1. agli altri si, a me no->Puttana (sgualdrina?)
2. a me, ma anche agli altri->Puttana (la da a tutti, anche a me: ma che gran puttana!)
3. a me sì, agli altri no->Santa (E' la donna migliore del mondo)
4. a me no, agli altri no->Santa (immacolata...una vergine!)
Si evince insomma che quello che conta per valutare la moralità femminile, coincide col fatto che la dia o non la dia...agli altri.
Condivido. E le categorie santa/puttana incastrano tutte, nessuna esclusa.
E della stramaggioranza delle donne aggiungerei io. E non in conseguenza di una cultura maschile che ha plagiato pure loro, ma semplicemente perchè di fondo uomini e donne su questo argomento hanno le stesse ragioni, gli stessi motivi. Che non sto a dire perchè evidenti.
Personalmente io pur non considerando la donna che la dà a tutti una puttana, non posso metterla sullo stesso piano del suo omologo uomo, per il semplice motivo che l'uomo per andare con molto donne deve avere qualche merito, sia pure naturale, la donna no, deve solo saper allargare le gambe. Infatti nessuna donna invidia un'altra che la dà a tutti, perchè se volesse potrebbe farlo qualunque donna, mentre per un play-boy le cose vanno diversamente, ci può stare che qualcuno lo invidi perchè evidentemente non può anche se volesse, anche se fosse più bello.
Sul fatto che tante donne adoperano lo stesso metro di giudizio sono d'accordo. anche se per me è per lo più introiettato perché non credo siano state le donne a voler assumere come modello di riferimento la vergine maria, con tutto il rispetto parlando. le donne le vedo più come delle sorveglianti in conto terzi. ovvero a volte usano demonizzare la figura paterna ("lo dico a tuo padre" e "tuo padre non vuole") per reiterare convinzioni proprie ma più spesso, almeno dalle mie parti (si Rita, è un contesto culturalmente arretrato, come tanti altri in giro per l'Italia) è davvero il padre che stabilisce le regole di moralità e le donne agiscono da sorveglianti. la tizia che ha scritto l'articolo che io ho criticato tra l'altro sollecita affinché sia proprio questo genere di figura paterna ad avere spazio. Il sorvegliante della moralità delle figlie perché, lo dice non chiarezza, se le figlie vengono lasciate in mano alle madri diventano "promiscue".
e non metti sullo stesso piano donna e uomo che fanno sesso più di una volta al mese e con più di una persona perché cultura vuole che siano recepiti in modo diverso. la donna è puttana e l'uomo è una specie di eroe.
ma il punto è che no, a me non sembra, che alle donne basti allargare le gambe, a meno che non mi stai dicendo che gli uomini siano tutti una massa di allupati, e invece gli uomini scelgono e non mi pare che per gli uomini sia più "difficile". e l'invidia agisce credo allo stesso livello. se lei piace di più o lui piace di più. altrimenti tanta avversione nei confronti di quelli che secondo alcuni esprimono opinioni per ingraziarsi le donne (o le femministe) da cosa deriverebbe?
Perchè il padre che mena la figlia che torna a casa con un ritardo di un quarto d'ora è EVIDENTEMENTE un eccesso. Perchè quando c'è l'autorevolezza, non c'è bisogno di autoritarismo. E' quando l'autorevolezza manca (vuoi per difetto personale, ma anche perchè il contorno sociale ne ha affievolito i simboli e il significato) che si fa ricorso all'autoritarismo, alle botte.
(...)
Quando le regole sono sociali, chiare, condivise nella loro generalità, non c'è bisogno di autoritarismi. E quando i simboli sono chiari non c'è nulla e nessuno che vieti, all'interno di ciascuna famiglia, di sconfinare nei rispettivi "regni simbolici". E così, tranne le eccezioni devianti, quelli che... estremizzano sempre le regole perchè sono autistici, esistevano in passato infiniti e numerosi padri autorevoli con amore, e infinite e numerosi madri accoglienti con autorevolezza.
(...)
Questo bispensiero, secondo me, prosegue anche nella QM, con gli uomini combattuti tra il tornare a stabilire regole sociali che favoriscano l'incontro dell'uomo e della donna in maniera stabile e quelli che vorrebbero portare a termine la distruzione del maschile perchè ne rinasca uno nuovo dalle ceneri. Per quest'ultima ipotesi è necessaria anche la distruzione del femminile, però. Non si scappa da lì. Fin qui, il femminismo obiettivamente ha distrutto soltanto il terreno simbolico maschile, checchè se ne dica. E non bastano certo quattro o cinque post e le buone intenzioni per dimostrare che non è stato così.
Sarei anche pressappoco d'accordo con te su molti punti salvo che non tieni conto del fatto che ad essere affievoliti non sono solo i simboli e il significato del paterno ma anche del materno. Sono i genitori nel suo insieme che non risultano autorevoli ma l'autorevolezza non la ripigli poggiando su schemi vecchissimi e non dipende neppure, secondo me, dall'affievolimento dei ruoli in sé (altrimenti facciamo la cordata contro-progressista contro la pedagogia moderna). gli adulti sono attualmente eterni adolescenti precarizzati da una economia che li rappresenta male e li tiene intrappolati in ruoli da eterni infanti, insicuri, massacrati, deboli. l'unica cosa del passato che voleva dire tanto era semmai una sicurezza economica e una stabilità lavorativa che oggi sono inesistenti. se crolla il quadro di certezze economiche crolla tutto il resto. non sono i comportamenti, le norme pedagogiche danno più o meno autorevolezza ad un genitore quanto invece la sua consistenza, la sua sicurezza, la solidità a partire da ciò che di solido, sicuro e consistente costruisci nella vita.
la genitorialità oggi è compromessa (se ne vogliamo parlare seriamente) dal fatto che non tutti e tutte sanno agire la precarietà con equilibrio e non tutti i genitori sanno essere adulti pur nella precarietà. e mi potrete dire che in altri tempi c'era la guerra, i disagi, la grande povertà, ed era vero, ma anche lì la risolvevi con l'autoritarismo e non con l'autorevolezza. le analogie sono tante se ci pensate bene.
e per inciso nell'articolo non si parla mai d'amore (un padre non ama?) se non in un passaggio brevissimo alla fine e anche questo è negativo.
e sulla distruzione del femminile sai, o non so se lo sai, che mi trovi d'accordo. quel femminile e il suo simbolico va fortemente criticato. e non mi interessa dimostrarti che il simbolico delle madri e delle nonne sia stato distrutto (lo è stato di volta in volta in tempi diversi a seconda dei vari livelli di consapevolezza) ma ti dico che il terreno di lotta, come vedi, è vario e che le rivendicazioni si fanno contro una certa modalità femminile esattamente come contro quella maschile.
Sul discorso del padre, ogfgi discettano tutti, meno i padri.
(...)
Detto questo , la figura paterna che oggi si vuole è quella di un " maschietto " effeminato, tremulo ed " empatico ", una mamma in piccolo che fa tanto chic, come molte cose inutili.
E' molto più "amico" del padre autorevole ( e NON autoritario ) e sopratutto, NON esprime nessuna forza, dove per forza non si intende le solite scemenze del bombardare, trucidare, ecc, ma semplicemente il coraggio di guardare la vita in faccia.
Il maschietto insomma, tanto osannato proprio perchè non buono per niente, nè per i figli cresciuti orfani, e neanche per la donna che , nel suo intimo, sente che quel " maschietto" non la soddisfa in nulla.
(...)
non mi pare sia vero il fatto che di padri discutono tutti fuorché i padri perché io parlo con un sacco di padri che però non la pensano come te e non per questo sono meno abilitati a parlare di paternità.
la figura paterna che si vuole è quella che scelgono i padri. io non impongo alcun modello. mi faccio tramite di consapevolezze acquisite da chi vive sulla propria pelle quelle cose. ed è una tua supposizione il fatto che un uomo che non somigli ad un padre padrone sia da giudicarsi in modo negativo "maschietto" "effeminato" (dunque frocio? non è una categoria un po' discriminatoria?) empatico perchè no? e avere caratteristiche diverse da quelle di un padre padrone non vuole dire "mamma in piccolo" perché altrimenti stai attribuendo alle donne, madri, caratteristiche stereotipate nelle quali le donne, non tutte, si riconoscono.
dici che tutte le madri sono empatiche? non autoritarie? a me pare di no. anzi.
essere un padre padrone, un sorvegliante della moralità delle figlie, è autoritario e non è autorevole. e la forza non la esprimi se sei autoritario. l'autoritarismo teme il dissenso, inibisce e censura ogni critica, impone regole non partecipate senza neppure spiegarle, ti picchia e reprime se vuoi fare cose diverse da quelle che ti vengono imposte, ti rinchiude (in carcere o negli sgabuzzini) se non adempi perfettamente al ruolo. l'autoritarismo ha paura. è terrorizzato. altro che forza. è la massima espressione della debolezza che teme si rilevino le sue contraddizioni. la forza di cui parli anche tu non la esprimi in modo dittatoriale dentro la tua famiglia. e no, quella delle donne che vogliono il macho "forte" e un po' bruto a me pare sia una generalizzazione un po' stereotipata. conosco tante donne che amano e sono attratte da uomini intelligenti e per nulla autoritari e questo non li rende ai loro occhi meno meritevoli di stima, anzi.