Autore Topic: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.  (Letto 52905 volte)

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Offline Peter Bark

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #15 il: Aprile 01, 2012, 02:04:58 am »
che sia in lento e costante aumento sarebbe da verificare,e comunque non credo che si debba cadere nel tranello di prestar il fianco a chi vorrebbe discutere di questi argomenti per insinuare che l'essere di sesso maschile stia diventando ancora peggiore di come ci dipingono già adesso,perchè questo è il loro scopo.
Un uomo che uccide una donna non lo fa mai per il piacere di farlo,a meno che non sia uno psicopatico mosso da pulsioni sessuali distorte,ma perchè probabilmente è arrivato a un tal punto di esasperazione che gli è impossibile reprimere la propria rabbia,che può esser scatenata da motivi validi o meno...
Un dato significante su cui sarebbe utile discutere invece,secondo me,è quello degl'infanticidi che rispetto a una decina di anni fa sono quasi raddopiati,se non sbaglio.Si è deresponsabilizzata la donna,adducendo la scusante che ogni caso fosse dovuto a una questione di ormoni.Ma se fosse una questione di ormoni mi aspetterei che il numero d'infanticidi non variasse in modo cosi esponenziale in un'arco di tempo cosi breve.
Mi chiedo perché alle donne interessi discutere di un fenomeno in "lento ma costante aumento" ignorandone  un'altro che pare stia assumendo connotati piuttosto inquietanti.
Aggiungo che queste parlano di aborti come se stessero parlando di caramelle che fanno schifo e butti via senza farti troppi problemi,quindi non escludo l'ipotesi che quest'infanticidi siano la testimonianza di come per molte,una piccola vita,possa diventare un fastidioso ostacolo alla loro presunta emancipazione.
« Ultima modifica: Aprile 01, 2012, 02:15:00 am da Peter Bark »

Offline Angelo

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #16 il: Aprile 01, 2012, 02:14:10 am »
Ciao, puoi rispondere a queste domande. Grazie.



Istruzioni per l'uso : rispondere ad ogni domanda solo con un SI o un NO, eventuali chiarimenti
sono da destinarsi a post successivi. RIPETO : un SI o un NO.

-----------------------------------------------------------------------------------

1) Sei favorevole all'introduzione della legge sulle "quote" per permettere una parità (50 e 50) fra gli
uomini e le donne in politica ? (nonostante non esistano ostacoli che impediscano ad una donna
di diventare anche primo ministro)

2) Per arruolarsi nell'esercito le donne devono affrontare test a "standard ridotto" rispetto agli uomini,
e nonostante ciò hanno pure la faccia di bronzo di pretendere delle quote nei posti di comando
(vorrebbero il 30%). Sei d'accordo ?

3) Ritieni giusta la politica della "discriminazione favorevole" nei confronti delle donne che lavorano ?
(aziende al femminile con facilitazioni economiche, assunzioni sulla base del sesso, etc.etc.)

4) La nuova legge europea sullo stupro prevede che anche solo un'occhiata "libidinosa" alle curve
generosamente esposte di una donna costituisca "molestia sessuale". E' giusta questa legge ?

4bis) Sempre riguardo alla legge sullo stupro, è giusto dare la "presunzione di colpevolezza"
all'accusato ?

5) Cosa ne pensi del dare alla convivenza le stesse norme che "tutelano(?)" il matrimonio ?

6) Sei favorevole al fatto che una coppia omosessuale (maschi o femmine) possa avere dei figli ?

7) Lo stupro è una cosa gravissima che in america viene punita con pene dai 20 anni all'ergastolo.
Recenti statistiche hanno affermato che un buon 30-40% delle donne che dichiarano di essere stuprate
stanno mentendo. Nonostante ciò anche quando viene appurato che la donna mente non vi è nessuna
azione penale. E' giusto punire con le stesse pene di uno stupratore una donna che sostiene il falso ?


9) E' giusto che dopo una separazione la donna si tenga la casa, i figli, e l'assegno mensile del marito ?

10) Saresti favorevole a far giocare una giocatrice femmina nel campionato di seria A maschile ?

10bis) Se la risposta è affermativa, saresti favorevole a far giocare un calciatore maschio nel campionato
di seria A femminile ?


11) Ad una donna che uccide i suoi due figli dev'essere data la stessa pena che si da ad uomo che
uccide i suoi due figli ?

12) Nelle situazioni d'emergenza è giusta la frase "prima le donne e i bambini" (ok, per i bambini) ?
12bis) Se la risposta è no, tu in una situazione simile cederesti il "posto" ad un uomo ?

13) Nel fenomeno della prostituzione è giusto colpire i clienti ?

14) E' giusto che il servizio militare o civile per l'uomo è (stato) un obbligo mentre per le donne
una scelta ? (non rispondere che la guerra la fanno gli uomini perchè le femminucce che hanno
richiesto e continuano a richiedere di essere arruolate solo in italia sono migliaia e migliaia)

15) Qual'è un sinonimo di femminismo ?

16) Gli uomini (maschi) devono/dovrebbero essere femministi ?
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Offline FikaSicula

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #17 il: Aprile 01, 2012, 04:34:09 am »
E cercherò di partire da quelli che parlano di quella "particolare" forma di violenza che definirei "L'assurda pretesa della femmina di educare in via esclusiva il maschio". Altrimenti detta "La forzata estromissione del padre".  ;)

Scusate la risposta lunghissima. Spero per voi non sia difficile leggerla. Se non va bene il modo ditemi come posso facilitare la lettura. Comunque... Se ho ben capito dovrei rispondere qui agli spunti di discussione o se no bisognerebbe aprire dei topic, tipo uno sulla violenza Delle (non Sulle) donne, e attenersi a quello. Dagli interventi che leggo fino ad ora mi pare che ci siano anche tante domande che includono anche una sorta di valutazione del FikaSicula/Pensiero su mille altre cose. Mi sento un pochino sotto esame e non sono sicura di aver pronto un impianto teoretico/filosofico sull'universo mondo da illustrare (però posso approntarlo in un paio d'anni se avete pazienza). :P

E sono poi certa che dal vostro punto di vista quell'esame non lo supererò. Ma non sono qui per farvi cambiare idea sul mio conto e certamente su alcune questioni la penso in modo totalmente differente da voi. Mi chiedo dunque, dopo che io avrò risposto a domande, quiz a punti e questionari con un si e con un no, se tanto serva (vincerò qualcosa? c'è una patente in ballo? :)). Perciò, senza voler minimamente mancarvi di rispetto, anche per seguire un mio ordine mentale, tenterò di tenere la barra dritta su una questione per volta, tenuto conto che non muoio domani. Avremo tempo, se mi date tempo.

Vorrei chiedervi, per favore, di aiutarmi a contestualizzare i fenomeni per evitare generalizzazioni, esattamente come provo a non generalizzare quando si parla di violenza agita da alcuni uomini. La violenza delle donne, agita, da mandanti, cospiranti, etc, di quante, quali donne? Percentuali? Approssimative? Esperienze personali? Dettagli che mi possano aiutare a capire meglio di cosa state parlando? E se non ci sono ricerche in tal senso mi aiutate a cogliere segni distintivi di quel tratto peculiare violento affinchè io ne possa parlare con cognizione di causa e possa provare ad ampliare la mia ricerca ovunque sia possibile?

Rispetto a quello che mi dici tu, Fazer, potresti per favore spiegarmi meglio in cosa consisterebbe la forzata estromissione del padre in funzione della pretesa per le donne di educare in via esclusiva il maschio? Secondo te sono due cose connesse? A monte di una estromissione del padre ci sarebbe la volontà di sottrarre il figlio maschio ad una educazione paterna?

Però mi interessa anche l'aspetto dell'estromissione dell'altro genitore. Come si esercita? Oltre le cose che già so, cause, affidi, eccetera, in concreto, la dinamica di una donna che estromette un padre in termini di violenza psicologica. Potete farmi degli esempi? Con grande rispetto per il dolore che questo argomento produce a chi queste vicende le ha vissute o le vive. Vi ringrazio in anticipo per qualunque elemento vorrete condividere con me.

Dunque, intanto un chiarimento necessario: Se ti aspetti che la violenza "delle" donne sia quella "agita dalle" donne ... sei già fuori strada.
Sorpresa, non ci crederai, ma per noi, la violenza delle donne è quella agita....dagli uomini!
E' infatti una delle più grandi mistificazioni sulla (mancata) violenza femminile, pensare che se una donna non imbraccia un fucile e non uccide nessuno, è per questo estranea alla violenza.
(...)
la violenza femminile (...) è anche quella collettiva delle donne che traggono beneficio da...
Per me è violenza collettiva femminile una guerra (come le guerre mondiali) dove le donne percepivano il vitalizio, la remunerazione, dalla morte in guerra del marito.
(...)
Capisci il concetto, siamo ancora al triangolo diabolico, certo .... molto più ingegnoso, più in grande,  perché qui l'accordo è tra la massa femminile e il potere.

No. Mi è chiaro che le donne possono essere anche mandanti. Per essere sicura di aver capito bene: è il caso di una donna che include l'amante per far uccidere il marito? E' il caso di una donna che usa un partner o un amico come scudo umano a difesa del proprio simbolico onore? Mi fai qualche esempio concreto?

In quanto alle guerre personalmente ritengo siano state subite da molte persone, soldati e vedove. Nella mia terra sono famose le donne che facevano la resistenza e venivano arrestate perché le camicie nere andavano a rastrellare uomini da reclutare e le donne - che erano le uniche a conoscere il posto in cui si nascondevano mariti e figli - non parlavano. Anzi. Se tu pensi che la guerra sia qualcosa di voluto in generale da tutte le donne mi piacerebbe sapere come sei arrivato a questa conclusione. In quanto alla pensione per quanto ne so, mi sembra fosse un risarcimento dello Stato ad una famiglia che aveva perduto chi portava il pane in casa per moglie e figli. Oggi probabilmente mi parrebbe una cosa inutilmente offensiva perché nessuno può cooptare chi non vuole combattere guerre altrui e perchè non esiste denaro che possa risarcire la morte di una persona cara ed esigerei in ogni caso un lavoro per mantenere i figli ma allora, in quel tipo di società, mi permetto di dubitare sul fatto che ci fosse una pianificazione nel senso che dici tu.

(...) non è possibile sostenere che la violenza femminile si esprima nello stesso modo in cui si esprime quella maschile, e questo per un palese ed elementare fattore di forza fisica. Non è credibile affermare che le donne prendono a ceffoni gli uomini a volontà, per chiarirci. Ovvero, di certo è accaduto ed anche molte volte, ma nn possiamo affermare che la donna usava violenza senza il tacito consenso dell'uomo. Eccoci quindi al punto vero della questione: la violenza femminile è anzitutto psicologica e poggia su un piano morale ed etico, mentre quella maschile si esplica su un piano prevalentemente fisico.
Quale è la più pericolosa e la più dannosa? Ad istinto viene da dire la seconda, ovvero la violenza fisica, ma solo se non ci si riflette. Infatti la violenza fisica è quella più evidente ed anche la più controllabile e "punibile", mentre la prima non è evidente, non è controllabile, e non è punibile. Ci sarebbero molti esempi a proposito. la violenza maschile la si può conteggiare, tracciare dati e scrivere numeri; la violenza femminile è potenzialmnte infinita, non la si può conteggiare.
Di più, non abbiamo alcun elemento per poter affermare che, se la donna avesse dalla sua la forza fisica, non sarebbe come e più violenta dell'uomo. Tu hai elementi in questo senso?
(...)
Non è necessario, io penso, essere un partito per avere uno scopo ideale ed una visione a lungo termine, una prospettiva ideale.

Ce l'ho, Red, la mia visione ideale e i miei obiettivi, certo. Mi piacerebbe molto parlarne. Magari in un altro post e un topic adeguato se per te va bene. Per non perdere il filo e per darmi ordine. Sei d'accordo? :)

Su ciò che dici a proposito della violenza delle donne: secondo me la tua lettura produce stereotipi nel senso che penso non si possa attribuire la violenza fisica in generale al maschile come non penso che si possa attribuire la violenza psicologica in generale al femminile.
Però - senza generalizzare - anche nella mia analisi e osservazione la genderizzazione risiede nelle modalità in cui la violenza si esercita. se confronto gli articoli di cronaca mi rendo conto che gli uomini sono più spesso "fisici". ed è la violenza più spesso certificata. di alcune donne, per una ricerca fatta sulla violenza indiretta, so che esercitano talvolta una modalità più subdola, codificata nel tempo, agita come metodo di controllo dove sfuggono allo scontro diretto nel quale hanno più probabilità di soccombere.
Negli ultimi anni le modalità, per quel poco che riesco a saperne, si starebbero via via neutralizzando nel senso che uomini e donne sembrerebbero più simili. lì le interpretazioni sono diverse. c'è chi dice che le donne siano diventate più machiste o che abbiano introiettato modelli maschili (attribuendo agli uomini presunte violenze connaturate al genere), c'è chi dice semplicemente che hanno liberato la parte aggressiva che c'era già in loro, c'è chi dice che gli uomini si siano femminilizzati (ulteriore genderizzazione perchè si attribuisce alle donne una fragilità e una totale assenza di comportamenti *violenti*) e che non sappiano reggere uno scontro fisico. è ancora tutto oggetto di studio.
In generale a me non convincono le opzioni perché qualunque stereotipo sessista mi incastra in ruoli che vorrei poter scegliere. Ovvero: se si dice che le donne sono buone e pacifiche per natura, votate alla cura, naturalmente inclini all'armonia, alla pace, eccetera, si stabilirà una "norma" entro la quale le donne dovranno gestire le proprie azioni. Da donne e non da persone rispettose nei confronti di altre persone. Se mi si sgrava di una corresponsabilità in quanto perenne vittima di un antico sistema di oppressione, a carattere risarcitorio, non compirò/compiremo mai nessun progresso sociale. Si resta ferme lì. Le donne a digrignare sommessamente in privato e gli uomini a non poter mostrare l'inclinazione alla cura nel momento in cui vogliono essere padri.
Se ho elementi su come agirebbero le donne munite di maggiore forza fisica: sto/stiamo, raccogliendo elementi per tentare di dare una lettura al bullismo al femminile che sembra essere l'espressione più evidente della violenza esercitata in una modalità diretta. Non ho dati sulla violenza domestica, ovvero su donne che picchiano i compagni. In Italia non esistono statistiche che chiariscano questo dato. Cerco di saperne di più. Se avete link in questo senso li gradirei moltissimo.

Mi intrometto per aggiungere per la parte in rosso che la violenza femminile fisica(parlo di puro uso della forza fisica come calci, pugni, schiaffi,ecc.) che le donne sfogano su (...) bambini, anziani, malati, persone deboli,(...)
Consiglio la visione di questo post che raccoglie solo una piccolissima parte di violenza femminile http://www.metromaschile.it/forum/libri-links-e-articoli/violenze-come-donne-aggressori/msg54113/#new  

Ti ringrazio molto per il link, Alberto, appena ho più tempo sfoglierò le decine di pagine che lo compongono. Sul tuo spunto, del quale sono consapevole, mi permetto di dire che non sono certa sia una tipicità di genere (violenza *femminile*) a meno che non intendiamo genderizzare la violenza sulla base della quantità di casi di uno stesso tipo attribuiti alle donne (In questo senso va ripensata anche l'espressione "violenza maschile" su determinati contesti, i know!). La violenza di cui parli si tipicizza sulla base di un ruolo sociale, quello di cura, assegnato alle donne per determinazione di un welfare organizzato in questo modo. Ma tornando ai fatti in se', si, penso che possa essere un esempio attraverso il quale la violenza di alcune donne si esercita senza timore di ritorsioni fisiche.

che sia in lento e costante aumento sarebbe da verificare (...)
Un uomo che uccide una donna non lo fa mai per il piacere di (...) esasperazione (...) rabbia (...) motivi.
(...) infanticidi (...) aborti (...).

I delitti in cui le vittime sono le donne sono in aumento. La mia analisi sulle cause probabilmente differisce dalla vostra ma sono disposta a discuterne in un altro topic se mi consentite. Così come in un altro topic vi dirò che la comprensione delle possibili cause di un fenomeno sociale non può diventare una giustificazione per il fenomeno stesso. Anche questo, so, è un probabile terreno di scontro. Io credo che la generalizzazione non aiuti. Che la comprensione di un fenomeno equivale a non ricondurlo soltanto ad una lettura ideologica del problema ma eventualmente alla volontà di risolverlo. La sproporzione di reazioni non è un metro di valutazione della violenza, a mio avviso, perchè la stessa cosa potrebbe essere detta dalle donne che agiscono violenza, così come la soluzione della violenza non può essere ricondotta a norme censorie, di pensieri, costumi, comportamenti, linguaggi, per chi di volta in volta diventa vittima. Io non ho il diritto di uccidere un uomo perché mi "esaspera" e certamente non ce l'ho se mi lascia, se va a letto con un altra, se mi urla in faccia, se anche pratica forme di violenza subdole. Però, appunto, io non continuerei su questo thread questo pezzo di discussione perchè evoca troppe questioni che vale la pena dibattere serenamente, e con una reciproca volontà di confronto.

Gli infanticidi: non ho le cifre. Anche qui: a me non interessa dire che le mamme sono tutte buone e che quelle che uccidono i bambini sono espressione di una anomalia comportamentale. Io rivendico il fatto che madri si è per scelta e che esistono anche "madri cattive". Sulla base di questo viene meno l'obbligo di riproduzione per tutte le donne e l'obbligo di cura. Ci sono donne che non vogliono e non sanno fare le madri e ci sono invece eccellenti padri. Per composizione del welfare e per costrizione culturale questo dato viene censurato. Tentare di farlo emergere non è affatto semplice se non nella misura in cui si generalizza e si diffondono altri stereotipi in cui si riconferma che le mamme sono tutte buone e sante e che le anormali andrebbero messe al cappio.

Aborti: su questo se volete vi dico come la penso ma lo escluderei dalla discussione in rapporto alla violenza perché si tratta, a mio avviso, di un altro piano e qui si assume uno scontro ideologico che non troverà alcuna formula risolutiva. Sono certa che tra voi c'è chi è non favorevole all'aborto e chi lo è. Io sono per la libertà di scelta, per la prevenzione, attraverso educazione sessuale nelle scuole, uso dei contraccettivi, anche d'emergenza. Meno gravidanze indesiderate, meno aborti.

Ecco. Non so se ho dimenticato nessuno. A parte Sandokan dal quale vorrei appunto sapere il senso del suo questionario. Per il resto vi ringrazio intanto per gli ottimi spunti. E' tardissimo e questa risposta è stata complicatissima (un lavoro!). Grazie mille.
« Ultima modifica: Aprile 01, 2012, 04:51:43 am da FikaSicula »

Offline Salar de Uyuni

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #18 il: Aprile 01, 2012, 07:08:40 am »
Citazione
A parte Sandokan dal quale vorrei appunto sapere il senso del suo questionario.

Il senso,è QUELLO DI METTERE LE CASTAGNE SUL FUOCO,altrimenti la pentola si scalda per niente.
E le castagne ci sono,di quei ''marroni'',anzi ''maroni'',belli grossi. :D
Solo che così,si inizia a parlare di ''qualcosa'',così si tenta,sto benedetto dialogo.
Altrimenti si rischia di scivolare,nel cosiddetto ''dialogo fra sordi'',cioè di mettere sul fuoco,solo le noccioline.
Però ovviamente
1)non sei obbligata a rispondere
2)puoi rispondere anche non subito
3)riconosco che puoi sentirti imbarazzata

Però,anche noi lo siamo,francamente,perchè non sappiamo chi sei tu,PERO' SAPPIAMO DAL FORUM DA DOVE PROVIENI,E COME SI PONE NEI NOSTRI CONFRONTI(non è mia intenzione aprire una polemica su questo,voglio solo dire,ciò che è autoevidente,ovvero,che non corre buon sangue,niente di più)
Quindi può anche servire,per rompere il ghiaccio,che è bello ,e siccome,tu ti autodefinisci ''femminista'',e quindi ti poni in una posizione,non certo ''passiva'',prova tu,per una volta a rompere il ghiaccio,non lasciare che siano sempre i maschi a farlo...
Anche questa è ''parità''...
Non pensi?
« Ultima modifica: Aprile 01, 2012, 07:31:22 am da Salar de Uyuni »
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline Guit

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #19 il: Aprile 01, 2012, 08:02:43 am »
Credo che la violenza andrebbe sempre destrutturata chiarendo la prospettiva del discorso:

1 - del soggetto (movente, infermità, morale);
2 - della collettività (disagio, condizioni favorenti, etica);
3 - della criminologia;
4 - dei media (manipolazione, strumentalizzazione);
5 - del potere (legislativo, giuridico, ..., violenza di stato).

Ciò che si dice nel merito può variare di molto al variare della prospettiva. Per esempio, c'è spesso un fraintendimento, quando parlando delle condizioni favorenti o del disagio collettivo o dello stato di infermità, si pensa che uno stia giustificando il crimine.

Oppure, quando denunciamo la denigrazione mediatica del maschile che fa leva sulla violenza contro le donne, si pensa che siamo favorevoli alla violenza contro le donne.

Io credo che per la QM politica, le prospettive focali siano la 2, la 4 e la 5.

Inoltre, parlare solo di violenza è riduttivo, e si dovrebbe allargare il discorso al *sacrificio di genere*. In termini di morte caratteristica, esistono una serie di fenomeni (suicidi, lavoro, carcere, violenza generica o di stato) dove la vittima sacrificale è quasi esclusivamente maschile.

Cioè nel sacrificio di genere, la responsabilità non è direttamente e univocamente imputabile a uno dei due sessi, malgrado la vittima appartenga quasi sempre all'altro.

Normalmente in questi casi io uso una forbice approssimativa, che parte dall'idea di parità tra i sessi di tipo egualitarista, non dal pensiero della differenza:

- prendo il numero di morti di un determinato sacrificio di genere, per esempio il lavoro: circa 1000
- li divido per due: circa 500
- applico una lieve riduzione per escludere fattori spuri: -100: 400

400 maschi morti sul lavoro ogni anno, sono morti perché erano lì al posto di femmine, che per una logica egualitarista avrebbero dovuto invece svolgere anch'esse quelle mansioni, e il sacrificio diviene quindi anche una violenza femminile indiretta.

Se si usa invece la logica del pensiero della differenza, allora quei 400 morti non sono più sostitutivi di donne, ma allora quel sacrificio unilaterale dev'essere stigmatizzato come elemento valoriale del maschile. E invece di dirsi morti bianche, si dovrebbero almeno chiamare morti azzurre.

Quest'ultima mancanza di riconoscimento è anch'essa una violenza osservabile in prospettiva collettiva (etica) e mediatica. Perché priva il maschile di un connotato valoriale in cui identificarsi e auto-stimarsi. Una deviazione esiziale dell'identità collettiva maschile. Anche qui siamo quindi in presenza di una violenza femminile indiretta, essendo il negare ogni virtù maschile filogenetica, uno dei perni su cui fanno leva certi femminismi, per porre il femminile su un piano di superiorità morale.








« Ultima modifica: Aprile 01, 2012, 08:29:47 am da Guit »
Take the red pill

Offline Animus

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #20 il: Aprile 01, 2012, 09:15:12 am »

No. Mi è chiaro che le donne possono essere anche mandanti. Per essere sicura di aver capito bene: è il caso di una donna che include l'amante per far uccidere il marito? E' il caso di una donna che usa un partner o un amico come scudo umano a difesa del proprio simbolico onore? Mi fai qualche esempio concreto?

Direi che a livello individuale van bene quelli che hai detto te.

Citazione
Anzi. Se tu pensi che la guerra sia qualcosa di voluto in generale da tutte le donne mi piacerebbe sapere come sei arrivato a questa conclusione.

Non penso che sia voluta da tutte le donne, ma è evidente che le donne traggono cmq gli stessi benefici e non condividono le stesse sofferenze (visto che in guerra a morire loro non ci vanno), e sopratutto da loro sollievo, le privilegia.
 

Citazione
In quanto alla pensione per quanto ne so, mi sembra fosse un risarcimento dello Stato ad una famiglia che aveva perduto chi portava il pane in casa per moglie e figli.

Soprattutto a chi il pane non lo portava, visto che a fare da carne da cannone erano principalmente i miserabili...

Visto che sei sicula ti faro' un esempio a te familiare che sottende la stessa logica, quella delle faide mafiose.
Quello che stupisce, o ameno dovrebbe, è che in queste regolazioni familiari di conti, le donne sono "le intoccabili" , ovvero le uniche che vedono morire gli altri, della propria e altri famiglia, ma non se stesse, come se ci fossero due genealogie, una sacrificale fatta di capri espiatori...una no, di "sacerdotesse".
Tant'è che anche il "padrino", appunto un piccolo padre, è in realtà il mammasantissima.

Come te lo spieghi?
Violenza maschile, femminile, o femminile attraverso il maschile?
Liscia, gassata, o ...ferrarelle? :D






« Ultima modifica: Aprile 01, 2012, 10:36:16 am da Animus »
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

Ha crocifissi falci in pugno e bla bla bla fratelli (Roberto Vecchioni)

Offline Angelo

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #21 il: Aprile 01, 2012, 10:53:19 am »
Non c'è nessun senso particolare. Sono domande e se ne hai voglia, tempo e capacità puoi dare le tue risposte. Sono sintetiche e dirette (ma poi puoi approfondirle) e snelliscono la trattazione dei temi principali.
Ne aggiungo altre...
17) Il governo Zapatero ha censurato alcune famose fiabe ritenendole maschiliste. Su questo argomento, la pensi come Zapatero ?
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/societa/201004articoli/54012girata.asp

17bis) Il politicamente corretto si manifesta anche con queste "idee"... L'ultima è censurare Dante ritenuto omofobo,antisemita etc. etc.
La pensi come loro su questa questione?

http://www.corriere.it/cultura/12_marzo_13/distefano-dante-razzista_9b13460c-6cdc-11e1-b7b3-688dd29f4946.shtml

18) Che ne pensi dell'asilo Egalia? Sei favorevole al loro progetto?
http://www.tempi.it/svezia-spopola-egalia-lasilo-dove-ogni-bambino-sceglie-il-suo-sesso

Grazie.
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Offline beta

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #22 il: Aprile 01, 2012, 12:10:51 pm »
intervento un attimo anch'io, poi mi direte se è lecito.
la generalizzazione è necessaria, soprattutto per rispondere ad un altra generalizzazione. se io analizzo il mondo partendo da un autodefinizione generalizzata come è "femminista", l'unico modo per rispondere nel merito è accettare, dare per buona quella generalizzazione ed evidenziarne l'altro lato della medaglia. ora se questo non mi viene concesso proprio in quanto generalizzazione, si capisce che la comunicazione è "truccata". sei d'accordo su questo?
inoltre le generalizzazioni, quando non sono portate all'estremo (es, tutti, mai, nessuno) diventano l'unico modo di descrivere tendenze, e analizzare fenomeni sociali. senza generalizzazioni il femminismo stesso non potrebbe esistere. dunque bisogna scegliere; se le generalizzazioni per te non sono lecite, la tua critica deve essere rivolta a noi come alle fas, se per te sono lecite, una volta chiarito che gli estremi sono banditi, entrambe le parti possono utilizzarle.

non si puo dire "un maschio morto non stupra" e un attimo dopo, "ma le donne non sono tutte cosi".

 

« Ultima modifica: Aprile 01, 2012, 12:23:01 pm da beta »

Offline Red-

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #23 il: Aprile 01, 2012, 12:52:59 pm »
Sono molto d'accordo con Beta. Non si può non generalizzare.
..A quanto pare esiste un problema di comunicazione, come stare su due lunghezze d'onda differenti.   :sleep:
"La realtà risulta spesso più stupefacente della fantasia. A patto di volerla vedere."

Offline FikaSicula

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #24 il: Aprile 01, 2012, 13:22:28 pm »
(...)
Ciò che si dice nel merito può variare di molto al variare della prospettiva. Per esempio, c'è spesso un fraintendimento, quando parlando delle condizioni favorenti o del disagio collettivo o dello stato di infermità, si pensa che uno stia giustificando il crimine.
Oppure, quando denunciamo la denigrazione mediatica del maschile che fa leva sulla violenza contro le donne, si pensa che siamo favorevoli alla violenza contro le donne.
(...)
Inoltre, parlare solo di violenza è riduttivo, e si dovrebbe allargare il discorso al *sacrificio di genere*. In termini di morte caratteristica, esistono una serie di fenomeni (suicidi, lavoro, carcere, violenza generica o di stato) dove la vittima sacrificale è quasi esclusivamente maschile.
(...)
400 maschi morti sul lavoro ogni anno, sono morti perché erano lì al posto di femmine, che per una logica egualitarista avrebbero dovuto invece svolgere anch'esse quelle mansioni, e il sacrificio diviene quindi anche una violenza femminile indiretta.
(...)
Se si usa invece la logica del pensiero della differenza, allora quei 400 morti non sono più sostitutivi di donne, ma allora quel sacrificio unilaterale dev'essere stigmatizzato come elemento valoriale del maschile. E invece di dirsi morti bianche, si dovrebbero almeno chiamare morti azzurre.
(...)
Quest'ultima mancanza di riconoscimento è anch'essa una violenza osservabile in prospettiva collettiva (etica) e mediatica. Perché priva il maschile di un connotato valoriale in cui identificarsi e auto-stimarsi. Una deviazione esiziale dell'identità collettiva maschile. Anche qui siamo quindi in presenza di una violenza femminile indiretta, essendo il negare ogni virtù maschile filogenetica, uno dei perni su cui fanno leva certi femminismi, per porre il femminile su un piano di superiorità morale.

Fatemi ben capire il metodo. Perché parlare di violenza contro le donne come premessa per parlare di violenza delle donne?
- su condizioni, disagio, infermità, denigrazione mediatica si potrebbe dire lo stesso per le donne. Ovvero spiegami se ritieni che i crimini compiuti dalle donne non partono da queste prospettive. Partendo sempre dalla premessa che nessuna violenza è giustificata.
- non mi è chiaro il concetto di "sacrificio di genere" relativo agli uomini e come sia imputabile al genere opposto. I morti sul lavoro imputabili a chi non usa provvedere in termini di sicurezza sul lavoro diventano sacrifici di genere? E a prescindere dal fatto che cerchi un fondamento della differenza maschile su cui vuoi costruire una affermazione positiva, perché questa diventa "violenza femminile indiretta"? Ovvero: le donne morte in altri contesti o altre occasioni (per esempio: durante un parto) dovrei giudicarle un "sacrificio di genere" e dovrei dargli un "connotato valoriale" per il quale dovrei riconoscere una "violenza maschile indiretta"?
La società, il welfare, la distribuzione dei ruoli e delle opportunità di lavoro, non credo dipendano dalle donne o dagli uomini. Credo dipendano da un ordine economico delle cose che esige che gli uomini realizzino lavori retribuiti e le donne lavori di cura, dentro e fuori casa.
In una dimensione più familiare, per quello che riguarda la mia antica realtà, a lavorare i campi si andava tutta la famiglia, donne e uomini, e in più le donne si occupavano della casa, dei figli, di pranzi, cene, di taglio e cucito. Molti lavori erano impediti alle donne e molti lavori richiedevano una energia fisica più plausibile negli uomini, si. Poi le macchine hanno cambiato questo dato e dove prima serviva la forza di un uomo ora serve la destrezza di una persona che è in grado di gestire un macchinario.
Io non conosco la realtà delle fabbriche ma so, certo, che lì esistono ruoli che le donne non possono gestire. Il punto è che questo ordine delle cose, quando si parla di sfruttamento, lavoro non in sicurezza, si può imputare davvero all'altro genere? Sgravando di una responsabilità chi sfrutta tutti in egual modo per produrre una ricchezza che non arriverà mai nelle tasche di nessuno? Né degli uomini né delle donne?
- che io sappia i femminismi non negano ogni virtù al maschile e non pongono le donne su un piano di superiorità morale. E personalmente non mi riconosco in questo modo di porre le questioni perché per me non è una gara a chi vale di più. Io mi sento espressione di una parzialità. Molte donne hanno lottato per affermare che non erano e non sono inferiori ma uguali in quei contesti in cui alle donne non veniva riconosciuto neppure di possedere un'anima, il diritto allo studio, e tutte le altre cose che sono certa conoscete. Il disprezzo dell'altro genere in questo percorso non è contemplato. Ma anche questo apre un altro capitolo e un altro topic e io, dicevo, andrei per ordine altrimenti mi perdo.

(...)
Visto che sei sicula ti faro' un esempio a te familiare che sottende la stessa logica, quella delle faide mafiose.
Quello che stupisce, o ameno dovrebbe, è che in queste regolazioni familiari di conti, le donne sono "le intoccabili" , ovvero le uniche che vedono morire gli altri, della propria e altri famiglia, ma non se stesse, come se ci fossero due genealogie, una sacrificale fatta di capri espiatori...una no, di "sacerdotesse".

Ora: non è che siccome sono siciliana sono necessariamente specializzata in studio sulla mafia. :P
Ti sembrerà strano ma in Sicilia esistono svariati milioni di persone e la maggioranza di queste della mafia non sa nulla a parte quello che vede in televisione o legge sui libri.
Comunque, da militante del movimento antimafia, ti posso dire che la sacralità o l'intoccabilità di donne e bambini per quello che ne so - sempre in una dinamica in cui la famiglia gestiva gli affari mai per bocca di una donna opportunamente destinata ai ruoli di cura - è stata tale, credo, fino agli anni settanta. La mia generazione ha assistito a fenomeni totalmente diversi. Bambini sciolti nell'acido, donne vittime di vendette trasversali, pentiti che venivano puniti con l'ammazzatina di mogli, zie, sorelle, madri e donne che rompevano il patto familiare diventando essere stesse pentite, per non parlare delle donne che svolgevano incarichi in prima persona o che all'ombra di capodecine e capomandatari avevano la gestione di un tot di affari. Non molte in realtà perché questo è più tipico della camorra. La Sicilia è di cultura prevalentemente araba e lo schema è diverso. Però la partecipazione delle donne la potevi vedere, certo, nel modo in cui partecipavano ai processi (insultando chiunque), quando si mettevano a scudo di figli o mariti durante i blit della polizia, nella gestione della "cassa" familiare.

Non c'è nessun senso particolare. Sono domande e se ne hai voglia, tempo e capacità puoi dare le tue risposte. Sono sintetiche e dirette (ma poi puoi approfondirle) e snelliscono la trattazione dei temi principali.

Continuo a non capire il metodo "questionario" ma allora me le riservo ad un altro momento se non ti spiace perché per ora vorrei centrare il punto su una questione per volta.

la generalizzazione è necessaria, soprattutto per rispondere ad un altra generalizzazione. se io analizzo il mondo partendo da un autodefinizione generalizzata come è "femminista", l'unico modo per rispondere nel merito è accettare, dare per buona quella generalizzazione ed evidenziarne l'altro lato della medaglia. ora se questo non mi viene concesso proprio in quanto generalizzazione, si capisce che la comunicazione è "truccata". sei d'accordo su questo?
inoltre le generalizzazioni, quando non sono portate all'estremo (es, tutti, mai, nessuno) diventano l'unico modo di descrivere tendenze, e analizzare fenomeni sociali. senza generalizzazioni il femminismo stesso non potrebbe esistere. (...)

La generalizzazione ai fini della trattazione di un fenomeno non è utile. Dire "gli uomini sono violenti" come "le donne sono violente" è egualmente stereotipante. Per inquadrare il problema lo contestualizzo, lo analizzo, ne analizzo i numeri, ne individuo le caratteristiche al fine di assumere quel fenomeno in chiave collettiva e ragionare su una possibile soluzione.
Se analizzi scientificamente la radice di un male sociale certo non puoi patologizzarlo e isolarlo in quanto "virus" (così spesso viene trattato ritenendo che l'espulsione di quel virus possa mettere in salvo tutto il resto del mondo). Nelle scienze sociali definisci un male assumendo una responsabilità collettiva e collettivamente trovi una soluzione. Ma l'estensione di quel male deve essere commisurata al problema. Non lo puoi confondere con una molteplicità di comportamenti ed elementi che parrebbero portare alla conclusione di un simbolico sterminio di genere.
Non posso dire che la violenza sulle donne dipenda solo da e da tutti gli uomini perché altrimenti la conclusione sarebbe lo sterminio simbolico degli uomini.
Non posso dire che i difetti del mondo derivino dalle femministe perché la conclusione logica sarebbe la neutralizzazione delle femministe.
Non posso dire che il crescente disastro economico mondiale dipende dagli stranieri perché altrimenti dovrò ritenere che la soluzione sia l'eliminazione degli stranieri.
La generalizzazione porta a discriminazioni. Porta all'autoritarismo.
Se questo vale sia per gli uomini come per le donne? Certo. Se vale anche per le femministe? Certo. In Un altro topic magari dimmi in cosa il femminismo (e ti ridico che non ne esiste solo uno ma molti, incluso il mio) avrebbe prodotto la sua esistenza sulla base di una o più generalizzazioni.
E in questa comunicazione, per quello che mi riguarda, non c'è nulla di truccato.

« Ultima modifica: Aprile 01, 2012, 13:33:42 pm da FikaSicula »

Offline Angelo

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #25 il: Aprile 01, 2012, 13:29:19 pm »
Aspetterò le tue risposte con calma...  :shifty:
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

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Offline Peter Bark

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #26 il: Aprile 01, 2012, 13:36:57 pm »
splendido,la sessantottina ha cambiato nazismo con autoritarismo.pace amore e bene.

Offline FikaSicula

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #27 il: Aprile 01, 2012, 13:45:55 pm »
splendido,la sessantottina ha cambiato nazismo con autoritarismo.pace amore e bene.

semplicemente perché mi sembrava parziale e perché gli autoritarismi e le dittature producono conseguenze a prescindere dalla radice politica. e io non ne giustifico nessuno, di autoritarismo, e nessuna, di dittature.

Offline Peter Bark

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #28 il: Aprile 01, 2012, 13:46:46 pm »
ok.la prossima volta tra le dittature comprendi anche il comunismo.

Offline FikaSicula

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #29 il: Aprile 01, 2012, 13:48:35 pm »
Aspetterò le tue risposte con calma...  :shifty:

Grazie, si.
Ora vado a fare cose domenicali con la famiglia. Buona domenica a tutti/e.