In realtà Marx ha avuto ragione solo sulla "pars destruens" (a Cosmos piace chiamarla così) della
sua impostazione e della sua analisi: IL processo di concentrazione della ricchezza in mano a pochi
la polarizzazione della società in due poli (superricchi da una parte, gente che stenta a campare e
ad arrivare a fine mese dall'altra) il tutto grazie alla globalizzazione, ai debiti sovrani che obbligano
i paesi coinvolti a cura da cavallo (alle quali la gente comincia già a stufarsi) e al trasferimento ad
Est e altrove dell'apparato produttivo e manufatturiero. Si assiste cioè alla "terzomondizzazione"
dell'Occidente, fenomeno che ha infatti preoccupato persino un conservatore come Luttwark.
Dove Marx ha toppato è stato nella "pars costruens", nella parte propositiva della sua analisi: egli
pensava che tutto sarebbe sfociato nella collettivizzazione dei mezzi di produzione mentre come
tutti hanno visto, questo esperimento ha fallito prima ancora del fallimento del capitalismo. Inoltre,
da bravo ebreo (gli ebrei nascono con la profezia nel sangue) preconizzò un periodo di utopistica
uguaglianza tra gli uomini durante il quale sarebbe stato abolito addirittura lo Stato (figuriamoci).
Non c'è alcun dubbio, però, che la sua pars destruens si stia drammaticamente realizzando.