topic: Differenza maschile  (Letto 26423 volte)

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Offline enricosc

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Differenza maschile
« il: Marzo 26, 2012, 03:08:45 am »
Parliamo della differenza maschile dentro il pensiero della differenza sessuale. Contrariamente a quelli che mi pare siano molti vostri riferimenti, secondo il pensiero della differenza sessuale la maschilità si è in un certo senso perfettamente adattata alla modernità. Non sarebbe vero che il maschio è stato represso dalla modernità tecnologica, che la maschilità come fonte di energia primitiva sia stata alienata dalla moderna società delle buone maniere ecc... L'ordine simbolico maschile sarebbe l'ordine simbolico del linguaggio e dalla primitiva origine del linguaggio alla più moderna cibernetica e intelligenza artificiale ci sarebbe stata una sostanziale continuità di ordine simbolico.

meglio ancora si potrebbe dire così: l'ordine simbolico maschile si produce nei secoli come conflitto tra maschi: essenzialmente conflitto per il potere. la più recente forma di maschilità vittoriosa, la maschilità borghese, commerciante e mercantile, tecnologica e istruita ecc... è quella che tuttora in un modo o nell'altro detiene il potere.

Nonostante le differenze profonde (le stirpi dell'antico egitto non sono i medio-borghesi urbani di oggi) una costante si ripete nelle differenze tra maschi e questa costante è la lotta per il potere, la guerra.

L'ordine simbolico maschile è al suo fondamento un ordine simbolico guerriero - fa la guerra al suo avversario per ottenere il potere - e poi nelle sue diverse espressioni può variare dal simbolico nobiliare dei codici di condotta della vita di corte al simbolico finanziario dei manager della crisi. Poiché quasi la totalità della storia culturale e sociale dell'umanità ha l'impronta maschile è molto difficile compendiare il cosiddetto ordine simbolico maschile.

Quello che le femministe della differenza dicono è che è molto difficile per un uomo riuscire a fuoriuscire da questo ordine simbolico. Anche se si trovasse male dentro quest'ordine simbolico - ad esempio se rifiutasse i codici di condotta maschili in uso nel tuo tempo storico, oppure se ancora più radicalmente rifiutasse la lotta per il potere, la guerra - sarebbe dura per lui riuscire a trarsene via. Casi isolati ci sono stati, ma la loro vita non è stata facile. Hanno pagato con l'esclusione sociale.

Perché mai un uomo però dovrebbe rinunciare all'ordine simbolico maschile? Una risposta ci è venuta ad esempio dal '68. Dove sta scritto che dobbiamo seguire le orme dei nostri padri, si chiesero i giovani del '68? Dove è scritto che dobbiamo combattere le guerre volute dai nostri padri, dai nostri governanti, dai nostri professori? Oppure: le norme sociali prescrivono comportamenti che non condivido (nella relazioni tra maschi, in coppia, nella paternità...) perché dovrei continuare a seguire queste norme?

Poi è successo qualche cosa: il femminismo, il '68, l'avvento della società dei consumi. La società è cambiata radicalmente dalla seconda guerra mondiale in occidente. Più nessun conflitto armato in Europa, smilitarizzazione della società, de-disciplinarizzazione della società, liberalismo ecc... tutte trasformazioni che hanno fatto emergere una profonda crisi nella trasmissione simbolica dai padri ai figli. Molti dei valori simbolici della maschilità si sono trovati ad essere fuori luogo nella nuova società. Certamente alcune di queste trasformazioni sono dovute al femminismo.

Da qui, dice il pensiero della differenza sessuale, la crisi della maschilità. L'impossibilità per i maschi di portare avanti i modelli dei loro padri così come arrivavano: rottura generazionale. Secondo il pensiero della differenza sessuale, nonostante la crisi della maschilità, non è emersa una questione maschile di entità vasta quanto quella questione femminile da cui emerse il femminismo. Per questo guardano a Maschile Plurale come ad un caso raro. I maschi, dicono, devono ancora fare i conti con questa crisi. Siamo ai tempi presenti; noi viviamo la crisi della maschilità dicono le femministe della differenza.

Cosa dovrebbero fare i maschi allora? Il suggerimento del femminismo della differenza è quello di praticare le relazioni tra maschi. Ovvero fare quello che hanno fatto le donne, ma non come lo hanno fatto le donne o perché lo hanno fatto le donne, ma perché la via separatista - stare solo tra donne/stare solo tra maschi (ovviamente non in senso assoluto) - è una via generatrice di un simbolico proprio. Perché i maschi facciano un salto di consapevolezza simbolica occorrerebbe mettere a tema la sessualità maschile, il desiderio e il godimento maschile, il rapporto con il padre, il rapporto con la madre, con le donne come compagne/mogli ecc... Intessendo queste relazioni, e mettendo in circolazione una sorta di autocoscienza maschile sarebbe anche possibile costruire genealogie maschili nuove, ovvero nuove memorie di genere che vadano a raccogliere nel passato figure e modalità di articolazione della maschilità che vadano bene per i nostri tempi, ovvero tempi in cui il patto tra padri e figli si è interrotto (qui non intendo dire recuperare immagini di padri assenti, ma di padri che sappiano ascoltare figli sempre più autonomi o sempre più autonomi prima del tempo solito), l'autorevolezza maschile stenta a mostrarsi (come si mostrava una volta), la libertà maschile deve fare i conti con una parallela libertà femminile.

Potremmo cominciare a discutere da qui!

Offline Cassiodoro

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Re: Differenza maschile
« Risposta #1 il: Marzo 26, 2012, 11:16:30 am »
Premetto che non ho fatto le "scuole alte" e di filosofia non ne capisco niente, ma da "uomo comune" elenco le mie considerazioni a quanto da te riportato.
Lascio perdere il "simbolico maschile" che per molti "comuni mortali" è altro che "potere" o "guerriero", ma anche i comuni mortali sanno  che, per farti una bella figa, devi essere o "guerriero" o "avere potere".
Perchè le belle fighe si accoppiano solo con guerrieri e potenti....
Allora gli uomini hanno la mentalità da guerrieri e lottano per il potere per piacere a se stessi o per piacere ad una donna?
E' l'eterna domanda "è nato prima l'uovo o la gallina"


La Storia è piena di uomini che di guerriero non avevano niente, hanno passato le notti ad osservare le stelle, le giornate a osservare il volo degli uccelli, hanno passato giorni e notti attaccati ad un microscopio, hanno passato la vita davanti ad una tela per disegnare, hanno martellato blocchi di marmo, hanno osservato il lavoro massacrante di altri uommini, donne e animali ed hanno realizzato prima utensili e poi macchinari sempre più complessi; molti di loro hanno dato un contributo enorme al miglioramento delle condizioni di vita per l’intera umanità, alcuni senza avere ricevuto adeguate ricompense economiche.

Mancano questi protagonisti a qualsiasi Storia di qualsiasi femminista.

Forse perché la Storia, per le femministe è solo il male (fatto dagli uomini)?
La storia non è fatta solo di guerre, la Storia si fa anche con il Bene, per esempio, Gesù Cristo era un Uomo, maschio, tanto importante che il tempo si misura dalla sua nascita. Era un guerriero?  Nessuno ha cambiato la Storia più di Lui, facendo solo del bene, era quello che ha detto “porgi l’altra guancia”, quello che ha detto di non ripudiare le mogli.
Quando verrà una Donna che dirà “non ripudiare il marito” forse si potrà cambiare di nuovo la Storia.

Citazione da: enricosc
la libertà maschile deve fare i conti con una parallela libertà femminile.
Potremmo cominciare a discutere da qui!
Possiamo anche iniziare da qui.
La mia autocoscienza, frutto di più di 50 anni di cultura "maschilista e patriarcale", mi dice che la libertà di un individuo termina dove inizia la libertà di un altro individuo.
Se, per le femministe, la libertà maschile termina dove inizia la libertà femminile, dove si ferma la libertà femminile?  
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Offline enricosc

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Re: Differenza maschile
« Risposta #2 il: Marzo 26, 2012, 11:49:10 am »
Eccomi Cassiodoro, cerco di eliminare qualche equivoco.

Intanto sull'ultima frase. L'ultima frase ('la libertà maschile deve fare i conti con la libertà femminile') era alla fine di un elenco di cose che segnavano punti in questione per i maschi di oggi, vuoi o non vuoi. le donne ci sono hanno tutta una serie di libertà, per alcuni, forse per voi, hanno troppa libertà...

in generale, rispetto a tutto il post, dicevo: potremmo partire da qui, per quanto riguarda la differenza maschile (non partire da qui sulla libertà maschile/femminile, temo che sarebbe un'impasse).

Cercherò nei prossimi giorni modi meno complicati di spiegare le cose!  :D pardon...

Intanto volevo dire. C'è un equivoco sulla questione della guerra. Va intesa in senso lato come conflitto tra maschi. Quello che dicevo era appunto che prendendo la storia umana sia in periodi altamente conflittuali e in società belligeranti, sia in società nobili e sfarzose o borghesi e mercantili, insomma in tutti i contesti anche quelli dove non c'è la guerra vera e propria, comunque si presenta questa struttura ripetitiva del simbolico che è la conflittualità per la vita o per la morte.

Tu fai il caso dell'arte, delle scienze e di Cristo.

Lo stesso tipo di conflittualità competitiva basata su un gioco a somma zero (o vinco e tu perdi/muori; o vinci tu e io perdo/muoio) la si trova in tutte le dinamiche culturali: nell'arte possiamo fare il caso di Brunelleschi e Bramante e l'architettura di piazza Navona. Grandi artisti lottavano per avere le commissioni migliori, cercando di 'eliminare', metaforicamente, l'avversario. Nelle scienze si trova la stessa competitività che mima il conflitto bellico. La struttura ripetitiva è ancora più cogente se si osservano le generazioni: le generazioni successive tendono a far fuori quelle dei padri, a passare oltre, a confliggere per il potere. Mitologicamente è la guerra dei Titani contro i figli.

Tu dici il Cristo, molto bene. Senz'altro sai che Cristo era ebreo e che ha ripudiato la sua religione, la quale prescrive l'attesa del messia, sostenendo di essere lui stesso il messia, figlio diretto di Dio, incarnato sulla terra. è senz'altro vero che ha fatto del bene e lo ha sopratutto predicato, ma non senza confliggere con le gerarchie (dei padri diciamo, almeno i padri spirituali) ebraiche da cui proveniva. E dopo Cristo? Le generazioni dopo Cristo, già a partire da Paolo non hanno adattato il messaggio di Cristo alle loro necessità? Non hanno istituzionalizzato il messaggio di Cristo - che per tutta la sua vita era andato ramingo con un nucleo ristretto di persone senza mai radicarsi - dando vita alla Chiesa con le primissime gerarchie di potere interne a questa nascente religione? Dove ti giri, ti giri, nell'arte, nella religione, nella cultura, anche se non c'è una guerra materiale, c'è sempre un conflitto per il potere!

Per quel che riguarda il desiderio di potere o il desiderio di una donna, io francamente penso che la questione stia nel potere. del resto il potere è una funzione immateriale, non è la forza bruta che si può quantificare. alla fine il potere è un conglomerato simbolico che garantisce una serie di risorse (terre, proprietà, milizie, denaro...) e tra queste proprietà senz'altro ci sono oggetti sessuali, qualunque sia il loro sesso, comprese le donne. Quindi direi che la questione di base sia il potere. Ma ad ogni modo, molte femministe hanno messo a tema il loro stesso desiderio di una maschilità in posizione di potere, si sono interrogate sul desiderio femminile del potere, lo hanno provato ad elaborare. Penso che anche i maschi dovrebbero fare questo tipo di lavoro per loro stessi.

Offline Animus

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Re: Differenza maschile
« Risposta #3 il: Marzo 26, 2012, 11:51:49 am »
Mah, Enrico, che ti devo dire, a me il discorso pare che fili in linea di massima, certo, se si approvano incondizionatamente le premesse, i  dogmi fondanti, ma son proprio quelli che mi sembrano siano un po' troppo stretti...

Tu scrivi " l'ordine simbolico maschile si produce nei secoli come conflitto tra maschi", ma si sarebbe anche potuto usare, "all'interno dell'ordine simbolico maschile si manifesta il conflitto tra maschi"...

Cmq, scorgiamo un obbiettivo da parte della V.d.P femminile (C.V.D):  se  l'ordine simbolico maschile si poggia sul conflitto, noi aboliamo il conflitto ed aboliamo così anche ...l'ordine.

Ripeto io non concordo con questa interpretazione che ritengo una forzatura ideologica- anche se ha chiaramente un fondo di verità, non lo nego -, ma indubbiamente serve a scorgere un fine...da parte delle amiche.

Infatti, il conflitto tra uomini  potrebbe benissimo essere letto come disagio maschile, cosa che pero' viene del tutto ignorata:
Di più, si ritiene che le donne, i loro desideri, ambizioni, volontà, non abbiamo mai , e tuttora non hanno, peso sui comportamenti/scelte maschili, cosa che è evidentemente senza fondamento e ne dimostra l'impronta ideologica.

Tu stesso scrivi:

le donne si accorsero - parliamo di una società che non è più la nostra - che la maggior parte delle loro relazioni erano schermate da giudizi di maschi (padri, fratelli, mariti, capi e datori di lavoro ecc...) i quali buoni o cattivi che fossero valutavano il valore delle donne a partire da parametri non posti da donne - per usare Nietzsche: da valori non posti da loro stesse.

Cosa ti fa pensare, o meglio te ne occlude la possibilità, che lo stesso non valga a parti invertite?
Se può servire, te lo riscrivo:

Gli uomini si accorsero - parliamo dell'intera Storia - che molti dei loro comportamenti soddisfacevano necessità e volontà, sentimenti femminili  (madri, sorelle, mogli, amanti, amiche, ecc...) le quali buone o cattive che fossero valutavano il valore degli uomini a partire da parametri non posti da uomini - per usare Nietzsche: da valori non posti da loro stessi.

Hai mai sentito parlare del concetto di mandato? [1]
E' sempre esistito.
Le donne hanno sempre de-mandato agli uomini, o per meglio dire, usato gli uomini per fare cio' che per loro era rischioso fare.
Il co-mandate, come dice il termine è uno che "manda" insieme ad un altro, ma la volontà non è sua, lui è la parte che esegue/fa eseguire ordini che arrivano da un'altra parte.

Il guerriero, il farabutto, il politico, cio' che guadagna non lo tiene per se...c'è sempre una "grande donna" con la quale spartire il bottino.
Certo, mentre la refurtiva è di entrambi, i rischi e l'infamia, le colpe, sia attuali, sia storiche,  sono solo dei farabutti...

Animus


1- Ti consiglio questa lettura.
http://www.uomini3000.it/524.htm
http://www.uomini3000.it/526.htm
http://www.uomini3000.it/528.htm

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Online Massimo

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Re: Differenza maschile
« Risposta #4 il: Marzo 26, 2012, 11:55:15 am »
Se, per le femministe, la libertà maschile termina dove inizia la libertà femminile, dove si ferma la libertà femminile?  

[/quote]

"Ci mancherebbe anche che noi ci fermassimo perchè voi rimanete danneggiati!".
In questo modo si è recentemente espressa una femminista. E ti chiedi dove, secondo loro si ferma la libertà femminile? "Libertà femminile" e "fermarsi" per le femministe è un ossimoro.
La libertà femminile non ha limiti. La libertà maschile è illimitata finchè il singolo maschio non
incontra una donna. Non appena si relazione con una, i limiti alla propria libertà maschile sono
quelli che gli detta lei. Secondo la sua convenienza. La libertà maschile DEVE SEMPRE FERMARSI
di fronte alla libertà femminile. La libertà femminile deve procedere. E quella maschile scansarsi.

Offline enricosc

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Re: Differenza maschile
« Risposta #5 il: Marzo 26, 2012, 12:12:49 pm »
Faccio solo delle osservazioni su quanto detto da Animus.

Senz'altro interessante quello che dici. Anche l'aspetto del 'mandato'. Non ho ancora letto i link che mi hai inviato, ma senz'altro lo farò.

Volevo solo fare un appunto che potrebbe essere utile a capirci. è vero che le femministe non si sono poste il problema rovesciato, ovvero di come le relazioni tra maschi siano schermate dalle donne. Però un elemento importante del femminismo e del separatismo in particolare - stare solo tra donne - è la singolarità della loro posizione. quel tipo di problema non solo non vuole, ma anche non può essere posto ed elaborato da donne. è un problema maschile e aspetta i maschi che vorranno elaborarlo.

è giusto che siano i maschi ad assumere la questione di come le loro relazioni siano schermate dalle donne. Le femministe non vogliono rinunciare alla conflittualità tra i sessi, ovvero alla differenza. non dicono: dovete essere come noi! come donne! dicono dovete essere come siete, ma fuori dall'ordine della coppia eterosessuale che un tempo vigeva - quello in cui la donna (madre, moglie, compagna, sorella, segretaria, aiutante...) serviva l'uomo. il punto non è quindi che i maschi se ne devono stare buoni e rispettare le donne senza fiatare. si mettano a tema le nostre relazioni con donne e i nostri problemi con le donne, le nostre dipendenze dalle donne, le usurpazioni delle donne su di noi (come fate anche voi), ma per fare un passo ulteriore, fuori dall'antagonismo rivendicativo. per un'identità maschile che ha superato l'impasse.

Offline beta

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Re: Differenza maschile
« Risposta #6 il: Marzo 26, 2012, 13:00:47 pm »
Faccio solo delle osservazioni su quanto detto da Animus.

Senz'altro interessante quello che dici. Anche l'aspetto del 'mandato'. Non ho ancora letto i link che mi hai inviato, ma senz'altro lo farò.

Volevo solo fare un appunto che potrebbe essere utile a capirci. è vero che le femministe non si sono poste il problema rovesciato, ovvero di come le relazioni tra maschi siano schermate dalle donne. Però un elemento importante del femminismo e del separatismo in particolare - stare solo tra donne - è la singolarità della loro posizione. quel tipo di problema non solo non vuole, ma anche non può essere posto ed elaborato da donne. è un problema maschile e aspetta i maschi che vorranno elaborarlo.

è giusto che siano i maschi ad assumere la questione di come le loro relazioni siano schermate dalle donne. Le femministe non vogliono rinunciare alla conflittualità tra i sessi, ovvero alla differenza. non dicono: dovete essere come noi! come donne! dicono dovete essere come siete, ma fuori dall'ordine della coppia eterosessuale che un tempo vigeva - quello in cui la donna (madre, moglie, compagna, sorella, segretaria, aiutante...) serviva l'uomo. il punto non è quindi che i maschi se ne devono stare buoni e rispettare le donne senza fiatare. si mettano a tema le nostre relazioni con donne e i nostri problemi con le donne, le nostre dipendenze dalle donne, le usurpazioni delle donne su di noi (come fate anche voi), ma per fare un passo ulteriore, fuori dall'antagonismo rivendicativo. per un'identità maschile che ha superato l'impasse.

ti pregherei almeno in questo spazio, di utilizzare uomini e donne, oppure maschi e femmine. è parte dell'attacco simbolico al maschile esprimersi in "maschi e donne". fai un esperimento: prova a parlare di uomini e femmine con le tue amiche..vedi che succede :)

Offline beta

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Re: Differenza maschile
« Risposta #7 il: Marzo 26, 2012, 13:06:25 pm »
è poi vero che la donna serviva l'uomo? non era e non è uno scambio? quando l'uomo tornava dalla miniera e trovava i vestiti puliti e un pasto caldo, doveva esserci  per forza uno schiavo e un padrone? e se si chi era dei 2?

Offline Animus

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Re: Differenza maschile
« Risposta #8 il: Marzo 26, 2012, 13:07:04 pm »
ti pregherei almeno in questo spazio, di utilizzare uomini e donne, oppure maschi e femmine. è parte dell'attacco simbolico al maschile esprimersi in "maschi e donne". fai un esperimento: prova a parlare di uomini e femmine con le tue amiche..vedi che succede :)

 :D

Citazione
è poi vero che la donna serviva l'uomo? non era e non è uno scambio? quando l'uomo tornava dalla miniera e trovava i vestiti puliti e un pasto caldo, doveva esserci  per forza uno schiavo e un padrone? e se si chi era dei 2?

Tante volte più che caldo, era ... riscaldato. 
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Re: Differenza maschile
« Risposta #9 il: Marzo 26, 2012, 13:21:00 pm »
l punto non è quindi che i maschi se ne devono stare buoni e rispettare le donne senza fiatare. si mettano a tema le nostre relazioni con donne e i nostri problemi con le donne, le nostre dipendenze dalle donne, le usurpazioni delle donne su di noi (come fate anche voi), ma per fare un passo ulteriore, fuori dall'antagonismo rivendicativo. per un'identità maschile che ha superato l'impasse.

Molto bene, direi che ci siamo.
E allora, lasciami anche dire che il vero pensiero della differenza maschile, il punto di riferimento per un maschile nuovo che ha superato l'impasse, siamo noi di U3000.

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Offline Cassiodoro

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Re: Differenza maschile
« Risposta #10 il: Marzo 26, 2012, 13:26:43 pm »
Citazione da: enricosc
” le donne ci sono hanno tutta una serie di libertà, per alcuni, forse per voi, hanno troppa libertà... “
Non devi cercare di metterci in bocca cose che non abbiamo scritto, al massimo, da quello che ho scritto io, puoi dedurre che “ho la sensazione” che la libertà femminile (i diritti delle donne acquisiti) hanno ristretto la mia libertà (e mi hanno imposto dei doveri).

Citazione da: enricosc
“ Grandi artisti lottavano per avere le commissioni migliori, …….. Nelle scienze si trova la stessa competitività che mima il conflitto bellico..…. che Cristo … ha fatto del bene e lo ha sopratutto predicato, ma non senza confliggere con le gerarchie”
Da quello che hai scritto devo dedurre che l’ordine simbolico maschile, da te illustrato ha portato a:
1)   nell’arte ad avere sempre più opere di alto valore di cui godiamo maschi e femmine
2)   nella scienza ad avere sempre più scoperte che ci hanno permesso, femmine comprese, di vivere meglio
3)   Anche per imporre ciò che è il bene,  sia per gli uomini che per le donne, non si deve avere paura di essere conflittuali.

Grazie di questa lezione.
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Offline Giuseppe83

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Re: Differenza maschile
« Risposta #11 il: Marzo 26, 2012, 13:54:30 pm »
Lo stesso tipo di conflittualità competitiva basata su un gioco a somma zero (o vinco e tu perdi/muori; o vinci tu e io perdo/muoio) la si trova in tutte le dinamiche culturali: nell'arte possiamo fare il caso di Brunelleschi e Bramante e l'architettura di piazza Navona. Grandi artisti lottavano per avere le commissioni migliori, cercando di 'eliminare', metaforicamente, l'avversario. Nelle scienze si trova la stessa competitività che mima il conflitto bellico. La struttura ripetitiva è ancora più cogente se si osservano le generazioni: le generazioni successive tendono a far fuori quelle dei padri, a passare oltre, a confliggere per il potere. Mitologicamente è la guerra dei Titani contro i figli.

Ciao, Enrico. Approfitto di questa discussione per darti il benvenuto.
Non credi che in assenza di questa conflittualità si avrebbe una società stagnante, dove nulla di nuovo viene creato? Forse è per l'assenza di conflittualità che le donne non hanno mai creato nulla. E tu come ti troveresti in una società di quel tipo, una società matriarcale?

Offline Angelo

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Re: Differenza maschile
« Risposta #12 il: Marzo 26, 2012, 14:08:02 pm »
Maschile Plurale ripete FaS, in maniera più addolcita. Enrico, scrivono le cose che scrivi tu, stessi periodi lunghi, stessi toni melliflui, stesse parole... Guarda, avessi messo qualche punto esclamativo in più, ti avrei riconosciuto o scambiato per una di FaS.  Rete, conoscenza, autocoscienza, MASCHI, donne, coscienza di genere e menate varie. Perchè per me sono stronzate. Stronzate avallate dallo stesso sistema che le femministe, siano separatiste, anarchiche, misandriche, "puffiche", "marmottiche" e tutto lo sterminio di sigle e siglette che si danno, avallano non capendo che vanno a favore del sistema che "combattono". Ecco il fiorire degli studi di genere, dagli stessi paesi che attualmente giustificano la guerra in Libia, chiamano gli uomini maschi, le morti degli uomini , "morti bianche" e si lamentano del lavoro che "schiavizza" le donne. Studi di genere dove una "filosofa" come la Lonzi "sputa" su Hegel, migliaia di femministe nel mondo osannano testi dal sapore nazista come "S.c.u.m." di V. Solanas e maschipentiti come te e Maschileplurale stanno lì a flagellarsi a parlare in maniera femminista mentre migliaia di padri separati mangiano alle mensa Caritas per colpa di politici maschipentiti. E devo leggere scemenze grosse quanto case... Il femminismo se sta in piedi, è solo per una questione economica. Il femminismo è funzionale al capitalismo, è essenziale disgregare e rendere tutti soggetti "economicamente dinamici", distruggere la famiglia, creare "varietà", avvantaggiare il soggetto (la donna) che spende di più, creare corsi economici, storici, giuridici, di genere, distruggere il sistema giuridico e politico con le quote rosa (in pratica comprare le donne). Tu e le femministe, vi trovate nella stessa condizione dei ribelli libici, quelli veri, che sopravvissuti alla guerra si rendono conto di essere stati degli strumenti americani e dell'Occidente e sono passati da un despota ad un altro. Siete funzionali. Ingranaggi, bulloni, viti.  
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Offline beta

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Re: Differenza maschile
« Risposta #13 il: Marzo 26, 2012, 14:21:06 pm »
quando faccio di tutti i femminismi un fascio e li chiamo "narrazione" mi riferisco anche al modo fazioso di rappresentare la storia come storia di solo oppressione maschile sulla vittima donna. storia che mi pare fai tua, enricosc, nel raccontarci il pensiero del femminsmo della differenza di seconda generazione.


Offline beta

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Re: Differenza maschile
« Risposta #14 il: Marzo 26, 2012, 14:31:25 pm »
Faccio solo delle osservazioni su quanto detto da Animus.

Senz'altro interessante quello che dici. Anche l'aspetto del 'mandato'. Non ho ancora letto i link che mi hai inviato, ma senz'altro lo farò.

Volevo solo fare un appunto che potrebbe essere utile a capirci. è vero che le femministe non si sono poste il problema rovesciato, ovvero di come le relazioni tra maschi siano schermate dalle donne. Però un elemento importante del femminismo e del separatismo in particolare - stare solo tra donne - è la singolarità della loro posizione. quel tipo di problema non solo non vuole, ma anche non può essere posto ed elaborato da donne. è un problema maschile e aspetta i maschi che vorranno elaborarlo.

è giusto che siano i maschi ad assumere la questione di come le loro relazioni siano schermate dalle donne. Le femministe non vogliono rinunciare alla conflittualità tra i sessi, ovvero alla differenza. non dicono: dovete essere come noi! come donne! dicono dovete essere come siete, ma fuori dall'ordine della coppia eterosessuale che un tempo vigeva - quello in cui la donna (madre, moglie, compagna, sorella, segretaria, aiutante...) serviva l'uomo. il punto non è quindi che i maschi se ne devono stare buoni e rispettare le donne senza fiatare. si mettano a tema le nostre relazioni con donne e i nostri problemi con le donne, le nostre dipendenze dalle donne, le usurpazioni delle donne su di noi (come fate anche voi), ma per fare un passo ulteriore, fuori dall'antagonismo rivendicativo. per un'identità maschile che ha superato l'impasse.

anche le donne devono essere come sono. ma fuori dall'ordine della coppia eterosessuale , che oggi, come un tempo, vige..quella che vede l'uomo come bancomat/ donatore di seme/ pollo eccetera