guardate un pò il difensore delle donne : con questi radical chic non ci si sbaglia mai. http://www.ilsussidiario.net/News/DonnaeMamma/2013/6/12/UMBERTO-VERONESI-Nel-libro-della-moglie-tradita-la-verita-sul-loro-rapporto/402676/UMBERTO VERONESI/ Nel libro della moglie (tradita) la
verità sul loro rapporto
Redazione
mercoledì 12 giugno 2013
UMBERTO VERONESI: LA MOGLIE TRADITA SCRIVE UN LIBRO VERITA' - La notizia che non ti aspetti e
che colpisce come un macigno in testa: il libro “Il cuore, se potesse pensare”, era uscito nelle librerie lo scorso
marzo, ma era tutto sommato passato sotto silenzio. Come in pochi avevano fatto caso al sottotitolo “Una storia
d’amore, ricerca e battaglie”, che pareva perfettamente azzeccato per la storia di una ragazzina ebrea durante la
seconda guerra mondiale. Soltanto che qualcuno, in questi mesi, quel libro deve averlo letto, trovandoci dentro
qualcosa di mediaticamente – e non solo – più interessante rispetto alla ferita dell'Olocausto e delle deportazioni
nei lager, piaga ancora non del tutto sanata, ma della quale si è parlato e si parla ancora a sufficienza. Quello che
invece salta all'occhio dalle pagine del volume dato alle stampe da Sultana Razon – nome che ai più potrebbe
non dire nulla – è il dolore di una donna e di una moglie cui il marito non ha fatto fare una vita semplice. Un
marito famoso, nientemeno che Umberto Veronesi, direttore scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia,
premiato con la bellezza di tredici lauree honoris causa, e con un'infinità di riconoscimenti nazionali e
internazionali, dal quale Suzy ha avuto sei figli. Una vita apparentemente perfetta, la loro, entrambi medici più
che brillanti, ma che, sotto gli splendori della fama e dell'agnosticismo di Veronesi, nascondeva il tarlo della
menzogna. Già, perché come la Razon racconta nel suo memoir, che a tratti assume quasi le tinte dello sfogo di
chi non riesce più a tenere per sé una verità lacerante,
Veronesi la tradiva da anni. Sì, proprio quell'irreprensibile
medico tutto d'un pezzo, sempre osannato come massima autorità nel campo della cura ai tumori. Quello stesso
uomo che a più riprese rifiutava qualsiasi tipo di etica religiosa a favore di quella laica, la sola che – affermò in
un'intervista nel 2009 – “ti dice che devi comportarti bene per il rispetto degli altri e non perché così vuole Dio”, ma che,
evidentemente, non deve dire molto in materia di fedeltà.
“Umberto mi disse improvvisamente: 'Susanna, ti devo fare
una confessione'.”, scrive infatti la donna ne “Il cuore, se potesse pensare”. E continua: “Guardando fisso la strada con le
mani sul volante mi confessò: 'Ho un altro figlio di quattro anni'”. Le ultime parole che qualsiasi donna avrebbe
voluto sentire nella sua vita, tanto più se, dopo la “confessione”, il marito non ha in ogni caso intenzione di
troncare i rapporti con la sua amante, nonostante non faccia che ripetere di essere “rammaricato di aver procurato
tanto dolore” e nonostante giuri che Sultana è “l’unica donna che avesse mai amato”. Il racconto prosegue poi
riportando un altro avvenimento, per certi versi ancora più drammatico dell'evidenza dell'adulterio: “Trascorsero
i mesi”, dice l'autrice,
“e un pomeriggio prima di Natale chiesi ad Umberto di accompagnarmi a cercare i regali per i nostri
figli. Mi rispose che era impossibilitato, aveva molto da lavorare in ospedale. Mi avvia da sola in giro per i negozi. A un
tratto in piazza San Babila lo vidi ridente sotto braccio alla sua compagna, che andavano assieme a far compere per il loro
bambino...mi sentii raggelare e mi vennero le lacrime agli occhi. In tanti anni di matrimonio non aveva mai voluto
accompagnarmi a fare acquisti. Era un atteggiamento 'piccolo borghese', come affermava spesso”. Ecco la seconda faccia
di Veronesi che la sua donna, pur con tutto l'affetto che dice di provare nei suoi confronti, ha svelato al mondo e
che, pur non intaccando in nessuna misura il suo operato in ambito medico, getta un'ombra sinistra sulla sua
figura. Perché errare è umano, ma perseverare – con il sorriso sulle labbra e l'amante sotto braccio – non
parrebbe.