E' finito allegramente a puttane questo 3d neh
e però quanti miti e leggende..
Da una parte le milioni di Cenerentole segregate in casa dal principe azzurro che se la spassa con gli amici mentre la povera donna è chiusa in casa a fare lavori pesanti, spazzare, lavare che se il principe azzurro torna a casa e trova una briciola sul pavimento la mena eh.., dall'altra se si accenna ai minatori, lavoratori edili, quegli uomini che hanno sempre fatto due lavori per tirare la carretta scatta l'invito a contarsi.. eh ma quanti di voi? pochi neh.. di qua invece tutte sotto il padre-padrone che fa la bella vita coi piedi sul divano terrorizzando mogli e e figlie (davvero non lo so cosa accade in Sicilia, può darsi che la mentalità sia più arretrata ...oops, adesso verrò cazziata per aver detto qualcosa di politicamente scorretto che non si può dire.. arretrata..
no allora diciamo "mentalità diversa".. (e però se la consideri arretrata e da annientare e che in quella cultura non ci sia niente da salvare consentimi di chiamarla arretrata
)
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Io ricordo che quando scrivevo nel forum UAAR di questi temi, un utente siciliano (che si teneva in quel limbo in cui .. beh, sì sto qua a metà, non voglio prendere posizione) raccontò di un'episodio di cronaca locale, uno di quelli che si trovano sui trafiletti dei giornali di provincia: in un paesino dell'entroterra siciliano, si verificò un'epidemia di casi di mariti che abbandonavano la famiglia per mettersi con ragazze dell'Est. Presso la locale stazione dei carabinieri piombarono in massa le mogli abbandonate che pretendevano che fossero denunciati per abbandono del tetto coniugale. Hai voglia a spiegargli che questo reato era stato abolito..
Ecco qui ci sarebbe da chiedersi: se questa cultura e mentalità era così diffusa, malsopportata, non avrebbero dovuto tirare un sospiro di sollievo? Evvai! Mi sono liberata del padre-padrone.. tanto non faceva un emerito cacchio se non menarmi e tenermi alla catena. Adesso è come se fossi vedova no? E però libera.. e invece no, tutte a denunciare.
Fu uno dei tanti piccoli stridii che mi fanno pensare che .. insomma, magari tutta 'sta cultura patriarcale aveva qualcosa di condiviso e quindi di buono e che forse per buttare già a colpi di picconi 'sta cultura si sono osservati solo gli eccessi, le devianze della cultura patriarcale.
Perchè il padre che mena la figlia che torna a casa con un ritardo di un quarto d'ora è EVIDENTEMENTE un eccesso. Perchè quando c'è l'autorevolezza, non c'è bisogno di autoritarismo. E' quando l'autorevolezza manca (vuoi per difetto personale, ma anche perchè il contorno sociale ne ha affievolito i simboli e il significato) che si fa ricorso all'autoritarismo, alle botte.
Ricito qui il brano letto in "Terroni" di Pino Aprile (lo so.. sono ripetitiva, ma quando una cosa è scritta chiara perchè mai fare la fatica di dirlo con parole proprie e a rischio di essere fraintesi
)
In famiglia e in società, i padri sono la legge, i custodi delle regole uguali per tutti; le madri sono l'amore, il motore dell'eccezione a favore dei propri figli, e questo le rende più disposte a porne le richieste al di sopra di tutto, <<anche quando esse sono contrarie alla legge e ai principi>> scrive Mario Alcaro. Il padre deve garantire la società pure a spese della sua casa; la madre deve garantire la sua casa anche a spese della società. Questa distinzione è alla base della nostra civiltà patriarcale. Lo apprendo, sintetizzando, soprattutto dal mai troppo lodato libro di Luigi Zoja sulla paternità, "Il gesto di Ettore". Se l'autorità dei padri s'indebolisce, il sistema delle regole che regge la comunità si sfilaccia, perché viene a mancare il guardiano dei limiti di comportamento (civile, per la civiltà data, sia quella dei cavalieri mongoli o dei pescatori di perle del Pacifico). Quindi: <<Ogni perdita di paternità è perdita di civiltà>> dice Zoja. E' vero persino oggi, con padri presenti, ma ruolo affievolito; figurarsi in una società che vede abbattuti da un invasore i suoi riferimenti istituzionali, legali, familiari e vede i suoi padri sbagliare sia se si oppongono, sia se si adeguano; e poi per un secolo, i padri manco li vede perché se ne vanno (emigrazione).
L'emorragia fu così violenta che sorse il serio problema demografico: il Meridione divenne un popolo a prevalenza femminile. E il sistema delle regole virò verso quello matriarcale: è giusto, se a favore dei miei figli, pur se a danno della comunità (in questo si vede una ragione del successo della mafia, la cui radice è femminile: a dispetto del suo machismo, il mafioso è figlio dell'eccezione materna non della legge paterna).Quando le regole sono sociali, chiare, condivise nella loro generalità, non c'è bisogno di autoritarismi. E quando i simboli sono chiari non c'è nulla e nessuno che vieti, all'interno di ciascuna famiglia, di sconfinare nei rispettivi "regni simbolici". E così, tranne le eccezioni devianti, quelli che... estremizzano sempre le regole perchè sono autistici, esistevano in passato infiniti e numerosi padri autorevoli con amore, e infinite e numerosi madri accoglienti con autorevolezza.
E comunque, c'è da dire, non penso nemmeno che le mamme femministe incitino le figlie a spompinare a pagamento
E sfatiamo anche un'altro mito o leggenda metropolitana: non si fanno lavande gastriche per aver spompinato dieci o quindici uomini, non è mica veleno lo sperma.
Sono le due grandi anime.. che si trovano nella QM ma anche molto nel femminismo, secondo me, sono intrecciati desideri e necessità e non potrebbe essere altrimenti.
E così se la "rivoluzione sessuale" del femminismo ha fatto proseliti numerosi nella parte maschile forse è dovuta anche alla speranza che fosse davvero rivoluzione sessuale e non semplicemente liberazione delle cd "rizzacazzi". Di contro il femminismo è stato osteggiato anche da molte donne, proprio in virtù del fatto che si sarebbe persa la componente dell'aiuto paterno, del simbolico paterno e ne avevano preconizzato i danni futuri.
Questo bispensiero, secondo me, prosegue anche nella QM, con gli uomini combattuti tra il tornare a stabilire regole sociali che favoriscano l'incontro dell'uomo e della donna in maniera stabile e quelli che vorrebbero portare a termine la distruzione del maschile perchè ne rinasca uno nuovo dalle ceneri. Per quest'ultima ipotesi è necessaria anche la distruzione del femminile, però. Non si scappa da lì. Fin qui, il femminismo obiettivamente ha distrutto soltanto il terreno simbolico maschile, checchè se ne dica. E non bastano certo quattro o cinque post e le buone intenzioni per dimostrare che non è stato così.
Tra l'altro, pur non avendo letto l'articolo per intero, dirò che sono d'accordo sulla prima parte, quella per cui se ritardi e deroghi dall'orario stabilito senza avvisare dovresti essere cazziata, per una questione di semplici regole del buon vivere comune che consistono nell'imparare a preoccuparsi dell'altrui preoccupazione. E che debbono valere a 16 come a 30 anni. Tra l'altro molto più semplici da rispettare con gli odierni mezzi.
Non sarei d'accordo sul fatto che il ragazzo che esce con una ragazza debba presentarsi al padre che lo considera responsabile della fanciulla.
Dalle mie parti non è più cosi da quarant'anni e fischia.. eh. Eppure nel mio paesino non ci sono mai stati collettivi femministi attivi.. eh, a me 'sta cosa ricorda certe scene da film sempre viste nelle pellicole americane e mai davvero riscontrate nella realtà se non tra pochi fanatici.
Questa parte mi sembra un'inasprimento oltre misura di regole che hanno perso da decenni la loro ragion d'essere, e non l'hanno persa per l'intervento della rivoluzione femminista, ma per il mutamento sociale derivante dalla maggior sicurezza.