Pensi che una campagna del genere farebbe riflettere? Vista l'aria che tira c'è il rischio che ti prendono sul serio e la Fornero vi manda a lavorare sull'A1 di notte. L'unica cosa che farebbe, sarebbe modulare le quote dello spurgo con quelle dei CdA. 20% per cominciare e poi a scalare. Poi non oso immaginare cosa succederà quando inizieranno a morire le prime donne sul lavoro, in numeri consistenti, che a quel punto dovrebbero aggirarsi anch'essi intorno al 20%, quindi sulle 200 all'anno (il doppio della violenza domestica). Già immagino che diranno i giornali e gli opinionisti misandrici in tv, in che modo giudicheranno questa società che manda le donne a lavorare di notte. Apriti cielo
Io voglio vedere cosa diranno, cosa dicono, cosa direbbero. Le campagne del 50/50 che ho visto comprendono un sacco di settori ma hai ragione tu, nessuno tra quelli sgraditi. Allora vorrei fare questa proviocazione. Spurgare cessi, scendere in miniera, eccetera. La faccenda del lavoro di notte si pose per l'Alitalia e io sono d'accordo che se hai un bambino piccolo dovresti poterlo accudire, così per il padre, ma se hai un figlio grande non puoi essere esentata in base al sesso. Le infermiere vanno a lavorare di notte. Altre categorie professionali di notte lavorano. Le cameriere lavorano anche di notte e se la notte è associata come stigma a mestieri non moralmente accettabili per le donne non è colpa delle donne. "Cosa vai a fare in giro di notte" è quello che tante si sentono dire se non rientrano a casa come Cenerentola.
a) rispetto della presunzione di innocenza e delle garanzie per l'imputato;
b) non ridefinizione dello stupro in qualcosa che non è oggettivamente e ragionevolmente riconducibile a violenza.
Sai che in Italia esiste già una sentenza per "stupro visivo"? Ecco. Se la cinquantenne che stava sul treno la quale ha denunciato un uomo perché la guardava, vuole farmi credere di aver subito uno stupro, allora no, non ci sto. E purtroppo poi quell'uomo è stato pure condannato.
la prima certo. la seconda non mi è chiara. non ho trovato un link che parlasse di questo stupro visivo. se uno guarda, ti molesta, ti palpa, a palermo si dice ti "inquieta" può essere una molestia se ti infastidisce ma non l'avevo mai letta come uno stupro. può essere davvero fastidioso. a palermo le guardate ti capitano a tutte le ore ma se ogni donna pretendesse la galera per ciascuna delle persone che guarda l'ucciardone sarebbe pieno.
Io vorrei si capisse, dal mio punto di vista, un'altra cosa, parlo per alcune, ovviamente, e non per tutte, parlo per me:
non si manda in galera una persona facilmente, neppure se ha fatto qualcosa di grave. la galera è galera. le dinamiche che portano ad una violenza sono sempre più complesse di come vengono descritte. la semplificazione giova probabilmente in alcune direzioni, quelle securitarie, autoritarie e repressive, ma di fondo, quello che a me interessa è la tutela della vittima.
che la vittima senta riconosciuto il proprio diritto a sentirsi tale, cioè violata. e quello che mi interessa è che restino tutti vivi. in una situazione in cui un uomo vuole uccidere una donna il punto non è metterlo in galera per rovinargli la vita. il punto è impedire che lei, un bambino, altri/e siano uccisi e che lui alla fine si suicidi o comunque rovini pure la sua esistenza. la soluzione semplice che viene scelta è quella di prendere lui, chiuderlo per un po', lui esce più incazzato di prima e va ad ammazzarla lo stesso.
nel frattempo possibilmente lei non ha lavoro, manco una casa, non sa dove sbattere la testa e resta in zona o può rivolgersi ad un centro antiviolenza. ma la faccenda resta aperta e la questione non è superata se c'è qualcuno che è disposto a starti dietro per anni e che pensa di non avere più nulla da perdere.
Io vorrei capire lì quale può essere una soluzione alternativa al carcere e per me è lavorare sulla mentalità, sulla cultura, ma non è sufficiente. dunque cosa?
Del vostro approccio al problema violenza c'è qualcosa che non mi si cuce addosso, alcuni conti che non mi tornano. Un conto è stigmatizzare come facciamo noi la violenza femminile per mostrare provocatoriamente che non esiste solo quella maschile, un altro sarebbe strutturarsi attivamente per affrontare solo quella violenza e non le altre.
Io non capisco quest'ansia moderna di affrontare la violenza per branche specialistiche, forse perché mi sfugge totalmente cosa cambia tra l'una e l'altra. Non capisco la differenza tra una vittima donna o uomo, tra una vita rovinata per una violenza fisica o per un'ingiusta detenzione, tra un bambino ucciso per possesso o per depressione. Non capisco quindi bene la differenza tra "violenza maschile" e "violenza femminile", oltre al fatto che nel primo caso l'ha operata un uomo, immagino, e nel secondo una donna. (...)
In casi del genere è lecito o no pensare che quell'argomento sia usato e strattonato con finalità diverse dalla semplice e pacifica difesa della vittima?
si. hai il diritto di pensarlo. per il resto non mi devi convincere. mi hai già convinto. mi hai convinto nel senso che quello che tu fai provocatoriamente io voglio farlo "strutturandomi attivamente per affrontare" la violenza delle donne. proprio perchè considero le questioni sullo stesso piano sebbene le motivazioni di partenza comunque siano diverse.
diverse non vuol dire che c'è una violenza di serie A e una di serie B. diverse vuol dire solo diverse e se non fai un'analisi sociologica, non forzata su ideologie, di nessun tipo, la soluzione non la vedi e io non so come orientare una campagna di comunicazione che non sia funzionale a questa o quella ideologia.
per quello che so resta una questione di priorità.
nella discussione attuale le donne sono più vittime. più morte. più ferite. più stuprate. più offese. più un sacco di cose. si fa percepire che c'è una pericolosità sociale che viene trascurata. tu mi dici che non è così.
e se te la devo dire tutta la tua opposizione dicendo che invece sono meno questo e meno quello non funziona perchè viene visto come negazionismo.
non funziona, ho già detto in mille altre discussioni, perchè produce resistenze e non funziona perché che tu creda che quelle cifre siano vere o meno se vai a toccare un nervo scoperto, se hai a che fare con donne che quella violenza l'hanno subita, se non la riconosci, loro non riconoscono quella che hai subito tu.
ci sono morti e feriti da ambo le parti. qualcuno deve parlare un linguaggio differente, del rispetto per tutte le vittime, senza attribuirle a mistificazioni, complotti mondiali, piani di sterminio del maschile.
che vuoi che ne sappia di tutte queste cose il padre o la madre che si sono visti ammazzare la figlia da un ex fidanzato. che vuoi che ne sappia di queste cose il ragazzo che è finito in carcere perchè lei ha inventato di aver subito uno stupro.
se non parliamo noi il linguaggio del buon senso allora chi lo deve parlare?
e parlo di noi per dire giusto quelle alle quali vengono attribuite un sacco di storture, per poi scoprire che siamo semplicemente persone, non campiamo della causa per cui ci spendiamo e non ci guadagniamo niente. proprio niente. quali altre finalità potremmo avere noi, potrei avere io, se non quella di provare a fare qualcosa di utile?