Autore Topic: linguistica femminista, con annessi lecchini  (Letto 4616 volte)

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Offline ugualitarioh

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Re: linguistica femminista, con annessi lecchini
« Risposta #15 il: Maggio 20, 2012, 14:19:33 pm »
Infatti, come dite voi, pure a me sembra tutta aria fritta! Una lingua è pura e semplice convenzione e chi dà eccessiva importanza a queste inezie, si vede che ha ben poco da fare nella vita! Come se un uomo, allora, dovesse lamentarsi del fatto che non esiste il maschile grammaticale di professioni (tra l'altro tipicamente maschili) tipo "guardia" o "sentinella", che sono di genere femminile: nessuno ci ha mai visto femminismo in ciò, pretendendo addirittura l'uso delle forme maschili di "guardio" o "sentinello" (ahahahah!), semplicemente perché il concetto rimane neutro (applicabile cioè ad ambo i sessi) indipendentemente dal reale genere grammaticale, che spesso è pura convenzione, proprio come nei nomi di animali di genere promiscuo (grammaticalmente al maschile o al femminile ma facenti riferimento ad entrambi i sessi), tipo zebra, giraffa, farfalla, formica (inesistenti le forme maschili di zebro, giraffo, farfallo ,formico, mentre chi non concorda al femminile un elefante o un rinoceronte, ad esempio, rispettivamente con elefantessa o rinocerontessa per indicare le femmine di tali specie, con quello squallido suffisso -essa che tra l'altro rende la parola più lunga e pesante, viene subito accusato di maschilismo grammaticale)! Pure l'uso del maschile plurale per concordare più elementi di vario genere è pura convenzione e non è certo segno di maschilismo, giacché tale concordanza viene fatta anche per esseri del tutto asessuati, tipo "mano e piede fratturati" o "sedia e tavolo restaurati" (mano, piede, sedia e tavolo non hanno sesso, e appartengono ciascuno a un determinato genere, maschile o femminile, per pura convenzione!)! Che dire allora di certe espressioni convenevoli in cui, in nome della squallida cavalleria pretesa dalle donne (femministe comprese), il genere femminile deve precedere quasi di rigore quello maschile (altrimenti si è automaticamente accusati di maschilismo e misoginia!), tipo: "Signore e Signori" ("Ladies and Gentlemen"), "Gentili telespettatrici e telespettatori", ecc...
« Ultima modifica: Maggio 20, 2012, 14:29:47 pm da ugualitarioh »

Offline Fazer

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Re: linguistica femminista, con annessi lecchini
« Risposta #16 il: Maggio 20, 2012, 14:37:37 pm »
Che dire allora di certe espressioni convenevoli in cui, in nome della squallida cavalleria pretesa dalle donne (femministe comprese), il genere femminile deve precedere quasi di rigore quello maschile (altrimenti si è automaticamente accusati di maschilismo e misoginia!), tipo: "Signore e Signori" ("Ladies and Gentlemen"), "Gentili telespettatrici e telespettatori", ecc...

Camusso, rivolgendosi ai lavoratori dell'edilizia: "lavoratrici e lavoratori"...  :unsure: :cool: :P 'ndo cazzo le abbia viste le lavoratrici sui ponteggi rimane un mistero...

Online Cassiodoro

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Re: linguistica femminista, con annessi lecchini
« Risposta #17 il: Maggio 20, 2012, 14:59:07 pm »
Camusso, rivolgendosi ai lavoratori dell'edilizia: "lavoratrici e lavoratori"...  :unsure: :cool: :P 'ndo cazzo le abbia viste le lavoratrici sui ponteggi rimane un mistero...
.... le donne in edilizia sono quelle che tengono la contabilità e compilano i documenti di trasporto....... generalmente in uffici caldi di inverno e con l'aria condizionata d'estate, con una scrivania, poltroncina  e computer ergonomici......  ultimamente ho visto qualche architetto femmina, che dirigeva i lavori.....

Le donne sui ponteggi con i mattoni ed il cemento in mano le ho viste in Russia al tempo dell'URSS......
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Offline ugualitarioh

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Re: linguistica femminista, con annessi lecchini
« Risposta #18 il: Maggio 20, 2012, 17:15:59 pm »
La stessa cavalleria, tra l'altro, tutt'altro che maschilista bensì fortemente femminista, che ha sempre privilegiato il gentil sesso anche nel rapporto coniugale! Checché ne dicano certe femministoidi, in Italia una donna non è affatto tenuta a portare il cognome del marito, potendo tranquillamente mantenere quello da nubile (che nei paesi iberici, ad esempio, trasmette ai figli accanto a quello paterno, avendo entrambi pari importanza, giustamente), specie nei documenti ufficiali: tuttavia la scelta personalissima di molte donne sposate con uomini di potere è quella di appropriarsi deliberatamente (per non dire "parassitariamente") del cognome del marito importante ed influente, per aumentare il proprio personale prestigio; fatto sta infatti che la moglie di un sovrano è anch'essa regina (mentre il marito di una sovrana regnante non assume affatto il titolo di "re", bensì quello ridicolo di "principe consorte", di importanza del tutto marginale), la moglie di un presidente è la "first lady" o "prima dama" e spesso le viene data più enfasi che non al marito presidente (mentre il marito di una donna presidente non se lo caga proprio nessuno!), quasi a voler dimostrare a tutti i costi che dietro un grande uomo c'è sempre una donna (in primis la madre, che l'ha dato alla luce ma che mai sarebbe rimasta incinta senza il contributo paterno!), che in realtà è una "ladra" farabutta (gli epiteti si sprecherebbero, meglio che non mi esprima oltre!) che si attribuisce meriti che non ha, vivendo alle spalle di un uomo che ha sudato sette camicie per arrivare in alto nella società!

Offline Nemo90

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Re: linguistica femminista, con annessi lecchini
« Risposta #19 il: Maggio 20, 2012, 17:19:20 pm »
Sia detto di passata, comunque, che la lingua, e la lingua italiana in particolare, non ha leggi generali fisse e immutabili: quasi sempre sono convenzioni arbitrarie che ammettono infinite eccezioni e si basano più sull'eufonia ("suonare bene" in greco) che sulla grammatica codificata che spesso e volentieri viene ignorata o è assente.

Tanto per fare un esempio, finché D'Annunzio non l'ha reso femminile, lo automobile era legittimamente maschile (tra l'altro la spiegazione del Vate al senatore Agnelli può interessarvi: "L’automobile è femminile. Questa ha la grazia, la snellezza, la vivacità di una seduttrice, ma per contro, delle donne, ha la disinvolta levità nel superare ogni scabrezza…"), come del resto è ancora maschile l'aeromobile perché maschile è il sostantivo "mobile" (ciò che si muove).

Soprattutto, l'Accademia della Crusca non regolamenta la lingua (che è fatta, lo ripeto, dall'uso quotidiano), ma la studia. Le sue pronunce non sono l'equivalente linguistico delle sentenze di un tribunale ma delle semplici opinioni accademiche, autorevoli ma non vincolanti.
Può anche sostenere che sia sindaco/sindaca, medico/medica e soldato/soldata come anni or sono fece invano punto d'onore nel combattere l'uso dei pronomi personali complemento di terza persona (lui, lei, loro) al posto dei soggetto (egli, ella, essi, esse), ma sarà ben altro a decretare se fra vent'anni eleggeremo una sindaca e ci faremo curare dalla medica come oggi diciamo "lui disse" e "loro sono andati".


Offline ugualitarioh

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Re: linguistica femminista, con annessi lecchini
« Risposta #20 il: Maggio 20, 2012, 17:42:19 pm »
Sia detto di passata, comunque, che la lingua, e la lingua italiana in particolare, non ha leggi generali fisse e immutabili: quasi sempre sono convenzioni arbitrarie che ammettono infinite eccezioni e si basano più sull'eufonia ("suonare bene" in greco) che sulla grammatica codificata che spesso e volentieri viene ignorata o è assente.

Tanto per fare un esempio, finché D'Annunzio non l'ha reso femminile, lo automobile era legittimamente maschile (tra l'altro la spiegazione del Vate al senatore Agnelli può interessarvi: "L’automobile è femminile. Questa ha la grazia, la snellezza, la vivacità di una seduttrice, ma per contro, delle donne, ha la disinvolta levità nel superare ogni scabrezza…"), come del resto è ancora maschile l'aeromobile perché maschile è il sostantivo "mobile" (ciò che si muove).

Soprattutto, l'Accademia della Crusca non regolamenta la lingua (che è fatta, lo ripeto, dall'uso quotidiano), ma la studia. Le sue pronunce non sono l'equivalente linguistico delle sentenze di un tribunale ma delle semplici opinioni accademiche, autorevoli ma non vincolanti.
Può anche sostenere che sia sindaco/sindaca, medico/medica e soldato/soldata come anni or sono fece invano punto d'onore nel combattere l'uso dei pronomi personali complemento di terza persona (lui, lei, loro) al posto dei soggetto (egli, ella, essi, esse), ma sarà ben altro a decretare se fra vent'anni eleggeremo una sindaca e ci faremo curare dalla medica come oggi diciamo "lui disse" e "loro sono andati".



Esatto, convenzioni arbitrarie basate sull'eufonia ma soprattutto sul senso pratico! Nella concordanza al maschile plurale di più elementi di vario genere, ad esempio, non vi è affatto una mentalità maschilista, anzi, spesso lo scopo è quello di dare un individualismo e una singolarità unica al genere femminile, rendendo più neutro e insignificante quello maschile! Se uno dice "i miei amati figli", riferendosi sia a maschi che a femmine, lo fa semplicemente per ragioni pratiche, giacché sarebbe più lungo e pesante dire "i miei amati figli e le mie amate figlie": "figli" in tal caso ha valore neutro di "figliolanza" o "prole", proprio come l'inglese "children" o il francese "enfants"! mentre "figlie" ha significato esclusivo di figlie femmine, tanto che non è affatto necessario specificare il sesso esclusivamente femminile della prole, il che attribuisce alla donna un più forte individualismo, una maggiore specificità nonché un'implicita superiorità.....paradossalmente per le femministe che accusano la linguistica di maschilismo!!!

Offline Fazer

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Re: linguistica femminista, con annessi lecchini
« Risposta #21 il: Maggio 20, 2012, 18:48:20 pm »
...come del resto è ancora maschile l'aeromobile perché maschile è il sostantivo "mobile" (ciò che si muove)...

Zitto, Nemo, porco il mondo... :mad:
Se ti sentono sono capaci di inventarsi l'aerea e la velivola, 'ste dementi.
Mi trasformano l'F-4 Phantom in femmina... :cry: :cry: :cry:
Per non parlare della Space Shuttle... :D