No. L'inutilità rende schiavi.
Dipende dai punti di vista. Mi sembra sia stato citato da Rino che l'inutilità rende liberi. Però comprendo perché è necessario cambiarrne il senso.
Lasciando stare i vari eccessi le donne facevano tra i 3 e i 6 figli di media a testa, in giovane età. Poniamo un tempo medio di due anni per figlio tra gravidanza allattamento e accudimento neonatale, e quindi una distanza media di 2 anni tra un figlio e l'altro. Poniamo una età media del primo figlio intorno ai 17 anni. 6 figli a testa ma preferiamo dire 5, per una media più verosimile e generale, sono circa dieci anni di lavoro. Bene. Una donna iniziava a fare questo lavoro a 17 anni e finiva a 27. Proprio gli anni in cui la tua formazione sociale e il tuo essere soggetto pubblico prende forma e si concretizza, gli anni in cui le energie e l'entusiasmo fondano ciò che si sarà per il resto della vita.
A 27 anni una donna aveva un bimbo neonato, uno di due anni che piangeva, uno di quattro che era il più vivace di tutti, uno di sei che si doveva educare con attenzione, uno di otto eccetera eccetera eccetera.
Questa forma vivente umana femminile e materna avrebbe quindi dovuto fare quello che faceva l'uomo, oltre al fornire questo contributo per l'umanità? L'uomo per non opprimere questa donna avrebbe dovuto chiederle anche di andare in miniera? con un bimbo attaccato al seno e uno nella pancia. E quando trentenne lei si fosse ritrovata finalmente un po' meno soverchiata, avrebbe solo allora dovuto iniziare a costruirsi una nuova identità politica?
Sono paranoie nostre queste.
le indiane lavoravano con il bambino legato sulle spalle. In certe tribù indigene si faceva in modo di allungare il seno per poterlo "buttare dietro alle spalle per allattarlo, mentre si lavorava.
Il fatto che il tipo di lavoro debba essere maschile - in miniera - e non una tradizione artigiana femminile, non è mica colpa vostra, se le donne in occidente hanno smesso di "trasformare" la frutta in marmellate e il filo in ricami, hanno smesso loro di tramandarlo alle figlie la capacità di essere per lo meno autosufficienti.
E pure certe donne in certi luoghi anche italiani ancora oggi arrotondano così la giornata, senza dover chiedere un posto fisso a nessuno.
Cmq penso anche io che il numero più realistico non superasse in media 5 figli. Chi ne faceva più di 10, ai tempi del fascismo ad esempio, erano premiate con una medaglia: una di quelle donne era la mia bisnonna.
http://www.mneo.tv/1933.-La-Giornata-nazionale-della-Madre-e-del-Fanciullo-0-0-0-0-110.htmlUn giorno quando tornerò a casa mia a Roma posterò la foto. Un vero frammento di storia documentato!