Autore Topic: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.  (Letto 52919 volte)

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Offline Angelo

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #165 il: Aprile 04, 2012, 00:16:58 am »
5 giorni e non hai risposto a quasi nessuna domanda. Per adesso hai solo detto di essere contro le quote rosa, e sull'esercito e i doppi standard non ti sei pronunciata.
« Ultima modifica: Aprile 04, 2012, 00:27:11 am da Jason »
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Offline beta

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #166 il: Aprile 04, 2012, 02:36:24 am »
Mah. Io non voglio convincerti. Apprezzo la tua chiarezza. Spero tu apprezzerai la mia. :)
A prescindere dal tuo punto di vista che io posso condividere o meno non colgo l'obiettivo e le conclusioni della tua strategia. E' tua e non la metto in discussione ma mi permetto di dire che se l'unica pratica consentita in questa opera di - diciamo così - sensibilizzazione - è il perseguimento di una presa di coscienza da parte degli uomini non ne colgo la finalità.
Una sorta di sovvertimento? Una presa di gestione? Cioè, serve? A chi serve? A cosa?
Giusto privilegiare un ambito di comunicazione, lo faccio anch'io, ma poi? Io quel poi me lo pongo perché vivo dentro e fuori casa in stretto rapporto tra uomini e donne e non intendo rinunciare a questo e ad una comunicazione quando e dove è possibile. Perché penso che la soluzione la troviamo insieme e non a odiarci l'un con l'altra. La vittimizzazione e la demonizzazione dell'altro può essere uno stadio, ma dopo la vittimizzazione si riflette sulle corresponsabilità e poi si esce da ruoli che presuppongono la richiesta di tutele e si diventa artefici del proprio destino. Questo è quello che mi insegna l'analisi di chi è vittima di una violenza o di un abuso di qualunque genere. Ma te lo butto lì a contributo di una riflessione, senza la presunzione che tu ne abbia bisogno. Ogni problema sociale, credo, non possa risolversi con l'ausilio di censure, metodi repressivi, invito alla fine del dissenso, tutti metodi sbrigativi di chi non vuole chiedersi il perchè delle cose e finisce con l'instaurare nuove forme di autoritarismo. Puoi anche pensare che la soluzione resti nel fatto che gli uomini debbano rendersi conto di ciò che secondo te subiscono e che debbano individuare un nemico nei blog che secondo il tuo/vostro punto di vista criminalizzano gli uomini, come fossero entità astratte e non fossero animate da persone con altre esigenze, altre richieste, altre vite da condividere. Puoi guidare questi uomini coscienti alla rivolta morale, a farsi beffe e ad abbattere il nemico, puoi scegliere tra i presunti nemici quelli che conducono lotte altrettanto determinate, giusto quelle che non si servono di alcuna tutela per proporre le proprie rivendicazioni, finendo per mettere in scena un assurdo schema secondo me abbastanza autodistruttivo e autolesionista, ma in tutto questo, poi, ed è sempre il poi quello che mi interessa, dove sta la soluzione?
Se il mondo è come dici io, altre, non dovremmo avere il problema di subire una sconfitta, e mi fa sorridere parlare in questi termini o anche solo pensare ad ipotesi di questo genere, mentre ho la pietanza in cottura in cucina, le persone a me care che stanno apparecchiando e tutta una vita di relazioni e risate e meraviglia e amore che riempiono le mie giornate, ma davvero se consideri la battaglia come unico obiettivo, punto di partenza e conclusione, punto d'orgoglio e di rinascita, punto di acquisizione di autostima e di legame tra soggetti appartenenti allo stesso genere, io, tu, noi, che cosa siamo? Cavie? E' sulla mia pelle che vuoi si realizzi questa presa di coscienza del tuo genere? Sulla tua? Sulla loro?
Non lo capisco, per davvero, e se così è, per quanto questo possa destabilizzare tante certezze, io ti dico "smetto" di credere a tutto ciò in cui credo, di combattere perché mia figlia trovi un posto di lavoro che sia meno precario, di pensare che il mondo domani possa essere meglio di così. Smetto e tu troverai altre nemiche o presunte tali e quando loro ti diranno che vogliono parlarti tu dirai no. Per quanto? Quanto ancora?
Finito il sermone. :P Non era nemmeno tale. Mi scuso per essermi presa questa libertà. Non dovrei, forse e me ne torno a fare le mie cose di famiglia. Poi continuerò con calma a dare delle risposte a chi vuole parlare con me.

Buona serata anche a voi. :)

la finalita che non cogli, non è una finalita. mi va benissimo se da domani ti metterai a contrastare il male-basching. mi va bene come qualcosa di non dovuto, come un opzione aggiuntiva, che viene fuori dalla tua coscienza. non dalla mia. non mi va bene che qualcuno possa farsi l'illusione che saranno le femministe a difendere gli uomini. non mi va bene se gli uomini chiedono, o addirittura pretendono dalle femministe di essere difesi o di smettere di essere offesi. dunque un conto è se tu hai a cuore la questione maschile, un conto è se noi aspettiamo che tu l'abbia a cuore. per me inoltre la presa di coscienza maschile è sufficiente a riequilibrare la situazione. non sara facile, e non sara molto presto, ma quando e se sara, sara sufficiente. diciamo che la presa di coscienza maschile è fondamentale, quella femminile opzionale.
ora per chiarire la "strategia" e per capire perche ritengo sufficiente parlare anche solo agli uomini, bisogna capire che le leggi discriminatorie antimaschili, non piovono dal cielo, o dalle femministe cattive, sono il frutto di questa subordinazione morale, la legge da quando esiste, non fa altro che adeguarsi alla morale condivisa dalla massa. a cosa servirebbe la propaganda se non ad imporre una morale?. se gli uomini (fra cinquant'anni ?) smettessero di autoflagellarsi, questo sarebbe sufficiente a riequilibrare la situazione.
mi chiedi in buona sostanza se ho bisogno di nemici da demonizzare prima e da abbattere poi.
quello che per te è demonizzare, per me è mettere a nudo. (metaforicamente eh? che qua scatta il cyberstolking ^_^).
mettere a nudo un sistema di propaganda, non le persone che lo praticano, fra l'altro fas non è nulla in confronto a rai2 per esempio.
abbattere, invece non rientra proprio nelle mia (chiamiamola cosi:) strategia.  come avrai capito non credo che si possa eliminare l'onda d'urto della misandria, credo che si possa insegnare agli uomini a non farsi colpire.
in che modo la coscienza maschile si dovrebbe realizzare sulla tua pelle? forse che la "tua pelle" beneficia in qualche modo dell'incoscienza maschile? se non è questo il caso, non ci sara alcuna battaglia che tu possa percepire :)
un po come se io tengo la mano sul tuo lato b, e ad un tratto tu mi dici di toglierla. semplicemente questo.

Offline FikaSicula

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #167 il: Aprile 04, 2012, 03:31:17 am »
5 giorni e non hai risposto a quasi nessuna domanda. Per adesso hai solo detto di essere contro le quote rosa, e sull'esercito e i doppi standard non ti sei pronunciata.

Hai l'animo dell'esattore, vedo. Solleciti un pagamento? :)
E' che avrei anche una vita.
Ho risposto, credo, a sei domande http://www.metromaschile.it/forum/dialoghi-sulla-qm/ebbene-parliamo-un-po-con-fikasicula/msg54465/#msg54465
e in generale ti ho chiesto se me le riproponi una per volta invece che a lenzuolo.
il tuo quiz a premi è fatto di alcune domande che contengono una risposta e di domande che parlano di cose per le quali pretendi una risposta che non conoscendo la materia non ti posso dare. Dunque, potresti rifarmi una domanda per volta senza supporre che io sia informata su tutto, fornendomi i dettagli delle questioni circa le quali vuoi conoscere il mio parere, ovvero puoi cercare ulteriori dettagli su FaS a saldo conto per rinvigorire la tua opinione su di me. Non sono qui a processo e se c'è chi ha voglia di imbastirne uno non può aspettarsi che io sieda sul banco degli imputati.
Puoi parlare con me o puoi non farlo. Posso parlare con chi ne ha voglia, per esempio.
Puoi guardare in prospettiva e immaginare che si possa costruire qualcosa di utile o puoi sollecitare malumori affinché io me ne torni a fare quello che tu dici essere una cosa molto brutta. A te la scelta.

Offline FikaSicula

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #168 il: Aprile 04, 2012, 04:00:04 am »
(...) non mi va bene che qualcuno possa farsi l'illusione che saranno le femministe a difendere gli uomini. non mi va bene se gli uomini chiedono, o addirittura pretendono dalle femministe di essere difesi o di smettere di essere offesi. (...)
in che modo la coscienza maschile si dovrebbe realizzare sulla tua pelle? forse che la "tua pelle" beneficia in qualche modo dell'incoscienza maschile? se non è questo il caso, non ci sara alcuna battaglia che tu possa percepire :)
(...)

Come io dico che le donne non possono farsi difendere (tutelare) da ordini, istituzioni, eccetera perché le lotte o sono autodeterminate o non sono. Lo capisco perfettamente. Non deve esserci delega.
dunque voglio capire perché mille volte a fronte di argomenti trattati su FaS i commenti esigevano che si parlasse di questo e quest'altro (ogni volta che si parlava di violenza sulle donne le domande erano proprio "perché non parlate anche di questo?" - intendendo una violenza commessa da una donna nei confronti di un uomo o in generale commessa da donne e basta).
se è chiaro che ciascuno deve poter fare la propria lotta autodeterminata un conto è mettere a nudo, come dici tu, che rientra nell'esercizio di critica, decostruzione, rilettura e analisi della comunicazione, che è anche quello che facciamo noi, e un altro conto è quello di usare i blog femministi come traino, veicolo per le proprie verità.
la mia pelle non beneficia affatto dell'incoscienza di nessuno perché io spero sempre che le persone siano più che coscienti e che siano autonome nelle proprie decisioni, e per autonome non intendo che devono pensarla come me, anzi.
quello che dico è che se c'è chi, nel corso del tempo, è venuto a consegnarmi delle questioni, esigenze, emergenze e bisogni, se usarmi come punchball rientra in una strategia per far guadagnare in autostima la coscienza maschile, la vedo inutile.
se mi usi come veicolo mio malgrado perchè, come mi è stato detto da una delle persone che ha risposto al mio appello, aggregare contenuti ai blog femministi che parlano di violenza sulle donne sarebbe l'unico modo per fare emergere le vostre questioni, non c'è autodeterminazione e indipendenza.
Mi sembra più che una delega, ovvero è una delega indiretta e non consensuale che vorrebbe non definirsi tale per puntiglio, orgoglio, per non ammissione della difficoltà a superare la marginalità, ma sempre di delega credo si tratti.
Perciò se io mi presento e dico - consensualmente - non prendo incarichi, non accetto deleghe, la penso come la penso ma su alcune cose, mannaggia a voi, superato il linguaggio, gli slogan, la propaganda e qualche volta gli insulti, mi preme capire, per me, non per te, e se tanto può farti piacere bene così ma se non ti fa piacere va bene uguale.
Non è delega, non è mettersi lì proni a baciare i piedi di una femminista, o consegnarle, come teme Vero Mummio, le proprie fragilità, come se io non potessi averne rispetto, ma è solo che - e te lo dico da persona che ha sempre condotto le proprie lotte senza delegare niente a nessuno e a nessuna fonte di informazione - ti sto dicendo che io sono sempre quella lì con un curriculum lungo quanto tutto il web, che non rinnega nulla, perché capire, sapere, crescere ha il suo tempo, ma proprio perché rispetto l'autonomia delle lotte altrui ti ho chiesto aiuto per la mia ricerca. Non sono venuta qui a dire che sono la madonna e che vi salverò. :)
Puoi considerarla come un'opportunità o meno oppure no. Un'armistizio che non è un sodalizio (fa pure rima). Faccio comunicazione con mezzi indipendenti da decenni, lo so fare, vorrei occuparmi di alcune cose, a modo mio, non a modo tuo. E sono io che non accetto deleghe, non voglio salvare nessuno e tantomeno voglio fare da madre a chicchessia. ma ho rispetto del dolore se qualcuno me lo consegna e perfino se non me lo consegna.
La mia è una azione autodeterminata. Se tu insisti (è un tu generico) e mi trituri le ovaie da mattina a sera per veicolare attraverso me delle cose che io non condivido non funziona. Faccio le cose solo consensualmente. Non puoi dirmi ora che se è consensuale non va bene. :)

Offline FikaSicula

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #169 il: Aprile 04, 2012, 04:55:50 am »
credo si riferisca alla possibilità di non riconoscere  il figlio alla nascita da parte della madre, il cosidetto "parto anonimo".
ti rispondo molto in ritardo ma sto cercando di recuperare.
sulla questione del disconoscimento alla nascita ora ho capito, grazie! :)
Non so se avvalersi di questo sia un regalo perché da quel che vedo è frutto di una di quelle campagne religiose per cui ti dicono che invece che abortire o buttare il figlio dentro un cassonetto puoi lasciarlo dentro la ruota con la certezza di tutela della tua privacy. Personalmente investirei in educazione sessuale nelle scuole, smettendo di fare ostruzionismo sull'uso dei contraccettivi, parlando di maternità responsabile, perché di fare sesso non si smette e sono soluzioni ipocrite che finiscono comunque per determinare stigmi sociali della colpa a carico di madri snaturate o padri che non si sono assunti le loro responsabilità. Esattamente come avveniva negli anni '50.
Citazione
neanche io vedo cosa ci sia da rivalersi. Se tizio crepa non è che a me ne debba venire alcunché...
però non mi sembra neanche il caso di dire "tutto a posto, è solo colpa dell'avidità dei datori di lavoro" perchè non mi risulta che uomini e donne abbiano datori di lavoro diversi, quindi azzarderei che ci sono altre dinamiche sostanziali in gioco.
detto questo rilevo che sul piano pubblico si è riusciti a trasfromare il tema in una questione di genere femminile:
L'inail ha l'abitudine di vedere il problema con un taglio rosa.
(...)
anche per l'anmil la sicurezza sul lavoro è una questione di genere da trattare l'8 marzo:
http://www.anmil.it/Iniziative/LANMILperl8marzo/8marzo2012/tabid/2183/language/it-IT/Default.aspx
e tutti questi articoli non fanno altro che rilevare UNA cosa: la strada non fa discriminazioni. ti arrotano tanto se sei maschio, quanto se sei femmina.

Quindi il punto non è di chi è la responsabilità, ovvero dei datori (o datrici) di lavoro ma del modo in cui la comunicazione ne fa una questione di genere?
Io seguo molto alcuni blog che raccolgono notizie sulle morti sul lavoro e le notizie vengono descritte in modo abbastanza circostanziato a seconda dell'entità della strage, vedi la thyssen group o cose del genere. Se muore un marocchino che cade da una impalcatura non ne parla nessuno o quasi. Così come delle donne morte per mancato rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro si parla raramente, un caso fu quello delle donne morte nella fabbrica di tessuti a Barletta, con le donne sepolte per il crollo, senza che potessero fuggire da uno scantinato malandato. Dopodiché l'otto marzo è la celebrazione più triste che esista e in quella circostanza quotidiani, enti, sindacati eccetera vengono fuori con le loro statistiche che sono comprensive di tutti, solitamente, ma in quella giornata ricevano e fa notizia solo un genere, lo so.

Citazione
(...)
non puoi svalutare quello che chiami "intrepido guerriero" (solo) perchè rappresenta un valore associato tipicamente e tradizionalmente al maschile.
il disertore può ben essere un "intrepido guerriero" che ha orrore di uccidere per i biechi tornaconti altrui e che però è pronto a fare scelte difficili per difendere valori che meritano di essere difesi.
quando poi si parla di autorità e potere, be allora io sposo una retorica prettamente "machista".
che tu sia uomo o donna, quando ti scegli un ruolo di autorità, rispondi alla rigida legge maschilista: ogni briciolo di potere è un briciolo di responsabilità. è umano avere paura, se assumi certi ruoli hai il dovere di non rispondervi.

non lo svaluto perchè associato ad un valore tipicamente maschile. non lo preferisco perché è associato ad una funzione precisa che individua nel "guerriero" colui che ha un'arma in mano e ammazza. per me un guerriero o una guerriera, volendo usare il termine guerra che non mi piace, sono un uomo o una donna che combattono nella vita di tutti i giorni.
in quanto all'autorità e al potere secondo me non l'ha deciso nessuno che assumersi responsabilità significhi quella cosa di cui parli tu. Donne o uomini, senza incertezze, senza paure, senza esitazioni, secondo me, sono più inclini a fare danni rispetto a quelli che si misurano con le proprie incertezze.

Citazione
è ovvio che se la nave sta affondando ci cachiamo tutti in mano, ma se non sei pronto a dirigerla quando la situazione scotta, a che titolo la dirigevi quando era tutta una festa?
se ti metti una divisa perchè ti fa rispettare da tutti e scalda il cuore delle pulzelle o anche solo perchè ti pagano per portarla, non puoi "disertare" e "togliertela" quando la situazione si fa difficile.

in quel caso io credo si parlasse della retorica costruita sulla stampa per cui si ritagliasse un ruolo da eroe, premiato credo con una medaglia, a chi dal telefono a distanza dettava ordini e si esponeva al dileggio e al linciaggio uno che certamente aveva mille difetti e che incarnava, peraltro, tutte le pessime caratteristiche di tanti lavativi che esistono dappertutto. e tornando alla cosa che dicevi prima, certo, in questo caso, proprio perchè si parla di gerarchia tipicamente militari, se ti assumi il comando di qualcosa allora poi devi gestirlo con autorità. è una scelta.

Citazione
il dire poi che vorresti che nessuno debba sacrificarsi per te, è un voler essere che chiaramente non ha riscontro nella realtà. abbiamo tutti bisogno del sacrificio di altri (ed ovviamente non solo l'estremo sacrificio).

io preferisco che non sia un "sacrificio". se lo concepisci come tale me ne chiederai conto e attraverso esso accamperai pretese sulla mia vita. se è un dono, una libera scelta, reciproca, di impegno e solidarietà, nessuno rivendica nulla e da un dono non ricavi potere sulla persona che l'ha ricevuto.
voglio dire che io non ho mai immaginato di intendere una notte passata in ospedale ad assistere un parente come un sacrificio o le ore in più passate a lavorare per dare qualcosa di meglio a mia figlia come fosse un sacrificio.

Citazione
se non ammetti che ciò che chiami "intrepido guerriero" sia un valore sostanzialmente positivo ho due domande per te:
qual è allora l'etica del potere?
e in cosa si identifica il maschile, che non sia machista e biecamente misogino?

etica del potere? è una domanda filosofica :)
troppo tardi per risponderti come si deve. però sono certa che all'etica del potere non debba essere legato il denaro, il ricatto sessuale, il fine che giustifica i mezzi, perché i mezzi finiscono con il rappresentare lo stesso fine, l'abuso della autodeterminazione altrui, la prevaricazione e l'assoggettamento rendendo dipendenti da assistenzialismo e clientela i soggetti deboli, il ricatto fisico e morale di chi ti mette a rischio e poi ti impone una soluzione, tipico del potere mafioso, e via di questo passo.
Non so dirti dove esista un "potere" etico perché di potere si può parlare anche nelle relazioni personali con chi è più fragile, i bambini per esempio,  ed è lì che misuri l'etica, ovvero la capacità di non trasformare quel "potere" in controllo e prevaricazione.

in cosa si identifica il maschile non machista e non misogino?
non posso dirtelo io. devi dirmelo tu.
io conosco uomini, alcuni si ritagliano modelli maschili e altri ritengono di voler essere semplicemente persone. nella mia idea di uguaglianza il maschile o il femminile è biologico e il resto mi pare una costruzione di stereotipi alcuni dei quali molto sessisti.
ma sulla base della teoria della differenza capisco che si possa sentire la necessità di ricercare caratteristiche identificative positive. io chiedo a te: l'eroe, il guerriero, lo è? e il lavoratore, lo studioso, lo scienziato, il compagno, il padre?

Offline FikaSicula

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #170 il: Aprile 04, 2012, 05:28:06 am »
   
(...)
FS ha accennato al fatto che la legge considerava lo stupro un reato contro la morale, poi contro la persona.
Se questo reato viene isolato e ci si concentra solo su questo
è molto facile ipotizzare che vi sia una sorta di violenza perpetuata contro il genere femminile, ma avviene perché si cita una mezza verità, che sia vero non ci son dubbi, ma è l'omissione che condiziona la nostra percezione e il nostro giudizio.
(...)
Con il vero solo per metà, ci si è costruito un malinteso storico che fa intendere un odio di genere, che invece forse non c'è mai stato, visto che l'approccio contro altri crimini è stato identico.

Lo stupro rientra tra quelle violenze definite di "genere". Sul libro della Bourke ("Stupro") si parla ad un certo punto anche di stupro nei confronti del genere maschile. Rari i casi inflitti da donne ad altre donne, rarissimi quelli inflitti a uomini. Qualcosa di più di uomini che stupravano altri uomini. Nelle carceri, con minori. Escludendo il reato di pedofilia.
Il fatto che fino al 1996 il reato di stupro fosse inteso come un reato contro la morale e non contro la persona era dovuto ad una concezione moralista che colpevolizzava sia lo stupratore che la stuprata ma più in virtù del fatto che si riteneva offesa la moralità dell'intera comunità che non la vita di una donna.
Intendere lo stupro come reato contro la persona significa restituire alla persona che ha subito lo stupro, perché di quella legge possono avvalersi tutti, lo status di persona offesa. E' lei che è stata lesa e non la comunità. E un crimine contro di lei e non contro la cittadina xy. Così è per ogni altro crimine e dunque non si capisce perché giusto quello doveva riferirsi a tutti meno che alla persona che lo stupro lo subiva.

(...)
come mai voi femministe cosi "sensibili, anti-violenza, introspettive, anti-sessiste, ecc ecc ecc (  :rolleyes:) non vi siete mai accorte e quindi criticato pubblicamente tutte le pubblicità anti-maschili che spesso, oltre a deridere, umiliare e svilire il genere maschile, rendono la violenza femminile divertente?
Un piccolo esempio http://www.metromaschile.it/forum/dialoghi-sulla-qm/spot-anti-maschili-che-rendono-divertente-la-violenza-femminile/msg50573/
Come mai inoltre voi femministe non vi siete mai minimamente preoccupate della puntuale presenza di schiaffi che la donne danno impunemente agli uomini (violenza femminile legalizzata) in film ,serie tv, pubblicità,ecc???   

Per mancanza di tempo? per ordine di priorità? questa sarebbe una buona domanda per Beta che parla di lotte autodeterminate che non devono essere delegate alle femministe.
Perché non lo fate voi? perchè non lo fate più forte possibilmente usando vostri canali di comunicazione? e questa era una domanda.
ma in relazione a ciò che dici, come dicevo a Jason, ci sono alcune cose di rilievo che vanno messe in evidenza, concordo. non nel modo in cui lo fai tu ma sono pessime anche per me. sugli spot che mi hai indicato, a parte quello della costa che mi pare un presagio di sventura e quello sulla violenza sulle donne che è un tema a campagna di sensibilizzazione che dovrebbe essere controbilanciato, semmai, da uno spot che parla di violenze subite da un uomo, poi mostrare modelli maschili formato macho con più appeal di quelli che non hanno l'addome a tartaruga, riempire di calci e schiaffi gli uomini, umiliarli in qualunque modo non mi sembra una grande idea. è avvilente. è una rappresentazione del maschile mistificata. o è macho e si guadagna l'ammirazione di una potenziale donna o ne subisce le umiliazioni e pure le botte. mi sembra reale per chi vuole che quello sia l'immaginario prevalente perché imprime una lezione agli uomini e alle donne. a noi dice chi deve piacerci e chi no. ci educa a farci piacere i machi e a ritenere privi di appeal quelli che machi non lo sono. e invece, guarda un po', tante donne i machi proprio non li soffrono. :)
passami altri di questi spot se ne hai e li metto in rassegna per un mio post su questo. a modo mio, ovviamente. ti ringrazio molto.

Offline FikaSicula

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #171 il: Aprile 04, 2012, 06:09:51 am »
Allora, ricapitoliamo: Tu hai detto che lo stupro era un delitto contro la morale (e non contro la persona), io ti ho risposto che l'uso/abuso sul corpo maschile, fino a destinarlo al macello, in una società di quel tipo non era nemmeno considerato un reato.
(...)
Non hai fatto "la somma", continui a vedere fenomeni isolati e ad esprimere giudizi su quelli (questo mi piace l'altro è riprovevole), mentre io ti chiesto di sforzarti di fare 1+1, di quadrare il cerchio, di unire i pezzi di un puzzle e vedere un disegno complessivo, non mettere i pezzi di un tipo in un contenitore e quelli dell'altro in un altra ciotola come farebbe una scimmietta ben ammaestrata!
(...)
Per ogni violenza, attuale o storica, subita dalle donne, per gli uomini c'è un fattore moltiplicativo.
(...)
Ora, sentire che una società che maltratta così gli uomini, è declinata al maschile, e negare ogni responsabilità femminile (e non basta dire "ma io non nego che" ..., bisogna anche evidenziare quali sono), a me non sta bene.

Gli uomini che muoiono per mancata sicurezza nel lavoro non sono attribuibili a reati? Quel tal reato, fino all'omicidio colposo, viene attribuito al datore o alla datrice di lavoro e se si risparmia nell'accreditare a queste categorie, le imprese, le industrie, pene più gravi, se è questo che ti interessa (a me non molto perché vorrei che la giustizia sociale si basasse su altra consapevolezza) non è per beneficiare alcun genere, credo, ma per fare un gran favore alle categorie professionali di cui si sta parlando. mi pare che a sgravare il danno per le imprese in fatto di responsabilità sulla sicurezza sul lavoro fu qualche tempo fa il governo di centro destra con il parere positivo di confindustria. fosse per me imprenditori e imprenditrici che fanno morire lavoratori e lavoratrici per il profitto non dovrebbero più neppure esercitare la propria professione.
Ma non capisco come questo possa bilanciare la questione degli stupri come se si trattasse di bilanciare la misura di vittime che sono tali in virtù di fenomeni sociali totalmente differenti.
Non si tratta di non vedere i morti ma di capire dove sta l'origine delle violenze, delle morti, di tutto, per trovare una soluzione e prevenirle. la quadratura del cerchio, in questo senso, può forse servirti a consolazione per dire che da parte maschile si possono contare altrettante o forse più vittime della parte femminile ma io non metto corpi sulla bilancia per fare a chi vince e a chi perde. Mi interessa capire come evitare che quelle persone siano stuprate, uccise, o che muoiano per mancata sicurezza sul lavoro.
La violenza sulle donne non può essere un risarcimento alla morte di uomini che muoiono per mancata sicurezza sul lavoro. Cercare una connessione in questo senso per me è una forzatura e immaginare che un uomo che muoia per assenza di sicurezza sul lavoro sia vittima di "violenza femminile indiretta" mi pare lontanissimo dal voler cercare una causa e così determinare una soluzione per prevenire quella morte e mi pare invece molto più vicino al voler usare questo dato a saldare una ideologia.

Se includi tra le violenze di genere la morte di una donna ammazzata a seguito di una rapina è un falso ideologico, se includi lo stupro invece non lo è. Ci sono crimini che sono realizzati per prevaricare alcuni generi. Il sistema di oppressione lo verifichi sulla base di leggi che via via hanno concesso alle donne diritto di voto, di istruzione, accesso al lavoro, fino alle leggi che in Italia, come dicevo prima, sono state determinanti per una evoluzione culturale.
(fs)
 
il "per" che ho grassettato qui è da intendere come "in funzione di". dunque tu asserisci che il movente di certi crimini è la prevaricazione.
stai generalizzando, non puoi fare altrimenti se vuoi descrivere certi fenomeni, lo so io e (ora?) lo sai anche tu, proprio per questo vorresti tramite una dialettica truccata, generalizzare, e allo stesso tempo impedire agli altri di farlo. lo faro anch'io dunque.
il movente della prevaricazione, è un falso ideologico femminista. sarebbe come dire che il rapinatore rapina il gioielliere non per i gioielli, ma per ferire il gioielliere. il fatto che lo stupro come reato colpisca piu le donne che gli uomini, non ci dice che il movente è la prevaricazione, ci dice semmai che alcuni gioielli sono piu pregiati di altri. (perdonami, non ho trovato un esempio migliore, ma confido che capirai ugualmente il concetto). inoltre per attribire agli stupratori una volonta di prevaricare, bisogna raccontare il vissuto maschile, un vissuto che non puoi conoscere, e che andrebbe raccontato dagli uomini. questa volonta di prevaricazione è utile al femminismo perche consente di criminalizzare il genere maschile tutto, senza questo concetto di prevaricazione di genere infatti ogni stupro sarebbe un caso isolato di cui solo lo strupratore sarebbe colpevole. per comprendere quanto è subdolo raccontare il vissuto di un altro ti basta pensare cosa succederebbe se il vissuto "raccontabile" da altri fosse quello della vittima. che non sarebbe piu vittima, perche lo voleva. chi lo dice? un altro!!
se il sistema di oppressione lo verifichi dalle leggi, cè un solo genere oppresso per legge nel 2012. per sapere qual'è ti basta leggere il link che ti ha postato salar.

quoto per intero perché vorrei capire per quanto sappia che tu non vuoi discutere con me . :)
a parte l'infelice paragone (gioielli?) che ti fa ritenere che lo stupro sia un semplice furto di un oggetto (ho capito ma perdona tu ora il paragone perchè altrimenti non so come farmi capire), anzi un esproprio per garantire il diritto di coito ad un proletario privo di risorse e di donne disponibili, e che ti fa ritenere che una donna sia una specie di portavalori ambulante che dovrebbe sentirsi offesa solo in quanto usata in quella percentuale di carne, corpo, imene, vagina o che, e non per l'atto di negazione del suo consenso, quindi della sua volontà, del suo desiderio, di lei in quanto persona, desiderante, soggetto pensate, che ha il diritto di dire si o no per ogni cosa che la riguardi, non ultimo tutto ciò che è in stretta relazione al suo corpo e al suo desiderio sessuale, a parte questo, dicevo, c'è che quando un uomo stupra una donna è la donna che viene ignorata, offesa, censurata, ridotta a oggetto, dunque prevaricata.
se io ignoro il tuo desiderio, se non metto in conto il tuo parere, se decido per te, se compio su di te un abuso di potere che ignora ciò che pensi, in cui credi, che vorresti fare, non ti sto forse prevaricando?
che cos'è per te una prevaricazione?
cioè: io ignoro la tua volontà e tu mi dici che io semplicemente ti sto rubando un pezzo di carne e che non sei coinvolto tu come persona, uomo, essere umano?
so che sai cos'è uno stupro, sono certa che ne sei al corrente, e non perchè tu l'abbia inflitto, no e spero neppure perchè qualcuno accanto a te l'abbia vissuto, ma sono certa che hai una vaga idea di ciò di cui sto parlando.
lo stupro è un atto di prevaricazione sulla persona e non l'uso improprio di un pezzo di vagina.
e che per legge ci sia solo un genere oppresso io non l'ho mai detto. lo stai dicendo tu.
se ritieni che gli uomini siano prevaricati in altre situazioni non c'è che da dirlo, da rilevarlo e da misurarlo in termini sociali e giuridici.
ma credimi lo stupro è e resta un atto di prevaricazione sull'individuo perchè nega a quell'individuo la possibilità di autodeterminare la propria vita. chiunque compia sul tuo corpo qualcosa contro la tua volontà ti sta prevaricando.
e questo prescinde dalla legge, dall'entità della pena e da tutto il resto che come ho già detto non mi interessa, ma nella percezione comune, in termini culturali, per me è importante che si capisca che lo stupro è quella roba lì. certamente lo sa chi l'ha vissuto e le donne che l'hanno vissuto non sono "femministe", sono donne e basta e non a caso appartenenti a qualunque categoria sociale e a qualunque identità politica o a nessun credo in particolare.

e ora tempo, perchè credo di aver strabordato in risposte e non voglio fare spamming. ma sto rispondendo alle sollecitazioni e ho ancora mille singoli commenti ai quali rispondere. mi scuso per l'eccesso di presenza. come dicevo, ditemi quando e se finire e smetto e la discussione, se volete, si sposta altrove, in zona neutra.

Offline FikaSicula

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #172 il: Aprile 04, 2012, 07:08:28 am »
(...)
a me sembra invece che le conclusioni di Vantaggiato siano che la violenza è al più reciproca. è quello che penso anche io. penso anche che in realtà la nostra società sia piuttosto tranquilla e che gli eventi criminali siano tutto sommato rari.
(...)
pare strano che in un sistema patriarco-maschilista ci sia silenzio di tomba su questo tentativo.

come ti dicevo, questa cosa io voglio verificarla. cercherò altre fonti, anche straniere o vedrò di capire se posso mettere in piedi una ricerca sulla base di input precisi. se la violenza è reciproca, come si realizza, che differenze, perchè. mi interessa tutto. se mi date una mano magari faccio prima e questo dato emerge prima del decennio prossimo. :)

Citazione
i maschi in quanto maschi non hanno mai avuto diritto al voto, all'istruzione, al lavoro, per statuto "di genere". chiaro?!

ma non erano uomini quelli che decidevano a chi dare diritto di voto e a chi no? non viene dato il voto ai maschi per questione di genere perchè il genere che decideva era proprio quello degli uomini, credo. no?

Citazione
nell'età post-industriale il lavoro si apre alle donne quando le macchine sollevano dalla fatica e c'è bisogno di una massa di lavoratori a basso costo per i servizi. mi fa specie dirlo a te ma leggi il buon Marx (e non tirarlo per la giacchetta: lo schema oppressori-oppressi non vale per maschi-femmine).

Marx ce l'ho, si. :)
ne ho pure un sacco di altri e la storia del postfordismo la conosco. proprio per questo dico che i/le dominanti sono potentati economici e non i cittadini o le dittadine. uomini e donne sono entrambi oppressi e oppressori a seconda di quale zona sociale occupano. uomini e donne questa battaglia devono combatterla insieme e non l'uno contro l'altra.

Citazione
di buono c'è che solo allora (quando anche le donne furono costrette lavorare; nota: prima solo i nobili non lavorano) si parlò di sicurezza sul lavoro - a riprova, permettimi, che una onesta femminista "di genere" non può in coscienza non vedere le morti bianche come violenza sul genere maschile, a meno di non negare il sacrificio maschile tout court per altre esigenze (p.es. ideologiche).

questa cosa non la so e mi interesserebbe approfondirla. credo che le lotte sindacali esistessero a prescindere dall'area maschile, che fossero diventati assai forti e che rivendicassero grande attenzione per il lavoro usurante e terribile alla catena di montaggio. Allo stesso tempo si poneva il problema del lavoro delle donne che io ricordo legato anche allora (come a barletta l'anno scorso) a donne rimaste rinchiuse a morire in una fabbrica di abbigliamento americana.

Citazione
a me non interessa cosa ha spinto la ragazza - sarà falso uguale? - mi interessa sapere (sono sensibile a questo, cioè) perché non è stata punita tanto quanto avrebbe rischiato lo stupratore; e perché nessuno ha protestato in tal senso; e perché non esiste una legge specifica - come se le donne in quanto donne non mentissero a prescindere (perché una donna dovrebbe inventarsi uno stupro?).
altra curiosità: come si comportò il movimento femminista in quel caso? fece picchetti? chiese interpellanze parlamentari?
o giustificò la calunniatrice?

a me interessa cosa ha spinto la ragazza per capire come prevenire e fare in modo che non accada più. mi interessa nella misura in cui considero lei e il ragazzo accusato vittime di quella situazione. e non mi esprimo in termini giuridici ma analizzando la questione in termini sociali.
non so se sia stata accusata per calunnia o meno. credo che la questione si chiarì prima che lui fosse fermato/arrestato, se non mi sbaglio. il fatto che le donne mentono a prescindere è un pregiudizio di genere. questo è quello che penso io.
cosa fece il movimento femminista? non lo so. cosa facemmo noi, te lo dico: un'analisi sulle cause che la portarono a mentire che può anche sembrarti una giustificazione. non credo abbiamo dedicato un rigo all'uomo che rischiava la galera. un grande errore, mi rendo conto, bisogna ampliare prospettiva. io lo farò. voglio sapere se un uomo finisce in galera perchè lei ha mentito.

provo a spiegarmi meglio: quando dico "evocare" il welfare sulle spalle delle donne non necessariamente intendo dire che lo si evoca come motivo d'orgoglio, ma che si rivendica il peso del welfare di cura sulle spalle delle donne. Se ne fa una questione di genere. Tra l'altro, appunto per il discorso che mi pare condividi anche tu, oggi non è più così: oggi esiste una condivisione in ambito domestico fra le nuove generazioni, proprio in virtù del fatto che si lavora in due ed è quindi impensabile, anzi proprio impossibile che dei genitori anziani o dei bambini si occupino solo ed esclusivamente le donne in percentuale bulgara. Se avviene, nella stragrande maggioranza dei casi è perchè molte donne lo vogliono. Non so come spiegarmi meglio, diciamo che l'evocazione potrebbe essere anche tradotto in "lamentazione", non mi viene un altro termine.
Viene insomma genderizzato in un certo qual senso, sembra che quel peso sia posto sulle spalle femminili da un'entità non ben definita che chiamate società patriarcale o maschilista a seconda dei casi, e più si diminuisce il carico e più lo si evoca come peso.
Anche i morti sul lavoro potrebbero essere "evocati" come un peso sulle spalle maschili, mentre ho l'impressione che genderizzare questa parte ti disturbi. E tra l'altro, resta il busillis dell'inevitabilità di un certo margine di rischio. Cioè non è solo una questione di datori di lavoro stronzi, altrimenti morirebbero anche una discreta percentuale di donne, altrimenti non morirebbero anche un elevato numero di piccoli artigiani, per esempio, che sono datori di lavoro di loro stessi. Diciamo che se è impossibile eliminare del tutto la parte "pesante" della riproduzione a carico femminile (gravidanza e parto)  è impossibile eliminare del tutto la parte "pesante" del lavoro rischioso a carico maschile.

ecco... magari si potrebbe incitare chessò, gli operai ed artigiani edili, i vigili del fuoco, quelli che supervisionano l'energia elettrica, le dighe, quelli che scendono in miniera, gli autotrasportatori, insomma tutti gli uomini che sono in prima linea in questo genere di lavoro a fare uno sciopero continuato. Così riposano un po' e non rischiano di farsi male o di morire chè magari sono stanchi di questi lavori orribili, pesantissimi e strapieni di responsabilità, certo non gratis, ma di sicuro non strapagati e di sicuro con parte di questi soldi molti ci manterranno i figli, senza che vi sia mai un pizzico di riconoscenza, accerchiati dalle lamentele delle donne che saprebbero fare molto meglio, ma ne sono impedite da questi uomini che pretendono il lavaggio delle mutande, il sesso, il matrimonio, i figli.. ( :huh:)

Rita, ti ringrazio molto, ho capito quello che vuoi dire. Allora mettiamola così per come stanno le cose oggi, per come vengono percepite e vissute la pretesa di genderizzazione la capisco. Per come la vedo io, che disapprovo un welfare che deve fare ricadere il peso dei ruoli riproduttivi e di cura sulle donne, che vorrei una redistribuzione e non una genderizzazione, cosa che imputo ad una volontà che è di chi pianifica la struttura economica dello Stato, che non voglio fregiarmi di nessun titolo di genere nei ruoli che mi impongono e non voglio brandire alcunchè in questo senso a mo' di rivendicazione salvo per dire che bisogna che mi tolgano questa cosa dalla pelle e mi diano l'opportunità di rendermi autonoma con un lavoro retribuito, per questa ragione vorrei che gli uomini smettessero di morire per mancata sicurezza sul lavoro, che non debbano morire e basta, che si risolva questa piaga, che si trovi una soluzione, che si finisca di favorire imprenditori e industriali che fanno a banalizzare quelle morti e a scrollarsi di dosso le responsabilità perché non vogliono neppure pagare il risarcimento alle famiglie e si, se tanto importa, certo che c'è riconoscenza e rispetto e grande considerazione per quelli che ancora sono costretti a fare lavori usuranti e terribili che sono utili a tutta la società. fuorchè i soldati, mi spiace, perchè fanno quella cosa per loro volontà e non posso dire che fanno guerre in mio nome. non in mio nome. ma, ripeto, le morti sul lavoro non possono essere considerate violenza femminile indiretta, questo non è plausibile perchè da lì il discorso partiva, giusto? :)

(...)
Avrei mille cose da chiederti e da obiettare, sia come uomo sia come essere, ma mi riservo la possibilità di farlo in condizioni di maggiore calma, sperando che in futuro si possa averne modo.
Quindi mi astengo da ora perché andrei solo a ingolfare una discussione già stracolma. Solo un lapidario dubbio: sei sicura che i sessi siano solo una diversità biologica, ci credi veramente?

questa è una delle ultime risposte arretrate che vi dovevo (a parte Sandokan che risarcisco nelle prossime ore :) e Salar se riesco a decodificare i suoi interventi) e quindi grazie per l'essenzialità. ma puoi chiedermi ciò che vuoi e obiettare ciò che vuoi.
il dubbio: si. per me uomini e donne sono diversi in termini biologici, non vedo altre diversità connaturate. mi sembrano stereotipi e invece uomini e donne li vedo interscambiabili nei ruoli, nella vita, in tutto con identiche opportunità e identiche aspettative.
ci sono degli impedimenti, fattori culturali, mentalità, pregiudizi, una educazione che imprime in ciascuno di noi fin dall'infanzia cosa dobbiamo essere e cosa invece no.
uomini e donne sono egualmente fragili, forti, buoni, cattivi, coraggiosi, pavidi, timidi, intelligenti, e via così. nessuna superiorità o inferiorità. solo minime diversità di tipo biologico e ciò che la biologia impone non è determinante a segnare ciò che tu devi essere.

e ora pausa. prima o poi dovrò lavorare.
buona giornata a tutti/e.

Offline beta

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #173 il: Aprile 04, 2012, 12:44:58 pm »
Come io dico che le donne non possono farsi difendere (tutelare) da ordini, istituzioni, eccetera perché le lotte o sono autodeterminate o non sono. Lo capisco perfettamente. Non deve esserci delega.
dunque voglio capire perché mille volte a fronte di argomenti trattati su FaS i commenti esigevano che si parlasse di questo e quest'altro (ogni volta che si parlava di violenza sulle donne le domande erano proprio "perché non parlate anche di questo?" - intendendo una violenza commessa da una donna nei confronti di un uomo o in generale commessa da donne e basta).
se è chiaro che ciascuno deve poter fare la propria lotta autodeterminata un conto è mettere a nudo, come dici tu, che rientra nell'esercizio di critica, decostruzione, rilettura e analisi della comunicazione, che è anche quello che facciamo noi, e un altro conto è quello di usare i blog femministi come traino, veicolo per le proprie verità.
la mia pelle non beneficia affatto dell'incoscienza di nessuno perché io spero sempre che le persone siano più che coscienti e che siano autonome nelle proprie decisioni, e per autonome non intendo che devono pensarla come me, anzi.
quello che dico è che se c'è chi, nel corso del tempo, è venuto a consegnarmi delle questioni, esigenze, emergenze e bisogni, se usarmi come punchball rientra in una strategia per far guadagnare in autostima la coscienza maschile, la vedo inutile.
se mi usi come veicolo mio malgrado perchè, come mi è stato detto da una delle persone che ha risposto al mio appello, aggregare contenuti ai blog femministi che parlano di violenza sulle donne sarebbe l'unico modo per fare emergere le vostre questioni, non c'è autodeterminazione e indipendenza.
Mi sembra più che una delega, ovvero è una delega indiretta e non consensuale che vorrebbe non definirsi tale per puntiglio, orgoglio, per non ammissione della difficoltà a superare la marginalità, ma sempre di delega credo si tratti.
Perciò se io mi presento e dico - consensualmente - non prendo incarichi, non accetto deleghe, la penso come la penso ma su alcune cose, mannaggia a voi, superato il linguaggio, gli slogan, la propaganda e qualche volta gli insulti, mi preme capire, per me, non per te, e se tanto può farti piacere bene così ma se non ti fa piacere va bene uguale.
Non è delega, non è mettersi lì proni a baciare i piedi di una femminista, o consegnarle, come teme Vero Mummio, le proprie fragilità, come se io non potessi averne rispetto, ma è solo che - e te lo dico da persona che ha sempre condotto le proprie lotte senza delegare niente a nessuno e a nessuna fonte di informazione - ti sto dicendo che io sono sempre quella lì con un curriculum lungo quanto tutto il web, che non rinnega nulla, perché capire, sapere, crescere ha il suo tempo, ma proprio perché rispetto l'autonomia delle lotte altrui ti ho chiesto aiuto per la mia ricerca. Non sono venuta qui a dire che sono la madonna e che vi salverò. :)
Puoi considerarla come un'opportunità o meno oppure no. Un'armistizio che non è un sodalizio (fa pure rima). Faccio comunicazione con mezzi indipendenti da decenni, lo so fare, vorrei occuparmi di alcune cose, a modo mio, non a modo tuo. E sono io che non accetto deleghe, non voglio salvare nessuno e tantomeno voglio fare da madre a chicchessia. ma ho rispetto del dolore se qualcuno me lo consegna e perfino se non me lo consegna.
La mia è una azione autodeterminata. Se tu insisti (è un tu generico) e mi trituri le ovaie da mattina a sera per veicolare attraverso me delle cose che io non condivido non funziona. Faccio le cose solo consensualmente. Non puoi dirmi ora che se è consensuale non va bene. :)

io ho scritto piu volte, a chi venva sul tuo blog, di lasciare perdere. qui ognuno ha le sue idee, per cui se qualcuno è venuto a dirti: "perchè non parlate anche di questo? " non lo ha fatto a mio nome. ma conosco il motivo di quella domanda, è evidente a chi si occupa di questione maschile che il tuo blog racconta verita parziali, (in pratica, falsita). è parte della presa di coscienza maschile riconoscere queste falsita, dunque è vero che in un certo senso sei usata, se non vuoi piu essere usata, è sufficiente che tu A) ti informi meglio se credi in quello che dici, B) smetta di raccontare tali falsita, nel caso nemmeno tu ci creda. per me puoi fare come vuoi, ma nel caso io abbia bisogno di fare un esempio di come agisce la propaganda femminista, il tuo blog rappresenta una bella fonte. d'altronde su fas questo forum è ultracitato, con le stesse finalita, nella visione opposta. che il nostro forum faccia da traino alla vostra autocoscienza femminile? non lo so, non me lo chiedo, è un forum pubblico, per me potete usufruirne come piu vi aggrada.
la mia autostima non necessita di usarti come pungiball, come ti viene in mente questa cosa?
« Ultima modifica: Aprile 04, 2012, 12:56:00 pm da beta »

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #174 il: Aprile 04, 2012, 13:00:00 pm »
 Animus, puoi parlare delle botte prese nel 1977!


  
« Ultima modifica: Aprile 04, 2012, 13:28:36 pm da Animus »

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #175 il: Aprile 04, 2012, 13:01:54 pm »
Allora, la discussione è stata divisa: http://www.metromaschile.it/forum/dialoghi-sulla-qm/parliamo-con-fikasicula-(moderata)/

Qui potranno scrivere tutti e non riceveranno quasi o nessuna moderazione. (a discrezione di Red, io non interverrò)
Nella seconda, visto che ho ricevuto "carta bianca" dal boss, la discussione sarà sottoposta ad una pesantissima, ripeto, pesantissima "moderazione". 

Quindi, chiunque scriva, sappia che lo farà a suo rischio e pericolo, dato che ogni messaggio potrà essere in parte (ed in effetti lo sarà) o totalmente modificato, oppure del tutto cancellato.
« Ultima modifica: Aprile 04, 2012, 13:27:34 pm da Animus »
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #176 il: Aprile 04, 2012, 13:15:43 pm »
Ragazzi, da questo momento la discussione subirà una pesantissima, ripeto, pesantissima "moderazione".  :rolleyes:
Ho ricevuto carta bianca dal boss.

Quindi, chiunque scriva, sappia che lo fa a suo rischio e pericolo, dato che ogni messaggio può essere in parte (ed in effetti lo sarà) o totalmente modificato, oppure del tutto cancellato.

Perché ciò? :hmm:

Offline Animus

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #177 il: Aprile 04, 2012, 13:30:07 pm »
Up.
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #178 il: Aprile 04, 2012, 13:40:09 pm »
Per Fikasicula...

17) Il governo Zapatero ha censurato alcune famose fiabe ritenendole maschiliste. Su questo argomento, la pensi come Zapatero ?
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/societa/201004articoli/54012girata.asp

17bis) Il politicamente corretto si manifesta anche con queste "idee"... L'ultima è censurare Dante ritenuto omofobo,antisemita etc. etc.
La pensi come loro su questa questione?

http://www.corriere.it/cultura/12_marzo_13/distefano-dante-razzista_9b13460c-6cdc-11e1-b7b3-688dd29f4946.shtml

18) Che ne pensi dell'asilo Egalia? Sei favorevole al loro progetto?
http://www.tempi.it/svezia-spopola-egalia-lasilo-dove-ogni-bambino-sceglie-il-suo-sesso

Grazie.
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #179 il: Aprile 04, 2012, 13:58:56 pm »



 
 Stereotipo della donna Siciliana?