Autore Topic: Ravasio: "le devastanti coseguenze della pornografia"  (Letto 37255 volte)

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Offline Stendardo

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Re:Ravasio: "le devastanti coseguenze della pornografia"
« Risposta #120 il: Luglio 19, 2013, 11:38:43 am »
ci sono differenze enormi tra il comunismo europeo, asiatico, e sud/centro americano.

e anche tra europei c'e' chi e' piu' spinto verso il trotskysmo come i francesi e chi invece guardava all'urss come l'italia.
il loro modello erano le pasionarie in politica come quella bertuccia di Nilde Iotti.

la svolta frocista attuale e' roba molto recente, solo dai primi anni 90 in poi e' diventata mainstream come pure le politiche apertamente pro-immigrazione, tutta roba che non esiste nei comunismi extra-europei !

tra l'altro il femminismo delle radicali ha poco a che fare col comunismo tout court, ma tanto gli danno mani libera nella speranza di prender voti femminili, non penso fotta un cazzo a nessuno delle tesi piu' estremiste, se mai prendessero il potere il futuro sarebbe di comuni agricoli, fabbriche autogestite, case popolari da fogna con letti a castello nelle stesse fabbriche .. e' quel che han fatto in europa, russia, e cina ! altro che liberazione femminile .. non troverai nessuna russa o cinese nostalgica dei tempi piu' duri .. come pure gli stessi kibbutz sono miseramente falliti perche' LE DONNE hanno boicottato il sistema stesso e sono tornate all'antico infatti oggi sono delle normali comuni agricole semi-private con finanziatori esterni e i kibbutzim come piccoli azionisti ma che si sposano e hanno casa loro e tutto privato, non piu' figli in comune, ne' cessi in comune, ne' mense in comune, ne' il libertinaggio sessuale di prima e in primis ora sono gli uomini che fanno lavori pesanti e zappano le donne stanno nelle mense o nelle scuole o altri lavori non pesanti .. ma guarda un po' !

1)Mercimonio , ho forse affermato che non esistono differenze tra il comunismo sovietico e quello europeo ? Chi ha parlato di questo ?

Ma riesci a capire quando parlo o devo fare lo spelling di ogni singola parola ?

2)Chi ha parlato di frocismo e di immigrazione presente nei comunismo extra europei ?

Perchè mi metti in bocca parole che non ho mai pronunciato ?

3)Assolutamente falso .Ribadisco nella maniera più ASSOLUTA CHE POLITICHE FEMMINISTE SONO STATE ADOTTATE IN UNIONE SOVIETICA !
CHE POI IL FEMMINISMO PRODUCE DANNI ALLE DONNE STESSE , questo lo so anche io , ma ciò NON SIGNIFICA CHE POLITICHE FEMMINISTE NON SIANO STATE APPLICATE IN UNIONE SOVIETICA !

Io affermo MOLTO SINTETICAMENTE CHE :
1)Gran parte dell'ideologia femminista si basa sulle teorie di COMUNISTI ;
2)Non solo in Europa anche in paesi extra comunisti extra europei sono state avviate politiche FEMMINISTE . Il fatto poi che il femminismo danneggi alla fin fine le donne stesse non solo nei paesi comunisti dove è stato applicato ma anche nell'Europa capitalista sono il primo ad affermarlo , ma ciò non toglie che anche in paesi extra europei come l'Unione Sovietica sono sate applicate politiche femministe !

Hai capito cosa voglio dire oppure ti devo fare il disegnino ?

Una persona dotata di un pò di cervello o dice che non sono vere queste 2 mie AFFERMAZIONI oppure tace .

E' sempre esistito il femminismo marxista che si rifà ideologicamente alle teorie di marxisti , ora a me delle beghe interne tra rossi e femministe  non me ne può fregar di meno , mi preme porre l'attenzione che sono due fenomeni interconnessi e che anche in Unione Sovietica sono state avviate politiche femministe .

1)Se vuoi ti parlo sia delle femministe marxiste sia di Engels , Fourier e di tanti altri , il materiale da cui attingere è immenso . L'idea stessa di "Patriarcato" su cui si fonda la dottrina di TUTTO il femminismo non solo di quello marxista si basa sulle teorie di Engels .

2)Sulle politiche femministe adottate in Unione Sovietica riporto quanto segue :


"La rivoluzione socialista in Russia significò contemporaneamente una rivoluzione nella situazione della donna in tutto il mondo. Per la prima volta, un paese adottava delle misure concrete per raggiungere l’uguaglianza tra uomini e donne.
La donna russa prese parte attivamente all’intero processo rivoluzionario, malgrado (o, chissà, forse a causa di) l’enorme peso della secolare e brutale oppressione che pesava sulle sue spalle, in particolare tra le contadine. Ma il vortice rivoluzionario spinse l’operaia russa in prima linea; già all’epoca rivestiva un ruolo decisivo nella produzione, concentrata nelle grandi fabbriche.
Benché non sia sempre facile trovare delle citazioni, la storia della rivoluzione è piena di esempi dell’abnegazione, della tenacia e della rabbia dimostrate dalle lavoratrici russe nel corso di quelle giornate terribili e decisive.
La rivoluzione di febbraio del 1917 (antefatto di quella decisiva di ottobre) iniziò nella Giornata Internazionale della Donna, con manifestazioni femminili di massa a Pietrogrado contro la miseria provocata dalla partecipazione della Russia alla Prima Guerra Mondiale. La guerra aveva spinto la donna russa sul mercato del lavoro e, nel 1917, un terzo della manodopera industriale di Pietrogrado era costituita da donne. Nel settore tessile della regione industriale centrale, questa percentuale si elevava al 50%, se non di più.
Le diverse tendenze politiche si disputavano assiduamente la militanza femminile. Sia i bolscevichi che i menscevichi stampavano dei giornali speciali per le lavoratrici, come Rabotnista, dei bolscevichi e Golos Rabotnitsy dei menscevichi. I “socialrivoluzionari” (Sr), che combattevano per una democrazia borghese in Russia, proposero da parte loro la creazione di una “unione delle organizzazioni democratiche di donne”, che avrebbero dovuto unire sindacati e partiti sotto la bandiera di una repubblica democratica. Fu durante questo periodo che apparve la Lega per i Pari Diritti della Donna, che esigeva il diritto di voto per le donne e accompagnava la battaglia che queste conducevano in tutto il mondo per ottenere i loro diritti civili.
Ma in Russia, con la rivoluzione socialista, le donne conquistarono molti più diritti democratici. Per la prima volta, un paese legiferò a favore dell’uguaglianza di salario femminile e maschile a parità di lavoro. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, contrariamente a quanto successe nei paesi capitalisti, nell’Urss la manodopera femminile fu conservata e si ricercarono i mezzi per permettere alle donne di raggiungere delle qualifiche maggiori. C’erano donne in tutti i settori produttivi: nelle miniere, nell’edilizia civile, nei porti, brevemente, in tutte le branche della produzione industriale ed intellettuale.
Tuttavia, all’indomani della presa di potere dei soviet, la questione della donna si dovette confrontare duramente con la realtà. Nei fatti, fu la prima volta nella storia in cui questa questione passò dalla teoria alla pratica.
In un paese come la Russia, arretrato dal punto di vista delle questioni morali e culturali, con un enorme carico di preconcetti radicati da secoli (cosa che caratterizza, in genere, i paesi principalmente agricoli), la questione della donna assunse, in questi difficili momenti per il giovane Stato Operaio, delle caratteristiche più complesse rispetto a molti altri aspetti relativi alla trasformazione verso il socialismo.
Perciò Lenin e Trotsky, insieme a molti dirigenti donna, si consacrarono a “spiegare pazientemente” alle masse, soprattutto alle donne, quali erano i compiti generali del movimento operaio femminile della Repubblica sovietica, ma non attesero oltre a prendere le prime misure su questo terreno e modificare la situazione umiliante alla quale le donne russe erano sottoposte da secoli.
Questi compiti rivestivano un duplice aspetto:
1. L’abolizione delle vecchie logiche che mettevano la donna in una situazione di ineguaglianza rispetto all’uomo.
2. La liberazione della donna dai compiti domestici, liberazione necessaria per un’economia collettiva alla quale avrebbe preso parte alle stesse condizioni degli uomini.
Per quanto concerne il primo aspetto, lo Stato Operaio concretizzò, fin dai suoi primi mesi di esistenza, il cambiamento più radicale nella legislazione relativa alla donna. Furono abolite tutte le leggi che ponevano la donna in una situazione di ineguaglianza rispetto all’uomo, tra cui quelle relative al divorzio, ai figli naturali e alla corresponsione degli alimenti. Furono ugualmente aboliti tutti i privilegi legati alla proprietà, mantenuti nel diritto familiare a beneficio dell’uomo. La Russia sovietica nei suoi primi mesi d’esistenza fece per l’emancipazione della donna molto più che il più avanzato paese capitalista nel corso di ogni tempo.
Furono introdotti dei decreti che sancivano la protezione legale per le donne e i bambini che lavoravano, l’assicurazione sociale e la parificazione dei diritti all’interno del matrimonio.
Grazie all’azione politica dello Zhenodtel, il dipartimento femminile del Partito Bolscevico, le donne conquistarono il diritto all’aborto legale e gratuito negli ospedali statali. Ma la pratica dell’aborto non era incentivata, e chi percepiva del denaro per praticarlo veniva punito. La prostituzione e il suo sfruttamento furono descritti come “un crimine contro i legami tra compagni e contro la solidarietà”, ma lo Zhenodtel propose che non fossero previste pene legali per questo crimine. Si tentò di attaccare le cause della prostituzione migliorando le condizioni di vita e di lavoro delle donne ed ebbe luogo una vasta campagna contro i “residui della morale borghese”.
La prima Costituzione della Repubblica sovietica, promulgata nel luglio del 1918, diede alla donna il diritto di votare e di essere votata per incarichi pubblici. Tuttavia l’uguaglianza davanti alla legge non corrispondeva ancora all’uguaglianza di fatto. Per la piena emancipazione della donna, per la sua effettiva uguaglianza con l’uomo, c’era bisogno di un’economia che la liberasse dal lavoro domestico e alla quale potesse prendere parte allo stesso modo dell’uomo.
L’essenza del programma bolscevico per l’emancipazione della donna consisteva nella sua liberazione dal lavoro domestico, per mezzo della socializzazione dei compiti da lei svolti all’interno di casa e famiglia. Nel luglio del 1919, Lenin insisteva sul fatto che il ruolo della donna all’interno della famiglia costituiva la chiave di volta della sua oppressione:
“Indipendentemente da tutte le leggi che emancipano la donna, ella continua ad essere una schiava, perché il lavoro domestico la opprime, la strangola, la degrada e la limita alla cucina e alla cura dei figli; ella spreca la sua forza in lavori improduttivi, senza prospettiva, che distruggono i nervi e la rendono idiota. E’ per questo motivo che l’emancipazione della donna, il vero comunismo, inizierà solamente quando sarà intrapresa una lotta senza quartiere, diretta dal proletariato, possessore del potere dello Stato, contro questa natura del lavoro domestico o, meglio, quando avrà luogo la totale trasformazione di questo lavoro in un’economia di grande scala.”
Nel contesto russo dell’epoca, questa era la parte più difficile della costruzione del socialismo e che richiedeva più tempo per concretizzarsi. Lo Stato Operaio iniziò creando istituzioni quali mense e asili per liberare la donna dai gravami domestici. E furono giustamente le donne ad impegnarsi di più nell’organizzazione di tali istituti. Questi, strumenti per la liberazione della donna dalla sua condizione di schiavitù domestica, comparvero in tutti gli ambiti possibili. Malgrado ciò, il loro numero era insufficiente per rispondere a tutti i bisogni.
In Russia c’era la guerra civile, lo Stato Operaio era attaccato dai suoi nemici, e le donne dovettero assumere insieme agli uomini i compiti di guerra a sua difesa.
Molte di queste istituzioni funzionavano alla perfezione, ottenendo successo e dimostrando la necessità del loro mantenimento ed espansione.
D’altro lato, i dirigenti sovietici, Lenin per primo, esortarono le donne a prendere parte sempre più alla gestione delle imprese pubbliche e all’amministrazione dello Stato. Ci furono esortazioni anche alla candidatura di donne a delegate dei soviet. Nel marzo del 1920, in un discorso in omaggio della Giornata Internazionale della Donna, Lenin si rivolse così alle donne russe:
“Il capitalismo coniuga l’uguaglianza di pura facciata all’ineguaglianza economica e, di conseguenza, sociale. (…) e una delle più scioccanti manifestazioni di questa incongruenza (del capitalismo) è l’ineguaglianza tra donna e uomo. Nessuno Stato borghese, per quanto progressista, repubblicano, democratico sia, ha riconosciuto l’intera uguaglianza di diritti tra uomo e donna. La Repubblica Sovietica russa, per contro, ha cancellato in un colpo solo e senza eccezione alcuna tutte le tracce giuridiche dell’inferiorità della donna, e del pari ha assicurato in un colpo solo la parità completa della donna a livello di leggi . Lenin ricorda che c’è l’abitudine di dire che il livello raggiunto da un popolo è caratterizzato dalla situazione giuridica della donna. Sotto questo punto di vista, solo la dittatura del proletariato, solo lo Stato socialista, possono raggiungere e raggiungono il più alto grado di cultura. Tuttavia ciò non è sufficiente. Il movimento operaio femminile russo non si accontentò di un’uguaglianza puramente formale e si assunse un compito lungo e difficile, perché l’uguaglianza esige una trasformazione radicale della tecnica e dei costumi sociali, e necessita di una battaglia per l’uguaglianza economica e sociale della donna, che si può raggiungere solo facendole prendere parte al lavoro sociale produttivo, liberandola dalla schiavitù domestica che è sempre improduttiva e la abbruttisce. "

Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

Offline Lucia

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Re:Ravasio: "le devastanti coseguenze della pornografia"
« Risposta #121 il: Luglio 19, 2013, 11:59:52 am »
Evidentemente non hai letto ciò che ho scritto in quello stesso post . Non ho scritto che il maoismo ed il femminismo sono la stessa cosa , anche se è senza'altro vero che gran parte dell'ideologia femminista affonda le sue radici nel fondatore nel marxismo con Friedrich Engels , nei primi socialisti utopisti con Cherles Fourier , Robert Owen , Flora Tristan , Désirée Gay , Marie Reine Guindorf , Suzanne Voilquin, Pauline Roland, Jeanne Deroin , nella comunista rivoluzionaria Jeanne Marie Poinsard etc.
Il punto quindi che mi interessava evidenziare non era la presenza o meno del femminismo in Asia .

Non voglio citare il solito Centro Studi San Giorgio ma un documento degli stessi rossi che dimostra l'esistenza del femminismo e di politiche femministe ben precise , non solo di mere asserzioni ,  anche nei paesi comunisti compresa l'Unione Sovietica e quindi non solo l'Europa , negarlo significa negare ciò che è evidente anche ad un bambino delle scuole elementari :
 
Fonte : http://www.alternativacomunista.it/dmdocuments/Sulla%20questione%20femminile.pdf


è un programma di distruggere la famiglia
cacciano le donne dai fornelli e li mandano in fabbrica poi dicono che mo siete libere e obbligate di essere felici
ma pornografia non c'è.


Offline Stendardo

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Re:Ravasio: "le devastanti coseguenze della pornografia"
« Risposta #122 il: Luglio 19, 2013, 12:22:10 pm »

è un programma di distruggere la famiglia
cacciano le donne dai fornelli e li mandano in fabbrica poi dicono che mo siete libere e obbligate di essere felici
ma pornografia non c'è.

Non io , ma Lenin ha affermato testualmente che : "Se intendiamo  distruggere una Nazione, dobbiamo, in primo luogo, distruggerne la morale. Allora la Nazione cadrà nelle nostre mani come un frutto maturo. Svegliate l’interesse della gioventù per il sesso e sarà vostra».
L'Unione Sovietica fu la prima nazione al mondo che per la prima volta fece diventare una donna ambasciatore di Stato , la Sig.a Aleksandra Michajlovna Kollontaj (1872-1952), ambasciatrice dell'Unione Sovietica in Svezia , aveva avuto precise direttive dal Partito Comunista dell'Unione Sovietica P.C.U.S.  di non parlare di comunismo, ma di propagare, in un crescendo il cd. "amore libero" tra la gioventù accademica svedese . 
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

Offline kautostar

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Re:Ravasio: "le devastanti coseguenze della pornografia"
« Risposta #123 il: Luglio 19, 2013, 13:57:05 pm »
Non mi risulta che nei regimi comunisti ci fosse tutta questa gran libertà sessuale:
http://www.storico.org/La%20Russia%20comunista/gay-urss.htm

Offline Lucia

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Re:Ravasio: "le devastanti coseguenze della pornografia"
« Risposta #124 il: Luglio 19, 2013, 14:35:30 pm »
si, infatti amore libero di che?
tanto dovevi chiedere permesso dal partito per sposarti.
Anche se poteva essere una libertà sessuale nel senso che bambini nati in matrimonio o fuori matrimoio erano equiparati che non è male per il bambino, da punto di vista del look, dell'immagine femminile essere piu belle di altre o provocanti era considerato da rimprovare. Perché bisognava essere uguali.

Offline Stendardo

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Re:Ravasio: "le devastanti coseguenze della pornografia"
« Risposta #125 il: Luglio 20, 2013, 01:21:56 am »
Non mi risulta che nei regimi comunisti ci fosse tutta questa gran libertà sessuale:
http://www.storico.org/La%20Russia%20comunista/gay-urss.htm

kautostar , forse hai frainteso il senso delle mie parole .

Sia per i comunisti che per le femministe la distruzione della morale e la diffusione della pornografia hanno come UNICO scopo quello di distruggere le Nazioni non comuniste o non femministe e di assoggettare gli uomini . 
Come affermò lo stesso Lenin , la corruzione sessuale ("amore libero") così come la intendono sia i rossi che le femministe , in realtà non è altro che un MEZZO e non FINE , tanto è vero che , per quanto ne sappiamo , una volta che è stata instaurata la dittatura comunista in Russia , la Kollontaj ha avuto precise disposizioni di diffondere la pornografia in uno stato estero : la Svezia .
E , tenuto conto anche del fatto che per una donna il sesso non ha molta importanza e che la maggior parte delle femministe è tendezialmente lesbica , se i folli progetti delle femministe dovessero andare in porto con l'instaurazione di una dittatura femminista , esse butterebbero giù repentinamente la maschera per mostrare il loro vero volto tirannico e dispotico e tutta la civiltà umana frutto unicamente del genio , del lavoro e dell'inventiva degli Uomini correrebbe il serio pericolo di precipitare nell'abisso e di estinguersi per sempre .

« Ultima modifica: Luglio 20, 2013, 01:34:25 am da Standarte »
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

Offline TheDarkSider

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Re:Ravasio: "le devastanti coseguenze della pornografia"
« Risposta #126 il: Luglio 21, 2013, 10:46:54 am »
50 anni fa eravate uno dei paesi piu poveri del mondo.
Neanche per sogno.
"Le donne occidentali sono più buone e tolleranti con gli immigrati islamici che le stuprano che con i loro mariti."
Una donna marocchina

Offline raniran

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Re:Ravasio: "le devastanti coseguenze della pornografia"
« Risposta #127 il: Agosto 02, 2013, 20:52:35 pm »
Il porno non è il femminismo come il femminismo non è il marxismo o come il marxismo non è la massoneria ma TUTTI perseguono i MEDESIMI FINI e sono figli legittimi di un unico albero.
Soltanto i poveri creduloni che credono alle favole ormai non riescono a rendersi conto di ciò che è in atto qui in Occidente da più di un secolo .

Esiste una intellighenzia più o meno segreta che dirige la sorti del mondo e che ha utilizzato in passato il comunismo e che oggi continua ad utilizzare la massoneria ed il femminismo , impadronendosi di tutti i principali organi di comunicazione di massa , per dirigere tutto dalla vita economica fino ai minimi particolari della vita familiare dettando l'agenda politica di ogni Stato come i matrimoni gay , le quote rosa etc. allo scopo di distruggere la cellula fondamentale della società : la famiglia , che confonde l'opinione pubblica sviandola da nobili ideali che sono gli unici che possono modificare questo stato di cose indirizzandola al contempo verso futilità come il grande fratello , la pornografia e stupidate alla Maria De Filippi , l'obiettivo finale è quello di distruggere la civiltà cristiana in Europa e nel mondo allo scopo di instaturare un governo mondiale dispotico , folle ed autodistruttivo che dirige non più esseri umani ma automi e numeri .

Per quanto concerne nello specifico la pornografia essa viene utilizzata da questa intellighenzia per corrompere i popoli con l'immoralità per poterli conquistare e dal femminismo per rendere gli uomini dipendenti dal dio vagina . Diceva Lenin : "Se intendiamo  distruggere una Nazione, dobbiamo, in primo luogo, distruggerne la morale. Allora la Nazione cadrà nelle nostre mani come un frutto maturo. Svegliate l’interesse della gioventù per il sesso e sarà vostra». La prima ambasciatrice russa in Scandinavia, la Sig.a Aleksandra Michajlovna Kollontaj (1872-1952), nota in Russia per aver cercato di conciliare le istanze dei nascenti movimenti femministi con i principi socialisti, aveva la consegna di non parlare di comunismo, ma di propagare, in un crescendo l'amore libero tra la gioventù accademica. Un comunista americano ha confessato, ultimamente, di avere diffuso la letteratura pornografica, per 27 anni, al fine di corrompere la gioventù americana . Scriveva Arthur Landsberg nel suo libro Asiatici, scritto nel 1925: «Un Paese non è altro che un corpo gigantesco. Chi regola le sue funzioni genitali, influenza tutto il corpo e lo riduce in suo potere. Si conquista il Paese mediante il suo istinto più sviluppato; allora, quella generazione senza più ritegno, perderà le sue forze, in preda ad un’ebbrezza di cui noi potremo regolarne la durata. Creando sempre nuovi stimolanti, sapremo renderla permanente e fare del Paese un’isola di ossessi» . La totale spregiudicatezza sessuale della classe lavoratrice, come presupposto della Rivoluzione comunista, costituiva, già negli anni venti, il programma del membro del partito comunista tedesco Wilhelm Reich (1897-1957) , discepolo di Freud, fondatore a Berlino dei cosiddetti «Gruppi Sexpol». Oggi egli è il «profeta degli studenti dell’estrema sinistra. Ecco una delle istruzioni diramate dal Partito Comunista della Florida nel 1970: «Corrompi la gioventù; allontanala dalla religione; desta l’interesse per il sesso; rendila superficiale; distruggi il suo slancio giovanile; soffoca il suo interesse per lo Stato, distraendola con lo sport, con il sesso e con qualsiasi trivialità! Spingila con ogni mezzo a perdere tutte le virtù morali, l’onestà, il pudore, la moderazione e la fede alla parola data»! Diceva Mao Tse-tung (1893-1976): «Faremo penetrare la nostra ideologia attraverso le debolezze morali dei nostri avversari». Da un'istruzione interna del Partito Comunista Italiano del 1970: «Perché dovremo opporci, in nome della morale, alla crescente corruzione della borghesia? Il nostro compito sta nel dare l’appoggio tattico a questo irresponsabile affare pornografico e nel dichiarare, come altissimo fine, l’assoluta libertà artistica. In tal modo, acceleriamo effettivamente la decomposizione della borghesia». Su Il Tempo, del 3 giugno 1984, si poteva leggere: «Un incredibile progetto finanziato dal Comune. Quest'estate avremo pure un posto per «imparare» a fare l’amore, ossia una «Love city». Era il progetto dell’A.R.C.I., l’organizzazione paracomunista di ricreazione per animare la seconda metà di luglio nel quadro dell’Estate Romana, patrocinata dall’assessore alla Cultura, l’on. comunista Renato Nicolini. La «Love city» fu organizzata in un’area di accesso, in un punto «test» incentrato sul «Dimmi come ami e ti dirò chi sei», in una mostra «photo love», una discoteca, uno spazio di conversazione, un «single bar» e naturalmente un «post love». Fu fatta «una gara del bacio più sensuale e travolgente con assegnazione di premi» e anche «una dimostrazione di tecniche di seduzione». La «città dell’amore» si concludeva con «uno spazio per parlare d’amore» e da un «single bar», inteso come «il luogo dell’approccio vero e proprio» dove «trovare un possibile partner». La «Love City» era ambientata, in modo di galvanizzare i partecipanti, tra i nudi monumentali del Foro Italico e costò la somma di 95 milioni, contro i 40 di probabili entrate. La differenza per cinquanta milioni fu coperta dal Comune. A tal fine, i vari partiti in combutta con gli altri laicisti hanno prodotto quell’oceano di pornofilms e di riviste pornografiche che hanno infradicito il mondo occidentale con utili astronomici di migliaia di miliardi di lire. Solo in Italia si stampano ogni settimana 8 milioni di copie di riveste pornografiche. «Corrompere, corrompere, corrompere»! è il motto di Underground, un foglio tedesco porno-politico diffuso fra gli studenti . Ecco quanto affermava l’ex-presidente federale del S.D.S.: «I problemi della sessualità sono stati la nostra via per politicizzare la scolaresca». Così il Segretario del Partito Comunista di Hong-Kong: «Pechino ha investito circa un miliardo di dollari nell’esportazione clandestina della droga nell’Europa. In questo modo, spera di liquidare l’Europa entro una quindicina di anni» . Questa è la tesi sostenuta nel film di Jens Jôrge Thorsen Giornate calme a Clichy, (dove ci si burla di Cristo dal lato sessuale): «La gente deve vivere senza Dio e senza patria. Allora, tutto andrà meglio». L'editrice amburghese Auer stampa, ogni settimana, un milione di copie dedicate al sesso, tra cui St. Porno, Sex-Report, St. Pauli Nachrchten, ecc... II ricavato va a finire nelle casse del Partito Socialista Tedesco . Ecco quanto affermava un libro di testo russo di psico-politica: «L’uomo non è che un animale da gregge con un aspetto esteriore civile. Ma chi desidera tenere unito il gregge e controllarlo, deve saper disporre di tecniche speciali, per calcolare i capricci e le energie di quell’animale-uomo, ai fini dello Stato» .

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Offline raniran

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Re:Ravasio: "le devastanti coseguenze della pornografia"
« Risposta #128 il: Agosto 02, 2013, 20:58:32 pm »
:), io sono tranquillissimo, tu invece mi sa che hai qualche problemino di coerenza...prima ti scagli contro il porno, e poi mi vieni a dire che sei un fruitore di siti porno? :lol:
Sei come un fumatore che combatte contro l'industria del tabacco! :rofl1:

Ti consiglio di fare un po' di chiarezza nelle tue idee(mi sembra che hai molta confusione in testa), e se davvero sei contro il porno, SMETTI DI GUARDARLO! e se pensi di aver sviluppato una dipendenza dannosa, fatti aiutare da qualche esperto!
Ma non prendertela con le femministe(che con l'industria del porno non c'entrano veramente nulla), o con chi ha un'opinione diversa dalla tua, e pensa che l'abuso può far male, ma un uso moderato del porno non sia per forza dannoso o negativo

esiste  una parola in psicopatologia: DIPENDENZA

Che poi le femministe non c'entrino nulla con il porno sbagli
in quanto tallone d'achille maschile (nella tradizione s'intende...)
ne cavalcano gli effetti.....indi...
C'ENTRANO ECCOME
anzi la alimentano
Ciao
Alessandro
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