Autore Topic: Parliamo con FikaSicula (Moderata)  (Letto 14045 volte)

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Parliamo con FikaSicula (Moderata)
« il: Aprile 04, 2012, 12:31:16 pm »
in cosa si identifica il maschile non machista e non misogino?
non posso dirtelo io. devi dirmelo tu.
io conosco uomini, alcuni si ritagliano modelli maschili e altri ritengono di voler essere semplicemente persone. nella mia idea di uguaglianza il maschile o il femminile è biologico e il resto mi pare una costruzione di stereotipi alcuni dei quali molto sessisti.
ma sulla base della teoria della differenza capisco che si possa sentire la necessità di ricercare caratteristiche identificative positive. io chiedo a te: l'eroe, il guerriero, lo è? e il lavoratore, lo studioso, lo scienziato, il compagno, il padre?

Eppure, il "comportati da uomo" , "'o masculone",  sono concetti usati/abusati particolarmente dalle donne e madri, e del sud in particolare (più d'antan, per fortuna).

Spero che te ne renda conto che di donne che pretendono di insegnare agli uomini come dovrebbero o devono comportarsi "in quanto tale" ve ne sono (state) un'infinità.
Come te lo spieghi?
« Ultima modifica: Aprile 04, 2012, 13:32:07 pm da Animus »

Offline Rita

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Parliamo con FikaSicula (Moderata)
« Risposta #1 il: Aprile 04, 2012, 13:09:48 pm »


 ma, ripeto, le morti sul lavoro non possono essere considerate violenza femminile indiretta, questo non è plausibile perchè da lì il discorso partiva, giusto? :)




Guardiamo al discorso di diversa oggettificazione dei corpi, maschile e femminile.
L'uso strumentale del corpo lo fanno tutti (costretti o meno) in modo diverso, ma, come direbbe qualcuno di mia conoscenza  si sente sempre cantare una "mezza messa" e l'evidenza di genere sull'oggettificazione del corpo è soltanto femminile, mentre l'altra oggettificazione è inesistente o tutt'al più neutra.

Tu stessa ad un certo punto, sollevi la questione delle morti sul lavoro femminili, asserendo che semplicemente se ne parla poco.
I dati però parlano di un 97% di morti maschili e 3% di morti femminili se si parla di effettive morti per cause di lavoro (non intendendo gli incidenti stradali e .. i crolli delle palazzine).
Cioè di decessi che sono difficili da evitare perché il rischio è insito nel tipo di lavoro.
Questo è il discorso che facevo prima.


Non è nemmeno vero poi che non ci si occupa delle morti di donne o non se ne parla: l'Inail ha una sezione esclusivamente dedicata agli infortuni femminili, alla tipologia femminile.
Non molto tempo fa, uscì un calendario per sensibilizzare sul problema: tutto di storie di donne. Dedicato alle donne. Che soffrono di più, sono più discriminate dopo l'incidente, più vittime...

Eppure se siamo uguali con aspettative, sentimenti, aspirazioni, cervelli uguali uguali, tranne la differenza fisica, perchè dovrebbero soffrire di più le donne vittime di infortunio rispetto agli uomini?
Ricorda un po' i maiali di Orwell, dove è vero che tutti gli animali sono uguali, ma alcuni (i maiali) ... sono più uguali degli altri!

Peraltro ha ragione secondo me, Milo, quando ti fa notare che quando la donna entrò in massa nel mondo del lavoro e dell'industria si iniziò a porre il problema della sicurezza.

Potrebbe solo essere un fattore di concomitanza casuale: l'industrializzazone di massa e l'allargamento del cerchio democratico, ma mi colpì un articolo di un sindacalista dei primi del novecento che combatteva per la riduzione dell'orario di lavoro e condizioni più salubri per le operaie tessili (".. le mamme di domani...").

Diciamo che è abbastanza costante l'identificazione delle donne coi bambini individuati come soggetti da tutelare maggiormente (voi stesse parlate solo di violenza maschile contro le donne e i bambini, di fatto perpetuando l'idea che debbano essere più tutelati, le donne e i bambini sono un'accoppiata che in tutte le ideologie, culture, istanze funziona evidentemente   :P e viene largamente usata). Insomma, in poche parole, il corpo maschile è sempre stato considerato più spendibile e sacrificabile, quindi, anche a livello "pratico" ha sempre avuto poca importanza proteggerlo.

Si potrebbe parlare dunque, ammesso che esista una "cultura dello stupro", di una "cultura del maschio sacrificabile"?
E lo scandalo sulle morti femminili, non ti sembra che vada esattamente in questa direzione?
Scandalo proprio perché a morire è una donna e non ...un uomo?
« Ultima modifica: Aprile 04, 2012, 14:09:10 pm da Animus »
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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #2 il: Aprile 04, 2012, 13:10:16 pm »
Sullo stupro, fikasicula, è ovvio che sia una "rete" che pesca (per parafrasare Novalis) tizio e non caia.

Quello che però non è ovvio, è l'interpretazione che vede tizio esecutore di un mandato (a nome di tutti i maschi) , ovvero la c.d. "cultura dello stupro".
http://it.wikipedia.org/wiki/Cultura_dello_stupro

Esiste o no questo mandato?
Lo stupratore agisce da solo, oppure è il mandatario, il sicario di una cultura?
« Ultima modifica: Aprile 04, 2012, 14:15:26 pm da Animus »

Offline Animus

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Re: Parliamo con FikaSicula (Moderata)
« Risposta #3 il: Aprile 04, 2012, 15:11:45 pm »


Guardiamo al discorso di diversa oggettificazione dei corpi, maschile e femminile.

I dati però parlano di un 97% di morti maschili e 3% di morti femminili se si parla di effettive morti per cause di lavoro (non intendendo gli incidenti stradali e .. i crolli delle palazzine).
Cioè di decessi che sono difficili da evitare perché il rischio è insito nel tipo di lavoro.

Credo che Rita si stia riferendo a questo:

«Il corpo è mio, ma non lo gestisco io»
Gli uomini non sono (solo) esseri viventi ma esseri facenti.
Sentiamo ripetere spesso che le donne sono relegate a fare lavori malpagati, senza sbocco, in ambienti di lavoro miserabili come le fabbriche. Ma allorché The Jobs Related Almanac classificò 250 mestieri, dal migliore al peggiore, basandosi su una combinazione di fattori come stipendio, stress, ambiente di lavoro, prospettive, sicurezza e fatica fisica, si rilevò che 24 dei 25 mestieri peggiori erano svolti quasi esclusivamente da maschi.

Qualche esempio: camionisti, lattonieri, conciatetti, costruttori di caldaie, boscaioli, carpentieri, muratori o capisquadra, operatori di macchinari per l’edilizia, giocatori di calcio, saldatori, costruttori di mulini, metallurgici. Questi «mestieri peggiori» hanno tutti un elemento in comune: dal 95 al 100 per cento toccano agli uomini.

Ogni giorno muoiono sul lavoro tanti uomini quanti mediamente ne morivano in Vietnam in una giornata. In sostanza, gli uomini sono chiamati tre volte alla leva: per tutte le guerre, come guardia del corpo gratuita e per tutti i mestieri pericolosi, o «professioni mortali». Gli uomini si sentono sempre psicologicamente richiamati.
Come le donne forniscono l’utero per creare i bambini, spesso gli uomini forniscono il grembo finanziario per mantenere i bambini. Molti sono spinti a scegliere professioni mortali proprio per fornire questo grembo finanziario. Il motto non detto delle professioni mortali è: Il corpo è mio, ma non lo gestisco io.

«Nel 94 per cento degli incidenti mortali sul lavoro sono coinvolti gli uomini.»
«Nel corso di ogni ora lavorativa, un operaio edile perde la vita negli Stati Uniti.»
«Più un mestiere è pericoloso più è massiccia la presenza di uomini. Alcuni esempi:
Occupazioni pericolose
Pompieri 99% maschi
Taglialegna 98% maschi
Camionisti 98% maschi
Operai edili 98% maschi
Minatori 97% maschi

Occupazioni sicure
Segretari 99% femmine
Receptionist 97% femmine
...

Uno dei motivi per cui i mestieri svolti dagli uomini sono meglio pagati, è che sono anche più pericolosi. Il supplemento di paga potrebbe essere definito «indennità per la professione mortale». E, nell’ambito di una data professione mortale, quanto più
un incarico è pericoloso tanto più probabilmente sarà affidato a un uomo.
Entrambi i sessi contribuiscono a creare quelle invisibili barriere che poi tutti e due sperimentano. Esattamente come il «soffitto di vetro» descrive l’invisibile barriera che tiene le donne lontane dai mestieri meglio pagati, così la «cella dì vetro» descrive l’invisibile barriera che costringe gli uomini ai mestieri più pericolosi.
Il popolo delle celle di vetro sta attorno a noi.
Ma poiché sono i nostri uomini di seconda scelta, li rendiamo invisibili.
Quante volte abbiamo sentito dire a una donna: «Ho conosciuto un dottore…» ma mai: «Ho conosciuto uno spazzino…»

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Offline FikaSicula

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Re: Parliamo con FikaSicula (Moderata)
« Risposta #4 il: Aprile 04, 2012, 18:56:35 pm »
Eppure, il "comportati da uomo" , "'o masculone",  sono concetti usati/abusati particolarmente dalle donne e madri, e del sud in particolare (più d'antan, per fortuna).
Spero che te ne renda conto che di donne che pretendono di insegnare agli uomini come dovrebbero o devono comportarsi "in quanto tale" ve ne sono (state) un'infinità.
Come te lo spieghi?

Non ne farei una questione etnica ma sono d'accordo con te. Anche le donne sono un tramite di quella che viene definita cultura patriarcale. Anche. Non solo. C'era il padre che diceva al bambino di non piangere, non lamentarsi, non fare cose da donna, perché si era deciso che c'erano cose da donna e cose da uomo, e c'era la madre che faceva derivare da questa divisione di compiti un potere, per accentramento e modalità di gestione, che esiste in certi casi ancora oggi. Io non direi mai "comportati da uomo". Direi comportati da persona. Credo che neppure un padre oramai direbbe più "comportati da uomo". Mi pare tutto molto antico.
Se ti dico il mio "come me lo spiego" mi dirai che è una lettura femminista. Provo comunque a dirtelo. Per ciò che so e che ho letto, sia che si trattava di antichissime realtà, o quelle più recenti, la società spartana o ateniese, la società romana un minimo più progredita, gli uomini erano a capo di città, stati, governi, imperi, eserciti e famiglie e le donne venivano investite dei ruoli di riproduzioni, cura. Allevavano i figli secondo i termini educativi prescritti per adattamento a quel modello di società dove i figli erano destinati al combattimento, alla guerra, al governo, a ruoli di responsabilità e le figlie a fare da mogli e madri senza diritti ereditari, senza facoltà di disobbedienza, perché non era un problema ripudiare una moglie o ucciderla. Via via che ci avviciniamo ai giorni nostri le linee pedagogiche ed educative subiscono arretramenti o evoluzioni a seconda dell'identità politica al comando. Più i governi sono autoritari e più l'educazione è divisa per generi. agli uomini si insegnano "cose da uomini" e alle donne "cose da donne". i bambini a fare le esercitazioni per diventare perfetti balilla e le bambine a fare economia domestica.

la responsabilità ai giorni nostri. scene da un quadro familiare. uno tra i tanti, dimmene tu un altro se vuoi. una coppia di amici, cena a casa sua, presenti anche i genitori della ragazza. la coppia ci tiene a fare tutto come vorrebbero, si organizzano, sono una coppia moderna, in sintonia, nulla di sbagliato. finchè il padre non dice alla figlia che non dovrebbe far preparare la tavola al compagno e la madre si alza, come un pupazzo a molla, e fa la gentilezza di togliere tutto di mano a quel ragazzo perché vuole fare lei. il padre stabilisce i ruoli, la madre evita che questo scateni una discussione, la figlia si sente spodestata nelle proprie abitudini e nelle dinamiche della propria relazione e il suo compagno in tutto ciò non gode di nessun beneficio perché diventa solo testimone inerme di una dinamica che lo usa suo malgrado. a lui nessuno ha detto "comportati da uomo" perchè è stato detto a lei, la compagna, che era mancante, assente, era sua responsabilità, era colpa sua se lui stava lì ad apparecchiare. ma diventano entrambe vittime di un input pedagogico terribile in cui per lui è ammesso apparecchiare una tavola solo nel caso in cui lei, l'altra, fosse mancante, assente, malata o negligente, e a lei è permesso agire ruoli diversi chissà quando e solo in privato dove, secondo il padre, quell'uomo che la figlia ha come compagno non viene trattato con il dovuto rispetto.

risposta lunga. i know. non so chi è lelen ma a questo punto mi piacerebbe conoscerla :)

Offline FikaSicula

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Re: Parliamo con FikaSicula (Moderata)
« Risposta #5 il: Aprile 04, 2012, 20:14:43 pm »
Guardiamo al discorso di diversa oggettificazione dei corpi, maschile e femminile.
L'uso strumentale del corpo lo fanno tutti (costretti o meno) in modo diverso, ma, come direbbe qualcuno di mia conoscenza  si sente sempre cantare una "mezza messa" e l'evidenza di genere sull'oggettificazione del corpo è soltanto femminile, mentre l'altra oggettificazione è inesistente o tutt'al più neutra.

sul fatto che i corpi siano tutti oggetti non c'è dubbio. io faccio sempre questo esempio quando si parla di prostituzione. Siamo tutte/i merce e le stesse legislazioni dell'immigrazione sono concepite trattando i corpi come merce. visto d'ingresso con il decreto flussi solo se viene a fare un mestiere richiesto, altrimenti finisci in mare in bocca ai pesci per mano di uno scafista.

Citazione
Diciamo che è abbastanza costante l'identificazione delle donne coi bambini individuati come soggetti da tutelare maggiormente (voi stesse parlate solo di violenza maschile contro le donne e i bambini, di fatto perpetuando l'idea che debbano essere più tutelati, le donne e i bambini sono un'accoppiata che in tutte le ideologie, culture, istanze funziona evidentemente   :P e viene largamente usata). Insomma, in poche parole, il corpo maschile è sempre stato considerato più spendibile e sacrificabile, quindi, anche a livello "pratico" ha sempre avuto poca importanza proteggerlo.

io credo che non ci facciano un favore. così te lo fanno sembrare ma in realtà ci tengono intrappolate a sentirci lusingate di tanta attenzione che poi significa restare a svolgere lavori di cura in casa. hai presente le politiche di conciliazione? Quelle che partirebbero dal presupposto che le donne fanno figli e dunque parrebbe che ci vogliono tanto bene? in realtà hanno reso il lavoro per noi più flessibile, sulla pelle delle donne hanno giustificato i contratti precari che poi sono precari per tutti, come quando sulla pelle delle donne inventano leggi liberticide che violano i diritti di altre persone. siamo strumento. non ci fanno un favore. e le campagne fatte in nostro nome non ci rappresentano. quella assenza di considerazione dell'abuso dei corpi maschili, dello sfruttamento, secondo quel che dici, esiste per altre ragioni che non sono quelle di favorire le donne. l'unica cosa che sanno fare è metterci l'uno contro l'altra come quando ti dicono che siccome le donne fanno figli allora produrrebbero meno e questa bugia la danno in pasto agli uomini che così dovrebbero sentirsi risarciti di una sorta di assegnazione di fiducia in esclusiva che in realtà è una lusinga sciocca che serve a sfruttarli ancora e a mantenere tutto così com'è. le donne a fare da ammortizzatrici sociali in famiglia e gli uomini a farsi un culo così fuori per arricchire i ricchi (e le ricche, per non discriminare).

e in quanto alla violenza sulle donne e i bambini è solo questione di priorità. non si può fare tutto. non perchè il corpo maschile sia sacrificabile. tant'è che questa cosa bisognerebbe dirla a chi il corpo maschile lo destina ai massacri in guerra e non a noi. a chi ne fa carne da macello per difendere imperi finanziari che si stanno sgretolando.

Online Jason

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Re: Parliamo con FikaSicula (Moderata)
« Risposta #6 il: Aprile 04, 2012, 20:16:28 pm »
Citazione
e in quanto alla violenza sulle donne e i bambini è solo questione di priorità. non si può fare tutto. non perchè il corpo maschiel sia sacrificabile. tant'è che questa cosa bisognerebbe dirla a chi il corpo maschile lo destina ai massacri in guerra e non a noi. a chi ne fa carne da macello per difendere imperi finanziari che si stanno sgretolando.

Quindi , FikaSikula, tu non sei d'accordo che il corpo maschile debba essere per forza sacrificabile ?

In certi posti questa regola viene ancora applicata.
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America

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Re: Parliamo con FikaSicula (Moderata)
« Risposta #7 il: Aprile 04, 2012, 20:23:50 pm »
Quindi , FikaSikula, tu non sei d'accordo che il corpo maschile debba essere per forza sacrificabile ?
In certi posti questa regola viene ancora applicata.

Certo che non sono d'accordo. E per quale ragione i corpi maschili dovrebbero essere sacrificabili? Nessuno deve essere sacrificabile.
Dove e quando non viene applicata? Esercito? Lavori pesanti? E?

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Re: Parliamo con FikaSicula (Moderata)
« Risposta #8 il: Aprile 04, 2012, 20:28:43 pm »
Citazione
Certo che non sono d'accordo. E per quale ragione i corpi maschili dovrebbero essere sacrificabili? Nessuno deve essere sacrificabile.

Sono d'accordo. Non esistono esseri umani di serie A e di serie B . Solo un prepotente che si rispetti ragiona in questa maniera.

Citazione
Dove e quando non viene applicata? Esercito? Lavori pesanti? E?

Diciamo che è stata applicata più volte quando affondano le Navi , come il Titanic e la Concordia.

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Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America

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Re: Ebbene, parliamo un pò con FikaSicula.
« Risposta #9 il: Aprile 04, 2012, 20:37:13 pm »
Sullo stupro, fikasicula, è ovvio che sia una "rete" che pesca (per parafrasare Novalis) tizio e non caia.
Quello che però non è ovvio, è l'interpretazione che vede tizio esecutore di un mandato (a nome di tutti i maschi) , ovvero la c.d. "cultura dello stupro".
http://it.wikipedia.org/wiki/Cultura_dello_stupro
Esiste o no questo mandato?
Lo stupratore agisce da solo, oppure è il mandatario, il sicario di una cultura?

Io ti posso dire quello di cui mi sono resa conto io, non per aver assimilato una ideologia ma in tanti anni di osservazione, studio e lotta per le donne che subiscono violenza.
Stabilito che lo stupro è un atto di prevaricazione bisogna che dai un'occhiata al contesto in cui quello stupro viene agito.
Chi stupra solitamente ritiene che no vuol dire si, che lei non ha diritto di rifiutare l'amplesso, che se accetta un appuntamento dovrebbe andare fino in fondo (vis grata puellae), che è lei che ci sta, che è lei che deve coprirsi, che è lei che deve indossare un burqa, che è lei che deve censurare le sua abitudini e le sue modalità.
Queste convinzioni non vengono dal nulla. Madri e padri che ti educano a pensare che ogni lasciata e persa, che le donne sono tutte puttane, e nel caso in cui arriva all'orecchio dei genitori la voce che una tizia dice di essere stata molestata dal figlio è lei contro la quale tutti si scagliano, agendo da clan, e così avviene in tribunale e lo stesso succede sui media dove i concetti scritti prima vengono ripetuti sempre e si continua così in una legittimazione della violenza che garantisce sul piano morale una cappa di impunità. la violenza, per quel che mi riguarda, gode di una legittimazione sociale. Se non si agisce sul piano culturale il carcere non serve a niente. Se non si fa educazione sessuale nelle scuole per dire a ragazze e ragazze cos'è la consensualità, se non si esce da questa cappa di censura e integralismo imposta dalla religione, che impone sensi di colpa e non permette che sulla sessualità si sviluppi una maggiore consapevolezza, in questo senso si, certo, si può parlare di cultura dello stupro. una cultura che agevola e reitera lo stupro.

e sto parlando di stupro e non si colpevolizzazione preventiva del "maschio". vuoi affrontare su una pagina di cronaca l'argomento con il rispetto per la presunzione di innocenza dell'accusato? bene. allora perchè usare sempre gli stessi argomenti difensivi di settant'anni fa? perchè continuare a legittimare lo stupro invece che prenderne le distanze e studiare nuove forme difensive? perchè il diritto alla difesa, sui quotidiani, deve diventare diritto all'offesa?

perchè il pregiudizio di genere, quello che dice che lei mente in quanto donna, che lei ci stava inq uanto donna eccetera eccetera? perché non parlare un linguaggio che non tollera e non giustifica lo stupro ma responsabilizza chi accusa e lascia cogliere che accusare qualcuno di un crimine così orrendo è una cosa grave se è un falso e che se non lo è bisogna partire dalla considerazione che lui non è colpevole fino a prova contraria ma è innocente fino a prova contraria. no?

Offline FikaSicula

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Re: Parliamo con FikaSicula (Moderata)
« Risposta #10 il: Aprile 04, 2012, 20:43:43 pm »
Sono d'accordo. Non esistono esseri umani di serie A e di serie B . Solo un prepotente che si rispetti ragiona in questa maniera.
Diciamo che è stata applicata più volte quando affondano le Navi , come il Titanic e la Concordia.

Ed è una sciocchezza. Prima le donne e poi i bambini e poi il resto come prova di cavalleria non è una cosa buona. I bambini sono d'accordo, perchè sono fragili e indifesi. I malati, i disabili.
Ma trattare le donne come inferiori, malaticcie, deboluccie, non è un'idea delle donne, credo, o quanto meno chi si è avvalso di questo presunto privilegio si è data la zappa sui piedi.
La donna come soggetto medicalizzato fin dalla nascita è la cosa più brutta che si possa pensare.
Quante volte in narrazioni, libri, film che ricostruivano storie del passato, sentivo cose tipo "è solo una donna", "pensa da donna", "che vuoi farci, lei più di così non può...". Limitate, handicappate, malate, pazze, difettose, inferiori e dunque da proteggere, tutelare, e questa idea della protezione, che diventa espediente di controllo, viene reiterata ancora oggi e viene usata dalle stesse donne che su questo ritagliano privilegi di non so che tipo.
Non è questa la società che immagino e desidero. E non voglio che mi si conceda il passo in nessun caso perché voglio essere io a conquistare la mia meta.
« Ultima modifica: Aprile 04, 2012, 20:59:20 pm da FikaSicula »

Offline Milo

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Re: Parliamo con FikaSicula (Moderata)
« Risposta #11 il: Aprile 04, 2012, 20:46:38 pm »
ho capito che devo rispondere qui...

Citazione
se mi date una mano magari faccio prima e questo dato emerge prima del decennio prossimo. :)

praticamente la metà del libro di Vantaggiato e Buttarini è una bibliografia internazionale.

un bel po' di tempo fa scrissi a Vantaggiato. fu molto gentile e disponibile. risolsi i miei dubbi.

rivolgiti a loro, che lo fanno di professione.

http://www.dottbuttarini.it/

Citazione
uomini e donne sono entrambi oppressi e oppressori a seconda di quale zona sociale occupano. uomini e donne questa battaglia devono combatterla insieme e non l'uno contro l'altra.

e sì... siamo d'accordo. bene!

Citazione
il fatto che le donne mentono a prescindere è un pregiudizio di genere. questo è quello che penso io.

hai detto che hai una figlia. metti di avere un figlio maschio: è in carcere preventivo a causa di una accusa che poi si rivelerà falsa.

come dimostra che il rapporto è stato consenziente?


Citazione
un grande errore, mi rendo conto, bisogna ampliare prospettiva. io lo farò. voglio sapere se un uomo finisce in galera perchè lei ha mentito.

e questo ti fa onore. davvero.

« Ultima modifica: Aprile 04, 2012, 20:48:56 pm da Jason »

Offline FikaSicula

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Re: Parliamo con FikaSicula (Moderata)
« Risposta #12 il: Aprile 04, 2012, 20:50:03 pm »
Credo che Rita si stia riferendo a questo:
«Il corpo è mio, ma non lo gestisco io»
Gli uomini non sono (solo) esseri viventi ma esseri facenti.
Sentiamo ripetere spesso che le donne sono relegate a fare lavori malpagati, senza sbocco, in ambienti di lavoro miserabili come le fabbriche. Ma allorché The Jobs Related Almanac classificò 250 mestieri, dal migliore al peggiore, basandosi su una combinazione di fattori come stipendio, stress, ambiente di lavoro, prospettive, sicurezza e fatica fisica, si rilevò che 24 dei 25 mestieri peggiori erano svolti quasi esclusivamente da maschi.

si, le ho risposto. mi è chiaro e non mi piace. quelle condizioni di stress non dovrebbero esistere e non dovrebbero esistere lavori così usuranti. gli uomini, secondo le cifre di cui parli, dovrebbero ribellarsi e io sarei al loro fianco. ma non fare scioperi a singhiozzo per bloccare le strade ma proprio incrociare le braccia a smettere per una settimana per obbligare innanzitutto a che si approvino norme di sicurezza migliori.
"il corpo e mio ma non lo gestisco io" è un ottimo slogan da usare in tutti i settori di sfruttamento del lavoro. Spero non abbia il copyright perchè mi piacerebbe usarlo. :)
« Ultima modifica: Aprile 04, 2012, 21:02:34 pm da FikaSicula »

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Re: Parliamo con FikaSicula (Moderata)
« Risposta #13 il: Aprile 04, 2012, 21:22:11 pm »


e in quanto alla violenza sulle donne e i bambini è solo questione di priorità.


preciso, perchè forse è sfuggito

Citazione
voi stesse parlate solo di violenza maschile contro le donne e i bambini

cioè boh.. è scritto nel manifesto che avete sul blog che volete leggi a tutela delle vittime (donne e bambini) di violenza maschile

Eppure, se non altro per il solo elementare fatto che ad occuparsi dei bambini sono di più le donne e di questo vi lamentate, è altamente probabile che la violenza sui bambini venga fatta in misura abbastanza considerevole anche dalle donne, almeno quanto gli uomini. Semplice statistica, ma se non bastasse questo ci sono ricerche, fatti di cronaca (tutte queste maestre stressate... ). ^_^

Cioè, sai che impressione che ho io leggendo il vostro blog? Che se un bambino viene picchiato da un uomo lo difendete, e guai ad analizzare le motivazioni perchè sennò sei giustificazionista, se viene picchiato dalla mamma difendete la madre perchè gira che rigira ci sono le leggi liberticide sulla pelle delle donne, il lavoro è stato reso precario sulla pelle delle donne (ma però è diventato precario per tutti, anche per gli uomini..),etc. etc. e quindi, come vedi, le giustificazioni per lo stress ci sono.

Tantissimo tempo fa (qualche anno) avete pubblicato un articolo sulla violenza contro gli animali (vedo che adesso ne avete messo un altro) invitando esplicitamente a citare episodi di violenza visti di persona o presi dalla cronaca. Ricordo che feci un commento (l'unico che ho mai fatto sul vostro blog) citando un filmato che aveva fatto scandalo in quel periodo e che mostrava due donne che si divertivano a torturare un piccolo cagnolino calpestandolo coi tacchi a spillo. Fu censurato.  :huh:


L'esperienza è un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli

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Re: Parliamo con FikaSicula (Moderata)
« Risposta #14 il: Aprile 04, 2012, 21:43:26 pm »
praticamente la metà del libro di Vantaggiato e Buttarini è una bibliografia internazionale.
un bel po' di tempo fa scrissi a Vantaggiato. fu molto gentile e disponibile. risolsi i miei dubbi.
rivolgiti a loro, che lo fanno di professione.
http://www.dottbuttarini.it/

ti ringrazio molto. Gli scriverò e se è disponibile a incontrarmi, chissà, andrò a trovarlo.

Citazione
hai detto che hai una figlia. metti di avere un figlio maschio: è in carcere preventivo a causa di una accusa che poi si rivelerà falsa.
come dimostra che il rapporto è stato consenziente?

si. ho capito. il punto è che uno stupro è un crimine che spesso si realizza in un contesto privato dove la mia parola vale tanto quanto la tua. se non c'è un video, un filmato, una prova provata, gravi conseguenze fisiche, ché quelle psicologiche da stress post traumatico neppure vengono considerate, l'unica cosa alla quale ci si affida in questa giustizia atroce che mortifica ciascun individuo, difesa e accusa, a suon di perizie che medicalizzano e periziano e pschiatrizzano chiunque, come modalità autoritaria applicata, ancora, oggi, nonostante foucault e tutto il resto, se non c'è nulla di evidente tutto quanto in aula si gioca a suon di supposizioni.
è la parola di una donna contro quella dell'uomo che lei accusa.
e la difesa si gioca tutta non sul ribaltamento dell'accusa ma sul ribaltamento del giudizio morale che ne deriva.
ti faccio l'esempio in cui lo stupro è stato confessato o meglio non è stato negato il rapporto ma si dice che è stato consenziente:
gli argomenti portati in aula per ribaltare la questione sono morbosi, perniciosi, parlano ancora un linguaggio anacronistico, imputano a lei abitudini perverse, lei la puttana, quella che ci sta, se ha i jeans non è stupro, se la penetrazione non è avvenuta non è stupro, se è avvenuta a metà e niente, se si è trattato di fellatio con un coltello puntato addosso non è nulla perchè lei, nonostante la paura, avrebbe potuto staccarglielo a morsi, gira che ti rigira è lei sotto processo, le sue abitudini, la sua sessualità. Il processo non si gioca su una difesa ma ancora oggi su una offesa che sancisce che la donna che denuncia uno stupro in realtà ci stava.
se il processo è gestito come fosse un trucco non c'è scampo. le donne portano certificati medici che attestano l'avvenuta violenza, la propria testimonianza e poi si associa tutto agli indizi e ci sono casi di cui sono a conoscenza in cui donne stuprate hanno visto l'assoluzione dei propri stupratori perchè quello che dici tu non avviene così semplicemente. e ancora. il punto non è che uno stupratore subisca una condanna più o meno grave ma che la vittima possa fruire dell'unico elemento di catarsi che le serve per ricominciare: vedersi riconosciuta in quanto vittima in una società che invece la giudica puttana, consumata, finita anche se ha subito la più atroce delle violenze.
ma non ho risposto alla tua domanda, lo so.
se avessi un figlio e finisse in galera con l'accusa di stupro.
immagino vorrei parlare con lui, con lei. vorrei contro perizie per ogni perizia, vorrei verificare il contesto in cui sarebbe maturato l'eventuale stupro, vorrei vedere prove, e se mi convinco che mio figlio è colpevole gli chiedo di assumersi le sue responsabilità. così come lo chiederei a mia figlia se fosse responsabile di un crimine contro chiunque altro.
che altri strumenti ho per difenderlo?

io voglio sapere cosa ha dovuto fare uno che è stato accusato ingiustamente per uscirne. se c'è qualcuno che mi conduce in quel viaggio infernale assieme a lui per mostrarmi cosa ha dovuto vivere e come ne è uscito io racconterò tutto. fatemi leggere, sapere e toccare. non è facile superare resistenze e respirare un dolore differente ma, nonostante questo, io sono qui.