Il libro QMDT di Rino Barnart è disponibile per il download gratuito sotto licenza Creative Commons.
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Soffocato dai gas in auto, il 61enne di Istrana fabbricava marmitte a PostiomaDitta in crisi,imprenditore si suicidaMassimo Guerretta ISTRANA. Travolto dalla crisi, imprenditore 61enne si toglie la vita. L'hanno trovato ieri pomeriggio i carabinieri di Paese, rinchiuso nella propria Renault vicino al cimitero di Postioma: si è ucciso con il gas della propria vettura. L'uomo, residente a Istrana e socio di un'azienda di marmitte, ha lasciato un biglietto ai familiari per spiegare il suo gesto.L'hanno ritrovato riverso all'interno della propria auto, soffocato dal monossido di carbonio. Una morte che il piccolo imprenditore di Istrana aveva meditato per giorni: il 61enne di Istrana avrebbe fatto perdere le proprie tracce dal pomeriggio di domenica, quando si era allontanato dall'abitazione di famiglia a bordo della sua Renault. Impossibile raggiungerlo al cellulare, inutile cercarlo al lavoro. I familiari avevano denunciato la sua scomparsa ai carabinieri, che hanno tentato in tutti i modi di rintracciarlo. Probabilmente l'imprenditore si è rifugiato in un luogo sicuro per rimanere solo, prima di decidere di suicidarsi. Soltanto mercoledì i familiari hanno ritrovato un biglietto, che raccoglieva le motivazioni del suo gesto e le scuse ai parenti. Il 61enne si sarebbe tolto la vita proprio a causa della crisi economica in cui versava la sua azienda di marmitte. «Ero anch'io un suo cliente - spiega il sindaco di Istrana, Enzo Fiorin - e apprendo la notizia con sconforto. Era una persona stimata, tranquilla e onesta, che svolgeva il proprio lavoro con grande professionalità e velocità. L'amministrazione comunale esprime la propria vicinanza alla famiglia colpita da un lutto così grande». Lutto che si è consumato ieri pomeriggio, poco dopo le 16: l'imprenditore ha portato la propria Renault nelle vicinanze del cimitero di Postioma, in un posto appartato, e lì ha scelto di togliersi la vita. E' soltanto l'ultimo caso registrato nella Marca di imprenditori e manager che hanno scelto il suicidio, non superando il trauma della crisi economica. Soltanto sei mesi fa un dirigente d'azienda di 43 anni di Villorba si è ucciso gettandosi contro un convoglio ferroviario in viaggio sulla linea Venezia - Bassano del Grappa, a Castello di Godego. L'uomo, dirigente di un'azienda del luogo in procinto di avviare un'operazione di cassa integrazione per una parte del personale, da alcuni tempi era incaricato di mantenere le relazioni con le organizzazioni sindacali. Il dirigente non avrebbe lasciato alcuno scritto per spiegare il suo gesto. Pochi giorni prima si era invece ucciso il titolare di una piccola azienda del legno in forte difficoltà finanziaria a causa della crisi. L'uomo, 58 anni, si è tolto la vita impiccandosi a Fontanelle, all'interno della ditta. Era ossessionato dall'idea che la crisi che aveva colpito anche il suo settore di attività lo costringesse a dover lasciare a casa alcuni dei suoi otto dipendenti. Ieri pomeriggio l'ultima drammatica scoperta dei carabinieri, che non hanno potuto far nulla per salvare la vita dell'imprenditore istranese.
La violenza subdola, vendicativa, tipica della donna, che spinge a distruggere il coniuge...Il Cepic, Centro europeo di psicologia investigazione e criminologia, (associazione impegnata nella formazione, ricerca, sostegno e consulenza in ambito criminologico, investigativo e psicologico) ha organizzato un convegno nazionale sulla violenza di genere sul tema "Quando la vittima è lui. La violenza domestica verso l'uomo. Aspetti sociologici, criminologici e legali". Un evento innovativo nel suo genere, nel quale si sono affrontate tematiche spesso ignorate e sottaciute. Questo secondo convegno nazionale sulla violenza di genere, segue il primo, in cui è stata trattata la violenza domestica verso la donna. «Ho scelto di organizzare un secondo convegno incentrato sull'uomo - dichiara Chiara Camerani, Psicologa, criminologa, Direttore Cepic - perché ritengo che il concetto di violenza di genere sia spesso inteso come indissolubilmente legato alla figura femminile, ma non può e non deve essere così. I cambiamenti sociali, i traguardi sul versante della parità hanno creato nuove categorie deboli e nuove forme di violenza. A fronte della violenza cieca, diretta dell'uomo, abbiamo una violenza subdola, vendicativa, tipica della donna, che spinge a distruggere non solo il coniuge, ma il suo ruolo genitoriale, la sua posizione sociale, il suo equilibrio psicologico. Pur coscienti che la donna detiene il triste primato di vittima nell'ambito della violenza coniugale, non possiamo dimenticare gli uomini che subiscono forme di violenza, diverse forse, ma altrettanto gravi. Ne sono dimostrazione i numeri allarmanti dei suicidi attuati in Italia da padri separati. Il numero si suicidi commesso da padri separati è aumentato negli ultimi anni, in particolare nel centro e nel nord d'Italia. Secondo i dati della Federazione nazionale bigenitorialità, L'uomo commette più frequentemente suicidio a causa di un disagio generato dalle separazioni e dai figli contesi, più di quanto non accada alle donne; con 102 casi su un totale di 110 (93%). Alla luce di questo, riteniamo utile una rivalutazione del concetto di soggetto debole, usualmente applicato al genere femminile, in un'ottica che valuti la persona e non il genere o lo status. A tal proposito ed alla luce dei dati emersi, l'uomo risulta essere il soggetto maggiormente sconfitto, nella coppia che si separa. Il decremento di reddito, l'allontanamento dai figli, che spesso diventa affido esclusivo, arma di ricatto e soppressione della figura paterna, mina gravemente la persona spingendo a comportamenti autodistruttivi, dipendenze, atti disperati. Per questo abbiamo scelto di parlare di violenza di genere, nella convinzione che sia necessario ridefinire o quantomeno rendere maggiormente flessibile il concetto di soggetto debole. Perché se è vero che la donna è più frequentemente vittima tra le mura domestiche, in contesti di coppia normale in crisi e in fase di separazione, è l'uomo a detenere il primato di vittima. Lo stesso accade in considerazione dei diversi standard di valutazione della violenza; quando l'aggressore è uomo ci si preoccupa della vittima femminile, quando è la donna ad essere violenta se ne cercano le cause, o si attribuisce a patologia. Questo è un dato che osserviamo frequentemente, in qualità di centro che si occupa di consulenza psicologica e criminologica. Per quanto sorprendente, esistono uomini maltrattati fisicamente dalle mogli, il numero oscuro a questo riguardo è molto alto, a causa del forte imbarazzo a denunciare. Interessante anche notare che la violenza verso il partner avviene anche tra coppie lesbiche. Il pregiudizio sociale porta ad ignorare la figura maschile nel ruolo di vittima, porta ad identificare l'uomo con il cattivo, con l'aggressore. Le Conseguenze sull'uomo comportano depressione, abbuffate compulsive, dipendenze, uso di alcol, violenza, suicidio, suicidio allargato (omicidio/suicidio)». «Giudici punitivi, sempre dalla parte delle madri. E padri disperati: troppe le storie quotidiane di sofferenza atroce». E' agguerrito Alessandro Poniz di Martellago (Ve), coordinatore Veneto dell'associazione Papà Separati. Esprime la rabbia e la frustrazione che ogni giorno tanti genitori «vessati dall'ex coniuge» riversano su di lui. «Ci si scontra continuamente con madri 'tigri' tutelate dalla legge - accusa Poniz - . Sì, sono convinto che per la disperazione si possa arrivare a togliersi la vita. Sapete quanti padri si presentano puntuali a prendere i figli, secondo le sentenze stabilite dai tribunali, suonano il campanello e vengono mandati via dalla madre con la scusa che il bimbo è ammalato? Escamotage simili vanno avanti per anni... E quanti scontano l'odio e il rancore di figli 'plagiati' dalle madri?» «Il sistema non è mai pronto a intervenire tempestivamente», sostiene Alessandro Sartori, presidente Veneto dell'Associazione italiana avvocati per la famiglia e per i minori (Aiaf). «Ci vorrebbe una formazione specifica sia per i giudici che per i servizi sociali. A volte sono chiamati a pronunciarsi su questa materia delicatissima giudici che fino al giorno prima si occupavano di diritto condominiale...».
Caltanissetta, 19:32DISOCCUPATO TENTA SUICIDIO, "NON POSSO SFAMARE FAMIGLIA"Disoccupato, con tre figli a carico, vive in un alloggio popolare occupato abusivamente in un quartiere alla periferia di Gela, ad Albani Roccella. Rosario Migliore, preso dalla disperazione stamane ha tentato il suicidio. Si e' recato nel ponte del fiume Gela e ha tentato di buttarsi giu'. Ma i carabinieri, avvertiti da alcuni passanti, lo hanno convinto a non compiere l'insano gesto.(30 dicembre 2009)
Padre disoccupato tenta suicidio(ANSA)- GELA, 30 DIC -”Papa’ vorremmo dolci e chewing gum, glielo dici tu alla Befana?”.Ma Rosario, 34 anni, disoccupato di Gela,ha tentato invece di suicidarsi. Non sapeva come fare con le sue tre bambine di 5, 2 e 1 anno perche’ da tempo non riceve lo stipendio come guardiano in un cantiere e non ha piu’ lavoro, perche’,quando ha chiesto arretrati e un aumento,il padrone lo ha licenziato.E’ salito su un pilone del ponte sul fiume e ha minacciato di farla finita,ma i carabinieri lo hanno riportato al sicuro.
MADDALONI Divorziato, forse malato: si impicca in cucina a 60 anniLa tragedia ieri in via Altura. Sul posto gli uomini del commissariato di polizia, al comando del sortituto commissario Esposito. Il corpo senza vita scoperto dal figlioMADDALONI – Suicidio in via Altura. Sul posto sono intervenuti, nella giornata di ieri, venerdì otto gennaio, poliziotti del commissariato di Maddaloni, al comando del sostituto commissario Vito Esposito, D. A. S. il suo nome, 60 anni, divorziato, abitava da solo. D.A.S. L’insano gesto forse determinato da problemi di salute.. Il 60enne si è impiccato con una corda che ha appeso a una trave del solaio della cucina.Gli uomini di Esposito desumevano immediatamente, da una prima analisi della scena del suicidio, che l’uomo aveva già da giorni deciso di farla, avendo rinvenuto tracce che lasciano inevitabilmente pensare che il dramma era stato già programmato dallo stesso.A scoprire la macabra scena, è stato il figlio della vittima che immediatamente allertava il locale commissariato.Dopo i rilievi di competenza, il corpo senza vita di D.A.S è stato trasportato presso la medicina legale dell’ospedale di Caserta ove sarà sottoposto ad autopsia onde accertare le cause esatte della morte e, in base ai rilievi delle impronte accertare formalmente la sua identità anagrafica.sabato 9 gennaio 2010
Subito il giornalista avanza " problemi di salute". Invece i guai originati dal divorzio, gli alimenti, il disagio psicologico, no, quelli non esistono. Che ipocriti
13 Gennaio 2010Suicidi quarta causa di morte per le adolescentiSi parla di: donne in cifreRagazzi fuori del Liceo Einstein a Milano (Ansa)Ieri una sedicenne originaria del Bangladesh si è gettata dal terzo piano del liceo scientifico Einstein a Milano.E ci si torna a interrogare sul senso di disagio che vivono i nostri figli…In Italia i tentati suicidi negli adolescenti riguardano uno straniero in un caso su tre (33%). Lo dice Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di salute mentale dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, dove è ricoverata la ragazzina. I suicidi in Italia sono la terza causa di morte per gli adolescenti maschi, la quarta per le femmine: l’87% dei giovani che tenta il suicidio ha un disturbo psichico, e nel 63% dei casi il disturbo ha una corrispondenza nella famiglia.In metà dei casi, i genitori del ragazzo che tenta il suicidio sono separati o divorziati. Sono comunque più le donne che gli uomini a tentare di togliersi la vita, in un rapporto di quattro a uno.Per l’esperto, è fondamentale tenere sotto osservazione i campanelli d’allarme, e non deve essere banalizzato il tentativo di darsi la morte: il 60% dei giovani lo riattua entro un anno e mezzo.—simona.santoni
Granatiere si spara, suicidio a RomaUn caporalmaggiore del primo Reggimento "Granatieri di Sardegna", originario di Pesaro, si è ucciso giovedì notte a Roma mentre era in servizio.di Riccardo SilviGiuseppe Ferrera, 26 anni, figlio di un poliziotto in servizio alla Digos di Pesaro, si è tolto la vita con l'arma in dotazione.Il soldato,secondo le prime ricostruzioni, si sarebbe sparato al petto alle 3 di mattina mentre era in servizio e dopo essersi allontanato dai commilitoni.Un gesto, quello del soldato attualmente impegnato nell'operazione Strade Sicure, che per il momento non trova spiegazioni. Ferrera era al quarto anno di ferma e aveva firmato per altri due anni.
Ispettore di Polizia si suicida a Montepulciano. Lo trovano i colleghi nella sua abitazione. Ancora ignote le cause del gestoIspettore di Polizia si suicida a Montepulciano. Lo trovano i colleghi nella sua abitazione. Ancora ignote le cause del gesto15-01-2010 SUICIDIO ISPETTORE POLIZIA MONTEPULCIANO L'Ispettore Capo della Polizia di Stato di Montepulciano Luciano Contemori è stato trovato morto nella sua abitazione, una nota delle stesse forze dell'ordine parla di suicidio con un colpo di pistola alla testa. Ieri mattina, intorno alle 9, i poliziotti del distaccamento locale sono intervenuti presso l'abitazione dell'Ispettore e hanno trovato il collega senza vita. L'intervento si era reso necessario perchè Contemori non era stato visto arrivare a lavoro, dove era in servizio dalle ore 8, e i ripetuti tentativi di mettersi in contatto telefonico sia con lui che con i genitori erano andati falliti.E' stato necessario l'intervento dei Vigili del Fuoco per poter accedere all'appartamento dove Contemori abitava da solo, entrati attraverso la finestra, dove è stato trovato morto sul letto di camera. Sulle cause che possono aver indotto il poliziotto al suicidio stanno ora indagando i colleghi del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Chiusi-Chianciano Terme.L'ispettore Capo Contemori, giunto in Valdichiana nel 1983 aveva prestato servizio, con la qualifica di Sovrintendente, al Commissariato della cittadina etrusca, per poi approdare nel 1998, dopo la promozione ad Ispettore, alla sottosezione della Stradale di Montepulciano, sua città nativa, dove lascia una figlia di 27 anni.
Perde lavoro, operaio tenta il suicidioSi da' fuoco nel bergamasco, donna spegne fiamme con estintore30 gennaio, 18:03(ANSA) - BERGAMO, 30 GEN - Un operaio rimasto senza lavoro ha tentato di uccidersi oggi, nel bergamasco, dandosi fuoco con una tanica di benzina. L'uomo si trova ora ricoverato al Centro grandi ustionati di Verona, in condizioni gravissime. L'operaio, 35 anni e sposato, ha raggiunto in auto la zona industriale di Brembate, e' sceso dall'abitacolo e si e' cosparso di carburante dandosi fuoco. Una passante e' riuscita a spegnere le fiamme usando un estintore che aveva in auto. Indagano i carabinieri.
La moglie se ne va con i figli, 37enne tenta il suicidioUn uomo di 37 anni ha tentato di uccidersi la scorsa notte a Genova ingerendo dei farmaci dopo essere caduto in depressione perché la moglie sarebbe sparita da giovedì con i due figli gemelli di 7 anni. L'uomo è ricoverato in gravi condizioni all'Ospedale San Martino. Secondo quanto riferito dai suoi familiari, il padre dei due gemelli giovedì scorso è andato a scuola per riportarli a casa ma ha scoperto che la madre non li aveva portati all'istituto. Dopo due giorni di attesa di notizie il 37enne si è recato da un avvocato per chiedere come comportarsi. Saputo che avrebbe dovuto attendere lunedì prima di potere presentare una istanza per sottrazione di minori, l'uomo è tornata a casa e la scorsa notte ha tentato il suicidio.