Autore Topic: Separazione? LEI rischia la povertà PER COLPA DELL'AFFIDO CONDIVISO  (Letto 1320 volte)

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La coppia si separa?
Lei rischia la povertà
Fino a poco tempo fa erano gli uomini i più esposti ai disagi

un nuovo fenomeno
Gli esperti: un effetto dell'affidamento condiviso


MARIA CORBI

Che la fine di un matrimonio impoverisca, non solo sentimentalmente, non è certo una novità. Quello che stupisce è che se fino ad oggi a piangere miseria erano soprattutto gli uomini separati, oggi con uno studio pubblicato sull'ultimo rapporto Istat, scopriamo che le più «povere» dopo un addio sono le donne: una su quattro, nei primi due anni dopo la separazione, è a rischio povertà o «deprivazione» (uno su sei gli uomini). Il cambiamento radicale, e spesso improvviso, della loro condizione familiare «genera effetti pontenzialmente rilevanti sulla loro condizione economica». Più a rischio disagio le donne che pagavano l'affitto, ma anche per quelle che avevano l'abitazione in uso o in usufrutto e per quelle che non avevano un'occupazione o che erano occupate a tempo parziale. Due anni dopo l'evento circa il 35% di chi non aveva un lavoro lo ha trovato ma ciò non è bastato a tutelarle: più del 32 per cento è materialmente deprivata e il 26,3% è a rischio povertà.

E quando ci si separa sia lui che lei (26%) tornano a casa da mamma e papà, un porto sicuro e s o p r a t t u t t o economico. Mammoni di ritorno causa fine di un amore. E per i primi due anni da «ex» il 19% riceve un «aiutino» in soldi dai parenti. Non che questo migliori di tanto la situazione. Se si hanno figli minori è peggio.

La buona notizia è che a un certo punto si intravede la fine del tunnel: i rischi, iniziano a calare dopo due anni dalla fine del rapporto coniugale e diminuiscono ulteriormente con il passare del tempo. Il 50% delle donne e il 40% degli uomini «dichiara un peggioramento della situazione economica nei due anni successivi la separazione. Se questa è avvenuta da non più di cinque anni, la percentuale di donne a rischio povertà è pari al 30%, mentre scende al 20 per cento dopo almeno dieci anni dalla separazione».

E adesso chi glielo ai dice ai padri separati sempre pronti a manifestare per denunciare di essere polli spennati da mogli che chiedono troppi soldi e concedono poco tempo con i figli? I dati Istat parlano chiaro. E Adriana Boscagli, uno dei più noti avvocati matrimonialisti italiani, mentre legge i numeri del rapporto annuisce e spiega: «Effettivamente c'è un'inversione di tendenza. E le cause sono diverse. Intanto gli uomini sono stanchi di essere troppe volte defraudati e iniziano a essere fin troppo sulla difensiva, non si fidano più di consegnare parte del proprio patrimonio e del reddito alla ex moglie affinché lo gestisca per sé e per i figli. Poi, con l'affido condiviso molti mariti pensano erroneamente che il tempo di frequentazione padre figli sia l'unica discriminante per quantificare il contributo. Più tempo ci sto meno pago. In realtà è solo uno degli elementi che il giudice deve considerare». Come può salvarsi una donna dalla rovina post separazione? «Il consiglio, continua l'avvocato Boscagli, è quello di consegnarsi al magistrato con una lista dei costi che si dovranno sostenere nella nuova gestione da separata tenendo presente le spese effettuate fino a quel momento per mantenere il menage familiare. In modo da conservare il più possibile il tenore di vita.

Il danno più grave è per quelle donne che hanno subito l'imposizione del marito che le voleva a casalinghe. Ovvero per quelle donne che hanno scelto di abbandonare un lavoro sapendo di poter contare sul maggior reddito del marito. E in entrambi i casi l'uomo deve assumersi le responsabilità economiche di queste scelte. Ma nella versione moderna è meno generoso e in certi casi addirittura ingiusto, non considerando affatto le scelte fatte in passato». 1963, è disoccupato, ma è un idraulico e ha avuto anche una propria famiglia, per poi tornare a vivere con la mamma; Alessandro, classe '78, ha lavorato in una pasticceria, anche se dalla casa dei genitori non è mai uscito. Per dimostrarlo, però, papà Vincenzo ha faticato non poco. «Sarebbe bastato un po' di buonsenso - dice ancora l'avvocato Raneri - dato che parliamo di pensionati, di gente che non nuota certo nell' oro». Adesso solo alla moglie, che ha una pensione mensile di circa 400 euro, spetterà ancora l'integrazione per gli alimenti.

Per Vincenzo Capuano è comunque l'uscita da un tunnel: «A conti fatti, a me rimanevano 100 euro al mese, o poco più - racconta l'anziano -. Mia sorella non poteva ospitarmi e, se non fosse stato per una signora che prima mi ha dato una stanza a pagamento e poi, quando non ho avuto più un soldo, mi ha ospitato gratis, sarei finito a dormire sotto i ponti, a vivere come un barbone». Anche ora però la situazione non è delle migliori e Capuano vorrebbe tornare a vivere con la moglie separata, Antonina Cimino, di 76 anni: «Mi accontenterei anche di uno sgabuzzino». Difficile però che la richiesta venga accolta: alla base della rottura tra i due ci sarebbe infatti un tradimento avvenuto in tarda età, che l'arzillo vecchietto separato nega, ma che ha incrinato in maniera insanabile i rapporti familiari.


http://www3.lastampa.it/costume/sezioni/articolo/lstp/456825/?google_editors_picks=true

Online Cassiodoro

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Re: Separazione? LEI rischia la povertà PER COLPA DELL'AFFIDO CONDIVISO
« Risposta #1 il: Giugno 05, 2012, 10:40:30 am »
Citazione da:  
La coppia si separa?
Lei rischia la povertà
Fino a poco tempo fa erano gli uomini i più esposti ai disagi

un nuovo fenomeno
Gli esperti: un effetto dell'affidamento condiviso

Quali  esperti? Con l'introduzione dell'affido condiviso non è cambiato niente dalla vecchia leglislazione, il contributo per il mantenimento dei figli è rimasto ed è stato più volte ribadito dalla cassazione.


Citazione da:  
Che la fine di un matrimonio impoverisca, non solo sentimentalmente, non è certo una novità.
Si, la fine di un matrimonio impoversce, economicamente gli uomini, non le donne... il 75% delle separazioni è chiesto da donne, se le impoverirebbe si limiterebbero.....


Citazione da:  
Quello che stupisce è che se fino ad oggi a piangere miseria erano soprattutto gli uomini separati, oggi con uno studio pubblicato sull'ultimo rapporto Istat, scopriamo che le più «povere» dopo un addio sono le donne:

E' che hanno cominciatoanche in questo campo con il "chi chiagne fotte chi ride"



Citazione da:  
una su quattro, nei primi due anni dopo la separazione, è a rischio povertà o «deprivazione» (uno su sei gli uomini). Il cambiamento radicale, e spesso improvviso, della loro condizione familiare «genera effetti pontenzialmente rilevanti sulla loro condizione economica». Più a rischio disagio le donne che pagavano l'affitto, ma anche per quelle che avevano l'abitazione in uso o in usufrutto e per quelle che non avevano un'occupazione o che erano occupate a tempo parziale. Due anni dopo l'evento circa il 35% di chi non aveva un lavoro lo ha trovato ma ciò non è bastato a tutelarle: più del 32 per cento è materialmente deprivata e il 26,3% è a rischio povertà.

Insomma, chi era già "povera" durante il matrimonio continua ad essere povera anche nella separazione.
Non è meglio pensare all'indipendenza economica prima del matrimonio e continuare a mantenerla anche durante... e non pensare al matrimonio come ad una "assicurazione", che dopo la conquista del divorzio come un diritto delle donne adesso le si ritorce contro?


Citazione da:  
E adesso chi glielo ai dice ai padri separati sempre pronti a manifestare per denunciare di essere polli spennati da mogli che chiedono troppi soldi e concedono poco tempo con i figli? I dati Istat parlano chiaro.
A si, l'ISTAT, i dati dell'ISTAT, dove all'ISTAT il Dipartimento per le statistiche sociali ed ambientali dipende da una certa Linda Laura Sabbadini .... con queste premesse non poteva venire fuori un risultato diverso da questa statistica... d'altronde il finale dell'articolo lo conferma.

Citazione da:  
E Adriana Boscagli, uno dei più noti avvocati matrimonialisti italiani, mentre legge i numeri del rapporto annuisce e spiega: «Effettivamente c'è un'inversione di tendenza. E le cause sono diverse. Intanto gli uomini sono stanchi di essere troppe volte defraudati e iniziano a essere fin troppo sulla difensiva, non si fidano più di consegnare parte del proprio patrimonio e del reddito alla ex moglie affinché lo gestisca per sé e per i figli. Poi, con l'affido condiviso molti mariti pensano erroneamente che il tempo di frequentazione padre figli sia l'unica discriminante per quantificare il contributo. Più tempo ci sto meno pago. In realtà è solo uno degli elementi che il giudice deve considerare».
Hai detto bene "DEFRAUDATI"..

Citazione da:  
Come può salvarsi una donna dalla rovina post separazione? .... In modo da conservare il più possibile il tenore di vita.
Andando a lavorare e contare solo su se stessa, prima, durante e dopo il matrimonio, era la risposta migliore.
Sempre queste donne che cercano protezione e tutela da parte di un uomo, che sia il padre, fidanzato, marito, amante, convivente... ma quando cresceranno....

Citazione da:  
Il danno più grave è per quelle donne che hanno subito l'imposizione del marito che le voleva a casalinghe. Ovvero per quelle donne che hanno scelto di abbandonare un lavoro sapendo di poter contare sul maggior reddito del marito. E in entrambi i casi l'uomo deve assumersi le responsabilità economiche di queste scelte. Ma nella versione moderna è meno generoso e in certi casi addirittura ingiusto, non considerando affatto le scelte fatte in passato».
Un marito non può ne imporre alla moglie di andare a lavorare o di stare a casa a fare la casalinga,sono finiti i tempi del marito capo famiglia a cui la moglie è sottomessa, che la moglie si prenda le sue responsabilità delle scelte da lei fatte (ed imposte al marito).

Citazione da:  
1963, è disoccupato, ma è un idraulico e ha avuto anche una propria famiglia, per poi tornare a vivere con la mamma; Alessandro, classe '78, ha lavorato in una pasticceria, anche se dalla casa dei genitori non è mai uscito. Per dimostrarlo, però, papà Vincenzo ha faticato non poco. «Sarebbe bastato un po' di buonsenso - dice ancora l'avvocato Raneri - dato che parliamo di pensionati, di gente che non nuota certo nell' oro». Adesso solo alla moglie, che ha una pensione mensile di circa 400 euro, spetterà ancora l'integrazione per gli alimenti.
Per Vincenzo Capuano è comunque l'uscita da un tunnel: «A conti fatti, a me rimanevano 100 euro al mese, o poco più - racconta l'anziano -. Mia sorella non poteva ospitarmi e, se non fosse stato per una signora che prima mi ha dato una stanza a pagamento e poi, quando non ho avuto più un soldo, mi ha ospitato gratis, sarei finito a dormire sotto i ponti, a vivere come un barbone». Anche ora però la situazione non è delle migliori e Capuano vorrebbe tornare a vivere con la moglie separata, Antonina Cimino, di 76 anni: «Mi accontenterei anche di uno sgabuzzino». Difficile però che la richiesta venga accolta: alla base della rottura tra i due ci sarebbe infatti un tradimento avvenuto in tarda età, che l'arzillo vecchietto separato nega, ma che ha incrinato in maniera insanabile i rapporti familiari.[/i]
Ma con tutte ste donne separate povere perchè portate ad esempio degli uomini????
Non le avete cercate o non le avete trovate?????
Secondo me non le avete trovate, perchè non ce ne sono.

http://www3.lastampa.it/costume/sezioni/articolo/lstp/456825/?google_editors_picks=true
« Ultima modifica: Giugno 05, 2012, 10:53:33 am da Cassiodoro »
"Sì, sull’orlo del baratro ha capito la cosa più importante" - "Ah sì? E cosa ha capito?" - "Che vola solo chi osa farlo"

Offline COSMOS1

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Re: Separazione? LEI rischia la povertà PER COLPA DELL'AFFIDO CONDIVISO
« Risposta #2 il: Giugno 05, 2012, 13:45:45 pm »
ma guarda, secondo me un fondo di verità c'è, anche se la spiegazione non è quella che danno loro

secondo me ogni fenomeno sociale ha i propri alti e bassi: il divorzio ha colto gli uomini alla sprovvista, nel senso che nel sentire comune (al di là di quello che potevano dire le paucineuroniche) si poteva considerare una legislazione maschilista, perchè è l'uomo il cacciatore, è lui che ha interesse a disfarsi della gallina vecchia. In realtà si è dimostrata squilibrata a favore delle donne che ne hanno fatto un busyness. Ma nessuna festa dura troppo a lungo: gli uomini non sono scemi e hanno imparato la lezione: credo che oggi solo i fessi si fanno beccare con il gruzzolo in mano. Gli altri prima ancora che la parola "separazione"  passi per il cervelino di lei, hanno già fatto sparire il malloppo. Così quando arriva il giudice trova solo i resti del banchetto.

Effettivamente io di donne messe male dopo il divorzio ultimamente ne vedo più di qualche anno fa.
C'è un fondo di giustizia in tutto ciò. Certo dispiace che come al solito ci rimettano coloro che non ne hanno colpa, ma chi sveglia il cane non si lamenti se l'ha morsicato!

La legge sul condiviso conta poco in questa dinamica, anche perchè la applicano i giudici, e i giudici il condiviso non l'hanno ancora capito.
Dio cè
MA NON SEI TU
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Offline ilmarmocchio

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Re: Separazione? LEI rischia la povertà PER COLPA DELL'AFFIDO CONDIVISO
« Risposta #3 il: Giugno 05, 2012, 15:57:11 pm »
L'affido condiviso non c' entra nulla, visto che riguarda il figlio. Ma... siccome la madre ci marciava , ecco che il trucco viene alla luce e le donne piagnucolano.
Visto che sono le donne in maggioranza a chiedere la separazione, vuol dire che a loro conviene.
Certo, gli uomini cominciano a essere meno scemi, ma questo articolo ci fa capire che la strada è lunga.
Il potere, e i suoi servi, vogliono l'uomo comune attaccato al bindolo, attraverso il matrimonio che, una volta di più, va rifiutato categoricamente.

Offline vnd

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Re: Separazione? LEI rischia la povertà PER COLPA DELL'AFFIDO CONDIVISO
« Risposta #4 il: Giugno 05, 2012, 19:34:47 pm »
Quali  esperti? Con l'introduzione dell'affido condiviso non è cambiato niente dalla vecchia leglislazione, il contributo per il mantenimento dei figli è rimasto ed è stato più volte ribadito dalla cassazione.


Infatti.. L'articolo mi sembra tanto la solita manipolazione femminista della realtà.

Piangere per poi fottere...

Intanto alle file della Caritas non ci sono madri.

La legge sull'affido congiunto è una legge inapplicata e tradita.

Vnd [nick collettivo].