I morti sul lavoro sono imputabili alla collettività, di cui voi donne fate parte. Poichè sono al 90% morti maschili, dovresti tu dirmi perchè non le posso classificare come "sacrifici di genere".
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Se volete essere "uguali e pari" chiedete di partecipare alle stragi sul lavoro. Non è una provocazione, credimi, ma solo giustizia vera.
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Quando si parla alla gente si deve uscire dalla logica dello stereotipo, e prendere per buona la logica dei grandi numeri.
Premetto che comincio a capire perché Animus proponeva il dibattito a due perché mi sento investita di una serie di domande che dicono tutto e il contrario di tutto. Tra le mille domande, interventi stracolmi di punti interrogativi che contengono già una risposta, c'è già una tendenza al flame e la ricerca di dettagli per prendermi in contropiede, farmi cadere in contraddizione, farmi inciampare, addirittura cercare prove su siti e blog attraverso le quali controbbattere ai miei argomenti.
Vorrei chiarire che io non sono qui per sottopormi ad un processo, che la voglia di discutere è autentica e che ogni argomento può essere trattato tenendo conto che sono un essere umano con risorse, tempo ed energie limitate e tenendo anche conto del fatto che, come già detto dapprincipio, su molte cose la pensiamo diversamente e così sarà anche domani. Io vorrei discutere e non fare un duello. Non voglio vincere, non voglio segnare punti, non voglio evangelizzarvi, non voglio farvi cambiare idea. Dunque non mi sottopongo ad un processo, non devo giustificare niente, non faccio battaglia di una contro tutti, e su ciò che penso, disponibile a discuterne, non cambio idea sperando che il rispetto per le opinioni altrui non scada in una distruttiva demonizzazione.
a me interessa approfondire alcune questioni, con il vostro aiuto, se me lo permettete. una tra queste è la questione della violenza delle donne. Un'altra è la questione delle paternità estromesse. Mi interessa anche altro e vorrei che mi aiutaste, oltre la propaganda oltre la comunicazione difficile che si impone in molte discussioni e oltre le cose di cui leggo sempre, con dati, dettagli, elementi che io possa assumere, acquisire e documentare per maturare una mia idea, che non deve essere necessariamente come la vostra. Non potete pretendere che si acquisisca un sapere attraverso il passaggio della narrazione di uno schema ideologico. Vi interessa che alcune cose possano essere contemplate in una riflessione che riguardi anche il contesto in cui gravito io? Si può tentare di ragionare dei problemi che stanno alla radice delle questioni che ponete senza che voi pretendiate che io sposi anche le vostre soluzioni?
Dopodiché - Red - si parlava di violenza delle donne e tu mi parli di morti sul lavoro. Io ho molta considerazione e rispetto per ogni vittima sul lavoro, sia esso uomo, donna, migrante, e proprio perchè avverto la responsabilità collettiva di una tale tragedia ti dico che non li considero "sacrifici di genere". Primo perché non li vedo in una logica di martirio. Sono persone che avrebbero giustamente e volentieri fatto a meno di morire sul lavoro salvo aver incontrato datori di lavoro terribili che per il profitto, per denaro, hanno messo in gioco delle vite. Questo è quello che penso io. Se tu vuoi trarne come conclusione una cifra a bilanciare un motivo di autostima della differenza maschile è tuo diritto ma, per esempio, non puoi attribuirmi, a me donna, il presunto "sacrificio di genere" di un uomo che perde la vita e diventa eroe di guerra perché non gli ho chiesto io di andare in guerra e di certo non ho alcuna voglia di andarci. Non sposo una retorica che deve farmi digerire il fatto che mio marito o mio figlio dovrebbero essere felici di dare la vita per la "patria". Non è la mia cultura di riferimento e credo sia deleterio immaginare di sentirsela propria per uomini che finiscono solo per essere carne da macello per gente senza scrupoli che attraverso le guerre si arricchisce.
E rispetto al fatto che le donne dovrebbero partecipare ad ogni lavoro possibile non vedo quale sia il problema. Credo che ogni luogo di lavoro dovrebbe essere sicuro e sono a fianco di ogni lavoratore e lavoratrice che combattono per il proprio diritto ad una maggior sicurezza. Va risolta a mio avviso il difetto, la condizione di sfruttamento, che determina una impunità di datori di lavoro e speculatori. Per tutti. Possibilmente senza rassegnarsi a piangere i morti. E a combattere per ottenere giustizia su quei morti ci sono tutti, di qualunque sesso.
Secondo il metro da cui parti tu comunque qualunque tipo di morto potrebbe essere imputato all'altro genere. Che so: gli etero che muoiono diventano sacrificio di genere in rapporto ai gay?