Salve.
Inizio questo "nuovo" argomento perchè da un pò ne avevo l'intenzione, posso portare testimoni che si tratta di pura casualità se esce in quasi contemporanea con quello di Animus.
Premetto che non sono un gran conoscitore della filosofia occidentale, potrei forse essere più ferrato su quella orientale, in particolare sul Taoismo, ma tantè. (se prenderò qualche strafalcione non mi offenderò se mi si corregge). Presenterò un quadro molto schematico, in pratica espongo in breve un pò di quello che penso di aver capito. Riflessioni a voce alta.
La filosofia occidentale non mi appassiona più di tanto: la trovo molto ostica, complicata a volte più del taoismo (che pure nn scherza), ma allo stesso tempo troppo spesso è troppo frammentata ed è pensiero circolare, ovvero non parte da A con l'intenzione di arrivare a B, ma gira in circolo senza apparente scopo, a volte (spesso) si avvita su sè stessa, si consuma sino al torsolo e scompare dall'universo della logica razionale, per immergersi in quello della fantasticheria e a volte pure in quello del delirio.
Ok, detto questo, si deve prima capire che cappero è 'sta cacchio di filosofia.
La filosofia occidentale nasce in Grecia, diversi secoli prima di Cristo, ovvero molto tempo fa. Perchè nasca lì, non lo so.
Nasce in un periodo in cui non c'erano le conoscenze scientifiche di oggi, ovviamente. La filosofia era esercizio del pensiero in un momento in cui probabilmente ci si arrabattava per nn morire giovani, di fame, di malattie o di guerre. Non c'era molto tempo per pensare ai massimi sistemi. Pensarci però non era cosa inutile, visto che permetteva all'umanità di evolversi. Se nessuno mai pensa, nessuno mai si evolve.
Si conoscevano poche cose, e i filosofi cercavano di ampliare le conoscenze, pensando. Le pensate riguardavano diversi argomenti, dal problema dell'esistenza (chi siamo, cosa cerchiamo, che scopo abbiamo, etc. ) ai fenomeni fisici (naturali), alla composizione della materia, eccetera, eccetera.
Noi ora concentriamoci sui problemi dell'esistenza, in primis.
I filosofi greci iniziarono a coniare dei nuovi termini ed a pensare dei concetti, ad esempio si parlò di quello che interessa all'uomo per vivere decentemente da soli e in società (a prescindere da scienza e tecnologia che erano agli albori), e si ragionò di quello che sembrarono le colonne portanti: ad esempio l'etica, la morale, il phatos, il logos, la polis.
La polis era semplicemente il pensiero secondo cui ogni abitante deve fare la sua parte per la società, cioè l'abitante non è un singolo, ma è egli stesso
la città.
Già da queste premesse si capisce che la filosofia che aveva maggior successo era quella che inseguiva uno scopo ben preciso: far vivere meglio l'uomo, (cioè la ricerca del
bene), ma uomo inteso non solo come singolo, ma anche e soprattutto come facente parte di un gruppo.
Il logos era l'esercizio della logica e della ragione. Si distingue così dalle altre due "sfere" della mente umana: etica (ethos) e Pathos.
La morale altro non è che una conseguenza più o meno diretta dell'etica. Poi magari mi sbaglio, ma se si sbagliavano pure i folosofi greci, posso sbagliarmi anch'io.
Il pathos è la sfera emotiva, quella che attiene ai sensi ed anche alla irrazionalità.
Il venditore d'automobiliAttilio (detto Tilio) lavora da sempre presso un rivenditore d'automobili. E' un tipo intelligente ed appassionato, ha fatto pure i corsi di comunicazione e vendita, li ha fatti da un bravo istruttore.
Costui gli ha insegnato che, se vuole vendere e tenersi buoni i clienti, deve soddisfare in questi ultimi le tre sfere della mente umana: l'etica, l'emotività (il pathos) e il logos.
Un giorno entra un cliente nuovo, (tale Giorgio B.), gli dice che vuole un'auto nuova perchè quella vecchia
"è' una euro1" e non la fanno più circolare per via delle nuove norme sull'inquinamento.
"peccato", dice,
"perchè andava ancora bene e consumava poco, e da quel che mi diceva il meccanico emetteva proprio poco inquinamento. Io ci tengo anche a questa questione, ci tengo ad inquinare poco. Sono un pò ecologista. Mi piacerebbe un'auto non grande, la uso quasi solo in città; di colore sul verde o blu. Meglio blu. ...per quanto anche un'auto grande non mi dispiacerebbe, però... mah, vediamo un pò..."Tilio ha inquadrato il soggetto: sa cosa deve fare. In primis si ricorda di quel che gli disse il suo istruttore .
Tilio esclude a priori l'auto grande e gli presenta un'automobile medio-piccola, di colore blu, di cilindrata medio-bassa e con bassi consumi e basso impatto ambientale.
Nel far questo, Tilio sa che molto semplicemente soddisfa i tre requisiti: quell'auto inquina poco, (ethos), è di colore blu (pathos), non ingombra troppo ed è facile da parcheggiare (logos).
Il cliente sarà probabilmente soddisfatto. Se gli avesse proposto un'auto grande e bella, probabilmente l'avrebbe venduta lo stesso, ma delle tre sfere ne avrebbe soddisfatta solo una (il pathos, l'emotività), mentre avrebbe violato le altre due. ...Per cui il cliente avrebbe forse acquistato ugualmente, (spendendo più soldi) ma non sarebbe stato mai molto felice del suo acquisto.
In quest'ultimo caso, Tilio sarebbe stato un buon imbonitore, ma non un buon venditore. La differenza tra un buon negoziante di prodotti erboristici ed una Wanna Marchi.
Etica e moraleIl cliente Giorgio aveva un'etica: pensa che il mondo debba essere inquinato il meno possibile. Etica presumibilmente studiata a tavolino; Giorgio ci avrà riflettuto ed avrà pensato che è una buona cosa, la cosa più giusta.
Da questa Tilio ha dedotto la morale del proprio cliente: egli ritiene immorale inquinare più di quanto sia necessario, ma ritiene sostenibile (morale) inquinare il minimo necessario.
1-Chi pensa che la vita sia un bene da tutelare sempre e comunque, per il bene proprio e degli altri (etica), sarà contro l'eutanasia, e la riterrà immorale; chi ritiene che la vita inizi col concepimento, ( etica), riterrà immorale l'aborto, eccetera.
2-Al contrario chi ritiene che la vita sia un bene solo quando vissuta bene, riterrà morale l'eutanasia ed immorale l'accanimento terapeutico. Chi ritiene che la vita inizi con la nascita e non col concepimento, riterrà morale l'aborto ed immorale costringere la donna a portare a compimento la gravidanza.
Entrambe possono chiamarsi "etica", per me quello che cambia è il ragionamento che forma la prima e la seconda.
E' necessario però precisare che i ragionamenti che portano ad es. a scegliere l'etica 1 o la 2, possono anche essere molto diversi da quelli descritti; ad es. una femminista dirà che va bene l'aborto, magari solo perchè
"ci tiene alla sua libertà"E qui si inizia a sfiorare il tema del relativismo.
Alla prossima puntata.