Non posso asternermi da due o tre commenti, spero se ne colga l'ironia:
Mai sentito una femminista dire di anteporre la sua vita familiare a quella professionale, sia pure per finta o interesse;
Mai sentito una femminista parlare così spesso e bene del marito, quale che sia stata la ragione che l'abbia indotta a sposarlo.
Infatti a me il femminismo non mi è mai piaciuto, non so se ve l'avevo mai detto.
Non per finta o per interesse ma perché almeno nel mio caso la vita familiare e la ricerca si completano, soprattutto nel caso della tesi.
E anche un pò inquietante addentrarsi nelle allucinazioni, deliri e nelle follie di qualcuno ed è molto rassicurante a tornare a cambiare pannolini o qualche altra cosa di molto pratica e concreta. Senza la sicurezza emotiva che te la da la famiglia si rischia di impazzire.
Del mio marito ho già parlato male
è stato lui a correggere in italiano ciò che ho scritto.
Un'altra cosa: di quel libro, di cui cita Cosmos sopra (La lotta con l'angelo) io non ho parlato qui solo molto di rado perché non c'entra col qm o con l'antifemminismo,
e comunque non nasce da un desiderio di celebrità gratuita, ma da una trauma di chi è sopravvissuta dove la sua miglior amica è diventata psicotica, in seguito di qualche esercizi spirituali carismatici e in seguito di qualche esercizi yoga. Lei è da allora (da 20 anni) in pensione di invalidità e
comunque è più una espiazione che un desiderio di celebrità o sacenza.