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Per cui il ragionamento che fa Guit, o che almeno mi è parso di cogliere leggendo superficialmente il topic (sempre per motivi di stanchezza), se si riferisce ai ruoli svolti in ambito lavorativo può andare bene, ma se invece si riferisce al lavoro tout court allora anche lui sta erigendo delle eccezioni a regole.
Quello che dico si riferisce ai ruoli, cioè, allo sviluppo dell'identità sessuale collettiva, cioè, non tanto al fatto di essere o meno produttivi, del resto anche fare figli è un lavoro socialmente produttivo, bensì al significato e all'incidenza che il lavoro assume nell'economia sociale e famigliare.
Il fatto che la maternità sia un impegno giovanile della donna, soprattutto nel passato, è un dato importante per la piega che la vita assume. L'età della formazione, della forza, dell'entusiasmo e della voglia di fare, l'età dove la visione sul proprio futuro si amplifica e in cui si possono dedicare risorse a progetti ambiziosi. E' partendo dalla forbice di ruolo in giovane età che i due soggetti M/F costruiscono linguaggi alternativi e complementari, distinti. La caratteristica maschile non è quella di essere l'unico soggetto produttivo bensì di colui che tanto nella dimensione pubblica e politica quanto in quella dei lavori più ardimentosi consente il superamento della legge di natura, perché va oltre il lavoro come semplice strumento di sostentamento materiale.
Secondo me è impossibile stabilire i quanti di cultura e natura nella caratterizzazione sessuale collettiva, e sostanzialmente è anche inutile, avendo l'umano più volte già dimostrato nella storia di poter trascendere la natura quanto la cultura. A me appare più utile parlare di compenetrazione e di forma vivente risultante, che la storia ci restituisce lì, davanti ai nostri occhi, come formalmente distinta in M e F. Se esiste una differenza formale, simbolica, di linguaggio, allora esiste una differenza sostanziale e l'esercizio non dovrebbe essere quello di capire se abbia o meno senso di parlare di identità collettiva, quanto piuttosto scoprire o ri-scoprire quale sia questa identità.
Io credo che la QM non possa prescindere da una diversa interpretazione storica che vada a uccidere il mostro della colpa filogenetica che è stato inoculato nella mente dell'uomo occidentale moderno. Un vero e proprio crimine contro l'umanità.
Sostenere la colpa storica maschile è un crimine contro l'umanità, e noi, i diretti colpiti, ci possiamo ribellare.