FS: non può essere che voi sicule siete un po' più riservate, non so a Roma si fanno pure le battute su ste cose, non le si prende più tanto sul serio.
Sono talmente riservata che mi chiamo FikaSicula.
Non credo no, non per quello che mi riguarda o per tante donne che conosco che sono vere e proprie scostumate.
Ti posso dire però che per liberarci dalla, diciamo così, riservatezza, abbiamo dovuto liberarci della percezione che gli stessi uomini avevano dei comportamenti di altri appartenenti al loro genere. Ovvero: se ero con qualcuno che vedeva che un altro mi guardava era lui a dire che quello sguardo era fastidioso. Era fastidioso per lui. A me non interessava proprio. E le donne hanno reiterato quella percezione introiettandola. Su questo ha ragione Rita. Ma esiste una bella e grande generazione o più generazioni di donne che lasciano inquinare la propria percezione da quella di mamme, padri, fratelli tutelari, zie ruffiane o quel che è.
inoltre ti sto dicendo che quando una donna denuncia uno sguardo molesto, la sua percezione è l'unica cosa che vale, l'intenzione del guardante non deve essere dimostrata, non conta nulla.
mi spieghi per quale motivo tu sei libera di vestirti come ti pare e io non sono libero di guardare dove mi pare?
e chi ti dice che tu non puoi guardare?
non io. se te lo impongono per legge non va bene.
percepire uno sguardo come molesto dici è un fatto soggettivo. per lo sguardo mi può andare bene.
per lo stupro invece no perché la percezione di una violenza è di chi la subisce e mi pare che chi la infligge ne attenui contorni tra fraintendimenti ed equivoci. è svelando la percezione soggettiva di quella violenza che il metro delle libertà individuali si è disancorato dalla lettura unica maschile, della sessualità maschile, del piacere e del godimento maschile.
se si sta esagerando bisogna dirlo.
richiedere tutele e prestare il fianco ad una dimensione autoritaria e repressiva delle leggi non va bene. non lo condivido neppure io. l'ho già scritto.
tu dimmi e lasciami sedimentare e riflettere e quando avrò le idee più chiare, con lucidità, svilupperò su questo un'altra riflessione pubblica.
Non siamo io e beta a costruire stereotipi, ma la natura.
A me la natura fa schifo.
I comportamenti derivano atavicamente dagli ormoni, gli ormoni sono ricollegati ai geni. (...)
Per due ragioni:
1- Tu rispondi ai tuoi ormoni di femmina e giustamente. Non voglio la repressione tua e dei tuoi istinti per colpa della lotta istintiva tra maschi incline a sabotare il potere di tutti gli altri maschi.
2- Se anche vi metteste il burqa non cambierebbe molto, gli uomini saranno sempre lupi agli altri uomini. Inoltre non servirebbe poichè il problema si ripresenterebbe semplicemente qualche generazione dopo, ancora più potente di prima per la precedente repressione.
é avvilente questa tua lettura. parrebbe non esserci alternativa eppure io ne conosco di uomini che non pigliano d'assalto le donne rispondendo ai loro ormoni e che si tratti di una dimensione al maschile secondo me rientra in un grandissimo stereotipo perchè gli ormoni ce li hanno pure le donne ma hanno dovuto reprimerli per via di quella storia che gli uomini potevano esibire e le donne potevano soltanto accettare o, con difficoltà certo, rifiutare.
questo mi pare però rientri in una lettura stravagante che diventa funzionale ad altro e viene fatta quando si determina che uno stupratore altro non poteva fare che stuprare perchè rispondeva alla sua natura.
è una cosa che non posso accettare. proprio non mi riesce di pensare che gli uomini siano così in origine. non posso credere che questa possa diventare una attenuante a comportamenti incivili che limitano la libertà altrui.
(...) non è che se non sai tenere a bada la tua ritrosia ci devo rimettere io.
siamo uguali ma il mio modo di essere è sbagliato, invece il tuo è giusto. il tuo vissuto psicologico (voglia di farti una doccia) io non lo sento, il mio vissuto psicologico (sentirmi provocato) tu non lo senti. eppure dici che siamo uguali. ma che io sono sbagliato.
Non è la ritrosia il mio problema. Parli come se le donne fossero delle pulzelle illibate che si dispiacciono ad essere toccate. Non è così. Semplicemente a qualcuna può non piacere che a toccarla sia tu. E' suo diritto scegliere o no? e se ha diritto e ha la libertà di scegliere da chi farsi toccare e chi toccare, chiunque le imponga un rapporto che lei non vuole diventa una persona che a tratti ci prova, la invita, la inquieta, se si spinge oltre la molesta e in ultimo la stupra.
non si tratta più di un vissuto psicologico ma di evidenza e di un No che segna un limite. lo segna per te e per lei.
Se lei ti mette le mani addosso dopo che tu hai detto no è violenza. se tu le metti le mani addosso dopo che lei ha detto di no è violenza.
Il no è una cosa che tange, è verbale, e se anche le tappi la bocca o ha paura e non parla, un no lo vedi, sono certa che capisci se quello che stai facendo ad una donna le piace o no.
il fatto che tu ti senta provocato non ammette altro che questo tuo sentire. e il resto va da se' passa attraverso un contrattazione. un no è un no. una attenzione non richiesta perciò diventa una molestia.