Autore Topic: Marito chiuso in cantina, la moglie riceve amanti: botte e maltrattamenti  (Letto 23102 volte)

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Offline adangwin

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http://www.ilgiornale.it/interni/marito_rinchiuso_cantina_la_moglie_riceve_amanti_indagata_maltrattamenti/cronaca-maltrattamenti-marito-moglie/04-12-2009/articolo-id=404236-page=0-comments=1

Marito chiuso in cantina, la moglie riceve amanti: botte e maltrattamenti

Verona - Picchiava il marito, lo chiudeva in cantina lasciandolo anche senza mangiare e riceveva gli amanti. Maltrattamenti in famiglia, ma a parti rovesciate a Bussolengo, nel veronese, dove una donna ha fatto passare cinque anni di inferno al marito. Dopo l’ennesima angheria, l’uomo si è deciso a denunciare la moglie, che adesso è indagata e in attesa di una perizia psichiatrica.

Maltrattamenti in casa Lei è una donna di 44 anni che secondo l’accusa dominava completamente il marito, al quale era precluso anche l’accesso al conto corrente. Il rapporto di coppia avrebbe cominciato a deteriorarsi cinque anni fa con le prime liti, passate rapidamente dalle parole ai fatti: secondo l’accusa, infatti, la donna avrebbe cominciato a picchiare il marito con calci e pugni e se osava ribellarsi lo richiudeva in cantina negandogli anche pranzo e cena. Fino all’ultima aggressione con un manico di coltello, da cui il marito è uscito con ematomi ed escoriazioni. Gli inquirenti avrebbero poi scoperto che la donna era arrivata a imporre al marito la presenza di altri uomini, suoi amanti. Ora è indagata per maltrattamenti, ma il Gip Laura Donati ha disposto la perizia psichiatrica - riporta l’Arena di Verona - per accertare se la donna è capace di intendere e volere.


Citazione
Ora è indagata per maltrattamenti, ma il Gip Laura Donati ha disposto la perizia psichiatrica - riporta l’Arena di Verona - per accertare se la donna è capace di intendere e volere.

Aaaarrggghhhhhhh!!!!!!   :wacko::sick:

Offline ilmarmocchio

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Re: Marito chiuso in cantina, la moglie riceve amanti: botte e maltrattamenti
« Risposta #1 il: Dicembre 04, 2009, 15:44:43 pm »
Mi hai bruciato sul tempo. Intanto ipotizzano subito la mancanza di capacita' di intendere e volere...

Offline Giulia

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Re: Marito chiuso in cantina, la moglie riceve amanti: botte e maltrattamenti
« Risposta #2 il: Dicembre 04, 2009, 17:27:05 pm »
Citazione
che adesso è indagata e in attesa di una perizia psichiatrica.
.... :muro:

Online fabriziopiludu

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Re: Marito chiuso in cantina, la moglie riceve amanti: botte e maltrattamenti
« Risposta #3 il: Dicembre 04, 2009, 17:31:50 pm »
Se fosse stata UOMO, ci sarebbe stato L'ARRESTO IMMEDIATO!!!
Magistrati uterocrati e vulvacentici!!! Ma come possono guardarsi allo specchio!?

Offline ilvaccaro

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Re: Marito chiuso in cantina, la moglie riceve amanti: botte e maltrattamenti
« Risposta #4 il: Dicembre 05, 2009, 13:42:51 pm »
.... :muro:

Ho letto l'articolo al bar e l'ho fatto leggere ad alcuni che conosco.

Commento degli uomini:

"Ma guarda 'sto povero fesso ma non si vergogna"?

Commento delle donne:

Ma che razza di uomo è..??

Insomma tutti contro di lui.....Ben pochi si limitano a condannare lei...... Ovvio che a parti invertite, praticamente nessuno si sognerebbe di
giudicare o condannare una donna che subisca un trattamento simile.
Sarebbero tutti\e dalla sua parte e contro di lui, senza eccezioni.

Ecco qua la solidarietà sociale che può aspettarsi un uomo quando è lui la vittima... :sick: :sick:

I giudici, le leggi, e i politici si limitano a seguire il "sentire comune" trasformandolo in azione legislativa-repressiva per punire quello che la società
considera "grave"

La violenza sugli uomini purtroppo è "poco grave" o "non abbastanza grave" quando ad opera di altri uomini, e addirittura ridicola,
quasi un'onta per l'uomo che la subisca, quando ad opera di una donna.

L'uomo vittima di una donna ci fa sempre una figura molto peggiore della donna che lo ha danneggiato.

Gli unici maschi che si salvano dal giudizio  sono i bambini ma direi che passato il limite dei 12\13 anni anche i bambini maschi diventano parte del "genere di serie "B".... ed anche qui cominciano ad esserci delle differenze  s'intende.....
Visto che DI FATTO anche in questo contesto la maggior parte della gente fa dei "distinguo", e già verso gli 8\10 anni una sberla data ad un bambino è "meno grave" di quella data ad una bambina...Insomma già dopo gli 8\10 anni se sei maschio cominci subito a capire che "vali di meno"...E che molto meno puoi aspettarti di avere dagli altri, fatto salvo il doverti conquistare tutto con con le unghie e con i denti :sick: :sick:

Mi riesce difficile immaginare un mondo in cui questo stato di cose cambi, se la storia ci ha insegnato qualche cosa è che i cambiamenti culturali e della mentalità sono la cosa più difficile in assoluto da ottenere.

E ovviamente il discorso del "doverti conquistare tutto con le unghie e con i denti" deve sempre sottostare ad una miriade di legacci, leggi, impedimenti, e condizionamenti vari, che oltre a ridurre di parecchio i tuoi margini di manovra, Fanno si che un uomo possa (anzi nella maggior parte dei cosi DEVA) competere senza tanti riguardi e prudenze verso tutti gli altri uomini se vuole arrivare da qualunque parte, ma che poi debba guardarsi molto bene del farlo con una donna visto che ormai tutto quello che la femmina non gradisce è considerato "violenza contro le donne" ed ogni tipo di impedimento verso di loro si chiama "discriminazione"... :sick:

Bella società di merda..... Se metti al mondo un figlio maschio dovresti subito chiedergli scusa appena nato.




Non sono come certi sfigati che si pagano le donnacce.
Io mi sposo e poi pago " SOLO " alimenti e mantenimento ad una donna " ONESTA.."

Grifone.nero

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Re: Marito chiuso in cantina, la moglie riceve amanti: botte e maltrattamenti
« Risposta #5 il: Dicembre 05, 2009, 14:28:49 pm »
Citazione
..... Se metti al mondo un figlio maschio dovresti subito chiedergli scusa appena nato.



http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2009/12/06/affido-condiviso-no-grazie



06.12.09Affido condiviso? No, graziePost in Corpi & Pensatoio & Omicidi sociali at 02:59 :: 點閱次數 (35)

E' un vecchio articolo pubblicato su womenews che però vale la pena di essere letto e di essere riproposto. Se le donne, le madri separate, vogliono sapere a chi devono la legge che impone l'affido "condiviso" dovranno fare riferimento alla prestigiacomo, quando era ministra alle pari opportunità, e alla carfagna. Non hanno indagato, nè hanno consultato i centri antiviolenza, altrimenti avrebbero saputo quanto e quale esercizio di pressione e di violenza i padri separati esercitano prendendo a pretesto i loro figli.

Di fatto dovrebbe essere impedito agli ex mariti violenti di entrare in contatto con la ex moglie, invece attraverso questa legge la ex moglie non può sottrarsi a nulla, se chiede tutela può essere denunciata per sottrazione di minore e persino se per sfuggire alla violenza si rifugia in una casa protetta viene perseguita. La legge ha dato ai padri separati, livorosi e ostili, uno strumento di ricatto e di potere che non è mai stato gradito da chi opera con le donne, con i minori e da chi si occupa di separazioni.

E' possibile subire violenza da un ex marito, essere perseguitate, quindi essere oggetto di stalking, di violenza, e non potere negarsi all'ex, non poter rifugiarsi in una casa protetta, non poter essere protetta perchè la legge sull'affido condiviso impone alle donne di non allontanarsi, non proteggere se stesse, non recarsi in case protette con i propri figli? Si, è possibile. Tant'è vero che c'è qualche padre separato che ha citato qualche centro antiviolenza addirittura per aver plagiato la ex moglie e per rapimento del minore. Per tutto ciò e per molto altro ancora dobbiamo ringraziare le donne della destra. Sarebbe ottimo capire come mai la ministra carfagna immagina possa funzionare la legge sullo stalking se poi di fatto ha dato agli ex mariti uno strumento di persecuzione in più. Buona lettura.

Affido condiviso? No, grazie!

di Antonia Evangelisti

La Ministra Carfagna nel suo intervento su Repubblica ha affermato che “[...]L’affidamento condiviso può divenire un’occasione in meno di scontro – se non di violenza - tra gli ex partner”, ma questa lettera, che racconta l’esperienza quotidiana di una madre separata conflittualmente dal marito dice invece tutt’altro.

Sono una comune cittadina, le riflessioni qui di seguito riportate sono il frutto del coinvolgimento in prima persona nel disastro quotidiano che sia io, che mio figlio ridotto allo stato ROM (di fatto senza fissa dimora 3 giorni con un genitore e 3 con l’altro), viviamo quotidianamente tra continui sopprusi e violenze celate, che questa legge ha prodotto; del resto i bambini non hanno diritti in questa legge a meno che il padre non sia un abusante o un drogato, per questo noi donne ritorniamo a mediare e soffocare la sofferenza che vediamo negli occhi dei nostri figli.

Pura follia!
Sono profondamente indignata come donna e come madre nel leggere in continuazione le proteste di un piccolo gruppo di padri separati che lamentano l’impossibilita’ di vedere i propri figli e che hanno stravolto l’intera legislatura riguardante il tema dell’affido, e mi meraviglio ancor di piu’ di quanto noi donne ci rassegniamo come al solito a questa situazione quando ci sono applicazioni della legge che dimostra l’ esatto contrario. [...]

Rispetto alle leggi precedenti, l’unica novità, peraltro meramente demagogica, apportata dalle proposte di legge attualmente in esame in sede referente è che non vi si parla più di affidamento "congiunto", bensì di affidamento "condiviso", il che, però, nulla cambia nella sostanza.
Si tratta solo di un evidente escamotage per confondere le acque ed evitare l’automatico e corale risorgere delle numerose critiche che già erano state sollevate contro le proposte affacciate nella precedente legislatura dalle varie associazioni di avvocati di diritto di famiglia.

Debbo convenire che l’aggettivo "congiunto", e ancor di più quello "condiviso", dà serenità e piace a chi pensa alla famiglia sempre unita, perché li rassicura sulle loro capacità genitoriali, ai padri - finalmente riconfermati nel ruolo che rivendicano, e persino alle madri, quelle che ancora non hanno sperimentato la separazione e che sperano, attraverso una simile forma di affidamento, di poter condividere il peso dell’educazione e della crescita dei figli.

Sicuramente non piace alle persone che come me vive una situazione di separazione conflittuale, né agli psicologi dell’infanzia che queste situazioni devono curare.

Non piace neppure agli operatori di diritto, qualcuno dice per la loro tradizionale incapacità a recepire il nuovo, per l’abitudine ad analizzare le parole, a confrontarle tra loro, con il timore che mal si coordinino con le norme del diritto, per la diffidenza nei confronti delle soluzioni "politiche" ed infine, molto meno nobilmente, perché la lite è per gli avvocati fonte di reddito e l’affidamento congiunto/condiviso, eliminando alla radice la conflittualità tra coniugi in ordine ai figli, riduce la lunghezza delle cause e conseguentemente i proventi degli avvocati.

Non condivido queste considerazioni e non credo che l’affidamento condiviso stabilito per legge sia la soluzione di alcun problema, per i seguenti motivi:

- Fino al 1987 la questione dell’affidamento non si poneva, in quanto - essendo pacifico che, dopo l’interruzione della convivenza, il figlio non può essere contemporaneamente con il padre e con la madre.
Genitore affidatario diventava colui con il quale di fatto il minore continuava ad abitare; rarissimi erano i casi di affidamento del figlio al padre e la giurisprudenza era chiamata per lo più a risolvere le questioni attinenti alle modalità di frequentazione del genitore non affidatario.
Nella prassi, su accordo dei genitori, l’affidamento congiunto trova applicazione anche nell’ambito della separazione sin dal 1987, e già per questo non si spiega l’esigenza di una nuova legge che lo trasformi da possibile in obbligatorio (o meglio, con ciò si spiega che le finalità perseguite con l’affidamento condiviso obbligatorio sono ben diverse dalla dichiarata volontà di continuare ad essere "padri"! ).
L’affidamento congiunto è reclamato a viva voce dalle associazioni dei padri separati, mentre il mondo femminile sottolinea che tuttora è la madre la figura di riferimento quotidiano dei figli e ritiene che l’affidamento condiviso possa essere disposto nei soli casi in cui entrambi i genitori lo richiedano concordemente e siano già presenti in modo continuativo e parimenti significativo nella vita dei minori.

La mia esperienza dimostra che:

- il coniuge separato pretende l’affidamento congiunto non per far fronte ai suoi doveri genitoriali ma per continuare ad esercitare controlli sulla moglie, con la quale il figlio minore ha l’abitazione preferenziale;

- l’affidamento congiunto ha fatto riprodurre le stesse relazioni di potere fra uomo e donna, costringendo la madre a continuare a mediare il rapporto tra padre e figli con la medesima intensità che si aveva in costanza di matrimonio, subendo tra l’altro una maggiore penalizzazione sul piano personale ed economico;

- molti genitori siano convinti che l’affidamento congiunto significhi che ciascuno, senza tener conto dell’altro e tanto meno del figlio, possa decidere in piena autonomia cosa far fare al bambino. Si arriva così al paradosso che, ad esempio, poiché la mamma ha iscritto il figlio a nuoto, il papà si senta leso nel suo diritto di decidere e, autonomamente, lo iscriva a judo: così il figlio farà un’attività quando è con la mamma e un’altra attività quando è con il papà, indipendentemente da ciò che è utile per lui e dalla stanchezza che può accumulare.

- alcuni padri poi chiedono l’affidamento congiunto per poter sostenere che, in questo modo, nulla devono dare all’altro per il mantenimento del figlio.

Se per condiviso si intende una forma di affidamento in base alla quale, anche dopo la separazione, i genitori rimangono entrambi responsabili dei figli, e pertanto le decisioni più importanti che riguardano i minori devono essere adottate di comune accordo, allora si deve rilevare che non ce n’è alcun bisogno, in quanto vi è già l’articolo 155 del Codice civile che lo prevede.

Tale norma infatti precisa e prevede che, in caso di affidamento monogenitoriale, "…le decisioni di maggiore interesse per i figli sono adottate da entrambi i coniugi. Il coniuge cui non sono affidati i figli ha il diritto-dovere di vigilare sulla loro istruzione ed educazione ."

Se affidamento condiviso significa invece che tutte le decisioni, non solo quelle tradizionalmente ritenute più importanti, come le scelte scolastiche, religiose e mediche, ma proprio tutte, comprese le modalità di vita, l’alimentazione, i viaggi, le compagnie da frequentare, le vacanze, le gite scolastiche, debbano essere prese dai genitori insieme, allora è evidente che per realizzarlo i genitori devono concordare precisi modi e limiti anche della propria vita personale: anzi, le loro abitazioni dovranno essere vicine (come non a caso prevedono le proposte di legge in esame) e la comunicazione tra loro dovrà essere quotidiana e di massimo reciproco rispetto.

Ed è allora evidente che tali presupposti sono realizzabili soltanto laddove c’è un consapevole e libero accordo dei coniugi: se tali scelte fossero invece imposte, verrebbe svuotato di contenuto il diritto alla separazione personale, da oltre mezzo secolo riconosciuto e garantito dal nostro ordinamento e da oltre venticinque anni concepito come mezzo di gestione autonoma della crisi coniugale attraverso la formula della separazione consensuale.
Nel caso di contrasti tra i genitori l’affidamento congiunto è fonte di problemi e nessun vantaggio porta ai figli.

Spesso la separazione si determina per mancanza di comunicazione tra i coniugi ed a volte forti sono proprio i contrasti in ordine all’educazione dei figli. In questi casi l’affidamento congiunto/condiviso è solo fonte di ulteriori problemi, nessun accordo sarà possibile, ed inevitabile sarà il ricorso al giudice per ogni piccola decisione, senza tener conto poi delle ulteriori difficoltà che si pongono per far eseguire i provvedimenti che riguardano i figli affidati ad entrambi i genitori.

La stessa giurisprudenza ha osservato che “l’affidamento congiunto dei figli presuppone il massimo spirito collaborativo dei coniugi e pertanto deve escludersi la sua applicazione allorquando persistano contrasti tra i medesimi”.
L’intesa genitoriale è talmente importante che il venir meno della volontà di uno dei coniugi di continuare nell’affido congiunto è stata ritenuta una circostanza sufficiente a giustificare il mutamento dell’affido da congiunto in esclusivo!

Per quella che è la mia esperienza, ma anche in base ai dati che emergono dalle ricerche, laddove c’è stata nel corso del matrimonio la partecipazione del padre alla cura ed alla educazione dei figli, tale ruolo non viene negato dalle madri, le quali anzi accettano con tranquillità, o esse stesse propongono, un affidamento congiunto ed una condivisione di tempi e responsabilità.
Non si può pensare (e non si possono illudere i cittadini) che sia la legge a trasformare un genitore biologico in un genitore responsabile!

L’affidamento congiunto rimane una scelta da compiere con autonomia ed autodeterminazione in quanto esige grande maturità e capacità dei coniugi di gestire i conflitti.
Essendo fondato sulla piena disponibilità dei genitori, deve essere adottato solo su accordo delle parti e non può essere imposto né dal giudice né dalla legge!




 :rolleyes: :rolleyes:

Uahahaha come risicano! Carissime dee femministe amazzoni, alias femministe a sud (io avrei preferito femministe sotto terra, almeno non fanno danni) , la cosa che forse non vi è chiara è che l'affido condiviso prima o poi entrerà. Ed è una cosa a cui non potete far nulla
« Ultima modifica: Dicembre 05, 2009, 14:36:14 pm da Grifone.nero »

Grifone.nero

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Re: Marito chiuso in cantina, la moglie riceve amanti: botte e maltrattamenti
« Risposta #6 il: Dicembre 05, 2009, 14:37:35 pm »
Citazione
Commento degli uomini:

"Ma guarda 'sto povero fesso ma non si vergogna"?

Commento delle donne:

Ma che razza di uomo è..??

Io a questo ho una spiegazione. Vuol dire che se odiano quest'uomo perchè non si è fatto rispettare, significa che io potrei essere ammirato nel caso in cui, se una donna PROVA solamente a farmi quello che ha fatto l'altra, l'ammazzi di botte. O sbaglio ?

Offline ilmarmocchio

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Re: Marito chiuso in cantina, la moglie riceve amanti: botte e maltrattamenti
« Risposta #7 il: Dicembre 05, 2009, 15:01:14 pm »
@ Grifone : no, non sbagli. E' normale , perche' questo e' il senso comune. Se uno picchia una donna e' sbagliato, se una donna picchia un uomo e' sbagliato e anche ridicolo. hanno ragione: che uomo e' ? Il problema e' che le leggi e i poteri costituiti, non rtispecchiano il senso comune, cercando essi di IMPORRE un modello che molti non riconoscono. Un modello innaturale, anche per  le donne

Offline TMan075

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Re: Marito chiuso in cantina, la moglie riceve amanti: botte e maltrattamenti
« Risposta #8 il: Dicembre 05, 2009, 20:01:04 pm »
Se fosse stata UOMO, ci sarebbe stato L'ARRESTO IMMEDIATO!!!
Magistrati uterocrati e vulvacentici!!! Ma come possono guardarsi allo specchio!?
caro mio ... viviamo in una ditattura uterina.  :doh:

Citazione
Ho letto l'articolo al bar e l'ho fatto leggere ad alcuni che conosco.

Commento degli uomini:

"Ma guarda 'sto povero fesso ma non si vergogna"?

Commento delle donne:

Ma che razza di uomo è..??
cambia bar!    :D


Citazione
@ Grifone : no, non sbagli. E' normale , perche' questo e' il senso comune. Se uno picchia una donna e' sbagliato, se una donna picchia un uomo e' sbagliato e anche ridicolo. hanno ragione: che uomo e' ? Il problema e' che le leggi e i poteri costituiti, non rtispecchiano il senso comune, cercando essi di IMPORRE un modello che molti non riconoscono. Un modello innaturale, anche per  le donne
scherzi a parte ... forse marmocchio ha ragione: un uomo che si fa trattare in quel modo è innaturale (anche se di cose mano gravi ma simili ne succedono comunque).
Sono però convinto che se l'uomo avesse reagito, magari con forza, l'opinione pubblica si sarebbe comunque rivolta contro il tizio con l'accusa di "maschio violento".
Della serie "Se sei buono ti tirano le pietre, se sei cattivo ti tirano le pietre..."  :shifty:
« Ultima modifica: Dicembre 05, 2009, 20:12:44 pm da TMan075 »
"Un giorno senza sangue è come un giorno senza sole"
John "the duke" Wayne

Offline Giulia

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Re: Marito chiuso in cantina, la moglie riceve amanti: botte e maltrattamenti
« Risposta #9 il: Dicembre 05, 2009, 20:04:48 pm »
Io a questo ho una spiegazione. Vuol dire che se odiano quest'uomo perchè non si è fatto rispettare, significa che io potrei essere ammirato nel caso in cui, se una donna PROVA solamente a farmi quello che ha fatto l'altra, l'ammazzi di botte. O sbaglio ?
non credo... il fatto che una donna possa essere malvagia è per molti impossibile solo da pensare e quindi ci si sfoga o si cerca di dare altre giustificazioni: non è lei malvagia...ma  è lui che è debole...oppure lei è pazza e non malvagia.
nel momento stesso che ci si difende però, automaticamente si rientra in pieno diritto nell'essere il mostro violento che usa la forza ... non ci vedo nessuna via di uscita dunque.
son dell'idea che è difficile diventare criminali anche in situazioni estreme, per questo spesso e volentieri la sola differenza fisica la considero un dettaglio...  la differenza è nell'essere o meno malvagi.

milo

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Re: Marito chiuso in cantina, la moglie riceve amanti: botte e maltrattamenti
« Risposta #10 il: Dicembre 05, 2009, 20:26:44 pm »
Citazione
se una donna picchia un uomo e' sbagliato e anche ridicolo

Se lei picchia lui un motivo ci sarà.
Per questo se lui non si difende è ridicolo (soltanto ridicolo, non sbagliato) mentre se lo fa è violento.
E' il privilegio di essere il genere vittima per definizione.

Per me non c'entra il discorso dell'uomo che deve farsi rispettare.
Se mi rispetta, non ci prova neanche con lo sguardo.

Citazione
qui ci avete messo una faccina feminist.... lo sapete?  :feminist:

Sì. Sono stato io. E' forte!! tuuutta 'ngrifata!! :lol:

Offline madjakk

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Re: Marito chiuso in cantina, la moglie riceve amanti: botte e maltrattamenti
« Risposta #11 il: Dicembre 05, 2009, 21:24:07 pm »
Mi hai bruciato sul tempo. Intanto ipotizzano subito la mancanza di capacita' di intendere e volere...

Non fa una grinza: se la donna è un'essere perfetto incapace di fare del male, logico che quando succede debba per forza essere fuori di testa.

 :doh:
« Ultima modifica: Dicembre 06, 2009, 00:30:28 am da madjakk »

Offline Warlordmaniac

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Re: Marito chiuso in cantina, la moglie riceve amanti: botte e maltrattamenti
« Risposta #12 il: Dicembre 05, 2009, 22:23:50 pm »
Io a questo ho una spiegazione. Vuol dire che se odiano quest'uomo perchè non si è fatto rispettare, significa che io potrei essere ammirato nel caso in cui, se una donna PROVA solamente a farmi quello che ha fatto l'altra, l'ammazzi di botte. O sbaglio ?

No, perché se l'uomo è un Uomo con la U maiuscola, è amato dalla sua donna e da tutte le altre e quindi nessuna donna proverà mai a fargli del male.
« Ultima modifica: Dicembre 06, 2009, 08:49:31 am da Warlordmaniac »

Offline Warlordmaniac

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Re: Marito chiuso in cantina, la moglie riceve amanti: botte e maltrattamenti
« Risposta #13 il: Dicembre 05, 2009, 22:26:09 pm »
Ho letto l'articolo al bar e l'ho fatto leggere ad alcuni che conosco.

Commento degli uomini:

"Ma guarda 'sto povero fesso ma non si vergogna"?

Commento delle donne:

Ma che razza di uomo è..??


Come si chiama questo bar?

Harmonica

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Re: Marito chiuso in cantina, la moglie riceve amanti: botte e maltrattamenti
« Risposta #14 il: Dicembre 05, 2009, 23:44:45 pm »
Come si chiama questo bar?
Tali commenti li ascolteresti in qualsiasi bar del sud, centro e nord Italia.