il problema sollevato da Rita suona +/- così:
il femminismo chiede il superamento della discriminazione sessuale
richiede questo superamento in nome dell'interesse delle donne
ma se l'analisi della realtà arriva a dimostrare che la parità è contro gli interessi delle donne, l'impianto va in crisi: a questo punto che cosa combattono a dare?
giusto Rita?
ehh.. più o meno sì.
io direi
il femminismo (FaS in questo caso) chiede il superamento della discriminazione sessuale
richiede questo superamento in nome dell'interesse di tutti *
ma se l'analisi della realtà arriva a dimostrare che esiste anche una discriminazione sessuale al maschile, l'impianto va in crisi, ma va in crisi perchè sono ad un'empasse: o riconoscono anche il problema della discriminazione sessuale al maschile oppure non possono più dichiarare che il superamento della discriminazione è nell'interesse di tutti.
* spesso FS ci ha ripetuto che il suo femminismo o il femminismo che conosce lei è diverso da quello di SNOQ per esempio. L'analisi che hai fatto tu mi sembra più aderente all' (attuale) pensiero di Snoq, della Terragni e della Zanardo.
A me pare che la presa di distanza di Fas verta proprio sull'interesse. Non dichiarano più "interesse delle donne" lo continuano a chiamare femminismo, ma prendono sovente le distanze dalle donne della classe sociale diversa. Insomma parlano per l'interesse di tutti, e quindi stanno prendendo le distanze dalle iniziative come il patto de-genere
(m'è scappata la battuta idiota) perchè non basta più essere "donna" per dire cose giuste, proprio perchè dichiarano di voler fare l'interesse di tutti. Ma adesso per fare l'interesse di tutti devono sentire anche gli uomini..dar loro pari diritto di parola e anche di decisione, di autonoma e autodeterminazione, altrimenti non sono credibili, mi spiego?
E comunque l'articolo della donna condannata a lasciare l'abitazione al marito, beh sì è una conferma
Per non cadere nell'incoerenza più smaccata devono ignorare dei passaggi, per esempio questo
Nel frattempo il legame si logora e lei chiede la separazione. In una situazione “normale” i due coniugi avrebbero trovato un accordo per la divisione delle spese, della casa, degli assegni e per la gestione della figlia. La moglie però ha chiesto l'addebito al marito.
oh, qui non c'è violenza, perlomeno nell'articolo non ne fa cenno. Non è un marito violento, è un marito paritario, stesso lavoro, stesso stipendio, stessa cura della bambina, stesso alloggio. Lei s'innamora di un altro, (tra l'altro pregiudicato dice l'articolo, un classico sembrerebbe, molla il bravo ragazzo suo pari per il pregiudicato) lei chiede la separazione, chiedendo l'addebito al marito
Ecco sì, forse in una situazione normale, forse se lei non avesse chiesto la separazione con addebito, ma avesse provato con una consensuale.. magari lui non avrebbe indagato sui motivi, non avrebbe chiesto l'affidamento prevalente a lui e la casa.
Bisognerebbe saperne di più.. però l'articolo dice quello. Dall'articolo si evincerebbe che "c'ha provato, ma le è andata male"
Ora vabbè che vorrebbero imporre anche ai media il loro modo di comunicare standardizzato
ma qui non si parla in alcun modo di marito violento, bisognerebbe capire che tipo di addebito ha chiesto lei in memoria.