L' uomo e' rimasto in carcere quattro mesi: ieri davanti al giudice le ragazze hanno confessato TITOLO: Falsi stupri per punire il padre Patrizia ha 19 anni, Grazia 18, l' altra 17 "Era possessivo, un papa' insopportabile" Tradite dalle visite: due sono vergini Non le faceva uscire, tre sorelle inventano violenze - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - PALERMO . Per liberarsi del padre troppo severo si sono inventate terribili storie di violenze sessuali. Lo hanno accusato di stupri, aggressioni, gesti infami. Ma, dopo averlo mandato in galera, sono cadute nella trappola delle visite mediche: due di loro sono ancora vergini, la terza non lo e' piu' , ma solo per sua scelta e senza responsabilita' familiari. Insomma, hanno mentito. Ieri la confessione davanti al giudice: "Era possessivo, invadente. Non ci faceva uscire di casa. Un padre insopportabile che ci impediva di vivere". E finita in un pianto generale. Lui, Sebastiano Di Maggio, marinaio bollato dai giornali come il mostro di Isola delle Femmine, si e' sciolto in lacrime quando ha visto il magistrato firmare il proscioglimento. Ha perso trenta chili, per evitare il linciaggio in carcere ha dovuto spacciarsi per trafficante di droga, ma almeno ora e' un uomo riabilitato. Loro, Patrizia, 19 anni, Maria Grazia, 18, e R., 17, hanno pianto di vergogna. E con gli occhi gonfi e lucidi la mamma, Angela, ha stretto con un tenero abbraccio marito e figlie, felice della ritrovata armonia familiare. Tutto finito, tutto dimenticato. Almeno in apparenza, perche' non sara' certo facile cancellare dalla memoria il calvario cominciato la mattina del primo dicembre dell' anno scorso, quando due carabinieri bussarono alla porta di Di Maggio con un mandato di cattura firmato dal giudice Gianfranco Garofalo. Due giorni prima le tre ragazzine erano andate dai carabinieri di Isola delle Femmine, quindici chilometri da Palermo, a denunciare storie di violenze sessuali. Era toccato prima alla piu' piccola. Poi, una alla volta, alle altre. Tre versioni coincidenti, del tutto verosimili. Avevano subito le prime molestie a otto anni. Poi, col passare del tempo, atti completi imposti con la forza. I giudici non ci hanno pensato due volte a far scattare le manette. E solo dopo il primo interrogatorio in carcere, di fronte alle grida di disperazione del marittimo, e' balenata l' idea di sottoporre le ragazzine a visita del ginecologo e dello psicologo. Pratiche lunghe, procedure sfibranti. Di Maggio e' rimasto in galera quattro mesi, ha ottenuto la liberta' provvisoria, ma l' ombra del sospetto non l' ha mai abbandonato. Usciva di casa e la gente si allontanava perche' era il "mostro". Le certezze degli investigatori si sono incrinate quando e' arrivato il primo responso medico, stilato da un ginecologo di grido, Tullio Rossi. Niente violenze. Due ragazze sono risultate illibate, soltanto l' altra non lo era piu' . E a quel punto e' stato fin troppo facile pensare che, se rapporti sessuali c' erano stati, la fanciulla li aveva avuti con l' amico ma non con il padre. Che le ragazzine avessero ordito un' autentica congiura contro il genitore i giudici lo hanno capito non appena hanno letto la relazione della psicologa, Caterina Velo, sicura nella sua diagnosi: "Sono immature e facilmente suggestionabili". Malgrado tutto, Sebastiano Di Maggio ha dovuto aspettare l' udienza preliminare di ieri per liberarsi del peso di quella terribile imputazione. E il suo difensore, Salvatore Gugino, ha avuto buon gioco quando ha bombardato di domande R., Patrizia e Maria Grazia, sventolando quei certificati medici che suonavano come un invito alla confessione. "E vero, abbiamo mentito .