Autore Topic: retromarcia di Fini  (Letto 875 volte)

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Offline Giuseppe83

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retromarcia di Fini
« il: Marzo 29, 2012, 20:23:39 pm »
L'ossessione per la donna  
Giovedì mattina ho partecipato ad Agorà, la bella trasmissione di Rai Tre condotta da Andrea Vianello. Tema:la violenza sulle donne. Erano presenti Mara Carfagna (Pdl), Rosa Calipari (moglie di) Pd, e il vecchio sociologo, a me caro, Franco Ferrarotti.

Ho centrato il mio discorso su un'osservazione di D.H. Lawrence che, almeno a me sembra, coglie l'origine profonda di questa violenza. Scrive Lawrence in 'La verga di Aronne': “Quasi tutti gli uomini, nel momento stesso in cui impongono i loro egoistici diritti di maschi padroni, tacitamente accettano il fatto della superiorità della donna come apportatrice di vita. Tacitamente credono nel culto di ciò che è femminile. E per quanto possano reagire contro questa credenza, detestando le loro donne, ricorrendo alle prostitute, all'alcol e a qualsiasi altra cosa, in ribellione contro questo grande dogma ignominioso della sacra superiorità della donna, pure non fanno ancor sempre che profanare il dio della loro vera fede. Profanando la donna essi continuano, per quanto negativamente, a concederle il loro culto”. Insomma l'aggressività dell'uomo nei confronti della donna dipende da un incoffessato e inconfessabile 'inferiority complex' . Lawrence scrive ai primi del Novecento e si riferisce agli uomini dell'aristocrazia e dell'alta borghesia e alle loro modalità per umiliare la donna, ma il discorso vale per qualsiasi ceto anche se le modalità sono meno sottili, più dirette e brutali. Ho aggiunto che oggi l'uomo, privato della possibilità di esercitare il suo ruolo virile (non può più provarsi in guerra, sostituito dalle macchine, non c'è più il servizio militare né il nazionalismo passionale, la forza fisica, con tecnologia, non conta più nulla) sente in modo particolarmente acuto questa sua inadeguatezza nei confronti della donna che un ruolo, quello di procreare, comunque lo conserva, anche se non ne fa più lo scopo della sua vita, e questo può far scattare, per contraccolpo, un surplus di aggressività. Non mi pareva un discorso contro la donna. Al contrario. La Carfagna e la Calipari mi hanno accusato di 'giustificazionismo'. Mi ha colpito il tono di sufficienza della Calipari (“le tesi di Fini non mi interessano”) eppure se oggi è parlamentare non lo deve di certo alle sue preclare virtù, ma a quelle, virili, di suo marito che le portò fino alle estreme conseguenze.

La Carfagna, dimentica, fra l'altro, che l'avevo difesa da un attacco realmente maschilista del suo collega in Pdl, l'inguardabile Paolo Guzzanti, riferendosi a un mio ormai famoso articolo pubblicato sul Fatto (“Le donne sono una razza nemica”, ha affermato che “le parole sono pietre” e che istigavo alla violenza sulle donne. Ho obbiettato che la pretesa di eliminare tutte le opinioni eterodosse è una pratica fascista anche se oggi si chiama democrazia. Stuart Mill, che era un liberale un po' più consistente di sora Carfagna, scrive “E' necessario anche proteggersi dalla tirannia dell'opinione e del sentimento predominanti” 'Sulla libertà' ).

Infine, anche se il campo è minatissimo perchè attiene proprio alla libertà individuale, troppo spesso le ragazze di oggi si comportano da 'vispe terese'. Citerò, per tutti, il caso, di qualche anno fa, di tre donzelle che, sulle montagne di Abruzzo, passarono tutte sculettanti davanti a un pastore di pecore macedone che, non sapendo né leggere né scrivere, ma riconoscendo solo i propri istinti, le inchiappettò. Girare al largo dei 'pastori macedoni', pieni di alcol e coca, con i freni inibitori abbassati come le loro brache, che circolano nelle zone d'ombra intorno alle discoteche, non è pruderie moralistica, ma elementare prudenza. Altrimenti si finisce come quei due idioti che sono andati a provocare in Orissa.

Massimo Fini

Il Fatto Quotidiano, 24 marzo 2012





Chiedo scusa ai lettori
 Quando uno commette un errore, oltretutto assai grave, deve avere il coraggio e l’umiltà di ammetterlo. Non sapevo, o non ricordavo, che due delle tre ragazze d’Abruzzo di cui parlavo nella mia rubrica di sabato, oltre a essere state violentate, furono poi uccise dal pastore di pecore macedone. La sostanza non cambia perché lo stupro è un fatto già in sé gravissimo (per le conseguenze psicologiche che ha sulla vittima fino a determinarne, in seguito, l’intera sessualità), ma l’omicidio lo rende ancora più infame. Così il riferimento al “pastore macedone”, probabilmente già sgradevole e comunque equivocabile, diventa sgradevolissimo. Nella chiusa del mio articolo volevo solo invitare donne e uomini (per questo l’accenno ai turisti del folklore in Orissa) a una elementare prudenza, perché l’uomo non è quello che, illuministicamente e astrattamente, vorremmo che fosse, ma resta, nel concreto, quello che è sempre stato. Ma l’ho fatto nel peggiore dei modi e, per soprammercato, con una punta di arroganza in cui, in genere, non mi riconosco. Chiedo scusa ai lettori del Fatto e del blog e, soprattutto, a chi ebbe e ha care le vittime di quel lontano misfatto.

Massimo Fini

Il Fatto Quotidiano, 28 marzo 2012


Offline Giuseppe83

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Re: retromarcia di Fini
« Risposta #1 il: Marzo 29, 2012, 20:42:02 pm »
Sembra che la Zanardo abbia chiesto l'intervento dell'Ordine dei giornalisti
 :rofl1: :rofl1: :rofl1: :rofl1:

Offline ilmarmocchio

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Re: retromarcia di Fini
« Risposta #2 il: Marzo 29, 2012, 22:10:30 pm »
Perchè ? E' giornalista anche la zanardo ?
Fini a me piace, ma farebbe bene a non essere sempre provocatorio.
Inoltre,m essendo anziano, si è incastrato sulla quella fissa della " generazione " della vita.
Il suo problema, probabilmente, non è nell'essere maschio e non  femmina, ma nell'essere vecchio.
Questa storia del maschio che sente la superiorità della femmina come generatrice di vita è una filastrocca dei vecchiotti che non ce la fanno più, perchè quando si è giovani, più che a voler generare la vita, si sta attenti a NON generarne TROPPA.
Io non ho mai avuto di queste inferiorità perchè ho sempre saputo che se non stavo attento, diventavo generatore di vita atutto spiano.
Poetico forse, ma poco pratico.
Se c'è una cosa che tollero sempre meno, sono questi psicologismi privi di qualsiasi sostanza che evocano solo le paure e le ubbie di chi le scrive.
Anzi, sono uno dei segni obiettivi della introiezione delle fanfaluche femministe.
Fini mi piace per il suo stile franco e originale. Non si metta a filosofeggiare sul nulla

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Re: retromarcia di Fini
« Risposta #3 il: Marzo 29, 2012, 22:20:01 pm »
quoto ilmarmocchio sulle pippe filosifiche di fini.

fini dovrebbe anche  sapere che i politici, ed in particolare le politiche,  non hanno gratitudine.
poi la carfagna ha dimostrato più volte di non essere grata a nessuno di quelli che le hanno fatto fare carriera.... figurarsi per un articolo di giornale.



Io ho riposto le mie brame nel nulla.
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Offline cancellatow

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Re: retromarcia di Fini
« Risposta #4 il: Marzo 30, 2012, 08:27:41 am »
Anche perchè a generare la vita è l'ovulo e lo spermatozoo mica l'utero
Capirei un uomo di 200 anni fa, ma se qualcuno lo pensa davvero adesso è meglio che torni alle medie :doh:

Offline COSMOS1

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Re: retromarcia di Fini
« Risposta #5 il: Aprile 01, 2012, 14:39:26 pm »
di fatto è un altro esempio di slealtà femminile

Fini è stato indelicato nel scegliere l'esempio

ma il realismo e la prudenza sono virtù anche se l'esempio claudica e attaccare il concetto espresso per la claudicatio dell'esempioi è sleale!

oggi sembra che le donne possano permettersi di vivere in un mondo fantastico che si sono inventate loro e che tutto debba girare attorno a quel sogno, ciò che contraddice quel sogno è scorretto, maschilista, infame

ma il mondo non è quello di Alice, o se ne accorgono per un rigurgito di buon senso o se ne accorgeranno per qualche altro motivo, forse meno nobile e sicuramente meno piacevole
Dio cè
MA NON SEI TU
Rilassati