Autore Topic: Il mito del Padre autoritario che evita le “devianze”! (by Fikasicula)  (Letto 69861 volte)

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Offline Warlordmaniac

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Re: Il mito del Padre autoritario che evita le “devianze”! (by Fikasicula)
« Risposta #225 il: Giugno 05, 2012, 02:14:49 am »
mi riferisco a quello che ho letto in questi giorni. se una lascia il suo ragazzo è un troione? trovami dovè sostenuta questa tesi su u3.
ripeto io questa qm non la conosco. e che diamine.

Troione è un dispregiativo che ha una valenza soggettiva; chi l'ha scritta non parlava a nome del forum o della QM.

Offline beta

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Re: Il mito del Padre autoritario che evita le “devianze”! (by Fikasicula)
« Risposta #226 il: Giugno 05, 2012, 02:23:28 am »
No, se una lascia il suo uomo, per un altro uomo.

a be, allora cambia tutto :lol:

Offline Giulia

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Offline FikaSicula

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Re: Il mito del Padre autoritario che evita le “devianze”! (by Fikasicula)
« Risposta #228 il: Giugno 05, 2012, 02:43:47 am »
Fikasicula non hai capito; io voglio i nomi di chi loda quello che chiami "libertarismo", non dei veteromoralisti. Quelli che sparano frasi come quella quotata di vnd, non creano nessun problema alla causa QM.
Anche all'interno della QM ci sono teste che ragionano in modo differente; non siamo fatti con lo stampino. Fosse per me nessuno dovrebbe chiamarti Fikasecca, non lo trovo molto maturo; però anche tu, con dei figli a carico, ti sei scelta un nick troppo provocatorio e poco serio.
(...)
La tua posizione è dovuta al fatto che essendo donna, nell'assenza di regole, ci guadagni. Però anche tu emani regole restrittive; ho letto le tue prese in giro ai ragazzi che vivono ancora con la madre e ne sono molto attaccati. Anche tu potresti benissimo farti gli affari tuoi, e invece no e so anche il perché.
L'antisessismo è presente fortemente in questo forum, ma più che di parità, si parla di equità, cioè si considerano le differenze naturali (perlomeno molti la pensano così).
(...)
Ti consiglio di fare questa prova: non distinguere un maschile da un femminile, prova a schematizzare le polarità dei comportamenti in richieste maschili e richieste femminili. Vedi se tutto, col passare dei mesi, ti tornerà più facile.

stamane o ieri, ora non ricordo, hanno perfino aperto un thread per mettere in discussione il libertarismo del femminismo che pratico io a fronte del fatto che invece il vero libertarismo veniva espresso in luoghi come questo.
e che il mio nick sia "poco serio" lo trovo un giudizio moralista, scusa, che anche questo detto qui mi pare fuori luogo dato che si discute della liceità dell'uso di termini sessisti come troione e poi viene giudicato poco serio un nick inoffensivo che ricalca i monologhi della vagina di eve ensler. (essendo madre come dovrei chiamarmi? beddamatri santissima? :P)
e fino ad ora mi è è stato detto che io in quanto donna costringerei il mondo in regole restrittive e invece mi pare proprio il contrario. e se mi dici dove hai letto le cose che io avrei scrutto a proposito dei trentenni che stanno in casa con la mamma ne parliamo. (in che contesto? in che senso?)
l'ultima tua osservazione la quoto ma non l'ho capita.

ahahah hai fatto una bella sintesi :lol:.
Il disagio maschile, come quello femminile non è che deve poi necessariamente dire cose sensate, intanto tanto tono aspro e sulla difensiva fa proprio intendere che c'è ed è al primo stadio, (qui per quanto alcuni se la tirano sono solo delle "matricole" :D).
Gli uomini con cui puoi dialogare e imparare qualcosa staranno spesso alla larga da certi toni e argomenti o forse ti diranno che non hai tutti i torti perché quel senso di rabbia confusa non l'hanno.
A  proposito di quel che dice skorpion72, sulla promiscuità femminile da vedere come un fatto negativo, ci vedo invece una delle radici più forti che fanno della sessualità femminile quella più facile, perché non devono fare nulla per essere apprezzate, e il non fare nulla a volte è la cosa che riesce meglio a tutti.
Altro che morale, è solo la conseguenza di una diversa natura che rende gli uomini e le donne diversi non solo nel sesso,

ma sull'asprezza dell'espressione del disagio io non ho alcun problema. ma mi sfugge il disagio e quell'asprezza a me pare sadismo nei confronti delle donne. o la mania della disumanizzazione e dell'offesa gratuita. cosmos non mi pare un novellino. che bisogno ha di esprimere il suo disagio umiliando me con termini offensivi? e skorpion72 per quanto ne so si occupa della cosa da tempo e dunque qual è il suo disagio? a me sembrano uomini che hanno convinzioni precise, dure, arroccatissimi su posture che sono tutt'altro che difensive ma che sono in pieno attacco e costruendo regole morali, recinti e gabbie per donne che fanno sesso, quanto lo fanno, se lo fanno, con chi, se usano contraccettivi, se vogliono la pillola del giorno dopo.
dimenticavo nella sintesi che avevo postato prima: spartano che suggeriva - sempre per il bene della questione maschile - la deportazione delle femministe in un'isola del pacifico e skorpion72 parlava di sterilizzazione delle femministe. questo è disagio o è ostilità motivata non so da che? e non mi pare ci sia confusione. così come non riesco a giustificare questi argomenti neppure prendendo per un attimo in considerazione una cosa che non condivido, la questione della differenza per "natura", perché ho parlato a lungo con chi coltiva quel modo di pensare ma mai, e dico mai, ha usato tanta ostilità, tanto livore, tanto sessismo nei confronti della sessualità delle donne. questo per me è moralismo con derive autoritarie che per me giudico incompatibili, restrittive, per nulla libertarie, perché la conseguenza è la creazione di regole che mi obbligano a essere ciò che non voglio essere. chiedi a skorpion72 come vuole il suo personale mondo, che tipo di famiglie, che sessualità, che regole educative...

A prescindere da quel che vuoi, effettivamente le tue argomentazioni appaiono logiche, lo penso davvero.
Se si cresca o no non lo so, io non sono così "ottimista", resta il fatto che per il resto sono d'accordo.
Fatto sempre salvo il diritto di critica, per cui noi siamo cmq liberi di criticare chi volgiamo, è sicuro che se alle argomentazioni rispondiamo con insulti livorosi tipo "ti faccio vedere io!!!! Ti picchio!!! Grunf e sgnak " , è ovvio, dicevo, che vinci tu. E mi fa pure piacere, per dirla tutta.


Assolutamente si, Red-, sai come la penso. Si può criticare tutto ma c'è differenza tra criticare e postare qui un articolo di FaS come pretesto per produrre dileggio e denigrazione e offese. voi lo chiamate pestaggio morale, per me è anche pestaggio personale perchè spesso colpisce me ed è anche motivato da un livore nei miei confronti che non comprendo e non mi pare di alimentare se non per il fatto stesso che io esisto. Non è vittimismo. E' l'osservazione di anni e anni di modalità critica rispetto alla quale oramai distinguo perfettamente quando e come la critica anche feroce può essere formulata per obiettivi diversi che non siano la distruzione, l'insulto, l'umiliazione, l'atto dello screditare in ogni modo possibile colei che si reputa ossessivamente lesiva per sé. e parlo proprio dei commenti livorosi di cui dici tu. Perciò sono qui a rispondere. Ora.

fs, puntualizziamo una cosa,  per conoscere il pensiero di U3000, l'unico modo è leggere il sito U3000, questo forum non lo rappresenta. questa che sto leggendo ora non è la qm come l'ho conosciuta io.

guarda che lo so, beta, perciò sto dicendo che sono basita da questa deriva che non ho capito esattamente chi rappresenti. Io sono di sinistra e senza supporre superiorità morale di alcunché nel mio linguaggio ti potrei dire che la deriva è di estrema destra, autoritarismo spinto, antiabortismo integralista, antilibertarismo, controllo morale della sessualità delle persone, pregiudizio contro lesbiche, gay, trans. prescinde dall'ostilità nei confronti delle femministe. è proprio un mondo altro quello che emerge dalle istanze delle persone che vedo oggi scrivere qui. un mondo altro che mi pare a momenti prendere a pretesto temi difficilissimi come la questione maschile e la disperazione dei padri separati per imporre ideologie di conservazione. la cultura che io vedo emergere è quella. nel senso di conservazione di "valori" che appartenevano al mio bisnonno. dov'è l'uomo nuovo in tutto ciò? da cosa dovrebbe emergere?


Offline FikaSicula

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Re: Il mito del Padre autoritario che evita le “devianze”! (by Fikasicula)
« Risposta #229 il: Giugno 05, 2012, 03:12:16 am »
brava giulia :)
per fs: allora, quelle che tu chiami profumiere, a mio avviso devono essere trattare dalla legge esattamente come i palpatori. come lo vedi questo principio?

a me non piace l'intervento autoritario e tutelare in generale :)
ma si, in modo diverso, quelle che provocano producendo disagi psicologici, sono in qualche modo delle molestatrici.

<<... Rubrica sull’educazione. Titolo: “Ragazze, c’è papà di guardia”. E già rabbrividisco perché se il target educativo è la consegna della illibatezza delle fanciulle al “padre” (padrone dei nostri corpi?) mi pare di sentire l’eco della mia trisavola. E sì che perfino da noi, in Sicilia, le cose sono un po’ cambiate ...>>
C'è qualcosa che mi sfugge: perché la figura paterna viene letta in termini di *padrone*? ovvio che partendo da questo metro tutto l'operato di un padre va a finire sotto una luce sinistra. E non credo che l'opinione dell'articolista fosse quella di muovere consensi verso lo ius corrigendi.(...)

L'intero articolo a partire dal titolo parla del ruolo paterno come sorvegliante (guardia). è la tizia che scrive che non considera neppure per un attimo che un padre ami la figlia e che dunque inq uell'amore troverà soluzioni anche tanto diverse dalla "sorveglianza". quello che l'articolo racconta è il ruolo di un padre che compie il dovere di aguzzino e tutore per evitare promiscuità alla figlia. il giudizio morale opprime tutto il pezzo e le madri sono relegate al ruolo di quelle che se si vedono assegnate la cura delle figlie le lasciano sbracate a fare chissà quale fine. il riferimento esplicito è al fatto che senza un padre autoritario le figlie assumono infine devianze. questo è quello che contesto e non la paternità in se', ovviamente. di questo io discuto e qui la discussione ha preso pieghe inaspettate ovvero c'è stato chi ha parlato di sberle, severità, intimidazione, ha usato parole sessiste per definiore la sessualità delle ragazze e via di questo passo.

Ma io credo di aver contribuito a costruire quel mondo, solo che l'ho fatto senza esserne consapevole.
Il fatto è che l'essere liberi e indipendenti è diventata una sorta di dovere, di saper dimostrare di essere all'altezza per ogni libertà, anche da parte della mia famiglia; avere i figli laureati era una libertà a loro non facilmente concessa, con tre solo una li ha dato questa soddisfazione, e la mia vera libertà forse è poter ammettere che non tutto ciò che mi è concesso liberamente di avere devo essere capace di onorare, ma ci vuol tempo per capirlo e far pace con se stessi, all'inizio invece sei complice..

La serenità con cui dici cose così dense di significato giuro mi lascia senza fiato. Lo capisco che questo possa aver determinato aspettative dove diventa complicatissimo smarcarsi e assumere una personalità autonoma. In questo quadro d'insieme quasi diventa trasgressivo fare le scelte che hai fatto tu. io, mia figlia, molte che conosco, non abbiamo avuto il problema di dimostrarci all'altezza di ogni libertà. ci siamo beccate certo le nostre inadeguatezze ma la spinta per noi è comunque sempre stata in quel riflusso di ripiego in cui volevano ricacciarci. il passato, la morale, l'assenza di libertà.

Citazione
Per quanto riguarda scegliere senza pagare il prezzo nemmeno del giudizio, beh è difficile...io giudico spesso chi fa cose che ritengo sbagliate, è difficile predendere che gli altri non siano umani proprio come me e te, siamo imperfetti, la contraddizione è forse più spiccata in alcuni, ma è una falla umana.
Ma il problema di tali ragionamenti è che molti di noi sono solo orfani di un'altra cultura perché son smarriti e il vecchio per quanto tale e mal concio è tutto ciò che resta come giuda. Nemmeno gli USA che hanno fondato la loro cultura sulla libertà, sono riusciti a farsi bastare solo quella,  non possono fare a meno di crearsi dei paletti che li rendono paradossali.
Non si può dare solo libertà senza nessun altra prospettiva, se nessuno  ti da altro, le crei da te le nuove, riempi tutto quel vuoto lasciato.

scegliere senza pagare il prezzo. capisco anche questo. io ho pagato il prezzo di tutte le mie scelte. il femminismo me lo sono vissuto addosso in un percorso di conquista che è passato sulla mia pelle e su quella delle donne che avevo vicino e ho conosciuto. per forza di cosa la mia emancipazione non mi ha lasciato orfana di una vecchia cultura e non mi ha lasciato un vuoto per una cultura che non avevo ancora creato perché in realtà realizzare percorsi di libertà significa determinare già altre strade. questo ti fa forte. lo so. e per quanto altre abbiano intravisto nella mia forza una specie di tracia da seguire ho sempre rifiutato la delega e ho sempre vissuto, anche nella militanza, percorsi di autoresponsabilizzazione dove mi sono sforzata di offrire strumenti di comprensione qualunque fosse la tua scelta. in questo mi ha aiutato molto essere madre perché con una figlia, credo, si fa così. non puoi imporre nulla. le dai le risorse e le sicurezze necessarie perchè lei scelga e la sostieni qualunque scelta faccia. senza indottrinarla e senza pretendere che lei ti assuma acriticamente come modello.

Citazione
(...)
Non può che essere così confuso.Sì. Certo. Ma bisogna anche darci pace su questi meccanismi mentali, perché  racchiudono in sé un fondo di verità: la disparità ormonale, se non lo si accetta non si potrà mai nemmeno capire che abbisso c'è tra puttana e stupratore, la prima per quanto te la possono menare non fa del male a nessuno, la seconda è una diffamazione antisociale e anticivile, ti distrugge, se si vocifera che la tua vicina è una puttana, ci saranno quelli che se la ridono, quelli che si scandalizzano, quelli curiosi, ma grosso modo nessuno si sentirà davvero minacciato, se si vocivera che è uno stupratore credo si rischio sia il panico generale.

questo non lo condivido o non lo so. quello che so è che per entrambi vale il principio di consensualità. per me uno stupratore è chi fa sesso senza il consenso dell'altr@. la puttana esercita consensualmente.
sulla diffamazione antisociale mi sto documentando. ho preso il libro della Iacub. controvoglia perchè odio i testi scritti male ma ho letto la prima pagina e mi ha irritato e se qualcosa mi produce irritazione voglio andare a fondo e vedere cos'è che mi urta e se c'è qualche verità rispetto alla quale produco resistenze.

sono d'accordo con Giulia (non per solidarietà femminile, perchè è anche capitato di litigare su determinati argomenti  :lol:), oltretutto ripeto qui, quel che ho detto di là a proposito dei tuoi dubbi sullo svuotamento della 194: quegli anacronistici ritorni di fiamma in America non è che sono reazioni all'abbattimento degli stereotipi?
Perchè stereotipo non vuol dire altro che camminare sulle orme di qualcuno, è una strada già tracciata. Gli stereotipi si modificano poi naturalmente col mutamento dell'ambiente intorno a noi. Se tu improvvisamente cancelli quelle orme, le vuoi annientare, distruggere perchè portano ad una strada sbagliata secondo te, devi prima aver individuato una nuova strada, altrimenti ci sarà una gran confusione, tutti liberi a girare sul terreno sabbioso senza più strade e a scontrarsi l'uno con l'altro  :P, e allora ritraccerai delle orme, qualcuno a caso, qualcun'altro cercherà di riprodurre quelle vecchie marcando ancora di più i confini proprio per paura che vengano di nuovo immediatamente distrutte

si. è l'eterna ricerca del vecchio a soppiantare un nuovo che non è chiarissimo e che lascia un vuoto. ma io me la assumo la responsabilità, eventuale, di aver lasciato vuoti senza indicare alternative. io in senso generale perchè appunto, io mi sono in realtà sforzata di indicare sempre una alternativa ogni volta che ho smontato una teoria.
c'è credo anche un'ampia responsabilità da parte di chi ha realizzato una cultura di totale rincoglionimento epocale e sociale (il trentennio berlusconiano) in cui qualunquismo, revisionismo e backlash gender hanno fatto il loro sporco lavoro, in una denigrazione costante di lotte e conquiste sociali dove si diceva sempre che avevano prodotto disagi pronti ad essere risolti da conservatorismi che puntualmente si disponevano a soppiantare ciò che appariva vecchio.
backlash e revisionismi hanno demonizzato le conquiste civili, lo hanno fatto capovolgendo tutto, facendo ritenere che ciò che era una conquista fosse un regresso, e questo ha dato spazio a vecchie culture che si sono ripresentate in massa. le destre che assumono potere e la cultura di cui si fanno portatori non arrivano a caso. secondo me.



Offline beta

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Re: Il mito del Padre autoritario che evita le “devianze”! (by Fikasicula)
« Risposta #230 il: Giugno 05, 2012, 03:16:40 am »

guarda che lo so, beta, perciò sto dicendo che sono basita da questa deriva che non ho capito esattamente chi rappresenti. Io sono di sinistra e senza supporre superiorità morale di alcunché nel mio linguaggio ti potrei dire che la deriva è di estrema destra, autoritarismo spinto, antiabortismo integralista, antilibertarismo, controllo morale della sessualità delle persone, pregiudizio contro lesbiche, gay, trans. prescinde dall'ostilità nei confronti delle femministe. è proprio un mondo altro quello che emerge dalle istanze delle persone che vedo oggi scrivere qui. un mondo altro che mi pare a momenti prendere a pretesto temi difficilissimi come la questione maschile e la disperazione dei padri separati per imporre ideologie di conservazione. la cultura che io vedo emergere è quella. nel senso di conservazione di "valori" che appartenevano al mio bisnonno. dov'è l'uomo nuovo in tutto ciò? da cosa dovrebbe emergere?

ti rispondo solo sul grassettato. per me "l'uomo nuovo" è una definizione un po ambigua. mi ricorda questo:

Diventeranno dolci, certo, e non avranno bisogno di sentirsi forti. Non conquisteranno nuove terre e nuovi spazi, perché i loro padri hanno già distrutto abbastanza. Non dovranno difendere nessuno perché non vi è bisogno di maschi che proteggano laddove non vi siano maschi che minacciano.
Impareranno a piangere e a confessarsi. Si riconosceranno deboli ed imperfetti, certi di trovare comprensione e non scherno. Ammetteranno finalmente la loro fragilità negata e ne avranno in cambio umana comprensione. Riconosceranno di avere paura e troveranno aiuto, non derisione. Apprenderanno dagli altri quale sia il vero valore dei loro sentimenti e non si giudicheranno più da soli. Impareranno a distinguere tra le pulsioni buone e quelle cattive, le donne gliele indicheranno. Non saranno educati nel falso mito del coraggio, si dedicheranno a quelle attività che verranno loro suggerite e chiederanno prima di intraprendere iniziative. Non si vanteranno dei loro successi perché sarà finita l’era dello sciovinismo maschilista.
Diventeranno padri se e quando sarà loro richiesto e saranno padri attivi e presenti, non come ora. Non lo diventeranno a loro arbitrio sotto il mantello del cosiddetto “diritto alla paternità”. Non sarà loro permesso disconoscere i figli ma non imporranno alle donne lo stesso divieto con il provocatorio pretesto della parità. Spingeranno le carrozzine senza sospetti. Non imporranno la loro volontà, accoglieranno quella altrui. Impareranno a giudicare la storia e se stessi secondo un nuovo criterio e non saranno gelosi del mondo migliore che sarà stato costruito contro la loro volontà, con generosità ne riconosceranno quella superiorità che la storia avrà dimostrato. Si faranno carico del loro passato, saranno sinceri e non troveranno scuse per le loro responsabilità. Condanneranno tutto ciò che fu compiuto di male, le donne diran loro che cosa. Non le accuseranno di colpe che non possono avere e non useranno la propria individuale innocenza per coprire la colpevolezza della loro appartenenza, ma al tempo stesso non diranno “Siamo colpevoli di essere nati maschi”, insinuando che colpevoli siano proprio le innocenti, o, inaudito, per suggerire che, alla nascita, un’originaria condizione di indegnità morale li attendesse per tenerli incatenati senza rimedio alla loro ereditata, insolvibile colpa. Non chiederanno allora, oltraggiando se stessi, perché siano nati, conosceranno la risposta.
Controlleranno i dettagli del loro linguaggio, dei loro gesti e vigileranno sui loro sentimenti. In ciò saranno sorretti dalle donne che li aiuteranno a correggere i loro sogni con i quali potrebbero vagheggiare i privilegi perduti. Controlleranno scrupolosamente il loro comportamento adeguandolo alle legittime richieste delle donne ma non pretenderanno, reciprocamente, di giudicarne il comportamento. Useranno un vocabolario corretto del quale non indagheranno l’origine perché sapranno che non sarà stato modificato a loro danno, sapranno che non sarà stato loro imposto e volentieri si rivolgeranno alle donne per sapere come parlare perché uomini nuovi hanno bisogno di una lingua nuova. Di una neolingua. Non useranno parole dal doppio senso offensivo quali “virilità” e “maschilità”, non ne penseranno i concetti. Sapranno che le difficoltà di adeguarsi alle nuove abitudini deriveranno dal passato, dal fatto che la mentalità cattiva è dura da abbandonare. Non chiameranno “nostre esigenze” quelle che sono aspettative di illegittimi privilegi e non rivendicheranno “diritti” perché sapranno che ciò comporterebbe doveri per l’Altra. Non useranno locuzioni sospette quali “la nostra dignità“, “il rispetto per noi stessi”, “la nostra libertà”, “le nostre aspettative”, “ le nostre pulsioni”, “i nostri bisogni” insinuando in tal modo che non siano rispettati e valorizzati. Non pronunceranno la parola “istinto”. Non penseranno che le donne possano offenderli o far loro del male, perché sarà scomparsa la misoginia.
Non si sentiranno soli, in ogni momento ci sarà chi saprà dove siano e cosa facciano e saprà dir loro cosa veramente abbiamo voluto, desiderato e pensato, sapendo che non lo si farà per controllarli non si sentiranno controllati. Non avranno la necessità di rivendicare spazi esclusivi e non li chiederanno. Riconosceranno i loro limiti e non penseranno di essere importanti. Non saranno orgogliosi del loro corpo, non si affanneranno per la sua atleticità e bellezza perché sarà finita l’era del narcisismo maschile. Lo cureranno e lo miglioreranno, perché sarà finita l’era della sciatteria maschile. Non parleranno bene del loro corpo. Non ne parleranno.
Quando le donne li giudicheranno nei tribunali non permetteranno che li condannino. Cavalieri, le anticiperanno autocondannandosi perché nessuno possa pensare che un Genere siede in alto a condannare l’altro e che essi entrano come imputati là dove le femmine siedono solamente come giudici o, inaudito, che colei che è innocente perché non può diventare colpevole sta lanciando l’estrema sentenza contro colui che ha ereditato la Colpa. Saranno Cavalieri veri, di quelli che non chiedono Cavalleria in contraccambio. Aiuteranno in casa. Eseguiranno con sollecitudine i compiti loro assegnati nei modi corretti, nei tempi indicati, nelle forme prefissate, con le modalità prescritte, con gli strumenti confacenti, nella successione adatta. Faranno la spesa giornalmente acquistando nel negozio stabilito la quantità esatta del prodotto comandato della qualità designata della marca idonea nella confezione suggerita.
Faranno pipì seduti.
Entreranno in sala parto perché avranno capito che anche quel momento li riguarda. Non entreranno in sala parto perché sapranno che questo non basta per mettersi a posto la coscienza. Di fronte a difficoltà e disagi non diranno: “Questo e quello son cose che ci fanno male”, perché avranno appreso che il male è figlio della cattiva volontà e dove nessuno vuole compierlo, il male non c’è. Malati, non si lamenteranno perché avranno smesso di fare i bambini e di compiangersi. Quando soffriranno non lo nasconderanno, perché avranno smesso di fare i duri e di comportarsi da machi. Se accadrà loro di soffrire e di faticare per gli altri non lo ricorderanno a nessuno perché finalmente avranno imparato dalle loro madri le quali di tutte le rinunce, di tutti i sacrifici sopportati per essi mai fanno memoria e anzi ogni giorno ricordan loro di dimenticarli.
Non molesteranno le loro colleghe baciandole per primi, non le mortificheranno rifiutandosi di farlo in contraccambio e questo non lo chiameranno dipendenza. Non scambieranno l’amore per possesso e saranno gelosi in giusta misura. Non tradiranno le loro donne, potranno anche averne molte, ma una alla volta. Controlleranno le loro pulsioni senza pensare di autoreprimersi, non saranno pressanti nelle richieste e faranno l’amore con dolcezza, se e quando gli verrà proposto, non come ora. Si preoccuperanno di far divertire le loro partner ma non le costringeranno a simulare voluttà inesistenti preoccupandosi di farle divertire. Si vergogneranno della loro urgenza e non si comporteranno come animali, giacché gli umani non sono animali.
Non ci sarà più sesso senza amore e lo considereranno molto meno importante perché sarà stata loro insegnata la sua vera e giusta importanza. Non andranno per sesso a pagamento sotto lo scandaloso pretesto che non lo si trova gratis, corteggeranno con dignità e fierezza senza pensare di mendicare, chiederanno senza sentirsi umiliati. Quanto otterranno non lo considereranno un’elemosina, ma ne saranno grati. Rispetteranno la volontà altrui sino ad autoimporsi la castità, se necessario. Non chiameranno sofferenza ciò che è solo capriccio inappagato. Lentamente impareranno dalle loro compagne che vivono bene anche senza sesso. Non le offenderanno masturbandosi o pretendendo il cosiddetto “sesso gratis” come se fossero ancora a disposizione delle voglie maschili. Non chiederanno con insistenza per insinuare che siano avare.
Se necessario, imploreranno senza paura di perdere la loro dignità, sapendo bene che anche i bambini supplicano senza arrossirne. Confesseranno in pubblico la loro impotenza senza accusare di ciò le loro madri e senza vergogna, perché da ciò ricaveranno comprensione e non canzonatura. Se avranno bisogno di medicine per fare il loro dovere non lo nasconderanno a nessuno e non esigeranno di acquistarle a piacimento accettando volentieri che qualcun altro gliele prescriva. Chiederanno. Capiranno che le loro compagne possono vivere bene anche senza di loro e forse vivrebbero meglio, non le costringeranno a sacrificare il meglio della loro vita stando accanto ad essi. Se vorranno farlo, gliene saranno grati. Ai sacrifici patiti per metterli al mondo ed allevarli non aggiungeranno l’antica ingratitudine, quel dimenticare che le madri per indossare il collier più prezioso han dovuto rinunciare alla bigiotteria. Questo non potranno dimenticarlo.
Diventeranno dolci e non avranno più bisogno di sentirsi forti perché avranno capito che forza e dolcezza non possono convivere. Avranno un’infanzia felice perché sapranno che la notte di St. Klaus mani pietose porranno sulla tavola qualcosa anche per loro. Non potranno dirsi infelici. Diventeranno mansueti, uomini buoni, uomini nuovi. Maschi dal volto umano.


non no ho mai pensato che debba nascere un uomo nuovo, equivale a dire che l'uomo di adesso non va bene. e capirai che questo non c'entra con l'essere conservatori. tu accetteresti di diventare una donna nuova, secondo le mie disposizioni?
quello che ho pensato invece, è che il valore dell'uomo oggi è sotto attacco, e se proprio un uomo nuovo deve nascere, sara un uomo che non accetta di essere denigrato come adesso a mio avviso è.  questo non toglie che alcuni atteggiamenti maschili non mi piacciono, ma da qui all'uomo nuovo sarebbe come dire che siccome alcune donne denunciano falsi stupri, buttiamo via gli stampini delle donne tutte, e ne facciamo di nuovi. un cambiamento vero poi, non puo nascere dal disprezzo per se stessi, prima ci deve essere il riconoscimento e l'accettazione della nostra parte luminosa (quella negata dal femminismo).

Offline FikaSicula

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Re: Il mito del Padre autoritario che evita le “devianze”! (by Fikasicula)
« Risposta #231 il: Giugno 05, 2012, 03:32:06 am »
ti rispondo solo sul grassettato. per me "l'uomo nuovo" è una definizione un po ambigua. mi ricorda questo:
(...) le donne gliele indicheranno. (...)
non no ho mai pensato che debba nascere un uomo nuovo, equivale a dire che l'uomo di adesso non va bene. e capirai che questo non c'entra con l'essere conservatori. tu accetteresti di diventare una donna nuova, secondo le mie disposizioni?
quello che ho pensato invece, è che il valore dell'uomo oggi è sotto attacco, e se proprio un uomo nuovo deve nascere, sara un uomo che non accetta di essere denigrato come adesso a mio avviso è.  questo non toglie che alcuni atteggiamenti maschili non mi piacciono, ma da qui all'uomo nuovo sarebbe come dire che siccome alcune donne denunciano falsi stupri, buttiamo via gli stampini delle donne tutte, e ne facciamo di nuovi. un cambiamento vero poi, non puo nascere dal disprezzo per se stessi, prima ci deve essere il riconoscimento e l'accettazione della nostra parte luminosa (quella negata dal femminismo).

no, scusa, allora ho sbagliato termine. il pezzo che hai proposto l'ho letto fino a "le donne gliele indicheranno" e mi sono fermata perché le donne non devono indicare proprio nulla.
io sono libera di dire qual è l'uomo che piace a me, quello che ho accanto, ma non sono qui per dettare norme di comportamento entro le quali gli uomini dovrebbero realizzarsi. anzi.
la vostra autonomia prescinde da tutto il resto. ogni percorso per me deve essere autodeterminato e dove intravedo sudditanze di qualunque genere, quindi dipendenze, ci vedo vizi e distorsioni.
io esprimevo un giudizio di tipo politico. un uomo così come una donna che vincolano la mia sessualità è autoritario e anacronistico. non mi dice nulla di "nuovo" nel senso di conquiste e progressi sociali dove tu mi insegni che vedere i limiti dei dogmi tutti, incluso quello che si pensa sia il femminismo, se vissuto in quanto tale, porta ad un respiro più ampio.
dunque non denigro l'uomo in quanto tale ma giudico ideologie e culture precise che restringono le mie e anche le tue libertà.

Offline Guit

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Re: Il mito del Padre autoritario che evita le “devianze”! (by Fikasicula)
« Risposta #232 il: Giugno 05, 2012, 05:26:25 am »
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L'intero articolo a partire dal titolo parla del ruolo paterno come sorvegliante (guardia). è la tizia che scrive che non considera neppure per un attimo che un padre ami la figlia e che dunque inq uell'amore troverà soluzioni anche tanto diverse dalla "sorveglianza". quello che l'articolo racconta è il ruolo di un padre che compie il dovere di aguzzino e tutore per evitare promiscuità alla figlia. il giudizio morale opprime tutto il pezzo e le madri sono relegate al ruolo di quelle che se si vedono assegnate la cura delle figlie le lasciano sbracate a fare chissà quale fine. il riferimento esplicito è al fatto che senza un padre autoritario le figlie assumono infine devianze. questo è quello che contesto e non la paternità in se', ovviamente. di questo io discuto e qui la discussione ha preso pieghe inaspettate ovvero c'è stato chi ha parlato di sberle, severità, intimidazione, ha usato parole sessiste per definiore la sessualità delle ragazze e via di questo passo.
...

Io sinceramente tutto ciò non ce l'ho trovato. Esistono diverse scuole di pensiero sull'educazione, e questo articolo sposa la linea della fermezza, che anche a uno come me non si addice, però ha una sua logica. Io credo piuttosto che un genitore dovrebbe avere la capacità di capire quale tipo di educazione si addice di più al ragazzo, caso per caso. Per alcuni il permissivismo è distruttivo, per altri è distruttivo l'autoritarismo.



Take the red pill

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Re: Il mito del Padre autoritario che evita le “devianze”! (by Fikasicula)
« Risposta #233 il: Giugno 05, 2012, 05:58:28 am »
Io sinceramente tutto ciò non ce l'ho trovato. Esistono diverse scuole di pensiero sull'educazione, e questo articolo sposa la linea della fermezza, che anche a uno come me non si addice, però ha una sua logica. Io credo piuttosto che un genitore dovrebbe avere la capacità di capire quale tipo di educazione si addice di più al ragazzo, caso per caso. Per alcuni il permissivismo è distruttivo, per altri è distruttivo l'autoritarismo.

Ti segnalo le parti per me salienti dell'articolo dal titolo papà di guardia in questione. Dice:

"Lei ha 16 anni (...) quando lei uscirà con un ragazzo (...) lo stesso padre (...) pretenderà che si presenti e, guardandolo negli occhi, gli farà capire che lo ritiene responsabile di quello che succederà alla sua bambina. Bambina, sì, perché a 16 anni (ma anche a 18 o a 20) le ragazze hanno bisogno ancora e sempre di una guida. Quindi, padre (spesso confuso) di un’adolescente, occorre restare sul campo di battaglia. Proteggerla. Difenderla. Intervenire. Alzare barriere intorno a lei. Non lasciarla sola, alla mercé di sé stessa (...).

(...) Soprattutto se femmine, perché quando crescono la delega alla madre diventa in bianco (...) padri di figlie femmine (...) Sono loro a costruire il modello di uomo a cui in futuro le figlie si avvicineranno. È sotto lo sguardo del padre che una bambina diventa donna. (...) La chiamata dei padri alle armi arriva da una pediatra americana (...) ha visto il suo studio riempirsi di quattordicenni depresse, anoressiche, bulimiche, con il cuore a pezzi. Colpa della libertà in cui vivono e anche del fatto che nessuno dice loro con fermezza (...)

Cari padri, (...) Volete chiudere un occhio quando passerà le notti in bianco in discoteca? Volete che all’università passi il tempo a imbastire "storie" perdendo di vista l’obiettivo? Volete vederle uscire di casa a 12 anni in minigonna e top? I padri possono impedire tutto questo (...) Lo possono fare perché proprio da loro – gli uomini di casa – le figlie cercano l’autorità, la fermezza. (...) Li odieranno, ma li rispetteranno.

(...) L’adolescente «ha bisogno che iI padre, (...) le insegni il rispetto di sé stessa (...) Niente pigiama party a 13 anni, niente discoteche fino a 16, niente vacanze «solo ragazzi», orari ferrei per il rientro alla base. (...) Se c’è bisogno di una punizione, nessuna paura a darla. Nessun imbarazzo a dirle che il suo corpo esige rispetto, che deve aspettare e non cedere alle pressioni dei ragazzi. Sono le regole di casa, dovrà rispettarle. Ma perché deve essere proprio il padre a sobbarcarsi il «lavoro sporco»? Perché la sua presenza attiva in famiglia è una buona assicurazione contro la devianza, l’abbandono scolastico e, per entrare in ambito di comportamenti sessuali, la promiscuità, i rapporti e le gravidanze precoci. E poi perché quella del padre è l’immagine di uomo con la quale la figlia crescerà. Se sarà autorevole e determinato, cercherà un compagno di vita autorevole e determinato. (...) Regole, controllo, severità."

La sintesi è quella che ti ho fatto io, per me. Padre=sorveglianza=autoritarismo=disciplina. una specie di generale. un militare che sorveglia la sessualità delle figlie femmine, che se lasciate in mano alle madri assumono comportamenti deviati e invece il padre sarebbe il mezzo per evitare tutto ciò. E' questo un modello educativo da gendarmi. autoritario. e la sola idea che le "le bambine diventino donne sotto lo sguardo del padre" è veramente inappropriata. mi sembra perfino morbosa.

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Re: Il mito del Padre autoritario che evita le “devianze”! (by Fikasicula)
« Risposta #234 il: Giugno 05, 2012, 06:45:59 am »
ahò tutte le teorie QM andate in fumo in un colpo solo  :lol:

allora la prostituzione secondo te? com'è che esiste se basta così poco?



Mah... credo che esista perché ci può essere chi ha fetta e vuole saltarsi tutta la fase di corteggiamento e seduzione.
Oppure perché c'è gente che ha talmente poco stima di se che teme di non poter essere accettata. per questi, penso che la prostituzione sia un'importante valvola di scarico.

In linea di massima... perlomeno nel mio caso, che, ribadisco, sono un uomo molto fedele (pur se tendenzialmente poligamo), la seduzione ha un aspetto importantissima.
Se vogliamo anche portando fuori una collega a cena sai che stai pagando una marchetta. Perché solo una scema non capirebbe che stai facendo come il ragno con la tarantola. Ma almeno sai che lei, in qualche modo ti ha scelto.
C'è chi, come me, qualche volta ha bisogno di queste conferme.


Ma... anche questa cosa qui...
Ecco... io non penso che riguardi la questione maschile.

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Re: Il mito del Padre autoritario che evita le “devianze”! (by Fikasicula)
« Risposta #235 il: Giugno 05, 2012, 06:47:25 am »
Sei libero. Rimaniamo però su la realtà dei fatti, ciò che ho detto io e basta; può fare anche schifo, non è certo un caso che per rendere una donna disgustosa si accenna sempre sull'aver fatto rapporti orali a 10 sconosciuti in una volta sola. Se già si parlasse di tale pratica fatta a uomini avuti nell'arco di una intera vita, anche sempre 10 uomini, già cambia, ma in sostanza sarebbe la stessa identica cosa. Per quanto riguarda alla sensibilità di non fare doppiopesismo su tale pratica sessuale, aldilà che possa piacere o meno il farlo o il riceverlo, il grosso ostacolo è tutta una questione di peli, la donna è in genere più attenta su questo. Non vi sono confini della realtà, ma per lo meno i gusti personali quelli sì. invece i moralismi ipocriti li lascio volentieri agli altri, per me una donna e un uomo possono fare tutto ciò che vogliono nel sesso, basta non fare mai del male all'altro/a anche se lo si chiede è meglio evitare.
Ma secondo te è vera la storia che ingerire sperma si va all'ospedale o è una bufala?

He he, non lo so perche' a dire il vero non ho mai nemmeno lontanamente chiesto a nessuna della mia partner di ingerire il mio sperma e mi guarderei bene dal baciare sulle labbra una donna dopo una cosa del genere, quindi non saprei... ^_^

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Re: Il mito del Padre autoritario che evita le “devianze”! (by Fikasicula)
« Risposta #236 il: Giugno 05, 2012, 08:11:14 am »
A questo punto mi sorge un dubbio atroce: questa enorme competenza sulla composizione dello
sperma e sulla scarsa pericolosità dell'ingoiare il medesimo è forse di natura.......autobiografica?

Che io sappia è una medicina alternativa.
http://forum.alfemminile.com/forum/couple2/__f461271_couple2-Semeterapia.html
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Re: Il mito del Padre autoritario che evita le “devianze”! (by Fikasicula)
« Risposta #237 il: Giugno 05, 2012, 08:16:03 am »
e questa si chiama zappa sui piedi.

Sto attraversando una fase di monogamia, a metà strada tra scelta (autoimposta) e ciscostanza ("non è tutto merito mio").
Mi considero fuori dai giochi.
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Re: Il mito del Padre autoritario che evita le “devianze”! (by Fikasicula)
« Risposta #238 il: Giugno 05, 2012, 08:17:30 am »
apparte la facilita per fs, che a un certo punto è secondaria, qui cè da preoccuparsi proprio su cosa diamine sta diventando questo forum.
sono basito da tanta stupidita da parte nostra.

Credo che tutti stiano scherzando.
Non si può più?
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Re: Il mito del Padre autoritario che evita le “devianze”! (by Fikasicula)
« Risposta #239 il: Giugno 05, 2012, 08:25:12 am »
1.
Non lo considero un problema, ciò che non piace non è un problema, e non credo sia un fatto di onestà che tu invece possa avere esigenze diverse dalle mie, è solo l'ennesima dimostrazione che ogni individuo è un mondo a sé, con i propri personali gusti, esigenze, cose che gli piacciono e cose che gli fanno schifo, nessuno è mai morto per queste differenze soggettive.

2.
Non l'ho fatto certo io "il terrorismo" che può far schifo ripeto è pacifico, che lo sperma ingerito possa portare all'ospedale, quello sì che lo puoi anche definire terrorismo, ma non è a me che lo devi dire.

1.
Beh... potrebbe diventare un problema.
A differenza di altri penso ancora che vi siano ragioni biologiche che giustificherebbero quella che sembra una maggior propensione alla poligamia o, comunque, alla noia per la monogamia, da parte maschile (questa, pur avendo un certo fondamento scientifico,  resta una mia rispettabilissima ma personale opinione). In questo senso, qualche variazione sul tema potrebbe aiutare a conservare l'interesse per una sessualità che altrimenti diverrebbe monotona e quindi noiosa... E.. non credo che un uomo e una donna possano sopportarsi a vicenda se manca uno sfogo sessuale.

2.
Hai ragione.
E' skorpion il terrorista.
A Sko'!!!
Se non ti piace farti fare i pompini, tientelo per te!!!
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