Gran Bretagna, scoperta la causa della violenza domestica: la nazionale

[Fazer]

Per la serie "ai confini della realtà". 

http://www.corriere.it/salute/12_giugno_29/calcio-violenza-famiglia_a8b0197e-c1ce-11e1-8b65-125b10ae7983.shtml

Il calcio scatena la violenza in famiglia
(a meno che non sia un pareggio)
 
In Gran Bretagna in occasione delle partite importanti le denunce per percosse domestiche schizzano alle stelle

Balotelli durante la partita contro l'Inhilterra degli Europei 2012
Abbiamo gioito quando l’Italia ha sconfitto l’Inghilterra, accedendo alle semifinali di Euro 2012, senza pensare certo che questo avrebbe significato botte assicurate nelle case d’oltremanica. L’inchiesta della BBC è inquietante, e sottolinea in modo poco lusinghiero quanto il calcio faccia perdere completamente di vista il proverbiale self control britannico. Che la nazionale vinca o perda, poco importa: gioia o disappunto fanno comunque alzare le mani. Dalle cifre fornite dalla polizia emerge che nei giorni in cui, durante i mondiali del 2010, giocava la nazionale inglese, il numero di denunce per violenza domestica è stato nettamente superiore rispetto agli stessi giorni dell’anno prima, in cui non c’erano appuntamenti sportivi importanti: l’incremento è stato del 27 per cento la sera in cui l’Inghilterra ha sconfitto la Slovenia e del 29 per cento quella in cui ha perso 4-1 contro la Germania. Tutto tranquillo invece in occasione dei due pareggi, che evidentemente non hanno scaldato gli animi dei tifosi inglesi.

NON SOLO BIRRA - «L’andamento a livello nazionale è molto significativo» ha commentato Allan Brimicombe, statistico ed esperto di violenza domestica, a capo del Crime and Justice Statistics Network, che ha esaminato i dati raccolti. «Questi picchi non sono casuali». Complice è sicuramente la birra, che in queste situazioni scorre copiosa tra i tifosi inglesi. Ma non è solo questo: spesso entrano in gioco altri tipi di conflitti, come la gelosia per il tempo trascorso con gli amici allo stadio o davanti allo schermo, oppure la frustrazione se uno dei due partner non condivide la passione dell’altro e quindi irride alla gioia o alla delusione con la classica frase: «E’ solo una partita di calcio!». «La vittima comunque non è sempre la donna» precisa Mark Brooks, a capo di Mankind, un’associazione a difesa degli uomini vittime di abusi. «A volte anzi è lei che impedisce a lui di guardare la partita, anche con la forza. E comunque la violenza può essere anche psicologica, per esempio attraverso ricatti morali che giocano sulla passione calcistica dell’altro».

I PROVVEDIMENTI - Le associazioni contro la violenza hanno chiesto alla Football Association di prendere una posizione, ma la risposta è stata che la questione non riguarda il calcio. La polizia inglese invece, alla luce di questi dati e in vista degli Europei, ha preso i suoi provvedimenti. Nei giorni delle partite ha affiancato agli agenti personale specializzato in questo campo, ha rinforzato la sorveglianza sulle situazioni a rischio già note e ha promosso una campagna di sensibilizzazione con poster affissi nei pub, negli ambulatori medici, nei centri sportivi e così via con l’informazione più importante: che cosa fare e a chi rivolgersi in questi casi. Un’informazione che purtroppo serve sempre, anche ora che il sogno della coppa europea è tornato sul continente ed è conteso solo tra Italia e Spagna.

In realtà è tutto dovuto al fatto che durante la partita non gli lasciano i coglioni in pace...

[Rita]

al di là dei confini della realtà..

però questo fino a qualche anno fa non lo si leggeva.

La vittima comunque non è sempre la donna» precisa Mark Brooks, a capo di Mankind, un’associazione a difesa degli uomini vittime di abusi. «A volte anzi è lei che impedisce a lui di guardare la partita, anche con la forza. E comunque la violenza può essere anche psicologica, per esempio attraverso ricatti morali che giocano sulla passione calcistica dell’altro».

[Fazer]

però questo fino a qualche anno fa non lo si leggeva.

Vero...