Autore Topic: Dialoghi sulla Morale  (Letto 2049 volte)

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Dialoghi sulla Morale
« il: Aprile 23, 2012, 12:46:52 pm »
Voglio aprire questo primo topic sulla morale, perché, se non si affronta la morale, fondamentalmente si sta parlando di discorsi di poco conto.

Avviso subito che l'intenzione del topic è quello di essere ad alto contenuto informativo, quindi sono ben accetti i posts di tutti gli utenti del forum che vanno in questa direzione, che accrescono questo contenuto, poco (o per nulla) tollerati gli altri.
Tutto come al solito, a mia discrezione. :D
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Re: Dialoghi sulla Morale
« Risposta #1 il: Aprile 23, 2012, 13:14:41 pm »
La morale dunque.
Parto da questo video di Carmelo Bene, che se non lo si inquadra nell'ambito della morale, non si riesce ad afferrarlo.
Se invece partiamo dal presupposto che Carmelo sia motivando le sue affermazioni sulla base di una differente morale, capiamo subito lo sdegno del pubblico alle sua affermazioni: Sta toccando corde sensibili, molto più sensibili di quanto lo stesso pubblico non si renda conto.

Tutto quello che ha detto stasera è un'incongruità assoluta (???)

Ovvio, va contro la morale.
Tutto quello che va contro la morale è incongruo (con la stessa).

Carmelo gli risponde:E bisogna che vi rassegnate a non mentirvi....
etc.

Perché bisogna far lavorare degli schiavi a 700 m sotto terra , perché hanno famiglia?
Non sarebbe meglio distruggere la famiglia, e che questi [schiavi] prendessero un po' d'aria?


Ancora un'affermazione morale ...che va contro la morale (quì, la ns. logica, aristotelica, non vale, A e il suo opposto, non-A, "coincidono", sono entrambi enti morali, morali differenti certo, ma sempre morali:Morale,amorale,immorale, una triade coincidente).
 
E' il tema della relazione coniugale.
E' la famiglia il pretesto, il passepartout, per rendere schiavi, mettere il giogo agli uomini?

 
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Re: Dialoghi sulla Morale
« Risposta #2 il: Aprile 23, 2012, 13:17:09 pm »
Perchè la verità, si chiedeva Nietzsche? Perchè, piuttosto, la "non verità"?

Offline Animus

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Re: Dialoghi sulla Morale
« Risposta #3 il: Aprile 23, 2012, 13:21:39 pm »
Perchè la verità, si chiedeva Nietzsche? Perchè, piuttosto, la "non verità"?

Grande Massimo.
Infatti Carmelo dice, noi siamo in quello che ci manca.
La "non verità", l'altra morale [che manca] appunto, quella che per questa morale è il falso.



 
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Re: Dialoghi sulla Morale
« Risposta #4 il: Aprile 23, 2012, 13:43:33 pm »
Nietzsche era fondamentalmente un relativista, uno per cui non esiste alcuna verità oggettiva. Si differenziava dai relativisti "classici", perchè egli affermava che la "verità" non è solo quella che ci procura maggior vantaggio individuale, ma è soprattutto quella che si impone dall'alto sugli esseri umani.
Tesi che ha qualche fondamento molto "specifico" ed ha vari esempi nella storia, ma è essenzialmente errata.
Se non esiste alcuna verità oggettiva, allora diventa vero ad es. che la donna può essere superiore all'uomo. Tutto può diventare vero, nel momento in cui si dia per corretto che non esista alcuna verità oggettiva, che nn esista nulla al di sopra degli esseri umani, che di Natura o di Dio si tratti.

"La realtà risulta spesso più stupefacente della fantasia. A patto di volerla vedere."

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Re: Dialoghi sulla Morale
« Risposta #5 il: Aprile 23, 2012, 17:21:47 pm »
Intanto una precisazione che mi era sfuggita, in questo  topic si usa morale ed etica come  sinonimi assolutamente intercambiabili, mentre a voler essere precisi, ci sarebbe una differenza:L'etica è la scala di valori, la morale è ciò che ci si costruisce sopra (così a spanne).

Cmq, ripeto, nel topic verranno usati come sinonimi.

A proposito di scala di valori, vale forse la pena citare quella originaria della cultura occidentale (perché comune sia all'ebraismo/giudaismo/cristianesimo).

I 10 comandamenti


 1.Non avrai altro Dio all'infuori di me.
 2.Non nominare il nome di Dio invano.
 3.Ricordati di santificare le feste.    
 4.Onora il padre e la madre.           
 5.Non uccidere.                           
 6.Non commettere atti impuri.        
 7.Non rubare.                             
 8.Non dire falsa testimonianza.       
 9.Non desiderare la donna d'altri.   
10.Non desiderare la roba d'altri.    

Ora, un piccolo passo avanti.
Si devono immaginare le leggi di una tavola etica ... come i postulati di una geometria!

Una morale è tale, perchè quelli sono gli assiomi su cui si regge, e quelli sono gli assiomi che definiscono quella e solo quella morale.

Nella stessa maniera, i 5 postulati della geometria euclidea, definiscono quella e solo quella geometria (che per millenni si è creduta l'unica possibile), mentre cambiando anche solo uno dei postulati (ad es. il noto quinto), ci si costruisce sopra un'altra geometria, interamente possibile.

Tornando alla morale, questo non vuol dire che tutti gli assiomi possono essere cambiati in infiniti modi: Una morale che si fondasse su un punto, ammazza tutti, non supererebbe la prova del tempo e sarebbe essa stessa condannata all'estinzione (forse ammazza tutti tranne te, avrebbe qualche speranza in più.. :P) ,ma cmq si deve essere in grado di capire, mi aspetto almeno che si riesca in questo,  che una morale differente, almeno differente, è possibile.
« Ultima modifica: Aprile 23, 2012, 17:45:36 pm da Animus »
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Re: Dialoghi sulla Morale
« Risposta #6 il: Aprile 23, 2012, 18:15:34 pm »
Visto che ho portato un analogia geometrica, ricordate gli abitanti di flatlandia, il mondo piatto , con le sue regole, immaginato dal frate (mi pare fosse un frate) Abbot?

Ecco, le leggi di quella geometria definiscono il mondo fisico di quegli abitanti, le regole, gli impedimenti, le possibilità, la fisica, etc.

Guardate che non è poi così diverso per le leggi morali, la differenza è che esse sono per la psiche, quello che le leggi geometriche sono per il mondo fisico dei flatlandiani.

Questo non significa che tutti i flatlandiani avranno la stessa psiche morale, così come non vale per noi abitanti della terra.

Ed arriviamo così ad un altro punto.
Qual'è la differenza nella morale, ad es., tra noi, uno, minoranza o maggioranza, e una Fas?

Abbiamo visto, anche se non hanno steso una tavola delle leggi, che il loro modello di riferimento è il cyberfemminismo, il postumano.

Possiamo davvero considerare dei nostri, un uomo, solo perché maschio, che abbia una morale coincidente con quella?
Evidentemente no, l'appartenenza ad una morale supera l'appartenenza sessuale.
E supera in realtà, non solo quella sessuale, ma ogni altra appartenenza.
 :)

Una legge dice ad es., non uccidere, si pone oggi quindi un dilemma morale (sul quinto postulato della morale), sì, ma se non si può imporre una tavola che non dica "non uccidere (un essere umano)", che cosa è un essere umano?

E' umano dalla nascita, o prima?
E' ovvio che quello che dice, che è umano dal concepimento è una morale maschile.
Quella che dice che è umano dalla nascita, è femminile.

Interessante infine notare come la presunta umanità dettata dal maschile/femminile, inizi dove finisce il proprio "potere sul creato".

Dove voi vedete cose ideali, io vedo cose umane,ah! troppo umane.
 
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