Tipo, alcuni di FaS, festeggeranno così la Pasqua. O almeno salteranno di gioia leggendo articoli come questo.
http://tempi.it/pasqua-gay-vegana-e-green-hai-fatto-la-quaresima-impatto-zeroNon è il peccato che impedisce di ricevere la salvezza della Pasqua, ma le fissazioni. Chi è ripiegato sul problema che lo affligge, chi ha il suo pallino da portare avanti, chi ha già deciso quali sono le priorità, manco se ne accorge di essersi imbattuto nel Figlio di Dio. Successe duemila anni fa, e succede oggi. Giuda aveva la fissazione dei soldi («Perché non si è venduto tale unguento per trecento denari che si potevano dare ai poveri?», disse alla cena di Betania di fronte a Marta che improfumava Gesù), e si sa com’è andata a finire. Il primo dei due ladroni crocefissi al fianco di Cristo pare che si sia bruciato la salvezza eterna per la sua visione ristretta delle cose («Uno dei malfattori appesi lo insultava, dicendo: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!”»). Per non parlare dei farisei, scandalizzati dalle guarigioni in giorno di sabato che avrebbero violato il riposo mosaico, dalle cene di Gesù coi pubblicani, dagli scarsi digiuni degli apostoli.
Chi sono i farisei di oggi? Sono quelli che hanno usato il tempo di Quaresima per convertire gli altri alle loro idee anziché per convertire se stessi a Dio, e che il giorno di Pasqua celebreranno i propri progetti anziché l’opera di un Altro. Sono quelli della Chiesa verde, biodegradabile, a impatto zero; quelli della Chiesa gay friendly, militante dei diritti Lgbt, elastica quanto basta per modificare la dottrina tradizionale sulla questione; quelli della Chiesa vegana, animalista, che si astiene dalle carni non solo il Venerdì Santo ma tutto l’anno e specialmente il giorno di Pasqua. E altri ancora.
Tearfund è una delle più importanti Ong britanniche di ispirazione cristiana, anglicana evangelica per l’esattezza. Gestisce progetti contro la povertà in tutto il mondo, facendosi un punto di onore di aiutare tutti, indipendentemente dalla religione e dal “genere sessuale”. Il giorno di Pasqua chiedono ai simpatizzanti di trascorrerlo «dedicando un po’ di tempo a riflettere e pregare riguardo alla vostra esperienza di Digiuno del Carbonio, ringraziando per tutti coloro che in tutto il mondo vi hanno preso parte». Sì, perché questa è stata l’idea geniale della charity: proporre «azioni quotidiane e preghiere per la Quaresima per aiutare te e la tua Chiesa a proteggere i poveri dai cambiamenti climatici e a prendervi cura della buona creazione di Dio». Tutti i giorni un sacrificio Carbon Fast. Mercoledì 22 febbraio, primo giorno di Quaresima: «Togli una lampadina nella tua casa e fanne a meno per tutta la Quaresima come pro memoria di quello che stai facendo». E via di questo passo. «Concima. Riimmetti nel suolo gli elementi nutritivi dei tuoi avanzi alimentari, però non in una discarica. Se non possiedi un orto cerca un allevamento di lombrichi». «Riduci le miglia aeree. Non comprare cibo che è stato esportato per via aerea, con l’eccezione dei prodotti dell’Equo e solidale. Se l’etichetta non è chiara, domanda!». «Domenica del maglione caldo. Abbassa il riscaldamento di casa tua o della tua chiesa e indossa un golfino o una giacca più del solito». «Metti nella pentola solo l’acqua di cui hai bisogno». «Fai una rapida doccia anziché un bagno caldo: riscalderai meno acqua». «Controlla la pressione delle gomme: se è bassa consumi più carburante. Se non hai un’auto, rammentalo a un tuo familiare o al conducente dell’autobus!». La Quaresima di Tearfund è talmente in sintonia con quella tradizionale che l’astinenza dalla carne è proposta per il lunedì, il “Meat-free Monday”: «Non mangiare carne, o prodotti caseari se sei già vegetariano. Potresti anche essere più avventuroso e impegnarti a non mangiare carne per tutto il mese». E il venerdì, allora? «Non acquistare nulla». «Passeggia nel tuo quartiere. Raccogli rifiuti e riciclali se possibile». «Verifica se sei in grado di produrre energia solare o eolica nel luogo in cui vivi». Ma almeno il Venerdì Santo… No: «Compra prodotti riutilizzabili come bottiglie per l’acqua ririempibili, involucri per sandwich riutilizzabili e tazze di ceramica per il caffè in modo da ridurre i rifiuti e risparmiare denaro».
Le preghiere dei fedeli Lgbt
Il calendario non è chiarissimo, ma la prossima “Messa gay” cattolica a St. Anne a Soho, Londra, dovrebbe celebrarsi proprio la sera di Pasqua. Che tipo di celebrazione sia lo si è scoperto da un video postato su Youtube: si vedono un barbuto e un travestito che si alternano all’ambone, decorato con una bandiera arcobaleno del movimento Lgbt, introdotti da un riferimento alla “season of pride”, e pronunciano preghiere come le seguenti: «Preghiamo per le organizzazioni Lgbt qui e in tutto il mondo, perché possano riflettere il patto arcobaleno di giustizia e integrità che Dio stabilisce fra noi»; «Che la comunità della Chiesa, i suoi pastori e il popolo abbraccino la sfida con cui Dio si sta impegnando con noi, che una visione gioiosa e donatrice di vita della sessualità sia proclamata, la quale abbraccia la pienezza dell’umana diversità e non esclude nessuno». Uno dei “parrocchiani” più assidui è Martin Pendergast, un commentatore del Guardian “cattolico e gay”, legato da un’unione civile all’ex direttore di Cafod, la Caritas della Chiesa inglese. Pendergast scrive che «lo Stato e la Chiesa hanno regolarmente ridefinito il matrimonio e le sue strutture nei secoli al mutare dei paradigmi culturali, delle influenze religiose e delle comprensioni dello sviluppo sociale e umano. Le strutture del matrimonio non sono radicate nella biologia o nel genere sessuale di per sé, ma nella relazionalità». Si legge in un commento di un blog che critica queste Messe: «Quel che trovo curioso è che loro condannano rumorosamente chiunque non sia “inclusivo”, ma le loro preghiere di intercessione sono sature dell’ossessione di sé, escludono completamente chiunque e qualunque cosa non sia parte della loro visione del mondo».
Il comandamento vegetariano
La stessa ossessione che si ritrova nella meditazione pasquale online di un dirigente dell’associazione Il Guado, “gruppo di ricerca su fede e omosessualità”, sotto forma di lettera a Gesù stesso: «In quella gran pietra che viene posta sul tuo sepolcro, ho riconosciuto le tante parole che spingono noi omosessuali verso la disperazione. Nelle donne che davanti al sepolcro ti hanno visto sparire ai loro occhi, ho visto i tanti omosessuali che vengono allontanati da Te tutte le volte che la Chiesa li condanna senza indicare loro un cammino praticabile per seguirti senza ipocrisie. In questi giorni, noi omosessuali credenti, siamo un po’ come i discepoli di Emmaus e facciamo fatica a trovare in quello che ascoltiamo un elemento di Speranza. Hai presente come li descrive Luca? Quando fa dire loro: “Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele”? Ecco! Anche noi omosessuali credenti speravamo di trovare nelle parole dei capi di questa tua Chiesa un messaggio di autenticità e di liberazione, ma poi abbiamo incontrato solamente una serie di espressioni infelici, che possono nascere solamente da una percezione distorta della nostra esperienza». Ma anche queste interpretazioni del Vangelo sembrano molto meno che diritte.
Un altro gruppo che va forte quanto a interpretazioni soggettive della Sacre Scritture è quello dei Cattolici Vegetariani (Acv). Il loro sito saluta la Pasqua con la foto di Shalom, un agnello che l’associazione ha adottato per salvarlo dalla macellazione e da un futuro da costoletta in un piatto «in nome di un costume che non ha ragione di esistere, in particolar modo per un cristiano». Ma davvero? A noi il consumo di carne risulta lecito da decine di passi delle Scritture. Non così per l’Acv: «Gesù stesso ricorda che “misericordia io voglio, e non sacrificio” (Os 6,6), non a caso lo stesso pontefice Benedetto XVI ha detto chiaramente che Gesù festeggiò la Pasqua senza agnello (Coena Domini 2007) e noi sappiamo che l’unico sacrificio che dà salvezza è la Santa Eucarestia! Geremia (7,22) stesso afferma che l’olocausto non è mai stato comandato, quello che Dio chiede è di essere ascoltato nella Sua Parola di Amore perché Egli stesso è Amore. Allora Shalom diviene segno di un modo autentico di vivere la Pasqua, come Risurrezione, come Vita; diviene immagine di un creato nella pace, di un uomo veramente redento capace di tornare come Dio lo ha pensato (Gen 1,29) e che vede nelle creature del Signore non carne da macello ma creature da custodire (…). Forse Shalom non sa di essere tutto questo, o forse Dio ce l’ha donata proprio perché divenisse segno… questo non possiamo saperlo ma ci auguriamo che possa diventare simbolo e speranza di una vera Pasqua di vita dove “il lupo e l’agnello pascoleranno inseme, ed un fanciullo li guiderà” (Isaia 11,6)». Di fronte a tanta sapienza biblico-teologica si può dire solo una parola: Amen.