In rilievo > Osservatorio sulla Misandria e sul Male-bashing

Movimento 5 Stelle, M5S = Maschilisti 5 Stelle?

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uranio:
Un bell'articolo di puro odio verso il genere maschile da parte di Cinzia Sciuto

http://temi.repubblica.it/micromega-online/grillini-giovani-e-maschi/

Alle recenti amministrative i candidati del Movimento 5 Stelle erano tutti maschi. Ma è sterile prendersela con chi fa le liste: il fatto che persino in una realtà che si pone l'obiettivo di un radicale rinnovamento della politica le donne siano assenti è un preoccupante segnale della graduale regressione della società italiana in tema di emancipazione femminile.

Il Movimento 5 Stelle può costituire un ottimo oggetto di analisi per capire che tipo di personale politico – potenziale futura classe dirigente del paese – è in grado di selezionare un movimento dichiaratamente fuori dai partiti tradizionali, e dunque sottratto alle logiche della “casta”. Alcuni tratti sono già stati sottolineati: la stragrande maggioranza degli attivisti (ai grillini non piace la parola militante) e la sostanziale totalità dei candidati del M5S sono giovani, di cultura medioalta, generalmente impegnati in attività lavorative legate ai nuovi media. Da questi primi, rozzi, elementi potremmo dedurne che un movimento di questo tipo – se mai riuscisse a varcare la soglia delle aule parlamentari – sarebbe davvero in grado di svecchiare l'attempata classe politica italiana (in ottima compagnia con il resto della classe dirigente del paese).

Ma c'è un'altra caratteristica che, mi pare, non è stata notata, e che pure è lampante: la totalità dei candidati sindaci del M5S alle ultime elezioni amministrative erano uomini. E quasi tutti gli eletti finora nei vari consigli comunali e regionali sono uomini. I volti più noti del movimento – al di là del suo leader carismatico, maschio anch'egli, comunque – sono uomini. La cosa mi pare molto indicativa di dove stia andando (o tornando?) la società italiana sul fronte dell'emancipazione femminile.

Va abbastanza di moda tra alcune donne stracciarsi le vesti ogniqualvolta in qualsiasi contesto non siano adeguatamente rappresentate le donne. Non c'è convegno, manifestazione, rivista, trasmissione televisiva (Fazio e Saviano inclusi) che non abbia sperimentato le aspre contestazioni di chi accusa organizzatori, autori, direttori ecc di non invitare donne, che pure meriterebbero di stare il quel consesso. Regnerebbe dunque una sorta di “complotto maschilista”, più o meno consapevole, per non dare adeguata rappresentazione alle donne. Secondo questa interpretazione le donne autorevoli e meritevoli nei vari ambiti ci sono già, solo che chi gestisce le leve del potere non vuole o non sa riconoscerle.

Questa ipotesi però non spiegherebbe la totale assenza di donne tra i candidati del M5S. Il movimento nasce come filiazione dai meetup di Grillo, che erano incontri spontanei di fan del comico genovese, che poi man mano si sono stabilizzati e in alcune realtà territoriali hanno dato vita alle liste elettorali. I candidati sono nati da lì, da quelle riunioni informali, nelle quali, immagino, non saranno mancate le donne. E allora perché nel “salto” alla candidatura sono letteralmente sparite? La mia ipotesi è che negli ultimi anni si sia verificata in Italia una lenta ma inesorabile regressione della vita delle donne nel privato. Complice la crisi economica, sempre più donne non lavorano o hanno lavori precari che rendono la gestione della propria vita un esercizio di equilibrismo e molte, sempre di più, smettono di lavorare quando diventano madri. E il nastro della storia si riavvolge, facendo tornare le donne tra le mura di casa.

È un fenomeno graduale, perciò molto difficile da cogliere guardando la realtà da vicino. Ma le statistiche lo confermano. Questo ritorno al privato travolge anche l'impegno politico: nel paese in cui mi sono trasferita da meno di un anno le donne in consiglio comunale appena eletto saranno 2 su 17. E alle elezioni comunali i consiglieri sono scelti con le preferenze. Se le donne che erano in lista – non moltissime a dir la verità – non sono state in grado di raccoglierle, forse è perché la donna in politica è ancora percepita come un corpo estraneo, e non solo dalla vecchia politica.

Il M5S sarebbe stato il luogo ideale per l'emergere di giovani donne lavoratrici impegnate in una esperienze politiche innovative. Se questo non si è verificato, la mia paura è che sia sintomo di una forte regressione, che è in atto da anni, tanto da poterne già vedere i frutti in un neonato movimento politico che si pone l'obiettivo di cambiare radicalmente la vecchia politica.

E forse non basta prendersela con chi – maschio di solito, ma non necessariamente – non saprebbe “valorizzare” le donne, dando loro visibilità e ruoli che meritano. Finché nell'organizzare un convegno, nello scrivere un programma, nel ragionare sul sommario di una rivista, ma anche nel preparare una lista elettorale saremo costretti a fare un scelta di genere, “sforzandoci” di trovare donne da inserire significa che c'è ancora una grande lavoro da fare prima.


Vi consiglio la lettura dell'articolo e dei commenti facebook, educativi. Se c'è ancora una donna che ritiene che il femminismo non sia odio del genere maschile, vuol dire che ha dei problemi cognitivi, oppure che è femminista.

ciao
Uranio

Massimo:
La cara Cinzia Sciuto ha dimenticato un elemento fondamentale nella sua analisi: il movimento 5
Stelle è un movimento "di rottura", contestatario, appunto "contro" un sistema nel quale le donne
vogliono inserirsi. In genere le donne non sono attratte da partiti e movimenti embrionali che non
offrono loro poteri, poltrone e offrono invece solo rogne, impegni e lavoro duro. Prima di aderirvi,
aspettano di vedere come va a finire. Poi, quando vedono che la cosa funziona, ci si infilano o
cercano di infilarvisi. Prima stanno a guardare, poi arrivano loro, a vittoria ottenuta. Non è un caso che le rivoluzioni le fanno e le hanno sempre fatte i maschi. Le donne? Sono reazionarie, non
rivoluzionarie. A loro interessa entrare a tutto campo in un sistema già esistente o funzionante e
non crearne uno nuovo. Ci pensino i maschi a creare alternative, rischiando. Ci pensino i maschi a
rischiare. Poi arriveranno loro, a cogliere i frutti delle fatiche maschili altrui. Per adesso Grillo non
merita ancora le "attenzioni" femminili: il suo movimento è embrionale e criticato da tutti. Poi, a
vittoria ottenuta le donne pretenderanno di esservi adeguatamente rappresentate altrimenti
tacceranno Grillo di "maschilismo". Essere comici va bene. Politici comici, anche. Maschilisti, no.

in vino veritas:
Io ho lasciato un mio commento.
Invito  tutti a fare lo stesso.

TheDarkSider:
Ho letto l'articolo, e a parte la solita visione femminista della realtà non ci ho trovato particolare misandria.
O almeno, non più del minimo sindacale che ci si può aspettare in una società nazifemminista come la nostra.

In realtà Cinzia Sciuto scrive che la responsabilità di questa ( presunta ) discriminazione antifemminile non è da imputare al fantomatico "complotto maschilista", non tutta almeno: la responsabilità è della crisi economica che spinge le donne a rinunciare all'attività pubblica perché hanno già troppo daffare per sopravvivere in quella privata.

Quasi un'assoluzione per noi uomini, insomma.
Questa volta, non siamo solo noi i responsabili del male delle donne.





 

Utente cancellato:
quoto massimo.

ci aggiungo solo  due cose:

1) che per un m5s "maschilista"   che va avanti,
ve ne sono tanti (di movimenti "maschilisti") che invece non sono stati e non saranno accettati dalla società
e gli uomini che vi hanno fatto parte avranno perso energie e tempo, magari saranno anche ridicolizzati.

2) che magari le giovani donne in gamba non si impegnano in politica perchè le vecchie megere isteriche  che vi stanno oggi non ispirano esempi positivi.

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