Aristotele osservando che negli embrioni verso il 3° mese si cominciano a distinguere manine e piedini (con i mezzi del tempo, cioè a occhio nudo) decise che in quel momento veniva infusa l'anima, perciò l'aborto era omicidio dopo il 3° mese.
Nel 1954 con la scoperta del DNA si è scoperto che in realtà con la fecondazione dell'ovulo da parte dello spermatozoo nasce una cosa nuova, un essere umano unico e irripetibile, con un patrimonio genetico che non è mai comparso e mai più comparirà sulla terra. Quella scoperta è stata la prima ragione scientifica per porre l'inizio della vita umana al momento del concepimento, in sintonia con il dogma dell'Immacolata Concezione. Ma le due cose sono sconnesse e chiaramente un dogma è appunto quella affermazione che deve essere accettata così come è e non vagliata sulla base delle evidenze scientifiche.
È chiaro adesso?
Mi piace come raconti sul DNA e siccuramente ha rivoluzionato il nostro modo di intendere la Vita.
Ma
se non ti stanco
troppo
io non credo che prima non si sapeva che c'è una fase embrionare diversa di quella del feto, quando l'anima si che esiste già.
Ho vicino a me un libro scritto all' inizio '800 scritto da C.G.Carus che si chiama Psyche. Conosce Aristotele, Tommaso d'Aquino ma è un medico(osterico)-filosofo del romanticismo. Non vuole fare aborti né mangiare embrioni per la cena, non ha nessun interesse di dimostrare nulla.
Io penso come lui. L'anima non viene infusa né nel momento del concepimento né nel momento dopo ma è l?anima che crea e determina la vita biologica(cio che anima = ciò che fa muovere, vivere).
Lui dice che la vita commincia quando l'anima paterna incontra l'anima materna quindi non è che non avevano un'ideea di cosa succede là dentro. Però anche lui fa una differenza tra l'embrione e feto.
Lo sviluppo fetale ripete lo sviluppo della vita sulla terra. E chiaro che c'erano delle fasi (quando non puoi distinguerlo da un'altro animale o quando ha la cosa) però il feto diventava un essere umano solo dopo che ha percorso queste fasi.