Autore Topic: Due parole su Filosofia, Relativismo, femminismo.  (Letto 12402 volte)

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Due parole su Filosofia, Relativismo, femminismo.
« il: Aprile 25, 2012, 00:26:06 am »
Salve.
Inizio questo "nuovo" argomento perchè da un pò ne avevo l'intenzione, posso portare testimoni che si tratta di pura casualità se esce in quasi contemporanea con quello di Animus.
Premetto che non sono un gran conoscitore della filosofia occidentale, potrei forse essere più ferrato su quella orientale, in particolare sul Taoismo, ma tantè. (se prenderò qualche strafalcione non mi offenderò se mi si corregge). Presenterò un quadro molto schematico, in pratica espongo in breve un pò di quello che penso di aver capito. Riflessioni a voce alta.
La filosofia occidentale non mi appassiona più di tanto: la trovo molto ostica, complicata a volte più del taoismo (che pure nn scherza), ma allo stesso tempo troppo spesso è troppo frammentata ed è pensiero circolare, ovvero non parte da A con l'intenzione di arrivare a B, ma gira in circolo senza apparente scopo, a volte (spesso) si avvita su sè stessa, si consuma sino al torsolo e scompare dall'universo della logica razionale, per immergersi in quello della fantasticheria e a volte pure in quello del delirio.

Ok, detto questo, si deve prima capire che cappero è 'sta cacchio di filosofia.  :P

La filosofia occidentale nasce in Grecia, diversi secoli prima di Cristo, ovvero molto tempo fa. Perchè nasca lì, non lo so.  :P
Nasce in un periodo in cui non c'erano le conoscenze scientifiche di oggi, ovviamente. La filosofia era esercizio del pensiero in un momento in cui probabilmente ci si arrabattava per nn morire giovani, di fame, di malattie o di guerre. Non c'era molto tempo per pensare ai massimi sistemi. Pensarci però  non era cosa inutile, visto che permetteva all'umanità di evolversi. Se nessuno mai pensa, nessuno mai si evolve.

Si conoscevano poche cose, e i filosofi cercavano di ampliare le conoscenze, pensando. Le pensate riguardavano diversi argomenti, dal problema dell'esistenza (chi siamo, cosa cerchiamo, che scopo abbiamo, etc. ) ai fenomeni fisici (naturali), alla composizione della materia, eccetera, eccetera.

Noi ora concentriamoci sui problemi dell'esistenza, in primis.
I filosofi greci iniziarono a coniare dei nuovi termini ed a pensare dei concetti, ad esempio si parlò di quello che interessa all'uomo per vivere decentemente da soli e in società (a prescindere da scienza e tecnologia che erano agli albori), e si ragionò di quello che sembrarono le colonne portanti: ad esempio l'etica, la morale, il phatos, il logos, la polis.
La polis era semplicemente il pensiero secondo cui ogni abitante deve fare la sua parte per la società, cioè l'abitante non è un singolo, ma è egli stesso la città.
Già da queste premesse si capisce che la filosofia che aveva maggior successo era quella che inseguiva uno scopo ben preciso: far vivere meglio l'uomo, (cioè la ricerca del bene),  ma uomo inteso non solo come singolo, ma anche e soprattutto come facente parte di un gruppo.

Il logos era l'esercizio della logica e della ragione. Si distingue così dalle altre due "sfere" della mente umana: etica (ethos) e Pathos.

La morale altro non è che una conseguenza più o meno diretta dell'etica. Poi magari mi sbaglio, ma se si sbagliavano pure i folosofi greci, posso sbagliarmi anch'io.  :cool:

Il pathos è la sfera emotiva, quella che attiene ai sensi ed anche alla irrazionalità.


Il venditore d'automobili
Attilio (detto Tilio) lavora da sempre presso un rivenditore d'automobili. E' un tipo intelligente ed appassionato, ha fatto pure i corsi di comunicazione e vendita, li ha fatti da un bravo istruttore.
Costui gli ha insegnato che, se vuole vendere e tenersi buoni i clienti, deve soddisfare in questi ultimi le tre sfere della mente umana: l'etica, l'emotività (il pathos) e il logos.
Un giorno entra un cliente nuovo, (tale Giorgio B.), gli dice che vuole un'auto nuova perchè quella vecchia "è' una euro1" e non la fanno più circolare per via delle nuove norme sull'inquinamento. "peccato", dice, "perchè andava ancora bene e consumava poco, e da quel che mi diceva il meccanico emetteva proprio poco inquinamento. Io ci tengo anche a questa questione, ci tengo ad inquinare poco. Sono un pò ecologista. Mi piacerebbe un'auto non grande, la uso quasi solo in città; di colore sul verde o blu. Meglio blu. ...per quanto anche un'auto grande non mi dispiacerebbe, però... mah, vediamo un pò..."

Tilio ha inquadrato il soggetto: sa cosa deve fare. In primis si ricorda di quel che gli disse il suo istruttore .
Tilio esclude a priori l'auto grande e gli presenta un'automobile medio-piccola, di colore blu, di cilindrata medio-bassa e con bassi consumi e basso impatto ambientale.

Nel far questo, Tilio sa che molto semplicemente soddisfa i tre requisiti: quell'auto inquina poco, (ethos), è di colore blu (pathos), non ingombra troppo ed è facile da parcheggiare (logos).
Il cliente sarà probabilmente soddisfatto. Se gli avesse proposto un'auto grande e bella, probabilmente l'avrebbe venduta lo stesso, ma delle tre sfere ne avrebbe soddisfatta solo una (il pathos, l'emotività), mentre avrebbe violato le altre due. ...Per cui il cliente avrebbe forse acquistato ugualmente, (spendendo più soldi) ma non sarebbe stato mai molto felice del suo acquisto.
In quest'ultimo caso, Tilio sarebbe stato un buon imbonitore, ma non un buon venditore. La differenza tra un buon negoziante di prodotti erboristici ed una Wanna Marchi.

Etica e morale
Il cliente Giorgio aveva un'etica: pensa che il mondo debba essere inquinato il meno possibile. Etica presumibilmente studiata a tavolino; Giorgio ci avrà riflettuto ed avrà pensato che è una buona cosa, la cosa più giusta.
Da questa Tilio ha dedotto la morale del proprio cliente: egli ritiene immorale inquinare più di quanto sia necessario, ma ritiene sostenibile (morale) inquinare il minimo necessario.

1-Chi pensa che la vita sia un bene da tutelare sempre e comunque, per il bene proprio e degli altri (etica), sarà contro l'eutanasia, e la riterrà immorale; chi ritiene che la vita inizi col concepimento, ( etica), riterrà immorale l'aborto, eccetera.

2-Al contrario chi ritiene che la vita sia un bene solo quando vissuta bene, riterrà morale l'eutanasia ed immorale l'accanimento terapeutico. Chi ritiene che la vita inizi con la nascita e non col concepimento, riterrà morale l'aborto ed immorale costringere la donna a portare a compimento la gravidanza.

Entrambe possono chiamarsi "etica", per me quello che cambia è il ragionamento che forma la prima e la seconda.
E' necessario però precisare che i ragionamenti che portano ad es. a scegliere l'etica 1 o la 2, possono anche essere molto diversi da quelli descritti; ad es. una femminista dirà che va bene l'aborto, magari solo perchè "ci tiene alla sua libertà"
E qui si inizia a sfiorare il tema del relativismo.
Alla prossima puntata.  ^_^
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Re: Due parole su Filosofia, Relativismo, femminismo.
« Risposta #1 il: Aprile 25, 2012, 13:24:13 pm »
Pensiero Relativista
A quanto pare il pensiero relativista è parecchio in voga nei tempi moderni. Lo dicono anche gli "esperti" in Rete.
Per il relativista non esistono verità oggettive, ma tutto l'universo non è altro che soggettività, o meglio è tutto frutto della libera interpretazione dell'individuo.
Riconoscere il pensiero relativista è abbastanza facile, anche qui sul forum: generalmente  si contraddice ogni due o tre post, cioè ad un certo punto afferma una cosa precisa, che però è l'esatto opposto di quanto ha affermato tre post prima.
Per il relativista è altrettanto valido sia quando afferma che il tale fatto è brutto in toto, sia quando afferma che lo stesso fatto è bello in toto. Semplicemente in quel caso interpreta la realtà in modo diverso da un giorno all'altro. E non esistendo verità oggettive, è buona sia la prima che la seconda cosa, perchè a lui gira così. Ed è perfettamente in grado di rendere plausibile sia la prima che la seconda interpretazione dei fatti. Sono buone entrambe, perchè tanto non esistono verità oggettive.

Ma da dove nasce il pensiero relativista, dove sta la sua genesi? Ebbene nasce in Grecia, qualche secolo prima di Cristo, e mette in crisi la filosofia classica: erano i sofisti.

Da wikipedia:
La Sofistica è una corrente filosofica sviluppatasi in Grecia, e ad Atene in particolare, a partire dalla seconda metà del V secolo a.C., la quale, in polemica con la filosofia della scuola eleatica e avvalendosi del metodo dialettico di Zenone di Elea, pone al centro della sua riflessione l'uomo e le problematiche relative alla morale e alla vita sociale e politica. Non si trattò di una scuola filosofica né di un movimento omogeneo, bensì fu estremamente variegata al suo interno: i suoi esponenti (detti appunto sofisti), seppur accomunati dalla professione di «maestro di virtù», si interessarono di vari ambiti del sapere, giungendo ognuno a conclusioni differenti e a volte tra loro contrastanti.

Il primo sofista, ed anche il più noto, fu un certo Protagora.
Il concetto di base della sua filosofia era che l'uomo è la misura di tutte le cose, che non esistono verità oggettive e quindi condivisibili, che se ad un uomo normale l'erba appare verde, ad un daltonico può benissimo apparire gialla. E sono buone entrambe le verità.
Il tutto è conoscibile solo attraverso la soggettività, ed anche se esistesse una verità oggettiva, questa non sarebbe conoscibile, perchè passerebbe sempre attraverso i sensi umani, ed attraverso la sua capacità di interpretazione.
La gazzosa è dolce per un uomo normale, per un uomo malato sarà amara.
Il relativista (o sofista) non cerca una verità oggettiva e/o condivisibile secondo canoni comuni -in questo caso uno è sano e l'altro è malato- per lui quel che conta è la verità relativa di uno e dell'altro.


Niente è più oggettivo, tutto è solamente soggettivo.
E' chiaro che una simile visione mette in crisi ad esempio il concetto di "pòlis", in quanto se niente è oggettivo, diventa impossibile che l'individuo si senta parte di un insieme, quale può essere una città o uno stato.
E se non esistono verità oggettive, diventa anche inutile cercare eventuali verità (essendo inconoscibili: quindi si smetta di fare ricerca medica, in quanto non esiste più "il sano" e "il malato").
Quindi va in crisi anche lo scopo stesso della filosofia, ovvero la ricerca dei modi per vivere meglio (che fanno parte evidentemente di una verità oggettiva, o perlomeno condivisibile dai più).
Non esiste più un'etica, poichè ognuno si può "costruire" la sua; non esiste più una morale perchè ognuno ha la sua, ugualmente rispettabile.
I sofisti furono aspramente contestati da pressochè tutti i grandi pensatori del loro tempo, prima da Socrate, poi da Platone ed Aristotele. Tuttavia ebbero un discreto successo e sono arrivati sino ai nostri tempi.

Cosa cerca quindi il sofista e, di seguito, il relativista? Cerca il benessere personale, ciò che soddisfa i propri sensi, la propria voglia di stare bene: non cerca niente altro. Ma su mille persone, ci saranno mille diversi modi per raggiungere la soddisfazione personale, e secondo i sofisti e i relativisti, ognuno ha pari valore e dignità. E' chiaro che così diventa impossible qualsivoglia progetto di vivere comune.
Protagora fu il primo filosofo greco che si fece pagare per il propri insegnamenti.
Il pensiero dei sofisti viene detto sofisma, cioè un'argomentazione cavillosa apparentemente vera ma sostanzialmente falsa, se interpretata mantenendo i piedi per terra e riflettendoci.
In realtà i sofisti (oggi i relativisti) furono e sono dei prestigitori della parola.
Essi usano le armi della retorica per giungere alle conclusioni che a loro più aggradano, ma senza far caso ad alcuna "verità".

Si racconta che Protagora, ovviamente maestro di retorica, un giorno si offrì di istruire un aspirante avvocato e gli disse "mi pagherai quanto ti chiedo solo dopo aver vinto la prima causa".
Terminato il corso, chiese al giovane avvocato una somma spropositata. L'avvocato gli diede del pazzo e si rifiutò di pagare, e gli ricordò tra l'altro che secondo i patti avrebbe dovuto pagarlo solo dopo aver vinto la prima causa. Il filosofo non si scompose minimamente e gli disse: "non c'è problema, domani infatti io ti cito a giudizio: se perderai mi dovrai pagare, se vincerai avrai vinto la prima causa e mi dovrai pagare lo stesso."
Wanna Marchi sarebbe stata molto invidiosa dell'abilità di Protagora.

..Non contenendo alcuna verità oggettiva, che non sia l'arte di sedurre il pathos (cioè colpire l'emotività) e di ingannare la mente, la sofistica col tempo non riesce ad evolversi; bensì si involve e si accartoccia su sè stessa.  Nel mondo greco, essa sfocerà infatti nell'eristica.
Da wikipedia: All’eristica  non interessa se un discorso possa essere vero o falso né le definizioni delle parole che vengono impiegate; il suo unico fine è quello di confutare il proprio avversario e di persuaderlo di avere ragione mediante la retorica. Per questo i sofisti della scuola eristica si vantavano di poter confutare qualsiasi cosa che si dica esser vera o esser falsa. [...]

Il prestigiatore inganna l'occhio, il sofista (relativista) inganna la mente.

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La femminista che si affaccia sul forum non sta a vedere se l'umanità è fatta come è fatta, se il mondo funziona in un certo modo, no sta a vedere  se muoiono 5 mila donne ogni anno per incidenti domestici (magari cade dalla scala), a lei interessa che muoiono 100 donne l'anno per mano maschile. E non sta a pensare se noi siamo o no contrari alla violenza sulle donne, lei sa che noi siamo uomini, i suoi sensi gli dicono che uccidiamo le donne. Quindi viene qui e ci chiede perchè lo facciamo. E noi rispondiamo che non uccidiamo le donne, ma lei fa passare un giorno e poi ci chiede nuovamente perchè le uccidiamo.
E' la sua verità soggettiva,e  secondo i relativisti odierni -i pronipoti di Protagora- è autenticamente vera.
Delirio.
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« Ultima modifica: Aprile 25, 2012, 14:34:20 pm da Red- »
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Offline Animus

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Re: Due parole su Filosofia, Relativismo, femminismo.
« Risposta #2 il: Aprile 25, 2012, 15:55:24 pm »
Mi pare Red, che tu dica cose interessanti e sensate, insomma corrette.
Pero', far coincidere il relativismo-scetticismo, con il femminismo mi pare una forzatura, a te no?

Cioè, gli scettici come tu dici affermano di ogni cosa la relatività, mentre a me non pare che il femminismo sia adogmatico.
Anzi, è un atto di fede.

Voglio dire che dogmatici e scettici,mentalità "occidentale" ed "orientale" (in fondo lo scetticismo/relativismo/soggettivismo è più orientale che occidentale)  esistono ovunque, in qualunque gruppo.

P.S.

Chiedi da dove nacque il miracolo greco, l'ellenismo?
Da viaggiatori che andarono in Asia e tornarono nella ns, piccola europa.

Infatti Schopenhauer (ne "il mio oriente") dice, "partiste come maestri, tornaste come discepoli".
Una cosa che sui nostri libri di storia non è mai stato detto, e mai lo sarà.
  ;)
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Re: Due parole su Filosofia, Relativismo, femminismo.
« Risposta #3 il: Aprile 25, 2012, 19:49:15 pm »
Pero', far coincidere il relativismo-scetticismo, con il femminismo mi pare una forzatura, a te no?
Si, cioè no: io per la verità non ho voluto parlare di tutte le correnti del relativismo che neppure conosco. Io ho voluto parlare del relativismo in senso generico.
Mi piacerebbe molto però conoscere le eventuali correnti in cui si sarà disperso il relativismo (saranno meno di cento? Magari facciamo solo le più interessanti) e se in questo 3D, anzichè esporre solamente riuscissi anche ad imparare, per me non sarebbe affatto un male. Però è necessario spiegare chiaramente, altrimenti ognuno può affermare qualunque cosa, (ad uffa) e torniamo da capo col relativismo.

Se uno è scettico lo capisco benissimo: infatti lo sono anch'io: non sono un assolutista, io penso che non si possano avere certezze assolute; però delle probabilità si, questo è perfettamente possibile. Anche i fisici, se sono onesti, possono dire che se getto un sasso verso l'alto, pure in assenza di ostacoli non è assolutamente certo che ricada verso il basso. Però è molto probabile.
Il concetto dei relativisti però è diverso. Essi affermano che è impossibile conoscere la verità, quindi anche il sasso potrebbe non esistere. Trattasi di concetti filosofici. Deliri, se vogliamo, ma che influenzano moltissimo la nostra esistenza. Insomma, penso di aver spiegato abbastanza bene.
Non so se la femminista è relativista-scettica (spiegare, please) ma quasi certamente è relativista. (cioè è molto probabile, come il sasso che ricade verso terra).  Infatti ad una analisi razionale, come abbiamo più volte visto sul nostro forum, le sue tesi troppo di frequente non hanno alcun spessore.
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Offline Rita

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Re: Due parole su Filosofia, Relativismo, femminismo.
« Risposta #4 il: Aprile 25, 2012, 20:58:34 pm »
 :unsure: io non ho capito la relazione fra il relativismo e lo scetticismo.

A naso, avrei detto che uno scettico è più oggettivo che soggettivo, nel senso che in genere è uno che non crede se non vede, non tocca con mano, non verifica, non capisce la relazione di un fatto,  di un episodio.

Per esempio, uno scettico lo vedo come uno che se gli dicono che c'è qualcuno che sente il sapore amaro nella gazzosa, cerca di capire il perchè, mentre un relativista lo vedo come uno che non si stupisce affatto di qualcuno che sente il sapore amaro nella gazzosa, .. anzi magari dopo un po' comincia a sentire pure lui un sapore diverso.
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Offline Red-

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Re: Due parole su Filosofia, Relativismo, femminismo.
« Risposta #5 il: Aprile 25, 2012, 22:13:30 pm »
Citazione
mentre a me non pare che il femminismo sia adogmatico.
Anzi, è un atto di fede.
Ma il femminismo d'oggi può esistere solo perchè fa ricorso ai sofismi, solo perchè non accetta un confronto tra i dati complessivi(*), solo perchè gioca con le parole e con la retorica, solo perchè implicitamente afferma che la sua personale opinione (giusta o sbagliata che sia) ha la dignità e il valore di una verità, ancorchè soggettiva. Questo è relativismo, ed è per questo che può esistere il femminismo d'oggi..

(*)
Altrimenti basterebbe il libro di Farrell "il mito del potere maschile", a rendere vuoto ed insulso il femminsmo d'oggi, nonchè le loro varie ambasciatrici.
-------
Ps.
"..è un atto di fede", dici. Ma il relativismo non afferma che non ci possa anche essere la fede nelle opinioni soggettive, per cui non esiste contraddizione. Per il relativismo è vero tutto, ma anche il suo contrario. E' malleabile, lo si può tirare da tutte le parti. Certamente è utile ad un certo tipo di potere.
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Offline jorek

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Re: Due parole su Filosofia, Relativismo, femminismo.
« Risposta #6 il: Aprile 26, 2012, 00:44:21 am »
le femministe non possono essere considerate relativist per il semplice fatto che loro hanno la loro verità assoluta ("loro veirtà assoluta"..che contraddizione in termini... :doh:) e che vogliono imporla. Hanno tre idee in testa, nemmeno troppo chiare, ma ce l'hanno. Non si fanno pagare dall'avvocato per il loro aiuto retorico. Loro vogliono importi la loro verità. Il fatto che lo facciano ricorrendo a sofismi piu o meno maldestri, è il loro peccato originale, la loro debolezza assoluta e insormontabile: se usassero una logica lineare sarebbe un po piu complicato. Però loro si contraddicono usando tesi che sotterrano e resuscitano  a loro piacere e convenienza e come abbiamo fatto notare, e non ci stancheremo mai di farlo notare, smontandosi in continuazione. Devono contunuamente sedurre il pathos, ma così facendo non costruisci castelli dalle fondamenta solide...appunto oggi come oggi, il femminismo mi sembra, alivello intellettuale, piuttosto morto

Offline Rita

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Re: Due parole su Filosofia, Relativismo, femminismo.
« Risposta #7 il: Aprile 26, 2012, 12:51:56 pm »
le femministe non possono essere considerate relativist per il semplice fatto che loro hanno la loro verità assoluta ("loro veirtà assoluta"..che contraddizione in termini... :doh:)

premettendo anch'io che non ho studiato filosofia, a me pare che una teoria come quella sostenuta da Fikasicula, per esempio, la queer, o comunque quella LBGT (vado a memoria e forse sbaglio l'acronimo  :lol:) sia il massimo del relativismo: prevede, se non vado errata, il riconoscimento di un numero infiniti di generi sessuali (praticamente a seconda di come si sente e si percepisce l'individuo).

Poi ci sono le correnti femministe che sostengono la differenza ma anche qui non esiste una misura precisa di questa differenza, viene relativizzata momento per momento, a seconda della convenienza.

 :unsure: cioè....una verità assoluta così mutevole e non individuabile, puo' essere considerata relativista?
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Offline jorek

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Re: Due parole su Filosofia, Relativismo, femminismo.
« Risposta #8 il: Aprile 26, 2012, 13:44:49 pm »
premettendo anch'io che non ho studiato filosofia, a me pare che una teoria come quella sostenuta da Fikasicula, per esempio, la queer, o comunque quella LBGT (vado a memoria e forse sbaglio l'acronimo  :lol:) sia il massimo del relativismo: prevede, se non vado errata, il riconoscimento di un numero infiniti di generi sessuali (praticamente a seconda di come si sente e si percepisce l'individuo).

Poi ci sono le correnti femministe che sostengono la differenza ma anche qui non esiste una misura precisa di questa differenza, viene relativizzata momento per momento, a seconda della convenienza.

 :unsure: cioè....una verità assoluta così mutevole e non individuabile, puo' essere considerata relativista?

red faceva l'esempio di protagora, ma protagora, come esempio di relativismo assoluto, con le fikesicule non c'entra. Non c'entra per il semplice fatto che un sofista si smarca volontariamente da ogni posizione ferma per riuscire a trovarsi sempre in una posizione di vantaggio durante un qualsiasi dibattito, soprattutto grazie a un uso labirintico della retorica. è liquido, si adatta a tutte le situazioni, a tutte le stagioni. Le fikesikule partono da un libertarismo (credo che si chiami cosi) piuttosto spinto, non dal relativismo assoluto. Loro hanno un punto di partenza preciso, un punto fermo preciso, e in un dibattito vogliono imporre quel punto di vista preciso. Poi è vero che usano un po di sofismi, ma sono tentativi che non vanno mai a buon fine, perchè contraddittori (e sulla loro contraddittorietà possiamo scriverci qualche libro di casi e esempi), perchè dovendo dimostrare un qualcosa di fisso e preciso, non hanno mai le mani libere e non possono muoversi come vogliono come potrebbe fare un protagora.

Offline Animus

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Re: Due parole su Filosofia, Relativismo, femminismo.
« Risposta #9 il: Aprile 26, 2012, 17:02:23 pm »
Red questa volta ha argomentato bene, è convincente, criticando i sofismi, ha usato a sua volta dei sofismi (seppur involontariamente e senza rendersene conto), e quindi, se pur convincerebbe molti della bontà della sua tesi, mi spiace, ma non convince me.

Che cosa vogliamo fare, parlare per l'ennesima volta della rivoluzione copernicana/relativistica, che anche le grandezze fondamentali della fisica si sono scoperte essere....relative (all'osservatore)?

Cos'è, becero relativismo?

Vogliamo parlare, ancora una volta che Matrix, sposerebbe al 101% le parole di Red, sostenendo  che è vero che la verità è quella, da sempre, che il mondo fisico e psichico, e quello, è che la ricerca/sovversione di un diverso mondo/psiche/morale è un'eresia?
Ah, scusate, l'eresia è passata di moda, non si può più etichettare i rivoluzionari in questo modo.
Adesso i teologi si sono inventati una nuova etichetta per bollare i mis-credenti e gli immoralisti:Siete dei relativisti!
 
E a cosa serve, ripetere una cosa 1,10,100 volte, quando poi si vede che dall'altra parte non c'è nessuna  volontà di mollare la difesa ad oltranza di qualcuno e di qualcosa?

E se il relativismo è il male, cosa dire dell'assolutismo? (è un etichetta mia, ma si può immaginare cosa voglio dire)
E' il bene?
Nessuna critica alle verità eterne, in secula seculorum?
Non si sente nessuna puzza di pensiero reazionario?


Boh, niente Einstain, niente matrix, mi sa che basta anche solo Fossati.
Sarà la musica che gira intorno ...quella che non ha futuro, saremo noi che abbiamo nella testa un maledetto muro.

E che muro... :doh: :cry:
« Ultima modifica: Aprile 26, 2012, 18:31:18 pm da Animus »
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Offline jorek

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Re: Due parole su Filosofia, Relativismo, femminismo.
« Risposta #10 il: Aprile 26, 2012, 19:24:05 pm »
Citazione
Nessuna critica alle verità eterne, in secula seculorum?

Ci sono delle verità... è dato assodato che il nostro sistema è eliocentrico. Questa è una verità che credo durera a lungo, è una conoscenza solida  e comprovata. Dunque se non viene messa in discussione vuol dire che siamo reazionari?

Offline Rita

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Re: Due parole su Filosofia, Relativismo, femminismo.
« Risposta #11 il: Aprile 26, 2012, 19:52:19 pm »
 :) tutto ciò mi dà l'idea di un pendolo che oscilla fra relativismo assoluto e assolutismo totale. Ma potrebbe oscillare fra infiniti altri estremi che sono tutte le rivoluzioni più o meno scatenate nel corso della storia umana. Fra i progressisti e i reazionari. Alla fine diminuisce le ampiezze delle oscillazioni per avvicinarsi allo stato di quiete e qualcuno gli dà un altro colpetto

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Offline cancellatow

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Re: Due parole su Filosofia, Relativismo, femminismo.
« Risposta #12 il: Aprile 26, 2012, 19:58:27 pm »
Ci sono delle verità... è dato assodato che il nostro sistema è eliocentrico. Questa è una verità che credo durera a lungo, è una conoscenza solida  e comprovata. Dunque se non viene messa in discussione vuol dire che siamo reazionari?

Insomma, se stai sulla luna il sistema è geocentrico, se stai sul sole il sistema è che giri attorno al centro della galassia.
Forse ho capito che intende Animus ma non son sicuro, il femminismo è dogmatico perchè si basa su sue verità oggettive.


Offline beta

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Re: Due parole su Filosofia, Relativismo, femminismo.
« Risposta #13 il: Aprile 26, 2012, 20:02:19 pm »
relativismo (animus)
assolutismo (red)
assolutismo relativista (il relativismo è un assoluto) (animus, anche se pero in questa versione non esiste nessun animus)
relativismo assolutista (l'assoluto è relativo).(beta).

ho capito bene?

Offline beta

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Re: Due parole su Filosofia, Relativismo, femminismo.
« Risposta #14 il: Aprile 26, 2012, 20:27:39 pm »
Insomma, se stai sulla luna il sistema è geocentrico, se stai sul sole il sistema è che giri attorno al centro della galassia.
Forse ho capito che intende Animus ma non son sicuro, il femminismo è dogmatico perchè si basa su sue verità oggettive.


esatto. dunque cio che afferma jorek è relativo, relativo rispetto alla prospettiva da cui si guarda o dal luogo in cui si è.
il problema è quando questa consapevolezza di relativita, porta a negare che finchè siamo sulla terra cio che afferma jorek è un assoluto.