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Casa alla figlia

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Jason:
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La bambina che conquista la casa dei genitori

La bambina che conquista la casa dei genitori
07/03/2012 - Una sentenza del Tribunale di minori di Trieste consegna l’abitazione di una coppia separata alla loro piccola di
di Dario Ferri
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Una sentenza del Tribunale di minori di Trieste consegna l’abitazione di una coppia separata alla loro piccola di 4 anni

Tra i due litiganti il terzo gode. Potrebbe essere banalmente sintetizzata così la strana sentenza, provvisoria, del Tribunale dei minori di Trieste, che ha affidato la casa di una coppia separata alla loro figlia di 4 anni. I genitori della piccola, non sposati ma conviventi per anni, dovranno alternarsi di settimana in settimana per prendersi cura della piccola tra le mura sue domestiche.

GENITORI OSPITI DELLA FIGLIA – Del caso parla Il Piccolo in un articolo a firma di Laura Tonero:

    La casa assegnata alla figlia di poco più di quattro anni. E una settimana il papà, l’altra la mamma a turno vivranno con lei, la manterranno, si prenderanno cura delle sue esigenze. Questo provvedimento è stato stabilito in via provvisoria da una sentenza depositata lo scorso 29 febbraio dal presidente del Tribunale dei minori di Trieste, Paolo Sceusa, nell’ambito di un procedimento che vede due triestini contendersi l’affidamento della figlia. I due giovani, non sposati ma conviventi da anni, non andando più d’accordo hanno deciso di separarsi. A nulla è servito il tentativo dei due legali che li rappresentano di trovare un accordo, di arrivare ad una transazione. Così a decidere per loro e per la loro piccola è stato il Tribunale decidendo, primo caso in Italia, che «la minore venga collocata presso l’abitazione di proprietà e – si legge nelle disposizioni che hanno avuto effetto immediato ed esecutivo – affidata in modo condiviso a entrambe i genitori i quali, limitatamente alle decisioni di ordinaria amministrazione e al tempo in cui la figlia è con ciascuno di essi, eserciteranno la podestà separatamente».

OGNI LUNEDì IL CAMBIO - Ogni lunedì mattina, ha stabilito il giudice avverrà lo scambio delle chiavi della casa tra mamma e papà. Racconta ancora Tonero su Il Piccolo:

    Ma la sentenza dispone anche che ciascun genitore rimanga per una settimana con la figlia nell’abitazione dove la piccola risiede «alternandosi – si legge ancora nella sentenza – nella funzione di collocatario ogni lunedì mattina, con l’eventuale supporto di altri famigliari». In pratica ogni inizio settimana avverrà il cambio della guardia: via il padre, dentro la madre con valige, spesa ed effetti personali e viceversa. E visto che la bambina è piccola i due genitori possono portare con sè una nonna o una zia che dia loro una mano nel prendersi cura della figlia. Per quanto riguarda le cure alla piccola «ciascun genitore – dispone il provvedimento – provvederà al mantenimento della figlia durante la settimana in cui gli è attribuita la funzione di collocatario e contribuirà al 50% delle spese straordinarie preventivamente concordate ». Il provvedimento del Tribunale di Trieste costituisce una delle poche applicazioni dell’ istituto dell’affidamento alternato, norma che prevede che il figlio venga affidato a un genitore per un certo periodo e all’altro nel lasso di tempo successivo. Negli ultimi anni ad adottare provvedimenti simili sono stati il Tribunale di Messina e quello di Pistoia, che hanno stabilito che l’unico figlio di una coppia divorziata trascorresse il periodo scolastico con la madre e quello estivo con il padre.

SENTENZA STRANA - L’avvocato della mamma è molto perplesso. Conclude Il Piccolo:

Ritornando al caso triestino, a difendere la madre della piccola di 4 anni è l’avvocato matrimonialista Roberta Rustia. «Quanto disposto ha lasciato tutti perplessi – spiega -. In 35 anni di attività non mi è mai capitato di trovarmi di fronte ad un provvedimento di questo tipo. È provvisorio e dunque non reclamabile – precisa l’avvocato – ma se a fine anno, quando indicativamente finirà l’istruttoria, dovesse venir confermato, il provvedimento diventerà reclamabile». Preferisce non commentare quanto disposto del Tribunale il legale del padre della bambina, l’avvocato Cinzia Torre: «È una situazione troppo delicata e complessa. Sono disposizioni provvisorie, non voglio entrare nel merito». Le scelte del presidente Sceusa faranno sicuramente discutere. Da un lato c’è chi plaude ad una scelta che tutela i figli troppe volte trasformati in una sorta di pacco postale, dall’altra chi si preoccupa della quotidianità dei genitori. «Oggi è difficile prevedere a cosa andrà in contro una persona che si separa – prosegue Rustia –. Casi simili possono poi trovare in aula soluzioni diverse. Questo vale da monito per le coppie che si separano: una buona transazione può scontentare un po’ tutti, ma è sempre meglio di una cattiva sentenza».

Jason:
X FikaSikula :

Volevo un tuo parere in merito .

FikaSicula:

--- Citazione da: Jason - Aprile 04, 2012, 20:54:39 pm ---X FikaSikula :
Volevo un tuo parere in merito .

--- Termina citazione ---

Penso che identificare la figlia con l'immobile è bizzarro. Che una cosa così può solo essere figlia di regole strampalate e che tutto mi pare difficilmente realizzabile in un clima di armonia e serenità a meno che tutti non saranno calmissimi e disposti a vivere le proprie vite a zig zag senza la possibilità di ricominciare da nessun'altra parte e in nessun altro modo.

Se però questo è alternativo al dover fare vivere la bambina con la valigia in mano, un po' di qua e un po' di là, con nessun ambiente che lei senta suo, avere la casa per se' come linea di continuità e radicamento, che le dia sicurezza forse può essere utile. Ma è la casa, un immobile, un bene materiale che dà continuità e sicurezza ad una bambina? O sono i genitori, gli affetti, le persone care?

L'alternativa? Senza voler entrare nel merito della sentenza e dei fatti di questa gente: potrebbe essere vendere la casa, scegliere due mini appartamenti, trovare una soluzione che non mandi in strada nessuno dei due. Ma la faccio semplice. Non so che storie vivono.

Sul mantenimento diretto giacché la bambina vive in tempo ripartito a mezzo, sono più che d'accordo.

Mi preoccupa il fatto che lei  debba rivoluzionare le sue abitudini ogni settimana e riadattarle a quelle del genitore di turno. Purché tutto sia giusto per lei, inclusa la scuola, i compiti, quanto si troverà a vivere quel periodo.

E in ultimo, appunto, questa schizofrenia determinerà, secondo me, non pochi problemi per gli adulti della questione che non saranno in grado di rifarsi una vita mai. ovvero realizzeranno seconde vite in seconde abitazioni con secondi/e partner. Chissà. La vita è complicata ma poi una soluzione si trova sempre. :)

Jason:
Ti ringrazio della risposta innanzitutto.


--- Citazione ---Se però questo è alternativo al dover fare vivere la bambina con la valigia in mano, un po' di qua e un po' di là, con nessun ambiente che lei senta suo, avere la casa per se' come linea di continuità e radicamento, che le dia sicurezza forse può essere utile.
--- Termina citazione ---

Ma certo che è utile . Io non vedo altre situazioni eque.


--- Citazione ---Ma è la casa, un immobile, un bene materiale che dà continuità e sicurezza ad una bambina? O sono i genitori, gli affetti, le persone care?
--- Termina citazione ---

Ovviamente sono le persone care :)


--- Citazione ---L'alternativa? Senza voler entrare nel merito della sentenza e dei fatti di questa gente: potrebbe essere vendere la casa, scegliere due mini appartamenti, trovare una soluzione che non mandi in strada nessuno dei due. Ma la faccio semplice. Non so che storie vivono.
--- Termina citazione ---

Ecco questa potrebbe ad esempio essere una valida alternativa.

ilmarmocchio:
...Da un lato c’è chi plaude ad una scelta che tutela i figli troppe volte trasformati in una sorta di pacco postale, dall’altra chi si preoccupa della quotidianità dei genitori. ..

direi della quotidianità della genitrice.
E' sempre stato detto ( sbagliando ) che l'interesse del minore viene prima di tutto.
Che sia così anche adesso.
Così cade l'escamotage delle madri che , tramite l'interesse supremo del minore si cuccano la casa altrui.
casa che invece andrebbe o divisa o venduta.

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