Autore Topic: Il caso Rosi Mauro e l'uso dei soliti giochetti femminili!  (Letto 3930 volte)

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Offline Peter Bark

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Re: Il caso Rosi Mauro e l'uso dei soliti giochetti femminili!
« Risposta #15 il: Aprile 12, 2012, 20:07:11 pm »
Mi viene da vomitare.Sta succedendo quello che temevo.

http://www.lettera43.it/politica/terremoto-nella-lega-soccorso-rosa-per-rosi_4367547045.htm

Chi dice donna dice danno. Così suona un vecchio - e politicamente scorretto - adagio popolare, peraltro ormai un po’ desueto. Se lo devono essere ricordate, con dispetto, le parlamentari che in modo trasversale - dal Popolo della libertà (Pdl) al Partito democratico (Pd) fino a Futuro e libertà (Fli) - stanno prendendo le difese di Rosi Mauro, sostenendo che la senatrice leghista sarebbe vittima, in quanto donna, di un atteggiamento discriminatorio e vessatorio da parte dei colleghi maschi.
IN DIFESA DELLA RASPUTIN IN GONNELLA. Insomma, una levata di scudi bipartisan, anzi tripartisan, in difesa della «Rasputin in gonnella» della Lega che, come rappresentante del sesso debole, costituirebbe un più che facile capro espiatorio. Anzi, come ha detto Margherita Boniver, una «capra espiatoria».
È giusto - potremmo chiederci - che l’appartenenza al sesso femminile giustifichi di per sé una difesa d’ufficio? Mi sembrerebbe difficile sostenerlo. Ma, evidentemente, le parlamentari pro-Mauro la pensano diversamente. Secondo Paola Concia del Pd, per esempio, Mauro sarebbe vittima dei «capetti leghisti misogini assetati di sangue».
DA CONCIA A BONIVER, SOLIDARIETÀ DI GENERE. Del resto, sottolinea la parlamentare piddina, non ci si potrebbe aspettare nulla di diverso dagli esponenti del Carroccio che da sempre si qualificano come campioni di inciviltà ed espressione becera di machismo, xenofobia, razzismo e omofobia.
Paola Concia - proprio a voler rimarcare l’etichetta «di genere» della sua solidarietà - ci tiene anche a chiarire che se proprio Rosi Mauro dovesse lasciare la sua carica, dovrebbe farlo solo nel caso in cui fosse provato il suo comportamento illecito, e non certo per la presunta relazione con Pier Mosca (l’Apicella della Padania, come viene ormai soprannominato).
E se sempre Margherita Boniver crede di avvertire, attorno alla vicenda, «accenti maschilisti», Flavia Perina del Fli, anche lei, in qualche modo al centro di una discriminazione che l’ha costretta a lasciare la direzione del Secolo d’Italia, usa addirittura accenti drammatici: «Vogliono bruciarla sul rogo come le fattucchiere di Salem per purificare la comunità leghista».
Nel gineceo garantista, la posizione prudente di Mariastella Gelmini
Mariastella Gelmini.

(© LaPresse) Mariastella Gelmini.

Si sta insomma palesando una specie di «soccorso rosa» per Rosi. Unica voce più prudente, diciamo, in questo piccolo gineceo garantista, è quella dell’ex ministro Mariastella Gelmini che, forse facendo tesoro di qualche uscita un po’ impulsiva del recente passato (vedi neutrini), invita a maggior cautela nei giudizi: «Se le accuse che le sono rivolte», ha sottolineato Gelmini, «sono false e ha gli strumenti per dimostrarlo credo che la sua resistenza (cioè la volontà dichiarata da Mauro di non dimettersi dalla carica, ndr) abbia un senso, diversamente sarebbe un grave errore».
Per ora, altre voci femminili e solidali in favore della «strega», messa sulla graticola dai suoi stessi compagni (e compagne) di partito per le presunte irregolarità nella gestione dei fondi legali del movimento, non si registrano.
Del resto, nella nostra recente storia politica, non è che gli esempi di solidarietà tra rappresentanti dello stesso sesso - nella fattispecie femminile - si sprechino.
UN'ECCEZIONE AL FEMMINILE. In molti ricordano, per esempio, quanto fosse amareggiata Rosy Bindi per non aver ricevuto dalle colleghe della destra alcuna dichiarazione di solidarietà quando venne fatta oggetto di una battuta volgare da parte di Berlusconi («Sei più bella che intelligente»).
In quel caso, anzi, il ministro Meloni, pur condannando blandamente l'uscita, ricordò a propria volta come le donne di sinistra non avessero espresso sdegno per condannare chi aveva etichettato le donne del Pdl come donne orizzontali.
E gli esempi potrebbero continuare. Da questo punto di vista, l’iniziativa di Concia-Boniver-Perina rappresenta, in effetti, un'eccezione. Vedremo se lungimirante o solo umanamente apprezzabile.

Giovedì, 12 Aprile 2012

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Re: Il caso Rosi Mauro e l'uso dei soliti giochetti femminili!
« Risposta #16 il: Aprile 12, 2012, 22:07:56 pm »
Piangere...  piangere.... piangere....  !! CHi chiagne fotte, no ???

Offline Fazer

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Re: Il caso Rosi Mauro e l'uso dei soliti giochetti femminili!
« Risposta #17 il: Aprile 12, 2012, 22:09:36 pm »
E arrivò il verdetto: espulsa dal partito.
 :)

Offline Fazer

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Re: Il caso Rosi Mauro e l'uso dei soliti giochetti femminili!
« Risposta #18 il: Aprile 13, 2012, 14:16:48 pm »
Si continua:

http://www.ilgiornale.it/interni/rosi_troppo_maschia_fare_femminista/13-04-2012/articolo-id=582654-page=0-comments=1

Rosi, troppo maschia per fare la femminista

Per difendersi non affermi che è facile attaccare una signora ma dimostri la sua innocenza carte alla mano

di Annamaria Bernardini De Pace - 13 aprile 2012, 08:00

Cara Rosi Mauro,
non ne farei una battaglia femminista. Tantomeno femminile. Difendersi affermando «è facile attaccare una donna», non è credibile. E sa di antico. Di tinello. Per quanto si viva in un mondo ancora maschilista, la cui deriva non risparmia la politica.

Soprattutto se la donna, che si dichiara vittima della persecuzione, è Lei, che ha mostrato, con asciuttezza e determinazione, di non voler esprimere la specificità del Dna muliebre. Anzi. Si dice della Sua durezza comportamentale, si favoleggia di amanti più giovani, si sussurra del gusto di un potere abusato. Caratteristiche molto maschili che, per esempio, mai sono state applicate ad altre donne della politica. Tantomeno alle ministre del precedente governo che, invece, sono state avversate per la loro eccessiva femminilità, nel tentativo di oscurarne le obiettive competenze. Questo è il vero maschilismo, cioè l’attacco indiscriminato di genere. Il trattamento della donna non come cittadina che gode degli stessi diritti civili, politici e sociali di un uomo, bensì come un essere dedicato all’uomo.
 
Per esempio, nell’antica Grecia le donne erano catalogate come mogli e il loro ruolo era esclusivamente quello di educare la prole legittima; oppure come concubine, se soddisfacevano stabilmente le esigenze sessuali di un maschio; o ancora come compagne (le etere) se si occupavano di intrattenere gli uomini con leggiadre conversazioni; c’erano anche le prostitute, libere professioniste del sesso a tempo, ma ultime nella scala sociale. Nessuna di queste posizioni era però oggetto di legislazione o di interesse politico. Oggi, tutti questi ruoli si sono rivoluzionati, spesso mescolati, e a volte si ritrovano tutti insieme in una sola donna. E, comunque sia, non c’è femmina, qualunque cosa faccia, o dica di fare, che, dopo secoli di lotte sociali e domestiche per la parità e la conquista dei diritti fondamentali, oggi non goda della più piena e ampia tutela giuridica.
 
Dunque, se ancora esistono i beceri maschilisti, nella politica come nel giornalismo, nell’avvocatura e nella magistratura, perché molti uomini fanno ancora fatica ad aprire gli occhi, a capire e a spazzolarsi via la muffa del tempo, noi donne non dobbiamo cadere nella trappola che, alla fine, ci rende vittime di noi stesse.
È troppo semplice e scontato attaccare dicendo che è il maschio che vuole umiliarci, e poi, come corollario, anche piangere.
Può essere vero che l’uomo spesso ci denigra per umiliarci, nella sempiterna lotta di potere tra i sessi, ma non dobbiamo usare i suoi argomenti per tentare di smentirli, bensì provare la verità dei fatti, che ci scagionano.
 
Tuttavia, se la donna ha ottenuto il rispetto sociale, perché ha finalmente acquisito i diritti civili, deve lei stessa personalmente, ogni donna, essere meritevole di quel rispetto. Con il proprio fare, la competenza, le parole che dice. La dignità, che è riuscita a capitalizzare, spesso con fatica, nella sua storia di vita e che non è mai un accessorio collegato al diritto conquistato. Né un beneficio regalato dalla funzione sociale o politica che svolge.
 
Se Lei, cara Rosi Mauro - presidente di un sindacato, oltre che vicepresidente del Senato, con un’intensa storia politica di consigliere comunale e regionale, e dunque dopo aver già dato prova di coraggio e di tenacia - non invoca questa storia, per difendersi, bensì la Sua, peraltro trascurata, femminilità, mi è caduta nel tranello dei maschilisti. E rischia il rogo come le streghe, invise ai maschi solo perché femmine non assoggettabili e del tutto ingovernabili.
 
Invece, l’unica difesa, strategicamente efficace e sicuramente vincente, da quello che Lei considera giustizialismo maschilista, è dimostrare, carte alla mano, che non ha usato per sé i soldi degli elettori, che non è complice di nessuno che l’abbia fatto, che non è mai scesa a compromessi tra l’ideale e il denaro. Anche a costo di svelare, oltre ai Suoi, i segreti degli altri.
 
Mi è piaciuto molto il Suo «non mi dimetto», anche se glielo aveva chiesto il capo. Questa è la dignità; che però merita la controprova della trasparenza assoluta, insindacabile e documentata, dei Suoi comportamenti oggi criticati. Non è ammissibile appellarsi alla dignità generica e generalizzata solo perché si è donna: come la responsabilità penale, anche la dignità è un fatto individuale.

Deve essere così solida da superare ogni ragionevole dubbio. Dei maschi e delle femmine.
 
Cara Rosi Mauro, accolga dunque l’invito di Kant, per il quale è un dovere rispettare e far rispettare la propria dignità. Rifiuti di sottostare all’idea, che si è purtroppo fatta, della strumentalizzazione sessista; non cerchi il nemico da combattere; non inalberi bandiere scolorite, ma dia prova di sapere che cosa vuol dire tutela giuridica dei diritti e garanzia del diritto di difesa. Senza i quali anche le parole perdono la dignità.


Alberto86

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Re: Il caso Rosi Mauro e l'uso dei soliti giochetti femminili!
« Risposta #19 il: Aprile 13, 2012, 16:37:47 pm »
Vergognosa Flavia Perina sul Corriere:
http://27esimaora.corriere.it/articolo/che-siano-le-leggi-a-giudicare-non-i-roghi
 :sick: :sick: :sick:

La stessa identica ed aspettata vaginata femminista della "caccia alle streghe" l'hanno ripetuta le galline false, complessate e misandriche del tg3...  :doh:

Come sempre ripeto: quel pollaio sul corriere della sera è davvero una vergona...  :mad: :sick:  :muro:

E dovrebbero cacciare a calci nel culo anche la  De Pace da IL Giornale se non vogliono fagli prendere la stessa deriva del corriere della sera...

Speriamo inoltre che prima o poi caccino definitivamente anche quella cozza femminista misandrica della Berlinguer dal tg3  :mad: :mad:




E arrivò il verdetto: espulsa dal partito.
 :)

Amen  :)  
« Ultima modifica: Aprile 13, 2012, 16:54:42 pm da Alberto86 »