Dunque....rispondo per punti
1) can males speaks? i
Bella domanda.
Warren farrel, un autore dal quale per chi si occupa di maschilità, non si può prescindere, ha scritto un libro con lo stesso tema, "Women can’t hear what men don’t say" [ "Le donne non possono ascoltare quel che gli uomini non dicono"].
A tal proposito ricordo che Rino disse:
Warren Farrel è un grande, ma appartiene all'epoca delle (nostre antiche) illusioni.
Il titolo del suo libro deve venire rovesciato, da:
"Le donne non possono ascoltare quel che gli uomini non dicono"
in:
"Gli uomini non possono raccontare ciò che le donne non vogliono sentire" (che fondamentalmente è ciò che facciamo noi n.d.r)
Le donne non hanno alcun interesse ad ascoltare gli uomini perché nessuna forma vivente ha interesse al bene dell'altra, con l'eccezione degli uomini verso le donne e questo non perché i maschi siano "buoni".
Solamente perché hanno bisogno delle donne.
Gli uomini non parlano perché la loro bocca è stata cementata dal femminismo, cioè, di fatto, da tutte le donne occidentali.
La guerra dei sessi non è ancora iniziata.
E' così che io la vedo.
[U3000 "sposa" quella che in sociologia si chiama, "prospettiva del conflitto" ]Anch'io sono scettico sul fatto che gli uomini "possano parlare", lo può fare appunto solo un'avanguardia, ma si si pensa di estenderla mi viene in mente una frase della canzone di Emma Marrone (non è l'inferno) "com'è possibile pensare che sia più facile morire?"
Eppure, per gli uomini, per la massa maschile, è davvero forse più facile morire...che parlare.
Infatti, a cantare quella canzone...non è un uomo.
a) il modo di funzionare dell'operatore differenza sessuale si comprende innanzitutto partendo da sé, dalla propria esperienza, dalla propria singolarità;
E infatti questo è falso, frutto bacato del pensiero occidentale (Parmenide è il grande colpevole).
L'ontologia del maschio e della femmina non possono essere definiti negando
l'altro, semplicemente perché sono in relazione (come ha molto meglio capito la filosofia orientale).
Uno non può essere definito senza l'altro.
il fatto che i due sessi siano in relazione costante fa sì che ciascuno debba in qualche modo pensare se stesso, relazionandosi anche a cosa e come è l'altro sesso. da qui la necessità per il femminismo (e per il fdd) di parlare della maschilità.
ma dato il fatto che come si è detto solo il partire da sé permette di mettere a fuoco la propria differenza, senz'altro tutti e tutte sarebbero d'accordo nell'affermare che siano gli uomini quelli che debbono parlare di maschilità.
....
l'immagine dell'uomo che esce dal femminismo non può che essere l'immagine del negativo
Bene, ma purtroppo, ancora male.
Bene perché confermi che senza
l'altro risulta impossibile parlare si sé stesse, male, perhè l'altro è solo ... il negativo.
Il bene e il male.
L'essere è, il non essere non è.http://www.metromaschile.it/forum/dialoghi-sulla-qm/aphorismen/msg11255/?topicseen#msg11255Sempre maledetto sia quel frocio di Parmenide (ai quali aggiungo Socrate, Platone...Gesù).
Se le une sono costrette a parlare degli altri (per ragioni ontologiche), ma ne possono parlare sono in termini negativi, qualcosa significa, ne svela i progetti, e qui devo dare ancora una volta ragione a Rino:
La bocca dice quel che il cuore sente....Segue...