Autore Topic: Delio Rossi vero uomo  (Letto 772 volte)

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Offline Giuseppe83

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Delio Rossi vero uomo
« il: Maggio 04, 2012, 14:30:24 pm »
"Ringrazio la famiglia Della Valle che mi ha dato la possibilità di vivere questa avventura. Chiedo scusa alla città, ai giocatori, alla società e all’Aic.

 
Ma quanti perbenisti e falsi moralisti ho visto in questa vicenda". Delio Rossi, licenziato dalla Fiorentina dopo la rissa con il giocatore Adem Liajic (guarda il video), si presenta in conferenza stampa a testa alta. Chiede scusa, ma pone dei paletti: "Chiedo rispetto per la mia persona, il mio lavoro, la squadra che alleno e la mia famiglia. Io ho sbagliato e mi scuso con la città di Firenze. Ho pagato e pagherò. Ma su queste cose non transigo".

Tutto nasce da un ironico e provocatorio applauso di Liajic. Un applauso di troppo  accompagnato da parole altrettanto non gradite: secondo fonti vicine alla Fiorentina, il calciatore avrebbe, infatti, insultato la famiglia del tecnico. Rossi si è subito lanciato su Adem Liajic afferrandolo col braccio sinistro e colpendolo ripetutamente al volto finché alcuni collaboratori lo hanno allontanato. Un accesso d'ira, appunto. "Il mio è stato un gesto deprecabile ma umanamente comprensibile", ha detto Rossi al termine della conferenza stampa di questa mattina. L'ex allenatore della Fiorentina non ha voluto rispondere alle domande dei giornalisti: "Ci sarà modo in futuro di tornare sull’episodio".

"Da mercenari circondato, uomo vero ti sei dimostrato". Firmato Curva Fiesole 1926. Questo lo striscione affisso dai tifosi della curva Fiesole sui cancelli dello stadio Franchi poco prima dell'inizio della conferenza stampa d’addio del tecnico. Sullo striscione è apparsa anche una mano disegnata dagli stessi tifosi con un cartellino viola. Durante la conferenza stampa, Rossi ha tuttavia chiesto ai tifosi di "stare vicino alla squadra ed ai Della Valle per gli ultimi 180 minuti di campionato" dal momento che "la nave è quasi in porto", riferendosi alla salvezza che la squadra deve ancora conquistare.


LA FIORENTINA LOTTA PER NON RETROCEDERE, UN CALCIATORE (CHE GUADAGNA CENTINAIA DI MIGLIAIA DI EURO) GIOCA CON INDOLENZA, VIENE SOSTITUITO E SI PERMETTE ANCHE DI INSULTARE L'ALLENATORE. DELIO ROSSI HA FATTO BENE HA REAGIRE IN QUEL MODO E LA SOCIETA' AVREBBE DOVUTO SEGUIRE LE INDICAZIONI DEI TIFOSI E SBARAZZARSI DI QUELLA LARVA. QUESTI VIZIATISSIMI AVREBBERO PROPRIO BISOGNO DI UNA BELLA LEZIONE OGNI TANTO.

Offline skorpion72

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Re: Delio Rossi vero uomo
« Risposta #1 il: Maggio 04, 2012, 14:40:15 pm »
Sono assolutamente d'accordo, non solo ha ripetutamente assunto atteggiamenti irrispettosi e provocatori in maniera plateale, ma sembra che abbia detto cose che non doveva dire.
Semmai si può dire a Rossi di essere stato un po' ingenuo e magari avrebbe potuto suonargliele negli spogliatoi, come già in passato è accaduto ad altri allenatori, anche di quelli dall'aria molto serafica.
I discorsi delle femministe fanno sempre molto "rumore"...il problema è che puzzano anche da morire

Offline Peter Bark

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Re: Delio Rossi vero uomo
« Risposta #2 il: Maggio 04, 2012, 18:22:02 pm »
da quanto ho capito il giocatore non era la prima volta che si rivolgeva male all'allenatore.che magnifica scazzottata...

Offline ilmarmocchio

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Re: Delio Rossi vero uomo
« Risposta #3 il: Maggio 04, 2012, 23:14:22 pm »
pare che il giocatore gli abbia detto : "  sei più handicappato di tuo figlio ".
Beh, se è così, se l'è cercata

Online Cassiodoro

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Re: Delio Rossi vero uomo
« Risposta #4 il: Maggio 08, 2012, 11:23:35 am »
http://www.massimofini.it/articoli/delio-elogio-del-cazzotto-una-tantum

Delio, elogio del cazzotto "una tantum"
Perchè tutti ( o quasi) noi maschi abbiamo tifato per Delio Rossi, l'allenatore della Fiorentina che, irriso e sbeffeggiato dal giocatore Adem Liajic, appena sostituito, gli si è gettato addosso colpendolo con tre o quattro cazzotti ben assestati? Perchè, in questo mondo femmineo, abbiamo visto, finalmente, una reazione virile. Ci voleva del coraggio a 52 anni suonati, al limite dell'infarto, per battersi con un ragazzo di vent'anni, un atleta nel pieno della sua forza, per di più serbo, e suonargliele. Con quell'atto Rossi ha perso, forse, la sua autorità di allenatore, ma ha riguadagnato la sua dignità di uomo.
 
Naturalmente a livello ufficiale e istituzionale c'è stata l'esecrazione generale per Delio Rossi, così come era avvento quando un passante aveva mollato un cazzotto al quarantenne Daniele Capezzone, che invece di restituirglielo era andato a 'chiagne' da mammà.
 
In Italia si può fare di tutto, farsi pagare la metà della casa, avere frequentazioni mafiose, grassare denaro pubblico, e rimanere all'onore del mondo, ma se uno, preso da comprensibile ira, sferra un cazzotto è irrimediabilmente out.
 
Il benessere, insieme a suo figlio il 'politically correct', ha compresso innaturalmente tutti i nostri istinti fra cui c'è anche l'aggressività. E un quantum di aggressività è invece necessario perchè fa parte della vitalità. Il nostro atteggiamento tremebondo di fronte agli immigrati deriva proprio da questo: che loro sono vitali, noi non più. Qualche tempo fa mi è capitato di assistere in corso Buenos Aires, una grande strada commerciale di Milano, a questa scena. Due giovani italiani, un ragazzo e una ragazza sui tren'anni, hanno incrociato un albanese che ha squadrato dalla testa ai piedi, con insistenza, la donna, in un modo oggettivamente offensivo. Il ragazzo si è permesso di dire qualcosa all'albanese che lo ha ripagato con un tremendo ceffone. E il ragazzo, tenendosi la guancia: “Ma no, parliamone...”. Parliamone? Doveva riempirlo di botte.
 
Questo verboten assoluto alla aggressività fisica ha poi un'altra, e più grave, conseguenza. A furia di essere scomunicata l'aggressività, come una molla troppo compressa finisce per esplodere, di colpo e d'improvviso, nelle forme più mostruose: l'automobilista che, armatosi di cacciavite, uccide per un sorpasso o la serie infinita dei feroci delitti delle 'villette a schiera' come li definisce Guiso Ceronetti e di cui son piene le cronache. Tutto procede secondo la norma nelle 'villetta a schiera', non c'è polvere, non c'è calcare nelle lavatrici, lei prende 'activia' per 'aiutare la sua naturale regolarità', ai bambini, dio guardi, non si può dare nemmeno uno scapaccione. Ma viene il momento in cui questo ordine diventa insopportabile e precipita nel più sanguinario disordine. Non si può e non si deve pretendere, come vuole l'astrattezza illuminista, di eliminare totalmente l'aggressività umana, oggi espulsa anche dal mondo del calcio che, nel suo significato più profondo, è una metafora della guerra (adesso la Tv spia anche il labiale per punire un giocatore che, preso un tremendo pestone, si è lasciato andare a una sacrosanta bestemmia).

Come sapevano gli antichi l'aggressività non va eliminata, ma incanalata in modo da essere controllabile cosicchè non superi il livello di guardia. I neri africani, come ho raccontato nel Battibecco di ieri, ricorrevano alla festa orgiastica e alla guerra ritualizzata. Noi occidentali non possiamo più fare la guerra, né vera né finta ( la deleghiamo alle macchine e ai robot), abbiamo perso la passione nazionale e quella delle ideologie, viviamo di numeri e fra i numeri, Iban, Cin, Pin, Cellulari, i-phone, i-pad, insomma nel mondo virtuale. Che ci resta? Un vecchio sano, caro cazzotto, una tantum, può essere uno sfogo salutare per evitare guai peggiori. Per me Delio Rossi è un'icona. Un Mito.
 
Massimo Fini
 
Il Fatto Quotidiano, 6 maggio 2012
"Sì, sull’orlo del baratro ha capito la cosa più importante" - "Ah sì? E cosa ha capito?" - "Che vola solo chi osa farlo"