Sono semrpe stato convinto che sono molto di più gli uomini ad amare le donne che non viceversa, ho sempre pensato che le donne si sentano intoccabili e guai a te se tu dici loro mezza cosa, mentre loro sono libere di vomitare tutto quello che vogliono e godono di immunità.
Un'idea di che cosa pensano le donne degli uomini l'ho trovata in un interessantissimo post su Internet, e mi permetto di "fregarglielo", il post lo trovate a questo indirizzo
http://saigon2k.altervista.org/2011/01/misandria-e-castrati-mentali/ e si intitola "Misandria e castrati mentali"
Alcune settimane fa una mia carissima e intelligentissima amica, molto vicina alle nostre posizioni, che nella vita fa la psicologa, ha organizzato una specie di gioco relazionale presso la stessa associazione dove c’è stata quella riunione fra uomini di cui vi ho messo al corrente e di cui vi parlerò in seguito.
Il gioco consisteva in questo. Gli uomini dovevano scrivere, rimanendo nell’anonimato, una seri e di aggettivi per descrivere il “femminile”; altrettanto dovevano fare le donne, a parti invertite.
La finalità era capire il tasso di pregiudizio presente sia nelle donne che negli uomini nei confronti dell’altro sesso.
L’aggettivo più “negativo che i maschi hanno espresso nei riguardi delle femmine è stato “imprevedibili”. Il più positivo è stato “meravigliose”. Fra questi due più o meno tutta una serie di luoghi comuni abbastanza scontati: irrazionali, sensuali, erotiche, e via discorrendo.
L’aggettivo più positivo delle donne nei confronti degli uomini è stato: banali. Gli altri non ve li sto neanche a raccontare e ve li lascio immaginare. Sono certo che con un piccolissimo sforzo ci arrivate da soli…
Al top quindi della “benevolenza” c’erano “meravigliose” da una parte e “banali” dall’altra.
Dopo di ciò si apre il confronto (si fa per dire perché è stato un monologo femminile). Il senso era più o meno questo: ”Noi siamo evolute, voi non riuscite a stare al nostro passo, siete del tutto inadeguati, siete inferiori a livello intellettivo (parole testuali di una delle donne presenti, la più aggressiva),privi di interessi culturali, “pensate sempre a quella cosa”, siete incapaci di tutto ecc. (non vale neanche la pena di proseguire perché questo è il senso)”.
Dall’altra parte totale passività, neanche un accenno ad un timido balbettio di risposta.
Io ero volutamente spettatore in tutto ciò e presentato dal presidente dell’associazione come il fondatore di un’associazione che si occupa di queste questioni ecc.
Avrei preferito restare in questo ruolo di osservatore ma non ce l’ho fatta. Ho cercato quindi di stimolare i maschi presenti ad una reazione (se l’avessi fatto io era scontato e non era quello il senso dell’incontro), cercando di far leva se non altro sul loro amor proprio. “Vi stanno massacrando – ho detto – avrete pur qualcosa da dire”.
A quel punto ci sono state due sole reazioni tra circa la decina di uomini presenti. Uno è in effetti intervenuto (gli ho quasi messo un peperoncino nel culo per farlo parlare…) per sostenere che il femminismo è stato un bluff e che le donne continuano in realtà a vivere secondo le logiche con cui hanno sempre vissuto. Stava rispondendo ad una di quelle che sosteneva che la parità ci vuole per quanto riguarda i i diritti civili, sociali, , la sfera economica, del lavoro, politica e quant’altro ma che per quanto concerne la sfera privata “l’”omo” ha da esse’ “omo” e la “donna ha da esse’ donna” (hai capito che “furbacchiona”…), invitando pubblicamente un’altra donna presente “a non darla mai la prima sera che esce con qualcuno e neanche la seconda perché i maschi se la DEVONO sudare”. Questo esemplare di evoluzione femminile è peraltro un’ iscritta al Partito Democratico…
In quel momento, con tutta la buona volontà, non ho potuto fare a meno di risponderle. E così fra lei e il sottoscritto è scoppiata una inevitabile polemica, anche perché non mi sono trattenuto a quel punto dal dirle “Sei una troglodita – (quando “ce vò, ce vò” (“quando ci vuole, ci vuole) si dice a Roma) – e questi sarebbero i risultati dell’evoluzione femminista, complimenti. Parità quando vi conviene in un senso e mantenimento dei vecchi privilegi quando vi conviene in un altro”.
A quel punto scatta inevitabile (e ormai da me ampiamente prevista) la reazione di un “macho tradizionale” (non un “maschio pentito”, che è una specie diversa, questi ultimi sono di “sinistra”, i primi di “destra”).
Si alza di scatto, rosso in volto come una bottiglia di Barbera e mi urla contro:” Stai rompendo i coglioni con una marea di stronzate, falla finita ecc. ecc.”.
Il tizio era un uomo di circa 65 anni, anche se ben portati, per me del tutto innocuo, e naturalmente ho lasciato correre. Il suo messaggio in codice era:”Vi difendo io dall’Orco, scegliete me che vi proteggo, non dategli retta, vi difendo io dal drago”. Ovviamente, al di là dei contenuti della discussione, sono scattate in lui, in quel contesto, le solite dinamiche competitive che esplodono nella testa dei maschi non evoluti quando ci sono di mezzo delle femmine. Il tizio è stato peraltro anche un po’ patetico, a mio parere, perché ha scelto di misurarsi con un uomo molto più giovane di lui, su un terreno di competizione tradizionale che lo avrebbe visto inevitabilmente soccombere. Molto probabilmente intuiva o sapeva che non ci sarebbero state reazioni (per ovvie ragioni) da parte del sottoscritto. Io l’ho lasciato sfogare in attesa che sbollisse la rabbia e che terminasse la sceneggiata.
Posso però assicurarvi che ogniqualvolta mi trovo ad affrontare queste discussioni in contesti pubblici le reazioni più veementi e talvolta anche violente sono proprio quelle degli uomini. C’è da riflettere…
Ciò detto, questa è la situazione. Naturalmente non può essere una riunione di una ventina di persone, sia uomini che donne, a costituire un campione esatto. Tuttavia credo che possa comunque costituire un utile indicatore.
Dopo una raffica di insulti e derisioni,escludendo il sottoscritto che non sarebbe neanche dovuto intervenire, otto uomini su dieci sono rimasti silenti, uno solo è riuscito a balbettare qualcosa di critico nei confronti delle donne e un altro ha giocato la parte del macho e del cavalier servente.
Mi pare di poter dire che questa è la situazione. C’è ancor più da riflettere…
di F.Marchi
Che dire? Assolutamente eloquente e condivisibile, l'unica cosa che biasimo è che, nel punto più eloquente, che ho evidenziato in grassetto non ha voluto riportare quelli che sono gli epiteti rivolti dalle donne quando esprimono la loro opinione sugli uomini, invitandoci a "immaginarceli da soli". Eh no caro Fabrizio, è proprio quì che ti sbagli! Tu li dovevi riportare eccome, bisogna dire quello che, coloro che stanno sempre a piagnucolare e a fare le vittime sono capaci di dire, fare e pensare! Dobbiamo dirle chiaramente e non dire alla gente "te li puoi immaginare", ma immaginare che? Quì c'è una bilancia che va raddrizzata, dove in un piatto ci sono centinaia e migliaia di rivendicazioni e piagnistei, e dall'altra parte ci siamo noi, che con questo vizio di voler fare gli eroi, quelli con le spalle immense e "gli uomini che non devono chiedere mai", che abbiamo lasciato il piatto vuoto, e che ora dobbiamo rimboccarci le maniche e riempirlo.
Caro Fabrizio, spero che tu legga questo post, e che tu possa metterci a conoscenza delle, immagino, volgarità triviali che le donne pensano quando si riferiscono agli uomini in generale, se vuoi sconfiggere la misandria, e portarla nel linguaggio comune, come lo è già la misoginia, se invitiamo sempre le persone a "immaginare" allora non ce la faremo mai!