Insomma io sono nato guerriero e devo morire mammo? non avete una via di mezzo?
(...)
In cosa si deve riconoscere secondo voi un ragazzo quando gli negate anche la possibilità di darsi un valore maschile per avervi dato l'acqua calda, nella bravura di cambiare pannolini durante il congedo di paternità obbligatorio?
Qual è l'ordine simbolico maschile, che permette a un ragazzo di essere amato tanto come persona quanto come maschio - diverso da sé / etero-sesso - da una ragazza?
Guarda Guit io non voglio minimamente offendere il tuo sacrosanto diritto a cercare una affermazione positiva del tuo essere uomo. Se tu la identifichi in alcune differenze e se quelle differenze le identifichi in valori che anche sono lontani da me lo trovo comunque comprensibile.
Ci sono uomini che tendono a voler conseguire lo status di persone e ci sono uomini, come te, che vogliono conseguire lo status positivo di uomini.
A me che non sono una praticante della teoria delle differenza questo non è chiaro. Per me le differenze sono biologiche e fine. Ogni altro appunto in relazione a caratteristiche maschili e/o femminili non mi appartiene. Ma sono qui anche per capire cosa determina una tale crisi di ruolo e perché questa crisi si risolve nella ricerca di riferimenti culturali che mi sembrano talvolta anacronistici.
Io non so cosa tu intendi per "mammo". Per me una mamma o un papà pari sono nell'esercizio delle loro funzioni, nei tempi di cura e nei diritti/doveri nei confronti dei figli, e i genitori sono sempre guerrieri perché lottano ogni giorno. Tu ne parli come fosse un ruolo quasi svilente.
In cosa si può riconoscere un ragazzo e quale possa essere un ordine simbolico maschile, giacché io di questo non so molto e non mi permetto di parlarne, devi dirmelo tu. In generale io posso dirti che tante donne che conosco, parlando di rapporti etero, quando amano un uomo si innamorano della persona. Se io amo un uomo è il mio migliore amico, è la persona con la quale ho scambi di ogni genere, quella con cui cresco, vivo, pratico solidarietà reciproca costante, quella di cui mi fido ciecamente. L'essere uomo può essere un valore aggiunto se quella è la persona che ti attrae. Non mi pongo altro genere di problemi.
fermo restando che non approvo l' approccio - che, permettimi, trovo per niente dialogante: "sono qui solo per la violenza "delle" donne e ciao" - credo tu possa parlane con maggiore profitto, per esempio, con gli autori del libro "donne criminali":
http://www.ibs.it/code/9788860211484/buttarini-massimo-vantaggiato-marco/donne-criminali-un-viaggio.html
oppure anche con Vincenzo Spavone della GESEF. di Vantaggiato (psicologo forense e criminologo come pure Buttarini) trovi il documento "la fallacia dei paradigmi di genere":
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=32316701
(...)
e perciò il presupposto culturale - ovvero "ti ammazzo in quanto donna" - un falso femminista.
penso infine che qui, in forum pubblico, si debba discutere di qualunque cosa, ovunque ci porti la discussione.
Grazie Milo, per i link e per gli spunti. Ho letto tutto il contenuto del link che mi hai suggerito e trovo che ancora la questione non riesce a sganciarsi dal contestare i dati della violenza sulle donne che vengono considerati una cappa senza la quale altrimenti potrebbero essere svelati dati sulla violenza delle donne contro gli uomini. Di fondo si critica tutta l'impostazione che definite "femminista" di rilettura della violenza di genere e l'esclusione della violenza delle donne sugli uomini dalle ricerche a fini statistici. E la conclusione che leggo a rovesciamento di quella che viene intesa in quanto ideologia è la proposta di un'altra ideologia che indica le donne come maggiori autrici di violenze. In questa lettura, mi consentirai, non trovo molto equilibrio.
In ogni caso non ho detto che intendo parlare di un solo argomento e ciao.
Ho solo detto che preferisco trattare un argomento per volta perché sono sommersa da mille stimoli e per me non è semplice. Che ci sia una urgenza di consegnarmi tutto ciò che è alla base delle vostre discussioni io lo capisco. Capirete voi che ho bisogno di tempi umani e che, come ho già scritto, essendo una persona che pensa con la propria testa, non mi serve apprendere lo schema ideologico o gli slogan che conosco a memoria ma mi serve, se avete pazienza, e capirei se non l'aveste, conoscere dati, dettagli, documenti, le ragioni di crisi, disagi, problemi per poter maturare una mia idea di soluzione che non necessariamente deve somigliare alla tua. Potrebbe avvenire o forse no ma in ogni caso si tratterebbe di contaminazione reciproca. Se pensi che questo non sia "utile" buttalo via.
Sul presupposto culturale, e così rispondo anche a chi chiedeva cosa intendevo per violenza in base al genere, circa la violenza sulle donne: è un presupposto culturale la cui (forse) estensione ai massimi termini è diventata un falso ma l'origine di certo, per me, non lo è.
Se includi tra le violenze di genere la morte di una donna ammazzata a seguito di una rapina è un falso ideologico, se includi lo stupro invece non lo è. Ci sono crimini che sono realizzati per prevaricare alcuni generi. Il sistema di oppressione lo verifichi sulla base di leggi che via via hanno concesso alle donne diritto di voto, di istruzione, accesso al lavoro, fino alle leggi che in Italia, come dicevo prima, sono state determinanti per una evoluzione culturale. Giulia dice che sono cose tramontate e dunque bisogna andare avanti. Guit dice che riconosce che la situazione siciliana sia un minimo anacronistica ma a mio avviso non si tratta di una questione etnica/geografica nel senso che in Sicilia c'era una mentalità tremenda, in alcuni casi c'è tuttora, e poi ci sono persone totalmente evolute che nulla hanno da invidiare, anzi, a persone cresciute nelle metropoli settentrionali.
Giusto per parlare di un argomento che credo vi veda sensibili: qualche tempo fa una ragazza inventò di essere stata stuprata perchè non aveva il coraggio di dire ai genitori, molto conservatori, che aveva avuto un rapporto con il suo ragazzo. Si disse che i genitori la sottoponevano a prove di verginità. Questo avveniva nel 2011, in una città del nord, credo. E fintanto che si esige un controllo, un esercizio di potere, sul corpo di una donna, ad impedimento delle sue aspirazioni e dei suoi desideri, che coinvolgono la sessualità, la sfera affettiva, la vita, quella tale violenza, di genere, non si può dire conclusa.
Una donna che viene uccisa perchè ha detto di no, allo stupro, ad una relazione che non voleva più, diventa vittima di un uteriore esercizio di potere e quell'esercizio di potere, secondo me, è l'esempio di una modalità di dominio che non si rassegna.
Se un gay, una lesbica, una trans, vengono aggrediti sulla base di una causa omofobica, è violenza di genere.
FS, è vero che stiamo mettendo troppa carne al fuoco, ma capirai che ci è impossibile escludere dal dibattito chi dice la sua civilmente.
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Per il resto, nella mia esperienza di dialogo con altre tue "simili" (non mi viene altro termine, non vuol esser un'offesa), è che voi ...donne in genere, tendete a sviluppare ragionamenti basati sull'emotività, mentre l'uomo in genere tende a basarsi su dati e fatti.
Tu chiedi come mai alcuni uomini (...) uccidono le donne. Tu vedi questo come un'ingiustizia ed una prepotenza incredibili.
Noi cerchiamo di analizzare il fatto e di dare una spiegazione razionale, per tentare di capire.
Il primo si chiama pensiero circolare, tipico femminile; il secondo si chiama pensiero lineare, tipico maschile. (...)
Tu mi chiedi perchè "gli uomini uccidono le donne", io analizzo i dati, ci rifletto e cerco una spiegazione.
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Se vuoi dire che "gli uomini uccidono le donne" perchè sono per natura cattivi, io ti rispondo quello che ho scritto nell'altro post, ovvero che anche le donne non sono affatto delle sante, cambiano solo le modalità di offesa.
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Red, certo, non sto dicendo che bisogna escludere dalla discussioni nessuno, anzi. Io mi do tempo e chiedo scusa, incastrando le risposte tra le mille cose che devo fare durante la giornata.
Emotività=donne e razionalità=uomo, dici.
Questo mi sembra uno stereotipo e una generalizzazione. La stessa sulla quale si basano trappole che dicono che le donne sono più genitrici di quanto non sappiano essere genitori gli uomini o la stessa che dice che le donne sarebbero per la pace e l'armonia e gli uomini per la guerra e la violenza.
Uomini e donne condividono mille caratteristiche e mille fragilità.
Io sono abituata, per le mie ricerche, a documentarmi, a cercare dati e fatti e a rimetterli in discussione se è il caso. Se questo per te è essere razionali allora lo sono anch'io.
Uomini che uccidono le donne: anch'io analizzo i dati e tento di darmi una spiegazione in vista di una possibile soluzione. Mai pensato che gli uomini sono per natura cattivi o che le donne siano per natura buone. Io non credo neppure al concetto di "natura" che considero una trappola. Vorrei sapere anche perchè le donne uccidono gli uomini o uccidono i bambini, certo. Analizzando i dati.
Per ora mi fermo qui.