Autore Topic: Boicottiamo i prodotti in rosa. Via questo stereotipo femminile  (Letto 1637 volte)

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Offline adangwin

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Boicottiamo i prodotti in rosa. Via questo stereotipo femminile
« il: Dicembre 08, 2009, 14:31:58 pm »
http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/esteri/colore-rosa-gb/colore-rosa-gb/colore-rosa-gb.html

In Gb l'associazione PinkStinks invita a non compreare giochi, abiti, libri con il colore destinato a bambine e ragazze
"Boicottiamo i prodotti in rosa. Via questo stereotipo femminile"
E il sottosegretario alla Giustizia dà il suo sostegno alla campagna
di BENEDETTA PERILLI

TEMPI duri per Barbie e compagnia. Almeno nel Regno Unito. L'associazione PinkStinks ha avviato in occasione del Natale una campagna anti pinkification, ovvero anti "rosizzazione", che prevede il boicottaggio di tutti i prodotti rosa - giochi, abiti, libri - destinati a bambine e ragazze. Un colore che, secondo l'associazione, andrebbe aldilà del suo valore cromatico e negli anni si sarebbe caricato di uno stereotipo di genere nocivo al sesso femminile. A sostenere questa campagna è scesa in campo anche Bridget Prentice, sottosegretario alla giustizia inglese, spiegando che "non bisogna incanalare le ragazze nella cultura del bello ma dare loro aspirazioni, stimolarle a realizzare il loro potenziale senza ricadere nei vecchi modelli". Generazioni di fanciulle cresciute in camerette rosa, vestite con abiti confetto, divertite con bambole pastello, che hanno sognato almeno una volta di aspettare in un fiabesco vestitone rosa un principe - naturalmente azzurro - si sono schierate contro la campagna aprendo un dibattito nazionale sulla cultura del rosa.

"Io non sono una principessa", con questo motto l'associazione Pinkstinks formata dalle sorelle Abi Moore, ex giornalista della Cnn, e Emma Moore, amministratrice di una società di assistenza all'infanzia, ha dato il via alla "guerra" al rosa. Dedicato a genitori ed educatori, il progetto cerca supporto, promuove il dibattito e infine anche la mobilitazione al fine di influenzare il mercato e i media sull'importanza di nuovi modelli di genere da somministrare alle ragazze. E su Facebook sono oltre tremila i sostenitori della campagna. Basta con le Paris Hilton tutte imbellettate, con le attrici che sognano di sposare i calciatori, con le donne ossessionate dalla taglia 40 e dall'alimentazione. Che fine hanno fatto le ragazze maschiaccio?

I nuovi modelli forniti dalla società sarebbero secondo PinkStinks motivo di scarsa autostima per le donne. E l'allarme è reale: nel Regno Unito, secondo un sondaggio Mintel, il 60% delle bambine tra i 7 e i 10 anni utilizza il lucidalabbra, più del 40% fa uso dell'ombretto o dell'eye liner, il 25% del mascara e il 60% del profumo. Per il 73% delle adolescenti tra i 15 e i 17 anni sono l'aspetto fisico e il peso, e non le capacità, i reali motivi di preoccupazione. E non finisce qui: per gli studenti delle scuole primarie e secondarie sono David e Victoria Beckham i modelli ai quali aspirare, il 32% delle ragazze dichiara di ispirarsi a Paris Hilton nel look e per tutti il sogno da raggiungere è quello di diventare famosi.

Per fare la differenza, anche se sembra impossibile, questo Natale l'associazione PinkStinks chiama a rapporto i genitori e chiede, dalle pagine del proprio blog, di astenersi dall'acquisto di regali che promuovono una stereotipo di genere sbagliato. I giochi, in virtù dell'importanza che rivestono nella formazione dei più piccoli, non dovrebbero essere divisi per genere, ma promossi per la loro capacità di stimolare. E in particolare le due sorelle Moore se la prendono con l'Early Learning Center, una nota catena britannica che si occupa di vendita di giochi per i più piccoli, colpevole di proporsi ai genitori come un centro di educazione per i loro figli. "Vendendo giochi che promuovono sui bambini un'idea limitata e sbagliata di cosa significhi essere una ragazza o un ragazzo - spiegano Abi e Emma Moore sul sito - la catena non si impegna a rispettare la promessa fatta alle famiglie".

E in fondo, quel mondo fatto di bambine passive che giocano con le bambole e bambini attivi che si divertono con il pallone, non piace neanche ai ragazzi. La dimostrazione arriva dalla progressista Svezia dove un gruppo di studenti tredicenni, guidati dal piccolo Philipe Johansson, è riuscito a far cambiare il catalogo di Natale della catena di giochi Toy 'R 'Us accusando l'azienda di promuovere un'idea dei giovani che non corrisponde alla realtà. Lo Swedish Advertising Ombudsman, autorità svedese che si occupa del controllo etico della comunicazione, ha riconosciuto il catalogo discriminante e la compagnia è stata richiamata pubblicamente.

Online fabriziopiludu

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Re: Boicottiamo i prodotti in rosa. Via questo stereotipo femminile
« Risposta #1 il: Dicembre 11, 2009, 18:40:38 pm »
Quando ero bambino, la vicina di casa mi voleva regalare una brrrrutta bambola di lana, fatta, da lei, a mano.
Io ho rifiutato senza indugio.

Offline Giulia

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Re: Boicottiamo i prodotti in rosa. Via questo stereotipo femminile
« Risposta #2 il: Dicembre 11, 2009, 22:39:34 pm »
Quando ero bambino, la vicina di casa mi voleva regalare una brrrrutta bambola di lana, fatta, da lei, a mano.
Io ho rifiutato senza indugio.
perché non hai senso pratico... ci potevi fare la tua bambolina voodoo.