Allora, ricapitoliamo: Tu hai detto che lo stupro era un delitto contro la morale (e non contro la persona), io ti ho risposto che l'uso/abuso sul corpo maschile, fino a destinarlo al macello, in una società di quel tipo non era nemmeno considerato un reato.
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Non hai fatto "la somma", continui a vedere fenomeni isolati e ad esprimere giudizi su quelli (questo mi piace l'altro è riprovevole), mentre io ti chiesto di sforzarti di fare 1+1, di quadrare il cerchio, di unire i pezzi di un puzzle e vedere un disegno complessivo, non mettere i pezzi di un tipo in un contenitore e quelli dell'altro in un altra ciotola come farebbe una scimmietta ben ammaestrata!
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Per ogni violenza, attuale o storica, subita dalle donne, per gli uomini c'è un fattore moltiplicativo.
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Ora, sentire che una società che maltratta così gli uomini, è declinata al maschile, e negare ogni responsabilità femminile (e non basta dire "ma io non nego che" ..., bisogna anche evidenziare quali sono), a me non sta bene.
Gli uomini che muoiono per mancata sicurezza nel lavoro non sono attribuibili a reati? Quel tal reato, fino all'omicidio colposo, viene attribuito al datore o alla datrice di lavoro e se si risparmia nell'accreditare a queste categorie, le imprese, le industrie, pene più gravi, se è questo che ti interessa (a me non molto perché vorrei che la giustizia sociale si basasse su altra consapevolezza) non è per beneficiare alcun genere, credo, ma per fare un gran favore alle categorie professionali di cui si sta parlando. mi pare che a sgravare il danno per le imprese in fatto di responsabilità sulla sicurezza sul lavoro fu qualche tempo fa il governo di centro destra con il parere positivo di confindustria. fosse per me imprenditori e imprenditrici che fanno morire lavoratori e lavoratrici per il profitto non dovrebbero più neppure esercitare la propria professione.
Ma non capisco come questo possa bilanciare la questione degli stupri come se si trattasse di bilanciare la misura di vittime che sono tali in virtù di fenomeni sociali totalmente differenti.
Non si tratta di non vedere i morti ma di capire dove sta l'origine delle violenze, delle morti, di tutto, per trovare una soluzione e prevenirle. la quadratura del cerchio, in questo senso, può forse servirti a consolazione per dire che da parte maschile si possono contare altrettante o forse più vittime della parte femminile ma io non metto corpi sulla bilancia per fare a chi vince e a chi perde. Mi interessa capire come evitare che quelle persone siano stuprate, uccise, o che muoiano per mancata sicurezza sul lavoro.
La violenza sulle donne non può essere un risarcimento alla morte di uomini che muoiono per mancata sicurezza sul lavoro. Cercare una connessione in questo senso per me è una forzatura e immaginare che un uomo che muoia per assenza di sicurezza sul lavoro sia vittima di "violenza femminile indiretta" mi pare lontanissimo dal voler cercare una causa e così determinare una soluzione per prevenire quella morte e mi pare invece molto più vicino al voler usare questo dato a saldare una ideologia.
Se includi tra le violenze di genere la morte di una donna ammazzata a seguito di una rapina è un falso ideologico, se includi lo stupro invece non lo è. Ci sono crimini che sono realizzati per prevaricare alcuni generi. Il sistema di oppressione lo verifichi sulla base di leggi che via via hanno concesso alle donne diritto di voto, di istruzione, accesso al lavoro, fino alle leggi che in Italia, come dicevo prima, sono state determinanti per una evoluzione culturale.
(fs)
il "per" che ho grassettato qui è da intendere come "in funzione di". dunque tu asserisci che il movente di certi crimini è la prevaricazione.
stai generalizzando, non puoi fare altrimenti se vuoi descrivere certi fenomeni, lo so io e (ora?) lo sai anche tu, proprio per questo vorresti tramite una dialettica truccata, generalizzare, e allo stesso tempo impedire agli altri di farlo. lo faro anch'io dunque.
il movente della prevaricazione, è un falso ideologico femminista. sarebbe come dire che il rapinatore rapina il gioielliere non per i gioielli, ma per ferire il gioielliere. il fatto che lo stupro come reato colpisca piu le donne che gli uomini, non ci dice che il movente è la prevaricazione, ci dice semmai che alcuni gioielli sono piu pregiati di altri. (perdonami, non ho trovato un esempio migliore, ma confido che capirai ugualmente il concetto). inoltre per attribire agli stupratori una volonta di prevaricare, bisogna raccontare il vissuto maschile, un vissuto che non puoi conoscere, e che andrebbe raccontato dagli uomini. questa volonta di prevaricazione è utile al femminismo perche consente di criminalizzare il genere maschile tutto, senza questo concetto di prevaricazione di genere infatti ogni stupro sarebbe un caso isolato di cui solo lo strupratore sarebbe colpevole. per comprendere quanto è subdolo raccontare il vissuto di un altro ti basta pensare cosa succederebbe se il vissuto "raccontabile" da altri fosse quello della vittima. che non sarebbe piu vittima, perche lo voleva. chi lo dice? un altro!!
se il sistema di oppressione lo verifichi dalle leggi, cè un solo genere oppresso per legge nel 2012. per sapere qual'è ti basta leggere il link che ti ha postato salar.
quoto per intero perché vorrei capire per quanto sappia che tu non vuoi discutere con me .
a parte l'infelice paragone (gioielli?) che ti fa ritenere che lo stupro sia un semplice furto di un oggetto (ho capito ma perdona tu ora il paragone perchè altrimenti non so come farmi capire), anzi un esproprio per garantire il diritto di coito ad un proletario privo di risorse e di donne disponibili, e che ti fa ritenere che una donna sia una specie di portavalori ambulante che dovrebbe sentirsi offesa solo in quanto usata in quella percentuale di carne, corpo, imene, vagina o che, e non per l'atto di negazione del suo consenso, quindi della sua volontà, del suo desiderio, di lei in quanto persona, desiderante, soggetto pensate, che ha il diritto di dire si o no per ogni cosa che la riguardi, non ultimo tutto ciò che è in stretta relazione al suo corpo e al suo desiderio sessuale, a parte questo, dicevo, c'è che quando un uomo stupra una donna è la donna che viene ignorata, offesa, censurata, ridotta a oggetto, dunque prevaricata.
se io ignoro il tuo desiderio, se non metto in conto il tuo parere, se decido per te, se compio su di te un abuso di potere che ignora ciò che pensi, in cui credi, che vorresti fare, non ti sto forse prevaricando?
che cos'è per te una prevaricazione?
cioè: io ignoro la tua volontà e tu mi dici che io semplicemente ti sto rubando un pezzo di carne e che non sei coinvolto tu come persona, uomo, essere umano?
so che sai cos'è uno stupro, sono certa che ne sei al corrente, e non perchè tu l'abbia inflitto, no e spero neppure perchè qualcuno accanto a te l'abbia vissuto, ma sono certa che hai una vaga idea di ciò di cui sto parlando.
lo stupro è un atto di prevaricazione sulla persona e non l'uso improprio di un pezzo di vagina.
e che per legge ci sia solo un genere oppresso io non l'ho mai detto. lo stai dicendo tu.
se ritieni che gli uomini siano prevaricati in altre situazioni non c'è che da dirlo, da rilevarlo e da misurarlo in termini sociali e giuridici.
ma credimi lo stupro è e resta un atto di prevaricazione sull'individuo perchè nega a quell'individuo la possibilità di autodeterminare la propria vita. chiunque compia sul tuo corpo qualcosa contro la tua volontà ti sta prevaricando.
e questo prescinde dalla legge, dall'entità della pena e da tutto il resto che come ho già detto non mi interessa, ma nella percezione comune, in termini culturali, per me è importante che si capisca che lo stupro è quella roba lì. certamente lo sa chi l'ha vissuto e le donne che l'hanno vissuto non sono "femministe", sono donne e basta e non a caso appartenenti a qualunque categoria sociale e a qualunque identità politica o a nessun credo in particolare.
e ora tempo, perchè credo di aver strabordato in risposte e non voglio fare spamming. ma sto rispondendo alle sollecitazioni e ho ancora mille singoli commenti ai quali rispondere. mi scuso per l'eccesso di presenza. come dicevo, ditemi quando e se finire e smetto e la discussione, se volete, si sposta altrove, in zona neutra.