Autore Topic: Stalking, Parkinson, Pramipexolo  (Letto 2609 volte)

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Offline Fazer

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Stalking, Parkinson, Pramipexolo
« il: Luglio 06, 2012, 10:51:16 am »
http://www.corriere.it/inchieste/io-rinchiusa-un-manicomio-criminale-un-farmaco-la-malagiustizia/768cd1bc-c6b5-11e1-8ab7-67e552429064.shtml

Una bellissima ragazza dagli occhi leonini, i capelli lunghi castani e un fisico statuario. La più bella, la più corteggiata del paese ma anche la più brava. Perché Natascia Berardinucci è anche un'infermiera professionale dell'Asl di Chieti, «una delle più brave», dicono i colleghi. «Lei sa come prendere i pazienti».

Per la Sanità italiana invece Natascia è una ragazza che ha scoperto presto il dolore sulla propria pelle: un Parkinson precoce che se non curato bene rende difficile ogni movimento. Alcuni luminari le prescrivono un medicinale a base di pramipexolo che lei inizia a prendere dal 2005. Ma nel 2007, dopo tre richiami dall'Enea (Ente Europeo del farmaco) la casa farmaceutica che lo produce è indotta a descrivere nel bugiardino anche alcuni effetti collaterali devastanti che interessano una piccola percentuale di pazienti (3-4%) intaccando in loro tutti quelli che sono i sensori dell'appagamento e della felicità. Nessuno però provvede a informare i pazienti che hanno preso quel farmaco dal 2005 al 2007 dei possibili rischi che può arrecare: shopping compulsivo, gioco d'azzardo compulsivo, ipersessualità e iperbulimia. Natascia rientra in quel 3-4% secondo Flavia Valtosta, farmacologa del San Raffaele di Milano. Si sveglia la notte per mangiare e per giocare al gratta e vinci on line. Arriva a perdere circa 40mila euro, diventa bulimica e aggressiva. Il compagno con cui programmava le nozze non capisce o finge di non capire cosa succede. La denuncia per maltrattamenti arriva in seguito a uno schiaffo di troppo: lui l'accusa di stalking, danneggiamento e lesioni. «Erano lesioni reciproche ma per la giustizia Natascia diventa una stalker da condannare. I giudici ignorano che la colpa principale di questi comportamenti violenti è un effetto collaterale del farmaco che lei prendeva» dice il suo avvocato Danielle Mastrangelo. Natascia viene sottoposta a 35 consulenze psichiatriche in 90 giorni, 7 perizie per pericolosità, di cui tre ordinate dal tribunale. Pur risultando tutte a suo favore (e benché incensurata), i giudici le rifiutano la sospensione della pena o gli arresti domiciliari. Cambia tre carceri in tre mesi. Per 23 giorni viene tenuta in isolamento dai parenti.

La giustizia italiana decide che tutto questo non basta. Natascia viene trasferita in un Opg, ossia un manicomio criminale. A Pisa le sbagliano la cura antiParkinson. «Le somministrano un altro medicinale che ha una durata di 21 giorni. Serve solo a tenerla ferma a letto - racconta sbalordito il papà Antonio -. Quando sono andato a Pisa a trovarla ho avuto paura. Nella sala colloqui ci è arrivata sotto braccio a due agenti carcerari, non riusciva a camminare o a portare il bicchiere d'acqua alla bocca». Mentre lo racconta, il papà ha gli occhi lucidi. Ha solo la forza di biascicare «...sono stati i giorni più brutti della mia vita, i più duri». Scuote la testa e si copre il volto.

Solo dopo 106 giorni di carcere i periti del tribunale di Sorveglianza accertano l'incompatibilità con il regime carcerario e la scarcerano. La decisione coincide anche con una manifestazione del padre di Natascia: per la disperazione si incatena al tribunale chiedendo giustizia per la figlia. Tuttavia i giudici la condannano anche in Cassazione per stalking. «Natascia viene considerata una persona violenta, diventano irrilevanti del tutto o quasi effetti del medicinale sui suoi comportamenti. Ne esce fuori un'immagine che stride troppo con quella reale» dice l'avvocato difensore. Ma soprattutto i giudici sembrano ignorare il dolore, l'umiliazione e la frustrazione provati da una ragazza che lavora - apprezzata da tutti - come infermiera e d'estate si reca in Africa per aiutare i bambini del Kenya, che fa volontariato presso la Croce Rossa, che «non ha mai fatto mal a una mosca» come la descrive uno dei suoi amici più cari. «All'improvviso si vede dipinta dalla giustizia come una carnefice».

Natascia tuttavia crede nella giustizia, quella con la maiuscola: rifiuta ogni patteggiamento con l'ex fidanzato; ripete «che non deve patteggiare niente perché non ha fatto niente». La giustizia italiana ritiene che il farmaco abbia solo esasperato uno stato di depressione avanzato. E lei oggi, ancora in piedi - pur di avere un po' di giustizia dopo i tre gradi che l'hanno condannata - ha deciso di rivolgersi alla Corte suprema per i diritti dell'Uomo a Strasburgo. Nel frattempo ha in corso anche una maxi causa legale per risarcimento danni con la casa farmaceutica produttrice del farmaco «che mi ha tolto il sorriso per tutta la vita».


Che ne pensate?  :huh:

Offline Rita

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Re: Stalking, Parkinson, Pramipexolo
« Risposta #1 il: Luglio 06, 2012, 11:17:14 am »
Citazione
Che ne pensate?

che potrebbe essere un fatto plausibile, il punto è che non si capisce come mai sul femminicidio (che .. ricordiamolo comprende i maltrattamenti, le violenze psicologiche e non) etc. venga fatta una così pressante campagna contro i media perchè "scrivano" le notizie nel linguaggio unico stabilito dalla Spinelli col concorso del Cedaw (e di tutte quelle che stanno nell'ombra e che redigono i rapporti "ombra") e stanno a guardare le virgole e le controvirgole di come un cronista narra la cronaca e poi..

Citazione
Il compagno con cui programmava le nozze non capisce o finge di non capire cosa succede.

ecco penso che vorrei capire perchè il compagno avrebbe dovuto essere più responsabile e capire che quelle violenze erano dovuto all'effetto collaterale di un farmaco, quando non l'avevano capito nemmeno gli stessi medici evidentemente, o lei che era infermiera bravissimissima (ce l'avrà avuto qualche momento di lucidità in cui si chiedeva il perchè di quel comportamento? :huh:) eppure già il cronista adombra l'ipotesi che "lui fingesse di non sapere"...

Cioè, vorrei sapere, di tutti i casi "contrari" (uomini violenti con le compagne) in cui si accenna a problemi depressivi o di ordine psichiatrico, perchè non sappiamo più nulla, e anzi .. già il solo accenno che si possa essere trattato di una casistica del genere fa saltare sulla sedia il blocco delle democratiche, antifasciste, antitutto e le fa scendere in piazza o dare lezioni di giornalismo?
« Ultima modifica: Luglio 06, 2012, 11:29:54 am da Rita »
L'esperienza è un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli

Offline Peter Bark

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Re: Stalking, Parkinson, Pramipexolo
« Risposta #2 il: Luglio 06, 2012, 11:27:19 am »
...Il compagno con cui programmava le nozze non capisce o finge di non capire cosa succede...

disgustoso,la solita colpevolizzazione del sesso maschile.

Io fossi in questo povero cristo,denuncerei per diffamazione chi ha scritto l'articolo.
E'ora di finirla.

Offline falseaccuse

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Re: Stalking, Parkinson, Pramipexolo
« Risposta #3 il: Luglio 06, 2012, 12:48:00 pm »
La cosa simpatica è che questo articolo è stato tirato fuori da quell'altro genio del Furlanetto o di chi per lui e poi puntualmente strumentalizzato dalle solite note http://www.facebook.com/Noallaviolenzasulledonnevero2/posts/336857916388661 devo dire che l'articolo è molto puccioso, mi chiedo cosa sarebbe successo se fosse stata pubblicata una cosa del genere per un uomo accusato di stalking. La verità è che di questa vicenda non si sa nulla, si cita solo di uno schiaffo come per sostenere che questa tizia è finita dentro solo per un ceffone, cosa chiaramente assurda. Mi pare evidente che dietro c'è una condotta violenta reiterata, altrimenti non si configurerebbe il reato di stalking. Ma di questo l'articolo non ne parla, perché chiaramente quando c'è di mezzo una donna bisogna sciorinare tutte le possibili giustificazioni e cercare di colpevolizzare la vittima maschile (vedi anche tutti i vari casi di uomini ammazzati e dipinti dalla stampa come violenti). Insomma, mi pare evidente che si punti ad una serie di emendamenti finalizzati a rendere unidirezionali reati, come quello di stalking, appositamente creati per criminalizzare il maschio con il pretesto che la donna se commette stalking è malata, che rientra nel 3-4% di casi di disfunzionalità di un certo farmaco se assume quel determinato farmaco (che avrebbe potuto anche essere vitamina C, di sicuro la psichiatra avrebbe trovato qualche barbatrucco anche in quel caso), e così via. Notare i commenti del Gasparrini. Io non mi metto a linkare casi di uomini che, soggetti a psicofaramaci e resisi responsabili di azioni che certamente richiedono molta meno coordinazione motoria e mentale di quella che richiede stalkerizzare una persona, sono stati incarcerati per anni e distrutti sul piano mediatico, perché onestamente mi sono rotto il cazzo di essere censurato. Grazie per l'attenzione e spero che il mio commento non venga cassato anche qui. Per il resto concordo in tutto e per tutto con Rita Vergnano

Offline vnd

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Re: Stalking, Parkinson, Pramipexolo
« Risposta #4 il: Luglio 06, 2012, 18:30:00 pm »
Il compagno con cui programmava le nozze non capisce o finge di non capire cosa succede. La denuncia per maltrattamenti arriva in seguito a uno schiaffo di troppo: lui l'accusa di stalking, danneggiamento e lesioni. «Erano lesioni reciproche ma per la giustizia Natascia diventa una stalker da condannare. I giudici ignorano che la colpa principale di questi comportamenti violenti è un effetto collaterale del farmaco che lei prendeva» dice il suo avvocato Danielle Mastrangelo. Natascia viene sottoposta a 35 consulenze psichiatriche in 90 giorni, 7 perizie per pericolosità, di cui tre ordinate dal tribunale. Pur risultando tutte a suo favore (e benché incensurata), i giudici le rifiutano la sospensione della pena o gli arresti domiciliari. Cambia tre carceri in tre mesi. Per 23 giorni viene tenuta in isolamento dai parenti.
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Offline vnd

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Re: Stalking, Parkinson, Pramipexolo
« Risposta #5 il: Luglio 06, 2012, 18:59:38 pm »

Il compagno con cui programmava le nozze non capisce o finge di non capire cosa succede.

Concordo con Peter. Vergognoso il solito tentativo di colpevolizzare il maschio.

La denuncia per maltrattamenti arriva in seguito a uno schiaffo di troppo: lui l'accusa di stalking, danneggiamento e lesioni. «Erano lesioni reciproche ma per la giustizia Natascia diventa una stalker da condannare.

Qui si sfiora addirittura il ridicolo.
Uno schiaffo di troppo: uno in meno sarebbe stato accettabile?

Erano lesioni reciproche ma per la giustizia Natascia diventa una stalker da condannare
Ci credo poco... Molto poco... Con un regime antimaschile come il nostro....

i giudici le rifiutano .... gli arresti domiciliari. .... Per 23 giorni viene tenuta in isolamento dai parenti.
Queste due affermazioni sono in stridente contrasto.

rifiuta ogni patteggiamento con l'ex fidanzato; ripete «che non deve patteggiare niente perché non ha fatto niente
Anche questa è una grave imprecisione.
Prima sembra che la causa del comportamento aggressivo è stata il medicinale.
Poi, si dice che non ha fatto niente?
Mah...

Che ne penso?
Che questa fa la scema per non andare in guerra.

Che prima fosse un'infermiera modello che cosa vuole dire?
Non lo dicono anche degli stupratori o degli stalker maschi, come a voler evidenziarne la viltà o, ancora peggio, la colpa di essersi finto normale, come se ci fosse premeditazione?
E se lo si dice in merito ad un stalker femmina, questa presunta normalità dovrebbe essere considerata un'attenuante?
In pratica ci si accanisce per dimostrare l'innocenza di una stalker, solo perché donna?
Tre gradi di giudizio sarebbero meno attendibili della tesi sostenuta dalla difesa?
Mi sembra un po' esagerata come ipotesi...

Intanto, mentre tentavo di documentarmi ho scoperto che la pazza è a casa...
Un'altro caso di doppiopesismo giuridico.
Quando avrà ammazzato il padre, allora si dirà che si è trattato del solito sbaglio.


ipersessualità hmm
 :hmm:
Come si chiama sto farmaco?
 :)
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Offline falseaccuse

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Re: Stalking, Parkinson, Pramipexolo
« Risposta #6 il: Luglio 06, 2012, 19:27:02 pm »
Il farmaco è il Mirapexin http://www.tvradicale.it/node/239 comunque non è molto importante quello, se non ci fosse stata la scusa del farmaco avrebbero tirato fuori uno studio sull'estrema pericolosità e gli effetti catastrofici sulla psiche dei peperoni a cena.

Offline ilmarmocchio

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Re: Stalking, Parkinson, Pramipexolo
« Risposta #7 il: Luglio 06, 2012, 23:13:36 pm »
Quoto False Accuse. Intanto, il pramipexolo ( nome commerciale Mirapexin ) è un antiparkinsoniano che non dà tipicamente gli effetti collaterali denunciati dalla difesa.
Io stesso conosco più di un paziente che lo usa o lo ha usato e nessuno è diventato uno stalker.
Il tentativo evidente, l'ennesimo, è quello di giudicare un comportamento criminoso femminile come un disturbo.
Quando invece tale comportamento criminoso è messo in atto da un uomo, allora esso rimane un crimine