Non è che ci sia poi così tanto da dialogare con chi si occupa di sostenere merdate come il Rapporto Ombra - CEDAW... Jason, siamo seri... Qui è stata trattata con i guanti. Ha evitato le domande importanti (non soltanto le mie) . Perchè le ha evitate? Perchè come ogni femminista che si rispetti, scappa da un democratico confronto, perchè il femminismo è un atto di fede. E che sfaccimm!
Per l'art. 15-16:
Danna Daniela, ricercatrice in Sociologia presso l'Università degli Studi di Milano
Ulivi Manuela, Avvocata, Casa delle donne maltrattate di Milano
Femminismo A SudRACCOMANDAZIONI CEDAW
Che gli enti si surroghino nei diritti della donna sul coniuge inadempiente, creando fondi
di sostegno per i coniugi che si vedono negato il pagamento dell’assegno di
mantenimento.
Che si introduca la possibilità per il coniuge creditore di accedere alle informazioni sui
redditi del soggetto obbligato al versamento dell’assegno senza dover ricorrere al
giudice.16.10 GESTIONE DEI BENI
La comunione dei beni è il regime patrimoniale legale della famiglia, prediletto dal legislatore italiano a
Il disegno di legge n. 957, al momento in discussione al Senato, crea un ulteriore danno ai bambini e alle
donne vittime di violenza. Padri e madri hanno entrambi e insieme un ruolo da svolgere verso i loro figli, e
sarebbe veramente pericoloso, anche sul piano sociale, se mediante l’approvazione di tale disegno di legge
si desse spazio a “guerre di parte” dei padri contro le madri, fondate su motivazioni che riguardano gli
aspetti economici della separazione, e non le esigenze dei figli482.
Questo disegno di legge, promosso con forza dalle associazioni dei padri separati, se approvato,
determinerebbe una condizione della donna separata di sudditanza nei confronti dell’ex coniuge, e della sua
famiglia di origine. Infatti la donna per ottenere l’affido condiviso non solo dovrebbe conciliare i propri
interessi con quelli dell’ex coniuge, ma anche con quelli dei nonni, ai quali con la nuova legge verrebbe
riconosciuta la possibilità di agire in giudizio per affermare il proprio diritto di visita.
Questo significa una ulteriore limitazione per la donna nella scelta del luogo dove radicare la propria vita e i
propri interessi dopo la fine del matrimonio.
Inoltre, per mantenere l’assegnazione della casa familiare in caso di affido condiviso, la donna dovrebbe
rinunciare a radicare in quella casa una nuova convivenza more uxorio. E’ evidente che questo disegno di
legge chiede alla donna, se vuole restare madre affidataria, di rinunciare a ricostruirsi una nuova vita
affettiva. L’ex coniuge in questo modo, mediante il ricatto dell’affido condiviso, mantiene di fatto un
controllo fortissimo sulla nuova vita della sua ex moglie. Questo controllo, oltre a essere eccessivamente
limitativo della sfera di autodeterminazione della donna in condizioni di normalità, costituisce un vero e
proprio fattore di rischio di rivittimizzazione per quei casi in cui la donna abbia denunciato l’ex coniuge per
violenza e, nel caso lo stesso abbia ottenuto comunque l’affido condiviso, si trovi costretta al suo controllo.
La proposta di legge, qualora approvata, obbligherebbe anche la donna che ha subito violenza ( e l’ha
denunciata) a sedersi a un tavolo con il proprio aggressore e contrattare con lui le condizioni dell’affido,
perché la mediazione sarebbe obbligatoria anche nei casi in cui la donna ha subito violenza.
Oltre a non prevedere la violenza di genere come causa di esclusione dell’affidamento condiviso, il disegno
di legge 957 chiede il riconoscimento della sindrome di alienazione genitoriale (PAS) come causa di
esclusione dell’affidamento.
Valutare l'affido dei bambini sulla base di una sindrome non riconosciuta nell'albo psichiatrico, portata
avanti in America e ora anche in Italia dalle organizzazioni dei padri separati, significa privare i bambini della
possibilità di difendersi nei casi di violenze subite dai padri.
In pratica significa che in qualunque procedimento di affido, se il bambino rifiuta di vedere il padre e se
viene denunciato un abuso, un atto di pedofilia o di molestia sessuale, il padre ricorrerà alla PAS per dire
sempre e comunque che si tratta di "condizionamento della volontà del minore" da parte della madre. pag 108
fonte :
http://gdcedaw.blogspot.it/2012/01/il-rapporto-ombra-sullimplementazione.html