Autore Topic: Della Responsabilità maschile  (Letto 9576 volte)

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Offline Animus

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Della Responsabilità maschile
« il: Maggio 22, 2012, 00:51:33 am »
Io non sento nessuna pietà per uno che uccide i figli, per me è solo un bastardo che non avrebbe dovuto nascere (ecco, l'aborto qui sarebbe servito).

Scusate, ma quello che vale per le donne in questo caso deve valere anche per gli "uomini".

La Terragni come al solito ha dato prova di capirci ben poco, dato che l'unico caso di empatia verso il maschile l'ha fatto sul caso sbagliato.

Ripeto, le donne e gli uomini devono mettersi in quella testa bacata che i loro figli non sono una loro proprietà.
Sono loro solo perché non sono degli altri. (ma non gli appartengono)
Spero capiate la differenza.
« Ultima modifica: Maggio 22, 2012, 14:10:43 pm da COSMOS1 »
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Offline yamamax

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Re: Come aiutare gli uomini
« Risposta #1 il: Maggio 22, 2012, 09:04:25 am »
Animus@: Ripeto, le donne e gli uomini devono mettersi in quella testa bacata che i loro figli non sono una loro proprietà.
Sono loro solo perché non sono degli altri. (ma non gli appartengono)
Spero capiate la differenza.


Parole sacrosante, l' errore di molti è quello di voler decidere e condizionare la vita dei propri figli ad oltranza.
Un' altra cosa da metterci in testa sarebbe quella di smettere di vergognarci se il nostro tenore di vita si abbassa a causa della crisi in atto, capire che gli spechi e le prospettive passate non potranno più esserci. Purtroppo ancora vedo gente in difficoltà economica che continuano a contrarre debiti per auto, moto, vacanze per "mantenere" un immagine di se ormai senza più una base, ancora uomini spinti e condizionati da chi gli sta accanto a fare passi troppo lunghi e insostenibili. Dobbiamo cambiare il nostro modo di essere, senza sentirci in colpa di nulla, tagliare ciò che non può esserci più lasciando perdere se qualcuno ti dice il contrario. Le persone andrebbero aiutate anche in questo senso .... smettendo di deridere e mancare di rispetto a chi si trova in difficoltà, in questo molte donne sono ancora decisamente indietro con il loro modo di valutare il proprio uomo solo da quello che ha e quello che potrebbe avere.

Offline beta

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Re: Come aiutare gli uomini
« Risposta #2 il: Maggio 22, 2012, 11:38:03 am »
Io non sento nessuna pietà per uno che uccide i figli, per me è solo un bastardo che non avrebbe dovuto nascere (ecco, l'aborto qui sarebbe servito).

Scusate, ma quello che vale per le donne in questo caso deve valere anche per gli "uomini".

La Terragni come al solito ha dato prova di capirci ben poco, dato che l'unico caso di empatia verso il maschile l'ha fatto sul caso sbagliato.

Ripeto, le donne e gli uomini devono mettersi in quella testa bacata che i loro figli non sono una loro proprietà.
Sono loro solo perché non sono degli altri. (ma non gli appartengono)
Spero capiate la differenza.


concordo.

Offline Stealth

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Re: Come aiutare gli uomini
« Risposta #3 il: Maggio 22, 2012, 14:00:50 pm »
Io non sento nessuna pietà per uno che uccide i figli, per me è solo un bastardo che non avrebbe dovuto nascere (ecco, l'aborto qui sarebbe servito).

Scusate, ma quello che vale per le donne in questo caso deve valere anche per gli "uomini".

Quoto al 100%!

Offline Stealth

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Re: Della Responsabilità maschile
« Risposta #4 il: Maggio 22, 2012, 14:22:27 pm »
Più che della responsabilità "maschile" io parlerei della responsabilità UMANA.

Offline Animus

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Re: Della Responsabilità maschile
« Risposta #5 il: Maggio 22, 2012, 15:19:08 pm »
Bravo Cosmos.
Infatti pensavo proprio al "di loro" non come possessività, ma come al principio di responsabilità [1]
Il problema sapete qual'è, che nella lingua, perché questa rispecchia una determinata concezione del mondo, questa differenza non esiste.

Non esiste la possibilità di concepire "il mio" che significa certamente che "non è tuo", di altri, ed in teoria dovrebbe significare solo questo, ma nel frattempo dovrebbe escluderne la possibilità di "proprietà", nel senso, visto che è mio, ne faccio ciò che voglio.

Non esiste. :cry:

Quando si cerca di spiegare concetti che non esistono al mondo si ha sempre l'impressione, o la paura, di non essere capiti.
Quindi lo ripeto con altre parole.

Esistono certamente le dicotomie (separazioni binarie), "io"/"altri", ad es.
Ora, devo usare una parola, o insieme di parole, per dire che "qualcosa" è in relazione con me, e solo con me (e dunque non lo è con gli altri).

Quest'insieme di parole è, guarda caso..."è il mio".
Ma come abbiamo appena detto, con queste parole di dovrebbe designare solo il fatto di esprimere una relazione tra me e l'altro (non lo chiamo oggetto intenzionalmente) e l'esclusione dell'altro, con ogni altro soggetto.
Punto.
Quel "è mio", non dovrebbe significare "ne posso fare quello che voglio perché è mio!".
Poi certamente ci deve essere un termine per specificare qualcosa sul quale posso farne quello che voglio (tipo buttarlo dalla finestra, distruggerlo), ma non deve essere uguale a quello che indica semplicemente che ha relazione con me  e non altri.

Quindi, dal mio punto di vista, se dico, "è la mia donna", non sto dicendo che ne ho la proprietà, e quindi ne posso fare quello che voglio tipo gonfiarla di botte,  ma sto dicendo in particolare che non è la donna di nessun altro.
Chiaro?

Poi esiste anche un altro caso, un'altra accezione dove "è mio" può significare "una differenza di relazione che l'altro ha con me e che non ha nessun altro di quella stessa categoria con me!", nel caso con "è la mia donna" vorrebbe dire che quella è l'unica donna (tra le donne) che è in relazione con me.

Nel primo caso pongo l'enfasi su di me, nell'altro....sull'altro.

Cmq, per concludere, sperando di aver illustrato tra l'altro anche la povertà della "lingua di Dante", e che i concetti possibili (ai quali sono associati inevitabilmente le visioni del mondo) superano di gran lunga le costrizioni grammaticali linguistiche (che infatti derivano da una determinata morale/concezione del mondo), arriviamo al significato di quella relazione che deve essere associata a "l'altro è in relazione con me".

Beh, è proprio ...responsabilità.

"E' mio figlio", significa, "io sono in relazione con lui (e non sono gli altri ad esserlo)", e questa relazione non è "il possesso" (così se mi fa girare le palle lo posso mettere pure il lavatrice), ma la responsabilità: "sono io che sono responsabile verso (non su) di lui".

Fiuu..che fatica.
 :D





1-http://it.wikipedia.org/wiki/Il_principio_responsabilit%C3%A0.
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Re: Della Responsabilità maschile
« Risposta #6 il: Maggio 22, 2012, 15:39:16 pm »
Ah, dimenticavo.
E' chiaro che questa è effettivamente una morale maschile, dato che, le femministe in particolare, e le donne in generale, non riescono a concepire il figlio se non come una proprietà.

Sulla base di questo principio di proprietà, in effetti si è fondata la storia dell'umanità con tutte le sovrastrutture che vi sono state costruite.

Certo, anche l'uomo ha sempre ritenuto "tutto il resto" una proprietà, è quello che dice la morale patriarcale (giudaica) , era suo solo perché poteva distruggerlo, ma non ci dimentichiamo che esiste un principio psicologico di "identificazione col carnefice" (o aggressore)[1], di fare ciò che si è subito, di trattare gli altri come si è stati trattati, e se si viene trattati come una proprietà, tratteremo tutti gli altri e tutto il resto .... come una proprietà.
Quindi è vero che il patriarcato, ma non ci dimentichiamo che il patriarcato succede al matriarcato (psichico), dove era consuetudine immolare il primogenito...maschio.
(da cui il cristianesimo....)

Quindi, da questo punto di vista, il patriarcato (nel quale ancora viviamo) è il degno figlio crudele del matriarcato primitivo.

Animus



1 -  Il meccanismo è già presente e attivo durante l'infanzia: Il bambino introietta alcuni dei caratteri dell'oggetto ansiogeno, assimilando così un'esperienza angosciante appena provata per trasformarsi da minacciato in minacciante. La Freud ritiene, inoltre, che tale meccanismo di difesa contribuisca in modo determinante alla formazione del Super-Io.

http://it.wikipedia.org/wiki/Identificazione_con_l%27aggressore
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Re: Della Responsabilità maschile
« Risposta #7 il: Maggio 22, 2012, 20:29:22 pm »
eppure dobbiamo domandarci se vale la pena sobbarcarci questo ulteriore peso

non lo so, forse è un momento di scoramento
io sono convinto che la strada più dura è la più giusta, ma a volte mi cascano le braccia

fasst è una FAS (che fantasia) dimostra di avere molti meno neuroni della figa siciliana (essì che neppure quest'ultima ne ha troppi  :hmm:)
 scrive così riguardo a questo:

Citazione
La soluzione è culturale ed economica e sta a monte dell’organizzazione della società, del welfare, del ripartire le responsabilità alle vite umane togliendo agli uomini l’impiccio del sentirsi inutili se non si è produttivi e se non si può portare il pane in casa e togliendo alle donne l’impiccio dei lavori di cura a favore di tutta la famiglia inclusi i doveri riproduttivi cui richiamerebbero i reazionari antiabortisti.

 :doh:

come si fa a banalizzare così? qualcuno scrisse una volta che "il suicidio è l'unico argomento serio"

abbiamo a che fare con un uomo il cui padre si è suicidato un anno fa: vogliamo domandarci se la figura del padre abbia qualche peso nell'equilibrio psicologico dei figli?
è disoccupato: forse anche perchè un uomo, bianco, di 41 anni, italiano, non rientra in nessuna categoria protetta, prima di lui assumono chiunque
la moglie è infermiera: possibile che non sia mai stata sfiorata dall'ipotesi che il marito avesse bisogno di un sostegno psicologico? o forse a lei pesava, forse si vergognava di quel marito fallito quando nel suo lavoro era a contatto tutti i giorni con professori e primari
e adesso lei è sicuramente quella che soffre di più: non solo perchè ha perso i figli, ma soprattutto perchè l'ultima domanda qui sopra le ronzerà nella testa finchè vive

lui ha perso la testa, va bene, non è scusabile: ma questo è stato lui il primo a capirlo, lui per primo, prima che potesse pensarci qualcun altro, ha pensato a punirsi

e fasst riduce tutto ad un problema socio-economico-culturale?

io sono angosciato dal dolore di questa vicenda
mi rendo conto che siamo stati troppo teneri con il femminismo imperante, abbiamo lasciato troppo spazio alle pari opportunità, non abbiamo valorizzato e difeso abbastanza l'identità e l'orgoglio (ma anche la responsabilità) di essere maschi

bisogna aver pensato qualche volta al suicidio per rendersi conto dell'abisso della vita, come dice Quasimodo: ti volti e scopri che stai camminando sul vuoto

fasst (sarebbe più piacevole chiamarti per nome) per favore: siamo uomini non animali: renditi conto, c'è un abisso di dolore, abbi perlomeno compassione!
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Re: Della Responsabilità maschile
« Risposta #8 il: Maggio 23, 2012, 01:25:34 am »
Cosmos, come ho già scritto, io non concordo, la vedo diversamente.
L'errore sarebbe proprio fare della retorica (tipica dei MS per capirci) su un caso come questo.

Non tutti gli uomini meritano commiserazione, cioè questo è un assassino, ha ucciso due innocenti, le figlie, e certo si è ucciso.

Lo sai che il figlicidio è tra gli omicidi, quello meno punito dal codice penale?

Ed è ilo meno punito perchè ...."è mio".
E come ho spiegato, quel mio significa proprio lo posso distruggere.
Se invece uccido uno che non è mio, lì mi puniscono severamente.

Ma voglio dire, vogliamo cambiare mentalità, essere veramente uomini3000, uomini del terzo millennio, o dobbiamo continuare a pensare ancora come nell'anno mille prima di Cristo, il pater familias con diritto di morte sui figli?  :sick:

A che vada affanculo.

Per me non è un suicida (ma un omicida),e nessuna commiserazione per chi si è macchiato del reato peggiore (no il meno peggio). :sleep:
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Re: Della Responsabilità maschile
« Risposta #9 il: Maggio 23, 2012, 06:31:25 am »
Cosmos, come ho già scritto, io non concordo, la vedo diversamente.
L'errore sarebbe proprio fare della retorica (tipica dei MS per capirci) su un caso come questo.

Non tutti gli uomini meritano commiserazione, cioè questo è un assassino, ha ucciso due innocenti, le figlie, e certo si è ucciso.

Lo sai che il figlicidio è tra gli omicidi, quello meno punito dal codice penale?

Ed è ilo meno punito perchè ...."è mio".
E come ho spiegato, quel mio significa proprio lo posso distruggere.
Se invece uccido uno che non è mio, lì mi puniscono severamente.

Ma voglio dire, vogliamo cambiare mentalità, essere veramente uomini3000, uomini del terzo millennio, o dobbiamo continuare a pensare ancora come nell'anno mille prima di Cristo, il pater familias con diritto di morte sui figli?  :sick:

A che vada affanculo.

Per me non è un suicida (ma un omicida),e nessuna commiserazione per chi si è macchiato del reato peggiore (no il meno peggio). :sleep:

questo è un bel post. un omicidio, anzi un figlicidio ( che è punito veramente troppo poco ) NON può essere riscattato dal successivo suicidio. la vita degli altri, COMPRESA quella dei figli NON ci appartiene.
Si vede anche qui la totale inadeguatezza della giustizia :
se uno ha meno di x € al mese , intervengono i servizi sociali, aanche se, a prezzo di grandi sacrifici, cerca di di tirarli su e vuol loro bene.
Invece, il figlicidio non ha neanche il nome e viene punito blandamente.
Non sono a favore dei nomi, l'uccisione di un essere umano è un OMICIDIO, ma insomma, ormai ci sarà anche il babysittercidio,
o che so , il suocericidio...

Offline ilmarmocchio

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Re: Della Responsabilità maschile
« Risposta #10 il: Maggio 23, 2012, 06:37:09 am »
al riguardo, un bell'articolo :cry: delle nostre amiche, pieno di considerazione per il povero mascolo bersagliato dalla sorte.
Il tutto, condito dall'imparzialissima ISTAT, quella delle interviste telefoniche ( suo marito le ha detto che i suoi pantaloni a vita bassa color verde pisello non le stanno bene ? Viuleenzaaaa ), diretto dall' ancor più  molto imparzialissima assai dr. Sabbatini.
se non ora , quando ?

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/05/22/divorzi-suicidi-e-disoccupazione-paternalismi-statistici-ed-ecclesiastici/

Offline COSMOS1

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Re: Della Responsabilità maschile
« Risposta #11 il: Maggio 23, 2012, 08:38:59 am »
al riguardo, un bell'articolo :cry: delle nostre amiche, pieno di considerazione per il povero mascolo bersagliato dalla sorte.
Il tutto, condito dall'imparzialissima ISTAT, quella delle interviste telefoniche ( suo marito le ha detto che i suoi pantaloni a vita bassa color verde pisello non le stanno bene ? Viuleenzaaaa ), diretto dall' ancor più  molto imparzialissima assai dr. Sabbatini.
se non ora , quando ?

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/05/22/divorzi-suicidi-e-disoccupazione-paternalismi-statistici-ed-ecclesiastici/

epperò, doc, dobbiamo essere oggettivi: c'è paucineuronica e paucineuronica
c'è la FAS sconnessa e la FAS connessa
l'intervento di fasst che ho riportato sopra denota davvero una mancanza di ragionamento pericolosa (poi Ciro sembra che non abbia capito cosa intendevo dire io e ho l'impressione che sia un po' partito per la tangente, ma non importa)
questo di fikasicula è diverso: non arriva al 6, è ancora ampiamente da bocciare, ma ci sono indizi che i neuroni sono in conflitto, il chè significa che stanno tentando di connettersi

Citazione
se le donne sono disoccupate, ovvero non hanno un lavoro retribuito, trovano un senso in famiglia e se gli uomini vivono la stessa situazione il peso della questione ricade tutto su di loro

questo mi sembra un dato di fatto ed è un indice della situazione di vantaggio delle donne. Poi io posso portare dei casi diametralmente opposti, probabilmente tra il Veneto e la Sicilia ci sono ancora troppe differenze
caso 1: lei è stata operata per un'ernia cervicale ed è rimasta tetraplegica: lui lavora e si occupa della famiglia al 100%, encomiabile
caso 2: coppia siciliana, fuggita in Veneto per scappare dalla mafia, un figlio minorato, la moglie depressa (la capisco: passare da una condizione economica alto-borghese ad una proletaria, è deprimente), lui 85enne si occupa di tutto, dalla spesa a scarrozzare la moglie in carrozzina (può camminare benissimo, ma è depressa!)
caso 3: un figlio di 45 anni disabile grave, spastico, 85kg. Il padre magro e secco, la madre ha problemi sanitari di cui non sono informato. Il padre si occupa di tutto, ha sempre le camice a maniche lunghe per non far vedere gli ematomi dovuti agli sforzi che fa per sollevare il figlio.

però in genere è vero: la disoccupazione pesa di più ad un uomo

poi la figa siciliana va in cortocircuito: chi ci deve pensare? lo Stato-mamma  :sad2:

di fatto la siciliana non ha ancora fatto il passaggio dall'antichità al medioevo: nella Roma antica il mondo era diviso in liberi e schiavi, lo schiavo attende che il padrone provveda. Nel medioevo non ci sono più schiavi, anche i servi della gleba devono mettere in moto la loro libertà se vogliono mangiare. Purtroppo la disoccupazione è così penosa perchè siamo rimasti ad un modello schiavista, il proletario (=colui che come unica ricchezza ha i figli e il proprio tempo-lavoro in vendita) disoccupato è un aborto sociale. Noi dovremmo chiedere la redistribuzione delle ricchezze, l'abolizione dei latifondi, ogni persona dovrebbe avere una quantità sufficiente di risorse per badare a sè stessa senza attendere la pappa dalla mamma-stato.

Poi la fighetta tira fuori una polemica con la CEI, per la quale il divorzio breve è un male.
Citazione
L’altra notizia ... riguarda una dichiarazione del Cardinale Bagnasco che ...  sostiene che il divorzio breve sia una brutta cosa.
Anche qui siamo al cortocircuito logico:
1 dal punto di vista immediato, Bagnasco ha torto perchè si occupa di cose che non conosce appieno: una volta che c'è un danno è meglio che sia rapido
2 in una prospettiva più ampia Bagnasco ha torto perchè parte dalla considerazione che il divorzio è un male, ma non si domanda per chi è un male. Il male maggiore è per coloro che ritenevano di essersi sposati finchè morte non vi separi e si trovano sul marciapiede. Il problema è che le regole devono essere stabilite prima di iniziare a giocare, per cui nel momento del matrimonio gli sposi dovrebbero scegliere se sposarsi con un matrimonio dissolubile o indissolubile (Covenant Marriage). Ma i vescovi hanno paura a chiedere ai cattolici questo impegno perchè "in chiesa non si sposerebbe più nessuno" (non scherzo: è la ragione ufficiale per le quali del Covenant Marriage in Italia è proibito parlare)
3 tuttavia è chiaro che pur avendo ragione nella critica la figa anonima ha torto nella sostanza: tante tragedie di padri separati sono nate proprio dal non essersi preparati al divorzio, dall'essere stati colti di sorpresa. Facciamo una cosa: preparate (voi donne, voi femministe, voi FAS) un documento nel quale spiegate ad un uomo tutto ciò che gli può succedere dopo il matrimonio e durante il divorzio, fateglielo leggere prima della cerimonia, e poi VIGILATE che le regole scritte prima vengano rispettate dopo!

ma nell'insieme non dobbiamo fare di tutte le erbe un fascio: onore al merito a chi si sforza di pensare. Prima o poi ci riuscirà  :wub:
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Offline ilmarmocchio

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« Risposta #12 il: Maggio 23, 2012, 09:33:03 am »
io riconosco che si sta verificando una positiva differenziazione nel campo femminista che vede finalmente la comparsa di opzioni più ragionevoli. però, quando sento citare l'Istat, con le sue statistiche edulcorate, mi viene il mal di fegato

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Re: Della Responsabilità maschile
« Risposta #13 il: Maggio 23, 2012, 14:36:03 pm »
poi Ciro sembra che non abbia capito cosa intendevo dire io e ho l'impressione che sia un po' partito per la tangente, ma non importa

Cosmos, ho capito benissimo, sei te che non hai capito che io in quell'ordine di idee, non ci voglio entrare, non mi voglio "insozzare".
Tu lo stai cmq ed in qualche modo giustificando, ed è quello che non voglio in nessun modo fare, perchè per me "il sacrificio del figlio", in qualunque modo avvenga, non deve trovare nessuna giustificazione, nessuna retorica....solo unanime biasimo e condanna.
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« Risposta #14 il: Maggio 23, 2012, 16:02:31 pm »
@Ciro: no, non hai capito, ma non importa
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