In rilievo > Osservatorio sui Femministi

Lorenzo Gasparrini

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COSMOS1:
 :clapping: :clapping: :clapping:

bravo

ricordagli anche questa gufata:


--- Citazione ---Sono Lorenzo Gasparrini, attivista antisessista da molti anni. Scrivo, parlo, pubblico solo per gli uomini – il femminismo non m’interessa,
--- Termina citazione ---

 :lol:

vnd:

--- Citazione da: in vino veritas - Maggio 22, 2012, 19:59:42 pm ---Gasparrini dice: l’immagine degli uomini, nel mio paese, a dire poco fa schifo..
Non capisco perchè bisogna allargare il discorso a tutti gli altri uomini italiani.



--- Termina citazione ---

Probabilmente si riferiva al suo paesello....
Beh... se son tutti zerbini come lui, ha ragione.

vnd:

--- Citazione da: ilmarmocchio - Maggio 22, 2012, 21:02:42 pm ---una curiosità : incrociando la Zanardo con gasbarrini, cosa verrebbe fuori ?
femminista + maschio pentito .
che ibridazione :ohmy:

--- Termina citazione ---

Ah... non c'è il rischio che gliela dia...
Non so se alla zanardo piacciono gli uomini ma, se così fosse, non la darebbe ad uno zerbino.

La natura ha le sue leggi.

Gli uomini amano le bionde ma "sposavano" le brune.

Le donne fanno comunella con gli zerbini ma poi la danno agli uomini veri.

 :D

skorpion72:
E bravo Lorenzo, che s'ha da fa' pe' senti' un po' di profumo di topa eh?
Ma qualcuna l'hai rimorchiata oppure piuttosto che darla a te si fanno monache? Secondo me è la seconda ipotesi

skorpion72:
Il superuomo (ma solo nei suoi sogni) ha trovato, ovviamente, ospitalità tra le FaS, e come poteva essere diversamente? Figurati se si lasciano scappare l'ennesimo maschiettino addomesticato che ci bacchetta tutti quanti e ci fa vedere quanto siamo inferiori alle donne (tranne lui ovviamente eh! Lui è l'unico uomo degno di tal nome).


--- Citazione ---Lo stupro è un problema maschile

E’ stato pubblicato qui, sul blog de “Il corpo delle donne” un mio piccolo studio sui commenti lasciati da uomini, invitati a prendere la parola e a parlare dello stupro. Lì ci sono risultati, cifre e considerazioni su quei materiali; qui preferisco invece lasciare qualche riflessione, un po’ de panza forse.

Un paio di conferme, innanzi tutto. Le risposte di stampo maschilista e machista sono la maggior parte – e questo era nelle attese, se vogliamo. Inoltre, il post è apparso su uno dei blog de “Il Fatto Quotidiano”, e per quanto sicuramente Lorella Zanardo s’è attirata un folto gruppo di denigratori che la segue spesso, indubbiamente la percentuale di risposte piene di stereotipi sessisti fa pensare. Fa pensare che la maggior parte di lettori maschi de “Il Fatto Quotidiano” in versione elettronica non sia particolarmente “aperto” ai temi antisessisti. E anche di questo ce n’eravamo accorti e accorte da un po’.

Ho volutamente citato il minimo possibile le parole lasciate dai commentatori per non scatenare inutili discussioni – i contenuti riassunti e le cifre bastano e avanzano, il resto chiunque può ancora andarselo a leggere. Rimane il fatto che le espressioni più frequenti sono state “non siamo colpevoli” e “uno stupratore non è un uomo normale”. Le trovo due affermazioni, due sintesi, due pregiudizi molto gravi.

Nel primo caso chi afferma “noi uomini non siamo colpevoli se uno stupra” sta giocando pericolosamente col linguaggio. Nessuno si sogna di colpevolizzare penalmente e perseguire giuridicamente chi non ha commesso reati, quindi rispondere così è insieme ovvio e in malafede. Rispondendo sul piano dell’ovvietà giuridica si vuole anche parare l’altro problema, quello di genere. La frase vuol dire cioè “non mi sento coinvolto personalmente, a nessun titolo, se un altro uomo stupra una donna”. Questa presa di posizione è evidentemente indifendibile, soprattutto alla luce di altre occasioni nelle quali si è pronti a fare fronte comune. Quello stesso uomo così indifferente a uno stupro è sicuramente pronto a “fare qualcosa” nei confronti delle tasse che aumentano ingiustamente, verso una classe politica – locale o nazionale – corrotta e corrompente; è pronto a sacrificare i suoi beni per aiutare un familiare in difficoltà, è allarmato da dinamiche sociali inquietanti (l’aumento dei furti in appartamento, per esempio, o il tasso di immigrati clandestini in continuo aumento). Insomma, non è una persona indifferente a tutto. Però, riguardo lo stupro, si legge il blog della Zanardo e ci tiene a dire: io non c’entro, la cosa non mi riguarda come uomo, è sbagliato generalizzare, io quelle cose non le faccio. Ricapitoliamo: tutti i politici sono potenziali ladri, tutti gli extracomunitari sono potenziali delinquenti, mettiamoci pure che tutti i preti sono potenziali pedofili ma… no: non tutti gli uomini sono potenziali stupratori, quindi questa generalizzazione è sbagliata e io non vedo la necessità di parlare con altri del mio stesso genere di quello che non ritengo un problema di genere.

Legata a questa prima manifestazione d’indifferenza c’è la seconda, espressa dal concetto “uno stupratore non è un uomo normale”. L’uso della categoria del malato, del diverso per differenziarsi e deresponsabilizzarsi è noto, non sto qui a ripetere cose dette e ridette. Dire “io sono normale e lui no” è un vecchio refrain già usato da razzisti e fascisti d’ogni genere e tipo, e non dovrebbe trovare ancora qualche seguito. Invece, va per la maggiore tra i maschi che proprio non ci stanno a sostenere un discorso partendo dal presupposto che ‘sti “anormali” cominciano ad essere un po’ troppi e anche un po’ troppo giustificati. Anche in questo caso l’ipotesi della normalità non regge a un semplice argomento logico: nei casi accertati di stupro, il colpevole o i colpevoli sono o al loro primo reato di quel tipo oppure erano già noti per la loro indole violenta o persecutrice. Quindi nel primo caso erano persone “normali” né più né meno come tutti i commentatori menefreghisti; nel secondo caso, la loro “anormalità” non aveva fatto scattare nessuna misura sufficiente a renderli non pericolosi. In entrambi i casi, sarà o no il caso di parlarne? Del parlare tra uomini del perché questi uomini a un certo punto non prevedibile stuprano oppure perché s’era capito da un pezzo che avrebbero stuprato ma nessuno ha fatto niente (nessuno nel senso: i suoi parenti, i suoi amici)?

E invece no. Dell’imprevedibile non si può parlare (che ne parli a fare?), e delle colpe di una legge non applicata, non fatta rispettare o non sufficiente non c’è bisogno di parlare tra uomini, non è un problema di genere. E con queste spallucce, questi sarcasmi, questa indifferenza, si va avanti a fare violenza (sì, anche l’indifferenza è una violenza). Non è difficile capire che dietro una donna maltrattata, violentata, offesa, denigrata, c’è un uomo; e a me quell’uomo non piace. Non voglio essere io quell’uomo, e non voglio vedere altri uomini così. Mi devo arrendere: accade raramente, per ora è successo a me e a pochi altri di fare questa semplice constatazione. E soprattutto, se provo a dirlo, piovono insulti o, bene che va, ricevo indifferenza.

Mentre è facile – o comunque più diffuso – che un uomo veda la coda di paglia dei fascisti, dei razzisti, degli omofobi, quella dei sessisti invece pare che non si veda. Negano che sia una coda di paglia: o è una sciarpa e quindi la si indossa tranquillamente, o non è di paglia, è di ferro e ci si mena chi non è d’accordo. Davvero complimenti. Ancora oggi, sulla pagina linkata sopra, chi non è d’accordo scrive usando quegli stessi argomenti che ho segnalato nell’analisi, dandomi la ratifica più certa che quell’analisi è giusta. E che la maggior parte degli uomini sessisti non vuole nemmeno leggere, quindi non vuole né dialogare né polemizzare sul serio; ed è priva – oltre che di tutto il resto – anche del benché minimo senso del ridicolo.

Comunque, dàje così. Io non ho paura, parlo con tanti e tante, spesso più giovani di me, e so che sono sulla strada giusta.

--- Termina citazione ---

Donneeeeeee, è arrivato l'unico uomo che si salva sulla faccia della Terraaaaaaa, venite donneeeeeeee

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