Autore Topic: Fingiti gay e non perdi il lavoro  (Letto 3135 volte)

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Offline Milo

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Fingiti gay e non perdi il lavoro
« il: Aprile 03, 2012, 22:02:38 pm »
Fingiti gay e non perdi il lavoro

Cara Rossini,

la vita si fa difficile, specie quella di un lavoratore qualunque come me, ora sottoposto alla spada di Damocle del licenziamento improvviso. Già perché io sono un maschio di media età, in buona salute, bianco, cattolico ed eterosessuale ma, se saranno confermate le nuove regole, la mia “normalità” rischia di diventare una condanna. Davanti al licenziamento discriminatorio, converrà essere dei discriminati. Sono al sicuro i diversamente maschi e le diversamente femmine, garantiti i portatori di handicap e i diversamente religiosi, protetti gli anziani e le donne in gravidanza. Tutto giusto, naturalmente. Ma per tutti gli altri? La discriminazione ha molte strade: anche quella della normalità. Finirà che per salvare il posto di lavoro ci toccherà scegliere di cambiare orientamento sessuale. Ci stiamo allontanando dal baratro collettivo e ci troviamo davanti quello personale. Vorrei dire alla ministro Fornero che lei sarà anche una “tosta” ma deve sapere che anche noi non scherziamo: siamo disposti a tutto pur di sopravvivere alla sua riforma: à la guerre comme à la guerre.

Marco Baladazzini




Perché no?. Se la ministra Fornero dichiara solennemente che “il licenziamento discriminatorio sarà nullo per tutte le imprese” come se fosse in suo potere trattare una norma che ha le radici nell’art. 3 della Costituzione (“Tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali), il nostro ironico lettore passa al contrattacco invitandoci a diventare tutti discriminabili. Certo, sarà difficile farsi passare per neri o cinesi, ma possiamo sempre affermare che ci siamo convertiti al buddismo (o anche all’induismo, al taoismo o all’animismo) senza che qualcuno possa dimostrare il contrario. Se si ha la fortuna di essere donne, si può decidere di rimanere incinte, un rimedio purtroppo temporaneo a meno di non fare come Sophia Loren nell’episodio del film “Ieri, oggi domani”, scritto da Eduardo De Filippo dove una popolana napoletana restava perennemente incinta per non andare in carcere. Più semplice per tutti cambiare orientamento sessuale (se non si ha la fortuna di essere già gay) e dimostrarlo con sapienza. Magari ispirandosi a un gustoso film francese di una decina di anni fa, “L’apparenza inganna”, dove un impiegato etero schiva il licenziamento fingendosi omosessuale. Come si vede, ha sempre più ragione quel genio di Oscar Wilde: è la vita che imita l’arte.

Da “L’Espresso” in edicola il 30 marzo 2011


http://lettere-e-risposte.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/03/31/fingiti-gay-e-non-perdi-il-lavoro/

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Re: Fingiti gay e non perdi il lavoro
« Risposta #1 il: Aprile 03, 2012, 23:22:24 pm »
quel film l'ho visto. era francese.
alla fine mi pare lo sgamano perchè tromba con la sua collega in azienda  :cool:
Io ho riposto le mie brame nel nulla.
(Stirner , L'Unico e la sua proprietà)
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Offline ilmarmocchio

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Re: Fingiti gay e non perdi il lavoro
« Risposta #2 il: Aprile 04, 2012, 00:32:27 am »
Questo è uno dei risultati della tanto decantata Costituzione italiana, oramai decrepita nei suoi articoli contradditori.
L'art 3 ne è una dimostrazione : prima dice che i cittadini sono tutti uguali.
Poi però , aggiunge che devono essere rimossi .... ecc.
la nostra costituzione, frutto di mille compromessi, ci sta portando alla fossa, impedendo di governare.
I francesi, alla cui costituzione la nostra si ispira, hanno provveduto, con De Gaulle, a cambiarla.
Noi invece, abbiamo avuto Andreotti.
De Gaulle combattè la 2 guerra mondiale.
Andreotti invece sappiamo dov'era.
Tutta qui la differenza.
Tragicamente

Offline Angelo

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Re: Fingiti gay e non perdi il lavoro
« Risposta #3 il: Aprile 04, 2012, 00:39:58 am »
Sull'articolo 3, non la vedo così. E' scritto bene, però se ci sono giudici indecenti, incapaci di applicare un principio cardine così semplice, la colpa non è dell'articolo 3, ma dei giudici (e dei politici).Per me,in primis,  la colpa è politica (la nostra costituzione viene dopo quella europea - vedesi modifica art.51 nel 2003), poi giuridica (centinaia di professori universitari avallano questa merda) , infine culturale (vedesi piagnistei femministi, corsi di genere e amenità varie).
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Offline ilmarmocchio

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Re: Fingiti gay e non perdi il lavoro
« Risposta #4 il: Aprile 04, 2012, 00:45:50 am »
Sull'articolo 3, non la vedo così. E' scritto bene, però se ci sono giudici indecenti, incapaci di applicare un principio cardine così semplice, la colpa non è dell'articolo 3, ma dei giudici (e dei politici).Per me,in primis,  la colpa è politica (la nostra costituzione viene dopo quella europea - vedesi modifica art.51 nel 2003), poi giuridica (centinaia di professori universitari avallano questa merda) , infine culturale (vedesi piagnistei femministi, corsi di genere e amenità varie).

No, è un articolo contradditorio.
Se i cittadini sono uguali, ok.
se invece devi appianare le situazioni che... ecc, allora i cittadini NON sono uguali.
Infatti NON sono uguali.
La D'Urso non è uguale ad Einstein, per nulla.
Ne vuoi n altro ?
L'Italia è basata sul lavoro.
E i disoccupati ?
Sono forse incostituzionali ?
Un terzo e concludo :
la magistratura è un  ordine autonomo e indipendente dagli altri poteri.
Che diavolo c'entra la magistratura che ovviamente è un ordine professionale, con i POTERI, che sono diretta emananzione della volontà popolare ?
D'accordissimo sulla magistratura : un cancro dell'Italia.
No, la costituzione va cambiata, e in profondità.
E' un feticcioche ci sta rovinando

Offline Angelo

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Re: Fingiti gay e non perdi il lavoro
« Risposta #5 il: Aprile 04, 2012, 00:57:00 am »
Non la vedo così Marmocchio. Punti di vista.
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

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Re: Fingiti gay e non perdi il lavoro
« Risposta #6 il: Aprile 04, 2012, 01:03:56 am »
Art. 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.



a me l'articolo pare fatto bene e la seconda parte mi pare una parte applicativa della prima.
infatti tutti sono uguali
da cui si deduce che se vi sono  delle disuguaglianze di ordine ECONOMICO E SOCIALE per cui risulterebbero diseguali nei fatti(mentre sulla carta sono eguali) queste vanno rimossi.
esempio: tutti hanno diritto a studiare ma se la tua famiglia non può permettersi di pagare gli studi, cosa si fa? non si fa studiare il ragazzo? invece NO.   l'articolo 3 dice che egli ha diritto a studiare.
se le strutture pubbliche hanno barriere architettoniche,  i disabili non possono partecipare alle assemblee pubbliche? ed invece NO. ha diritto.

la costituzione non dice che bisogna avere tutti gli stessi punti di arrivo,
altresì dice che bisogna avere tutti gli stessi punti di partenza
e più precisamente ancora che questioni non attinenti al campo dove dobbiamo dimostrare di valere, non devono inficiare il giudizio su di noi
così il tuo valore sul lavoro, nello sport, nei risultati scolastici è quello che dimostri nella singola prova
e non deve essere penalizzato dal fatto che sei uomo/donna,  nero/bianco/giallo,  ricco/povero.

secondo me, l'errore sta nel non averla applica correttamente:
quando fu scritta, si pensava chiaramente solo ad alcune categorie e alcune dimiscrizionazioni.
ma queste rientravano perchè soddisfacevano quei parametri secondo cui erano distriminate.
oggi quelle categorie di allora sono "cristallizzate"  e non si giudica più secondo il parametro.

è come se ci spiegassero l'addizione come operatore matematico ma poi da questa  facessero uscire da sessant'anni  sempre lo  stesso risultato pur essendo cambiati gli addendi.

una cosa interessante è che c'è anche chi pensa che oggi ci troviamo in crisi proprio perchè la Costituzione è stata esautorata dai trattati europei:
http://indipendenza.lightbb.com/t959-e-nata-l-associazione-riconquistare-la-sovranita

« Ultima modifica: Aprile 04, 2012, 01:16:17 am da bhishma »
Io ho riposto le mie brame nel nulla.
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Re: Fingiti gay e non perdi il lavoro
« Risposta #7 il: Aprile 04, 2012, 01:13:42 am »
Ne vuoi n altro ?
L'Italia è basata sul lavoro.
E i disoccupati ?
Sono forse incostituzionali ?


quell'aggiunta "sul lavoro" era tesa a  valorizzare un elemento particolare dell'attività umana. 
allora era il tempo in cui forti erano i partiti che si autodefinivano dei lavoratori.
è  un po' come dire che la famiglia è basata sull'amore. è un voler esaltare il collante, un valore cardine(o almeno quello che doveva esserlo secondo alcuni).
certo questo potrebbe indurre tutta un serie di conseguenze tra cui anche quello dell'obbligo a lavorare(se non erro in urss c'era) però diciamo che è piuttosto lontana come distopia in Italia.
nel senso che solitamente è inteso più come Stato che deve garantire lavoro.



Un terzo e concludo :
la magistratura è un  ordine autonomo e indipendente dagli altri poteri.
Che diavolo c'entra la magistratura che ovviamente è un ordine professionale, con i POTERI, che sono diretta emananzione della volontà popolare ?
D'accordissimo sulla magistratura : un cancro dell'Italia.
No, la costituzione va cambiata, e in profondità.
E' un feticcioche ci sta rovinando


è la classica tripartizione dei poteri alla base della democrazia di matrice illuminista: esecutivo, legislativo, giudiziario.
in USA, i pubblici ministeri sono eletti dal popolo.
personalmente sono favorevole alle elezioni anche per i pm italiani  purchè si stabiliscano dei requisiti minimi(laurea in giurisprudenza e  tot anni di professione, almeno). 
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Re: Fingiti gay e non perdi il lavoro
« Risposta #8 il: Aprile 04, 2012, 01:19:28 am »
Art. 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.



a me l'articolo pare fatto bene e la seconda parte mi pare una parte applicativa della prima.
infatti tutti sono uguali
da cui si deduce che se vi sono  delle disuguaglianze di ordine ECONOMICO E SOCIALE per cui risulterebbero diseguali nei fatti(mentre sulla carta sono eguali) queste vanno rimossi.
esempio: tutti hanno diritto a studiare ma se la tua famiglia non può permettersi di pagare gli studi, cosa si fa? non si fa studiare il ragazzo? invece NO.   l'articolo 3 dice che egli ha diritto a studiare.
se le strutture pubbliche hanno barriere architettoniche,  i disabili non possono partecipare alle assemblee pubbliche? ed invece NO. ha diritto.

la costituzione non dice che bisogna avere tutti gli stessi punti di arrivo,
altresì dice che bisogna avere tutti gli stessi punti di partenza
e più precisamente ancora che questioni non attinenti al campo dove dobbiamo dimostrare di valere, non devono inficiare il giudizio su di noi
così il tuo valore sul lavoro, nello sport, nei risultati scolastici è quello che dimostri nella singola prova
e non deve essere penalizzato dal fatto che sei uomo/donna,  nero/bianco/giallo,  ricco/povero.

secondo me, l'errore sta nel non averla applica correttamente:
quando fu scritta, si pensava chiaramente solo ad alcune categorie e alcune dimiscrizionazioni.
ma queste rientravano perchè soddisfacevano quei parametri secondo cui erano distriminate.
oggi quelle categorie di allora sono "cristallizzate"  e non si giudica più secondo il parametro.

è come se ci spiegassero un'addizione uscisse da sessant'anni facendo uscire sempre lo  stesso risultato pur essendo cambiati gli addendi.

una cosa interessante è che c'è anche chi pensa che oggi ci troviamo in crisi proprio perchè la Costituzione è stata esautorata dai trattati europei:
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la differenza nei punti di partenza non significa che vada rimossa.
tant'è che chi ha voluto veramente farsi strada ha superato le differenze di partenza.
Indubbiamente i magistrati deformano tutto e il 2 comma sarebbe teoricamente apprezzabile, ma praticamente deleterio.
Ma è ancora il male minore.
E' tutto l'impianto della costituzione che non va e i fatti lo dimosrano.
L'Italia è ingovernabile

Offline ilmarmocchio

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Re: Fingiti gay e non perdi il lavoro
« Risposta #9 il: Aprile 04, 2012, 01:21:36 am »
Non la vedo così Marmocchio. Punti di vista.
Punti di vista senz'altro, ma che oggi la costituzione sia superata e desueta è nei fatti.
Ha reso l'Italia ingovernabile.
Certo, è inegabile che tra politici e magistrati c'è da spararsi.
E noi uomini ne faciamo le spese, come purtroppo ben sappiamo :cry:

Offline ilmarmocchio

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Re: Fingiti gay e non perdi il lavoro
« Risposta #10 il: Aprile 04, 2012, 01:24:27 am »

quell'aggiunta "sul lavoro" era tesa a  valorizzare un elemento particolare dell'attività umana. 
allora era il tempo in cui forti erano i partiti che si autodefinivano dei lavoratori.
è  un po' come dire che la famiglia è basata sull'amore. è un voler esaltare il collante, un valore cardine(o almeno quello che doveva esserlo secondo alcuni).
certo questo potrebbe indurre tutta un serie di conseguenze tra cui anche quello dell'obbligo a lavorare(se non erro in urss c'era) però diciamo che è piuttosto lontana come distopia in Italia.
nel senso che solitamente è inteso più come Stato che deve garantire lavoro.




è la classica tripartizione dei poteri alla base della democrazia di matrice illuminista: esecutivo, legislativo, giudiziario.
in USA, i pubblici ministeri sono eletti dal popolo.
personalmente sono favorevole alle elezioni anche per i pm italiani  purchè si stabiliscano dei requisiti minimi(laurea in giurisprudenza e  tot anni di professione, almeno). 

sarebbe stato molto meglio scrivere che l'Italiaè basata sulla libertà.
Giusto per la tripartizione, a patto che i giudici siano responsabili ed eletti.
Oppure , soggetti, come in Francia, al Ministro della Giustizia.
Invece in Italia sono una casta autoreferenziale e profondamente antidemocratica

Offline Giulia

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Re: Fingiti gay e non perdi il lavoro
« Risposta #11 il: Aprile 04, 2012, 10:00:19 am »
No, è un articolo contradditorio.
Se i cittadini sono uguali, ok.
se invece devi appianare le situazioni che... ecc, allora i cittadini NON sono uguali.
Infatti NON sono uguali.
La D'Urso non è uguale ad Einstein, per nulla.
Ne vuoi n altro ?
L'Italia è basata sul lavoro.
E i disoccupati ?
Sono forse incostituzionali ?
Un terzo e concludo :
la magistratura è un  ordine autonomo e indipendente dagli altri poteri.
Che diavolo c'entra la magistratura che ovviamente è un ordine professionale, con i POTERI, che sono diretta emananzione della volontà popolare ?
D'accordissimo sulla magistratura : un cancro dell'Italia.
No, la costituzione va cambiata, e in profondità.
E' un feticcioche ci sta rovinando
Sono pienamente daccordo.

Offline Stealth

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Re: Fingiti gay e non perdi il lavoro
« Risposta #12 il: Aprile 04, 2012, 11:51:09 am »
Mi ricorda un po' quel film degli anni '90, se non ricordo male, in cui un povero cristo italiano, per trovare lavoro, si dipinse il volto di nero e fingeva di essere un africano...


L'Italia è basata sul lavoro.
E i disoccupati ?
Sono forse incostituzionali ?

Infatti disoccupati e lavoratori a nero è come se non esistessero per nessun governo.

Offline Stealth

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Re: Fingiti gay e non perdi il lavoro
« Risposta #13 il: Aprile 04, 2012, 11:53:10 am »
Fingiti gay e non perdi il lavoro

Cara Rossini,

la vita si fa difficile, specie quella di un lavoratore qualunque come me, ora sottoposto alla spada di Damocle del licenziamento improvviso. Già perché io sono un maschio di media età, in buona salute, bianco, cattolico ed eterosessuale ma, se saranno confermate le nuove regole, la mia “normalità” rischia di diventare una condanna. Davanti al licenziamento discriminatorio, converrà essere dei discriminati. Sono al sicuro i diversamente maschi e le diversamente femmine, garantiti i portatori di handicap e i diversamente religiosi, protetti gli anziani e le donne in gravidanza. Tutto giusto, naturalmente. Ma per tutti gli altri? La discriminazione ha molte strade: anche quella della normalità. Finirà che per salvare il posto di lavoro ci toccherà scegliere di cambiare orientamento sessuale. Ci stiamo allontanando dal baratro collettivo e ci troviamo davanti quello personale. Vorrei dire alla ministro Fornero che lei sarà anche una “tosta” ma deve sapere che anche noi non scherziamo: siamo disposti a tutto pur di sopravvivere alla sua riforma: à la guerre comme à la guerre.

Marco Baladazzini




Perché no?. Se la ministra Fornero dichiara solennemente che “il licenziamento discriminatorio sarà nullo per tutte le imprese” come se fosse in suo potere trattare una norma che ha le radici nell’art. 3 della Costituzione (“Tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali), il nostro ironico lettore passa al contrattacco invitandoci a diventare tutti discriminabili. Certo, sarà difficile farsi passare per neri o cinesi, ma possiamo sempre affermare che ci siamo convertiti al buddismo (o anche all’induismo, al taoismo o all’animismo) senza che qualcuno possa dimostrare il contrario. Se si ha la fortuna di essere donne, si può decidere di rimanere incinte, un rimedio purtroppo temporaneo a meno di non fare come Sophia Loren nell’episodio del film “Ieri, oggi domani”, scritto da Eduardo De Filippo dove una popolana napoletana restava perennemente incinta per non andare in carcere. Più semplice per tutti cambiare orientamento sessuale (se non si ha la fortuna di essere già gay) e dimostrarlo con sapienza. Magari ispirandosi a un gustoso film francese di una decina di anni fa, “L’apparenza inganna”, dove un impiegato etero schiva il licenziamento fingendosi omosessuale. Come si vede, ha sempre più ragione quel genio di Oscar Wilde: è la vita che imita l’arte.

Da “L’Espresso” in edicola il 30 marzo 2011


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E io cosa dicevo già qualche annetto fa? :D

Offline Peter Bark

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Re: Fingiti gay e non perdi il lavoro
« Risposta #14 il: Aprile 04, 2012, 13:35:56 pm »
sappiamo che il dsm ha sancito attraverso "rigorosi studi scientifici" che l'omosessualità non è una patologia psichiatrica,ce lo ricordano sempre anche loro quando vanno in qualche salottino televisivo a schiamazzare.
Quindi non preoccupiamoci,essendo persone perfettamente normali,in caso di licenziamento non potranno appellarsi a nessun tipo di discriminazione.