una nostra amica femminista protesta sul nostro forum: lei non è marxista, al massimo libertaria
Guarda, la definizione di "marxiste" ci mancava. Puoi ragionevolmente dirci libertarie, grazie!
va bene, a parte che è un po' triste questa corsa a dissociarsi dal gran barbone: c'era un tempo nel quale dovevi andare a scuola con Il Manifesto sotto il braccio se non volevi passare per fascista
è triste anche l'assenza di riflessione sulla struttura ideologica del femminismo: non lo dico io, lo dice la de Beauvoir: (È un po' sorpassata? si, lo sappiamo, ma il femminismo non ha ancora prodotto nulla di altro rispetto a ciò che la poverina ha descritto) la liberazione della donna sta al patriarcato come la rivoluzione proletaria alla società industriale
dunque a parte questo, la cosa più deprimente è l'autodefinirsi libertari o liberali o liberisti di coloro che incarnano il peggiore totalitarismo degli ultimi 200 anni.
In questo post delle femministe libertarie si può cogliere l'eterogenesi dei fini:
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/06/02/bologna-chiamata-assemblea-contro-lobiezione-di-coscienza-e-per-i-consultori-pubblici/#more-17648il problema che le preoccupa è il crescente numero di ginecologi obiettori: tra poco nelle strutture pubbliche non sarà più possibile abortire.
Il loro argomento principale è che gli obiettori si gonfiano le tasche facendo nelle cliniche private gli aborti che rifiutano nel pubblico. Argomento chiaramente fazioso e in malafede, della stessa pasta di altri:
1 gli stupri denunciati sono un decimo di quelli reali
2 i professionisti e i commercianti sono tutti evasori
3 i preti sono tutti pedofili
a questo argomento da minus habens c'è una sola risposta: denunciate! Se ci sono ginecologi obiettori che fanno gli aborti nelle cliniche private, fate nomi e cognomi. È possibile, certo: io non metto le mani sul fuoco per tutti i commercianti o tutti i preti. Ma denunciandoli avrete fatto un bene a tutta la collettività, e soprattutto agli obiettori onesti.
Quindi, archiviato questo (non) argomento, passiamo a vedere di cosa davvero si discute:
si discute della possibilità che lo Stato possa imporre a qualcuno un comportamento contro coscienza. Il liberismo nella propria stessa origine si pone a difesa delle libertà individuali contro l'ingerenza dello Stato. Anzitutto della libertà di coscienza.
Come si fa a dichiararsi liberisti o libertari e voler contemporaneamente imporre ad altri un comportamento contro coscienza? Davvero stupefacente!
Qualcuno diceva: non sono d'accordo con quello che dici ma combatterò perchè tu lo possa dire liberamente. Queste dicono: ciò che tu pensi non conta nulla, tu ti devi adeguare a ciò che pensiamo noi!
Ovviamente il post incriminato non è una rondine, è solo un'occasione per un ragionamento.
È possibile pensare il femminismo al di fuori di una dinamica totalitaria? È possibile un femminismo autenticamente libertario?
È chiaro che l'anarchia è solo il dominio del più forte, solo la legge garantisce la libertà, perchè limita ugualmente la libertà di tutti. Il problema è che questa limitazione della nostra libertà ha senso nella misura in cui ciò a cui rinunciamo è ampiamente compensato da ciò che ci rimane e ci viene garantito e difeso.
Un atteggiamento libertario/liberista si misura perciò su due criteri:
1 quantitativo: un atteggiamento libertario/liberista è quello che cerca la minore limitazione possibile delle libertà individuali compatibile con la vita comune. Ad esempio è comprensibile che tutti gli italiani siano obbligati a fermarsi al rosso del semaforo e a tenere la destra, rinunciando alle libertà corrispondenti. È ovviamente non-liberista/totalitario una limitazione progressiva della libertà senza alcun limite. Pian piano si passa dal semaforo rosso al limite di velocità, all'auto a benzina verde, all'auto prodotta da una industria nazionale e via via senza fine
2 qualitativo: una limitazione della libertà è accettabile quando è uguale per tutti. Non è accettabile che a parità di reato alcuni cittadini vadano in galera e altri no. Non è accettabile qualunque discriminazione basata sul sesso, sulla razza, sulla religione. Non è accettabile che la libertà di alcuni e la vita di alcuni venga difesa e tutelata di più della libertà e della vita di altri.
Quale allora potrebbe essere l'orizzonte di un femminismo libertario?
domanda tosta
anzitutto: perchè si dovrebbe porre il problema di una libertà femminile? Non è sufficiente porsi il problema di una libertà umana? le donne sono una popolazione/insieme distinto dal resto dell'umanità, con interessi e percorsi diversi? Credo che queste domande all'infuori della dialettica hegeliana ben difficilmente possano essere comprese.
ma se (se) la liberazione della donna fosse solo uno dei passaggi della liberazione dell'umanità, se l'autorealizzazione femminile andasse di pari passo con l'autorealizzazione femminile, il femminismo avrebbe un senso?
credo proprio di no, si ritorna alla dialettica servo padrone: il femminismo non ha alcun senso in un gioco win-win. Le rivendicazioni femministe hanno senso solo nella misura in cui comportano l'espropriazione maschile, ed è in questo contesto che vengono portate avanti, è questo che giustfiica la cattiveria che trasuda dal blog delle FAS.
Tale risentimento è particolarmente acuito dal fatto che ogni ulteriore progresso sociale, ogni passo verso una società migliore, in realtà non viene incamerato solo dalle donne. L'invenzione dei contraccettivi che aveva aperto la possibilità di un sesso ludico alle donne si è riversata anche sugli uomini: l'aumento dell'offerta di sesso è stato goduto anche (?) dagli uomini.
però resta il fatto che ogni essere umano (anche le FAS fanno parte dell'insieme, nonostante ogni prova contraria) ritiene di essere nella verità, nessuno affermerebbe mai in buona coscienza alcunchè se non fosse convinto. Perciò:
1 prendiamo atto con dispiacere che anche le FAS rinnegano il loro vecchio amico barbone
2 auspichiamo che l'evoluzione libertaria significhi libertà per tutti, a prescindere dalla nazionalità, dalla ricchezza, dalla fede e soprattutto dal sesso. Auspichiamo perciò che gli uomini abbiano altrettanta libertà di realizzarsi come uomini quanta le fas invocano per sè stesse.
È possibile un tale percorso? A priori nessun percorso è impossibile. Al momento mi sembra improbabile.