Se però questo è alternativo al dover fare vivere la bambina con la valigia in mano, un po' di qua e un po' di là..
Come tantissimi si soffermano sui titoloni e non vanno a fando della questione.... anche tu hai fatto le tue affermazioni con una marea di luoghi comuni, basati sul tuo essere femminile e di madre che intende gestire un sistema familiare in maniera uguale e statica nel tempo. Confermi che, nella nostra cultura e anche se sei dichiaratamente femminista, è la donna che tende ad evitare di riconoscere e gestire il cambiamento che avviene con la maturazione dei componenti del sistema familiare, specialmente in una separazione.
A leggere la sentenza, la famiglia possedeva altre case, per cui è stata possibile questa soluzione che non piace agli avvocati, perché incrina una giurisprudenza consolidata, quella di assegnare la casa famigliare alla madre.
Una lettura che non farebbe male:
http://www.senato.it/documenti/repository/commissioni/comm02/documenti_acquisiti/957%20Ordine%20degli%20psicologi.pdfmi pare che qui sosteniate i patti prematrimoniali con i quali si dirime una volta per tutte 'sta materia e sono tutti contenti.
No, non sono tutti contenti, le femministe ed i loro lacchè, nonchè i maschilisti e patriarcali che "tutelano" le femmine, sono contrari ai patti prematrimoniali, in quanto ritengono che, le femmine, pur di sposarsi accetterebbero condizioni svantaggiose rispetto all'applicazione dell'attuale legislazione. Ovvero non si possono scrivere dei patti prematrimoniale e metterli in contrasto a
"diritti non disponibili"
la storia delle madri che si prendono la casa io lo vorrei tradotto in cifre. su un tot di separazioni quante prendono la casa? dati? statistiche?.
Praticamente il 100% delle madri (a cui sono assegnati/collocati i figli) che chiedono l'assegnazione della casa famigliare la ottengono, indistintamente da chi è il propietario.
noi si usa che è il padre della sposa che la piglia come dote
La soppressione della istituzione della dote, introdotta dalla riforma del diritto di famiglia del 1975 ( legge n. 151), sancisce la parità formale e sostanziale fra uomo e donna uniti nel matrimonio fino al punto di vietare anche una sua reintroduzione, anche se mimetizzata in forme arbitrarie.
Dato che la dote veniva data alle figlie femmine, in molti casi addirittura una casa, non ti sembra un buon motivo per escludere poi la figlia femmina dal testamento a vantaggio magari dei figli maschi che in dote non ricevono niente? Le quote "legittime" nei testamenti non sono state introdotte dopo l'eliminazione della dote?
e se c'è la separazione dei beni resta a lei e se c'è la comunione diventa di entrambi.
I beni acquistati prima del matrimmonio o ricevuti in donazione/eredità non rientrano nella comunione dei beni.
In presenza di una famiglia tipicamente patriarcale, con un suocero che s'è fatto il mazzo per fabbricare quelle case, secondo te se si sentisse dire che la casa passa al genero, come reagirebbe?
Come quei suoceri a cui la loro casa è passata alla nuora. Solo che non conosco “suoceri”, ne di persona ne per giurisprudenza, a cui è stata tolta la casa per darla al genero.
Certe volte, specialmente in fatto di leggi e le sue applicazioni è meglio non scrivere niente, passare da ignoranti, che scrivere qualcosa e togliere ogni dubbio.
Questa tua “ignoranza” in fatto di leggi, ma specialmente della loro applicazione, non ti fa per niente onore, in quanto discuti con “i sentito dire”, mentre la realtà è tutta un’altra cosa.