Autore Topic: fas & manifesto  (Letto 1107 volte)

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Offline ilmarmocchio

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Offline COSMOS1

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Re: fas & manifesto
« Risposta #1 il: Giugno 11, 2012, 14:34:08 pm »
il valore intellettuale di questi due neuroni in conflitto emerge con più chiarezza leggendo l'ultimo intervento di una loro amica sul nostro forum:

Citazione
esiste qui un gruppo di persone che vogliono a tutti i costi fare in modo che la questione maschile sia confusa  con la totale e acritica fedeltà alla ideologia della Pas

cioè,  :wacko: fatemi capire, noi vogliamo che la QM sia confusa con la pAS? e soprattutto la totale e acritica fedeltà alla ideologia della PAS? cioè,
1 c'è una ideologia della PAS?
2 noi vi colgiamo confondere la QM?
3 questa fedeltà deve essere torale e acritica?
 :hmm:

ma lor signorine al contrario hanno un atteggiamento molto razionale, critico, scientifico:
1 citano un ricercatore di livello internazionale che ha lavorato sulla sindrome
2 citano di contro:
2A una psicologa  :sick: di Napoli   :D (mi astengo da ogni commento: su google scholar la grande studiosa ha 8 voci, Richard Gardner 2960!)
2B due procuratori, cioè pubblici ministeri USA, i quali a tempo perso fanno gli neuropsichiatri  :wacko:
2C la associazione neuropsichiatrica spagnola, la quale è notoriamente riferimento della comunità scintifica internazionale  :lol:

eppoi fanno una strana equivalenza: se la PAS viene riconosciuta le donne non denunceranno più le violenze  :w00t:

scusate, sottomano non ho una mazza ferrata, ma davvero mi prudono le mani, vorrei tanto aprire quelle teste bacate per vedere cosa c'è dentro.
Ma cosa c.xxo c'entra? Il fatto che uno dei genitori possa usare i bambini contro l'altro e la denuncia della violenza di uno sull'altro?
 :sick:

per fortuna che queste invece nei confronti della PAS sono critiche
sì, critica a senso unico: o sei contro la PAS o sei contro la PAS!
Dio cè
MA NON SEI TU
Rilassati

Offline Rita

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Re: fas & manifesto
« Risposta #2 il: Giugno 11, 2012, 14:47:23 pm »
 :P a scanso di equivoci e malintesi, (per quanto, in rapporto all'articolo condivida pure quello) non vorrei che il titolo fosse un incentivo a continuare il dibattito: "è meglio mandare afncl FS o trattarla con rispetto?", già ampiamente dibattuto sul forum...

http://ragionimaschili.blogspot.it/

e comunque mi sembra interessante quel che dice Nestola, anche se è gentile ed educato e coltiva le buone maniere

http://www.adiantum.it/public/3001-fabio-nestola--gentile-luisa-betti,-quella-della-spinelli-si-chiama-informazione-pilotata.asp?pagin=1&ordine=commenti-idComm01-desc

Proprio da una analisi globale, però, emergono alcune vistose lacune:

1) viene messa sotto i riflettori esclusivamente la violenza agita dall’uomo ai danni della donna, mai il contrario; mai considerato nemmeno il concetto di violenza condannabile in ogni caso, a prescindere dal genere di autori e vittime
 
2) partendo dalle Nazioni Unite, passando per l’Europa, Ministeri Italiani, Regioni e Province, fino al più piccolo comune d’Italia, negli ultimi 40 anni nessuno ha mai stanziato dollari, lire o euro per approfondire disagi e bisogni delle vittime maschili.
 
3) Nessuna fonte istituzionale ha mai nemmeno sentito l’esigenza di verificare se esista un disagio maschile generato da violenze fisiche e psicologiche, vessazioni, umiliazioni, percosse, lesioni subite in ambito familiare. Nessuno ha mai verificato se, a fronte dell’enorme sommerso femminile, esista un sommerso maschile ancora maggiore.
 
4) l’unico soggetto al quale possa essere attribuito lo status di vittima è un soggetto femminile, al massimo esteso al binomio madre-figli
 
5) istituzionalmente la vittima maschile non viene riconosciuta, è un fenomeno che non solo non viene
 
contrastato, ma nemmeno studiato, analizzato, approfondito… apparentemente è un fenomeno che non esiste, e se esiste non c’è alcun interesse istituzionale a farlo emergere.
 
6) Se l’uomo vittima di violenza non viene ufficialmente riconosciuto, men che meno esiste il concetto di vittima esteso al binomio padre-figli
 
7) eppure la cronaca e l’analisi criminologica dicono il contrario: il costrutto complesso della violenza prescinde dal genere
 
8) esiste infatti una vastissima letteratura scientifica internazionale sulla violenza femminile, sviluppata non solo nei soliti USA: dall’India al Canada, dalle Filippine alla Svezia, dalla Spagna all’Iran, dalla Gran Bretagna al Brasile.
 
9) un solo testo - La violencia en la pareja: bidireccional y simetrica, Juan Alvarez Deca - raccoglie 230 studi longitudinali, dimostrando dettagliatamente ciò che sintetizza nel titolo: il postulato che all’interno della coppia la violenza sia unidirezionale è una mistificazione figlia del pregiudizio, dell’informazione pilotata, del condizionamento della coscienza collettiva in atto da decenni.
 
10) da una mole impressionante  di studi internazionali emerge una vistosa lacuna: solo in Italia non è mai stato effettuato uno studio sulla violenza a 360°, si parla esclusivamente di violenza agita dall’uomo ai danni della donna. Chiunque per motivi di lavoro, studio o ricerca abbia necessità di accedere ad un’analisi completa trova fonti infinite di dati ed osservazioni sulle vittime femminili, nemmeno una riga sulle vittime maschili o sul binomio padre-figli.
 
La invito a riflettere su questo, gentile Luisa:

potremmo mai avere l’incrollabile certezza lei, io, la Spinelli o chiunque altro, che nel nostro Paese mai nessun uomo abbia subito dalla propria partner violenze fisiche e/o psicologiche? Mai nessuno è stato picchiato, ferito, investito, sfregiato, ustionato, strangolato, folgorato, accoltellato, sparato, avvelenato, ucciso con altre modalità? Mai nessuno è stato insultato, umiliato, soggiogato, cancellato dalla vita dei figli? Non poter frequentare liberamente i propri figli … riesce ad immaginare uno strazio più lacerante?
 
La cronaca nera dice il contrario, esiste ampia documentazione.

Non si tratta di opinioni personali ma di dati incontestabili: nomi, date, fatti, fonti verificabili.
 
Dell’uomo autore di violenza se ne può parlare, se ne deve parlare. Dell’uomo vittima no
 
La differenza è tutta qui

Si chiama informazione pilotata

 in conclusione, ciò che fa apparire - a mio parere - faziosamente assurde le affermazioni dell’avv. Barbara Spinelli è il curioso teorema:
 
LEGGE CHE GARANTISCE AI FIGLI ENTRAMBI I GENITORI = VIOLAZIONE DEI DIRITTI DELLE DONNE E DEI BAMBINI.
 
Parte dall’assunto che le donne siano vittime (tutte) e gli uomini carnefici (tutti).
 
Quindi trasforma in un terribile attacco ai diritti femminili una legge che si preoccupi di garantire ai figli supporto e presenza costante di entrambi i genitori.
 
Esistono i pedofili, esistono i padri violenti, esistono i padri maltrattanti, è una realtà.
 
Ma è una forzatura insinuare che lo siano tutti, non trova?

Si tratta di una minoranza, vogliamo dirlo?

Minoranza emarginata e condannata in primis dai padri onesti, vogliamo dire anche questo?
 
Voglio sperare che la Spinelli non abbia la sfrontatezza di sostenere che gli uomini solidarizzano fra loro, proteggendo pedofili ed assassini.
 
Voglio sperare che non voglia sostenere che essere padre equivale ad essere pedofilo, spero non voglia pensare che in Italia i padri mettono al mondo figli al solo scopo di avere in casa qualcuno da abusare.
 
Ergo: visto che ogni legge dello Stato vale per 60 milioni di cittadine e cittadini, quindi in larghissima maggioranza a gente onesta, per quale motivo le devianze di una minoranza renderebbero l’affido condiviso un attentato ai diritti delle donne?
  
L'esperienza è un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli

Offline wish

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