La coppia si separa?
Lei rischia la povertà
Fino a poco tempo fa erano gli uomini i più esposti ai disagi
un nuovo fenomeno
Gli esperti: un effetto dell'affidamento condiviso
Quali esperti? Con l'introduzione dell'affido condiviso non è cambiato niente dalla vecchia leglislazione, il contributo per il mantenimento dei figli è rimasto ed è stato più volte ribadito dalla cassazione.
Che la fine di un matrimonio impoverisca, non solo sentimentalmente, non è certo una novità.
Si, la fine di un matrimonio impoversce, economicamente gli uomini, non le donne... il 75% delle separazioni è chiesto da donne, se le impoverirebbe si limiterebbero.....
Quello che stupisce è che se fino ad oggi a piangere miseria erano soprattutto gli uomini separati, oggi con uno studio pubblicato sull'ultimo rapporto Istat, scopriamo che le più «povere» dopo un addio sono le donne:
E' che hanno cominciatoanche in questo campo con il "chi chiagne fotte chi ride"
una su quattro, nei primi due anni dopo la separazione, è a rischio povertà o «deprivazione» (uno su sei gli uomini). Il cambiamento radicale, e spesso improvviso, della loro condizione familiare «genera effetti pontenzialmente rilevanti sulla loro condizione economica». Più a rischio disagio le donne che pagavano l'affitto, ma anche per quelle che avevano l'abitazione in uso o in usufrutto e per quelle che non avevano un'occupazione o che erano occupate a tempo parziale. Due anni dopo l'evento circa il 35% di chi non aveva un lavoro lo ha trovato ma ciò non è bastato a tutelarle: più del 32 per cento è materialmente deprivata e il 26,3% è a rischio povertà.
Insomma, chi era già "povera" durante il matrimonio continua ad essere povera anche nella separazione.
Non è meglio pensare all'indipendenza economica prima del matrimonio e continuare a mantenerla anche durante... e non pensare al matrimonio come ad una "assicurazione", che dopo la conquista del divorzio come un diritto delle donne adesso le si ritorce contro?
E adesso chi glielo ai dice ai padri separati sempre pronti a manifestare per denunciare di essere polli spennati da mogli che chiedono troppi soldi e concedono poco tempo con i figli? I dati Istat parlano chiaro.
A si, l'ISTAT, i dati dell'ISTAT, dove all'ISTAT il Dipartimento per le statistiche sociali ed ambientali dipende da una certa Linda Laura Sabbadini .... con queste premesse non poteva venire fuori un risultato diverso da questa statistica... d'altronde il finale dell'articolo lo conferma.
E Adriana Boscagli, uno dei più noti avvocati matrimonialisti italiani, mentre legge i numeri del rapporto annuisce e spiega: «Effettivamente c'è un'inversione di tendenza. E le cause sono diverse. Intanto gli uomini sono stanchi di essere troppe volte defraudati e iniziano a essere fin troppo sulla difensiva, non si fidano più di consegnare parte del proprio patrimonio e del reddito alla ex moglie affinché lo gestisca per sé e per i figli. Poi, con l'affido condiviso molti mariti pensano erroneamente che il tempo di frequentazione padre figli sia l'unica discriminante per quantificare il contributo. Più tempo ci sto meno pago. In realtà è solo uno degli elementi che il giudice deve considerare».
Hai detto bene "DEFRAUDATI"..
Come può salvarsi una donna dalla rovina post separazione? .... In modo da conservare il più possibile il tenore di vita.
Andando a lavorare e contare solo su se stessa, prima, durante e dopo il matrimonio, era la risposta migliore.
Sempre queste donne che cercano protezione e tutela da parte di un uomo, che sia il padre, fidanzato, marito, amante, convivente... ma quando cresceranno....
Il danno più grave è per quelle donne che hanno subito l'imposizione del marito che le voleva a casalinghe. Ovvero per quelle donne che hanno scelto di abbandonare un lavoro sapendo di poter contare sul maggior reddito del marito. E in entrambi i casi l'uomo deve assumersi le responsabilità economiche di queste scelte. Ma nella versione moderna è meno generoso e in certi casi addirittura ingiusto, non considerando affatto le scelte fatte in passato».
Un marito non può ne imporre alla moglie di andare a lavorare o di stare a casa a fare la casalinga,sono finiti i tempi del marito capo famiglia a cui la moglie è sottomessa, che la moglie si prenda le sue responsabilità delle scelte da lei fatte (ed imposte al marito).
1963, è disoccupato, ma è un idraulico e ha avuto anche una propria famiglia, per poi tornare a vivere con la mamma; Alessandro, classe '78, ha lavorato in una pasticceria, anche se dalla casa dei genitori non è mai uscito. Per dimostrarlo, però, papà Vincenzo ha faticato non poco. «Sarebbe bastato un po' di buonsenso - dice ancora l'avvocato Raneri - dato che parliamo di pensionati, di gente che non nuota certo nell' oro». Adesso solo alla moglie, che ha una pensione mensile di circa 400 euro, spetterà ancora l'integrazione per gli alimenti.
Per Vincenzo Capuano è comunque l'uscita da un tunnel: «A conti fatti, a me rimanevano 100 euro al mese, o poco più - racconta l'anziano -. Mia sorella non poteva ospitarmi e, se non fosse stato per una signora che prima mi ha dato una stanza a pagamento e poi, quando non ho avuto più un soldo, mi ha ospitato gratis, sarei finito a dormire sotto i ponti, a vivere come un barbone». Anche ora però la situazione non è delle migliori e Capuano vorrebbe tornare a vivere con la moglie separata, Antonina Cimino, di 76 anni: «Mi accontenterei anche di uno sgabuzzino». Difficile però che la richiesta venga accolta: alla base della rottura tra i due ci sarebbe infatti un tradimento avvenuto in tarda età, che l'arzillo vecchietto separato nega, ma che ha incrinato in maniera insanabile i rapporti familiari.[/i]
Ma con tutte ste donne separate povere perchè portate ad esempio degli uomini????
Non le avete cercate o non le avete trovate?????
Secondo me non le avete trovate, perchè non ce ne sono.
http://www3.lastampa.it/costume/sezioni/articolo/lstp/456825/?google_editors_picks=true