a scanso di equivoci e malintesi, (per quanto, in rapporto all'articolo condivida pure quello) non vorrei che il titolo fosse un incentivo a continuare il dibattito: "è meglio mandare afncl FS o trattarla con rispetto?", già ampiamente dibattuto sul forum...
http://ragionimaschili.blogspot.it/e comunque mi sembra interessante quel che dice Nestola, anche se è gentile ed educato e coltiva le buone maniere
http://www.adiantum.it/public/3001-fabio-nestola--gentile-luisa-betti,-quella-della-spinelli-si-chiama-informazione-pilotata.asp?pagin=1&ordine=commenti-idComm01-descProprio da una analisi globale, però, emergono alcune vistose lacune:
1) viene messa sotto i riflettori esclusivamente la violenza agita dall’uomo ai danni della donna, mai il contrario; mai considerato nemmeno il concetto di violenza condannabile in ogni caso, a prescindere dal genere di autori e vittime
2) partendo dalle Nazioni Unite, passando per l’Europa, Ministeri Italiani, Regioni e Province, fino al più piccolo comune d’Italia, negli ultimi 40 anni nessuno ha mai stanziato dollari, lire o euro per approfondire disagi e bisogni delle vittime maschili.
3) Nessuna fonte istituzionale ha mai nemmeno sentito l’esigenza di verificare se esista un disagio maschile generato da violenze fisiche e psicologiche, vessazioni, umiliazioni, percosse, lesioni subite in ambito familiare. Nessuno ha mai verificato se, a fronte dell’enorme sommerso femminile, esista un sommerso maschile ancora maggiore.
4) l’unico soggetto al quale possa essere attribuito lo status di vittima è un soggetto femminile, al massimo esteso al binomio madre-figli
5) istituzionalmente la vittima maschile non viene riconosciuta, è un fenomeno che non solo non viene
contrastato, ma nemmeno studiato, analizzato, approfondito… apparentemente è un fenomeno che non esiste, e se esiste non c’è alcun interesse istituzionale a farlo emergere.
6) Se l’uomo vittima di violenza non viene ufficialmente riconosciuto, men che meno esiste il concetto di vittima esteso al binomio padre-figli
7) eppure la cronaca e l’analisi criminologica dicono il contrario: il costrutto complesso della violenza prescinde dal genere
8) esiste infatti una vastissima letteratura scientifica internazionale sulla violenza femminile, sviluppata non solo nei soliti USA: dall’India al Canada, dalle Filippine alla Svezia, dalla Spagna all’Iran, dalla Gran Bretagna al Brasile.
9) un solo testo - La violencia en la pareja: bidireccional y simetrica, Juan Alvarez Deca - raccoglie 230 studi longitudinali, dimostrando dettagliatamente ciò che sintetizza nel titolo: il postulato che all’interno della coppia la violenza sia unidirezionale è una mistificazione figlia del pregiudizio, dell’informazione pilotata, del condizionamento della coscienza collettiva in atto da decenni.
10) da una mole impressionante di studi internazionali emerge una vistosa lacuna: solo in Italia non è mai stato effettuato uno studio sulla violenza a 360°, si parla esclusivamente di violenza agita dall’uomo ai danni della donna. Chiunque per motivi di lavoro, studio o ricerca abbia necessità di accedere ad un’analisi completa trova fonti infinite di dati ed osservazioni sulle vittime femminili, nemmeno una riga sulle vittime maschili o sul binomio padre-figli.
La invito a riflettere su questo, gentile Luisa:
potremmo mai avere l’incrollabile certezza lei, io, la Spinelli o chiunque altro, che nel nostro Paese mai nessun uomo abbia subito dalla propria partner violenze fisiche e/o psicologiche? Mai nessuno è stato picchiato, ferito, investito, sfregiato, ustionato, strangolato, folgorato, accoltellato, sparato, avvelenato, ucciso con altre modalità? Mai nessuno è stato insultato, umiliato, soggiogato, cancellato dalla vita dei figli? Non poter frequentare liberamente i propri figli … riesce ad immaginare uno strazio più lacerante?
La cronaca nera dice il contrario, esiste ampia documentazione.
Non si tratta di opinioni personali ma di dati incontestabili: nomi, date, fatti, fonti verificabili.
Dell’uomo autore di violenza se ne può parlare, se ne deve parlare. Dell’uomo vittima no
La differenza è tutta qui
Si chiama informazione pilotata
in conclusione, ciò che fa apparire - a mio parere - faziosamente assurde le affermazioni dell’avv. Barbara Spinelli è il curioso teorema:
LEGGE CHE GARANTISCE AI FIGLI ENTRAMBI I GENITORI = VIOLAZIONE DEI DIRITTI DELLE DONNE E DEI BAMBINI.
Parte dall’assunto che le donne siano vittime (tutte) e gli uomini carnefici (tutti).
Quindi trasforma in un terribile attacco ai diritti femminili una legge che si preoccupi di garantire ai figli supporto e presenza costante di entrambi i genitori.
Esistono i pedofili, esistono i padri violenti, esistono i padri maltrattanti, è una realtà.
Ma è una forzatura insinuare che lo siano tutti, non trova?
Si tratta di una minoranza, vogliamo dirlo?
Minoranza emarginata e condannata in primis dai padri onesti, vogliamo dire anche questo?
Voglio sperare che la Spinelli non abbia la sfrontatezza di sostenere che gli uomini solidarizzano fra loro, proteggendo pedofili ed assassini.
Voglio sperare che non voglia sostenere che essere padre equivale ad essere pedofilo, spero non voglia pensare che in Italia i padri mettono al mondo figli al solo scopo di avere in casa qualcuno da abusare.
Ergo: visto che ogni legge dello Stato vale per 60 milioni di cittadine e cittadini, quindi in larghissima maggioranza a gente onesta, per quale motivo le devianze di una minoranza renderebbero l’affido condiviso un attentato ai diritti delle donne?