Ti segnalo le parti per me salienti dell'articolo dal titolo papà di guardia in questione. Dice:
"Lei ha 16 anni (...) quando lei uscirà con un ragazzo (...) lo stesso padre (...) pretenderà che si presenti e, guardandolo negli occhi, gli farà capire che lo ritiene responsabile di quello che succederà alla sua bambina. Bambina, sì, perché a 16 anni (ma anche a 18 o a 20) le ragazze hanno bisogno ancora e sempre di una guida. Quindi, padre (spesso confuso) di un’adolescente, occorre restare sul campo di battaglia. Proteggerla. Difenderla. Intervenire. Alzare barriere intorno a lei. Non lasciarla sola, alla mercé di sé stessa (...).
(...) Soprattutto se femmine, perché quando crescono la delega alla madre diventa in bianco (...) padri di figlie femmine (...) Sono loro a costruire il modello di uomo a cui in futuro le figlie si avvicineranno. È sotto lo sguardo del padre che una bambina diventa donna. (...) La chiamata dei padri alle armi arriva da una pediatra americana (...) ha visto il suo studio riempirsi di quattordicenni depresse, anoressiche, bulimiche, con il cuore a pezzi. Colpa della libertà in cui vivono e anche del fatto che nessuno dice loro con fermezza (...)
Cari padri, (...) Volete chiudere un occhio quando passerà le notti in bianco in discoteca? Volete che all’università passi il tempo a imbastire "storie" perdendo di vista l’obiettivo? Volete vederle uscire di casa a 12 anni in minigonna e top? I padri possono impedire tutto questo (...) Lo possono fare perché proprio da loro – gli uomini di casa – le figlie cercano l’autorità, la fermezza. (...) Li odieranno, ma li rispetteranno.
(...) L’adolescente «ha bisogno che iI padre, (...) le insegni il rispetto di sé stessa (...) Niente pigiama party a 13 anni, niente discoteche fino a 16, niente vacanze «solo ragazzi», orari ferrei per il rientro alla base. (...) Se c’è bisogno di una punizione, nessuna paura a darla. Nessun imbarazzo a dirle che il suo corpo esige rispetto, che deve aspettare e non cedere alle pressioni dei ragazzi. Sono le regole di casa, dovrà rispettarle. Ma perché deve essere proprio il padre a sobbarcarsi il «lavoro sporco»? Perché la sua presenza attiva in famiglia è una buona assicurazione contro la devianza, l’abbandono scolastico e, per entrare in ambito di comportamenti sessuali, la promiscuità, i rapporti e le gravidanze precoci. E poi perché quella del padre è l’immagine di uomo con la quale la figlia crescerà. Se sarà autorevole e determinato, cercherà un compagno di vita autorevole e determinato. (...) Regole, controllo, severità."
La sintesi è quella che ti ho fatto io, per me. Padre=sorveglianza=autoritarismo=disciplina. una specie di generale. un militare che sorveglia la sessualità delle figlie femmine, che se lasciate in mano alle madri assumono comportamenti deviati e invece il padre sarebbe il mezzo per evitare tutto ciò. E' questo un modello educativo da gendarmi. autoritario. e la sola idea che le "le bambine diventino donne sotto lo sguardo del padre" è veramente inappropriata. mi sembra perfino morbosa.
l'articolo contiene alcune frasi che non vanno neanche a me.
Giusto il concetto della fermezza, che non vuol dire rigidità.
farò una eccezione parlando del mio caso personale
Io ho una figlia di 9,5 anni. tanti mi dicono che è bella e che quando sarà più grande dovrò stare attento perchè....
Niente di tutto questo.
lei è una bambina, diventerà una ragazza e quindi una donna.
Se è bella , tanto meglio: come scrisse Goethe, la bellezza è dappertutto l'ospite più gradito.
é ovvio che a lei piaceranno i ragazzi. E ai ragazzi piaceranno le ragazze.
L'importante è sapere cosa succede e può succedere.
Non mi interessa parlare di diritti.
Mia figlia, come tutti , deve sapere che attraversare i binari può causare l'investimento da parte del treno.
C'entrano i diritti di attraversare i binari ?
No, c'entra il buon senso.
Non voglio che mi porti nessun ragazzo a casa, almeno fin quando lo riterrà utile lei stessa.
Potrà anche star fuori senza che attivi nessun cronometro.
ma non tollero, e non tollererò, l' abuso di sostanze psicoattine.
NON esiste alcun motivo per cui un giovane, o mewno giovane, debba ubriacarsi o drogarsi.
Riguardo alle conseguenze di tali comportamenti NON ammetto discussioni su presunti diritti, e credo, ho già ridsolto la questione.
Ho portato mia figlia a trovare un mio ex paziente ricoverato in una struttura neuroriabilitativa.
le ho fatto scambiare 2 parole con questo 30enne che,
grazie a un incidente da ubriaco, starà tutta la vita su una sedia a rotelle.
A casa , mia figlia ha voluto sapere, e io le ho spiegato che quell'uomo non camminerà.
MAI PIU'.
Lei ha avuto uno schock, come dicono i pseudospicologi ?
Forse, ma uno shock positivo.
Un insegnamento impareggiabile.
Un padre vuole una figlia che sappia scegliere, che si goda la vita.
Si goda anche il sesso, sapendo che però a volte bisogna stare attenti.
Se mi tornasse alle 3 di notte ubriaca, non sarebbe colpa solo della società, ma sopratutto mia.
Un NO, a volte, vale più di un SI.
la vita è scelta, un pare deve essere contento di far crescere un/a figlia che diventerà in grado di sceglire, e non di piagnucolare contro la società, perchè la società
siamo noiP.S . l'articolo ha più di un punto debole e il motivo è il solito :
parliamo di una
pediatra donna che, quindi,
non ha titolo per dire come si fa il padre.
Non più di una qualsiasi altra persona, ma qui si vuol far passare quanto scritto come frutto di dottrina scientifica.
No, non lo è
PPS : altra sciocchezza . a 16 anni ci sono delle ragazze, spesso donne,
non bambine