Autore Topic: Perle rare...  (Letto 872 volte)

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Offline Fazer

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Perle rare...
« il: Luglio 07, 2012, 10:08:39 am »
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_luglio_7/neonato-ruotaesposti-mangiagalli-201908605976.shtml

Il neonato della Ruota con biberon e vestitini «Lo chiameremo Mario»
Lasciato alla Mangiagalli. I medici: sta bene

MILANO - L'ultimo gesto d'amore della mamma in difficoltà è un biberon di latte materno e qualche vestitino lasciati al suo fianco. Prima di abbandonarlo. Sono le sei e mezza del pomeriggio di ieri quando una donna, probabilmente europea, schiaccia il pulsante rosso della «Culla per la vita» della clinica Mangiagalli, la saracinesca si alza per chiudersi quindici secondi dopo, dentro rimane il neonato, un ciuffo di capelli scuri e una tutina azzurra.

Così Milano ritorna ai tempi della Ruota degli esposti, di medievale memoria, ma oggi in riedizione supertecnologica. Quello di ieri è il primo caso di abbandono dall'entrata in funzione della culla, il 20 novembre 2007. Il bimbo pesa un chilo e 700 grammi, le sue condizioni di salute sono discrete (ittero a parte), l'impressione dei medici e degli infermieri è che sia stato accudito con cura fino all'ultimo minuto. Il suo nuovo nome è Mario, in onore della Santa di cui è la ricorrenza, quella Maria Goretti morta bambina, ma la cui evocazione adesso diventa un inno alla vita; il cognome è Mangiagalli, medico e sindaco di Milano agli inizi del Novecento, fondatore della clinica da cui oggi passa il futuro del bebè.

Fin dall'inaugurazione il servizio vuole rispondere a una domanda su tutte: «Ho appena partorito il mio bambino, ma proprio non ce la faccio a tenerlo - si legge nella brochure che sponsorizza l'iniziativa -. Chi può aiutarmi?». La risposta suona come un appello: «Non abbandonarlo. Da noi in Mangiagalli si trova una speciale culla, dove puoi lasciarlo nel completo anonimato. Il bambino sarà al sicuro e presto troverà una famiglia». La promessa è che mani esperte accoglieranno il neonato in assoluta riservatezza, niente cassonetti, né passeggini lasciati chissà dove. Solo un pulsante da schiacciare che permette di accedere a una culla termica collegata con un monitor della Terapia intensiva neonatale e un sistema di allarme che scatta subito dopo che la tapparella si è chiusa e la madre ha avuto il tempo di allontanarsi.

La storia di solitudine e disperazione che può spingere a partorire e poi ad abbandonare il figlio è tutta nell'allarme sociale che cinque anni fa ha portato alla riapertura della Ruota degli esposti nel capoluogo della Lombardia (secondo in Italia ad optare per questa soluzione, dopo Roma con il Policlinico Casilino): nel giro di un anno, tra il 2005 e il 2006, solo alla Mangiagalli i bebè non riconosciuti sono triplicati (da cinque a quattordici) per le difficoltà economiche, la precarietà lavorativa, l'assenza di un partner e i problemi abitativi che possono spingere sempre più donne a non tenere un bimbo.

Di qui la paura di abbandoni che potessero mettere a rischio la vita del neonato, meglio promuovere la riedizione della Ruota degli esposti. «Nel 2006 ci è stato portato un bimbo in fin di vita abbandonato in un cestino della spazzatura dei Giardini di via della Guastalla (in pieno centro città, ndr ) -. Volevamo evitare il replicarsi di casi simili. Di qui la richiesta d'aiuto al Comune di Milano e all'associazione Venti Moderati (fondata dall'imprenditore Ferdinando Acunzo, ndr ) che hanno risposto positivamente - spiega Basilio Tiso, direttore di presidio della Mangiagalli -. La "Culla per la vita" è costata 20 mila euro». Anche secondo i dati dell'osservatorio di Madre Segreta, il 2006 è l'anno in cui si raggiunge il valore più alto di bambini non riconosciuti (53), per poi scendere nel 2009 a 36 e nel 2010 a 23 nascite prive di riconoscimento e risalire nel 2011 a 29. Un nuovo segnale, dunque, della difficoltà dei tempi.

Ieri, l'ultima scelta estrema. Quando lo trovano il piccolo Mario non piange neppure, è plausibile che la sua nascita sia avvenuta a domicilio (sul piede non ci sono i segni delle punture che vengono fatte in ospedale ai neonati per gli esami di rito), l'epoca di gestazione è con ogni probabilità 35 settimane. Fabio Mosca, il primario di Neonatologia della Mangiagalli, è emozionato: «Ci vuole massimo rispetto per la scelta della madre - dice -. In condizioni di disperazione ha scelto, comunque, di garantire un futuro al bebè. La Mangiagalli, dove nascono 6.500 bimbi l'anno, si conferma un simbolo della vita».
La poetessa polacca Wislawa Szymborska scriveva: «Quando nasce un bambino il mondo non è mai pronto», eppure. Il neonato adesso è in Terapia intensiva neonatale, al caldo dell'incubatrice dov'è stato lasciato. È già stato informato il Tribunale dei Minori, salvo sorprese ora l'aspetta un'adozione. Intorno a lui, mentre si svolgono gli esami di controllo, l'affetto dei medici e degli infermieri.
In bocca al lupo, piccolo Mario. Abbandonato, ma non solo.