Terra Terra la Terragni.
ha scritto un'altro articoletto dove frigna perché se chiudono gli ospedali, le donne dovranno prendersi cura dei malati.
http://blog.iodonna.it/marina-terragni/2012/07/05/spending-review-quanto-costa-a-noi-donne/Onestamente... nel giro delle vostre conoscenze, quante donne dedite alla cura dei genitori o dei suoceri anziano avete conosciuto?
Io... qualcuna... è vero... Ma ho conosciuto anche molti uomini che lo facevano.
E non mi pare proprio che le donne fossero di più.
Se poi il concetto di prendersi cura di un anziano lo si estende anche al preparar da mangiare e lavare la biancheria, allora, si apre tutto un mondo, esclusivamente al maschile, di cambio dell'olio alla macchina, pareti imbiancate, riparazioni di rubinetti che perdono e prese elettriche bruciate.
A volte si ha davvero l'impressione che le donne pensi di vivere soltanto loro nel mondo e che le case e le automobili siano auto-manutenute.
In realtà... la chiusura degli ospedali costringerà tutti quelli del mio livello sociale a gravi sofferenze.
Nei piccoli ospedali di periferia si respirava un'aria familiare... Effettivamente andavano bene per la maggior parte delle cure... poi... ovvio che se serviva qualcosa di più, ci si spostava nel capoluogo...
Ma essere curati dai medici e infermieri che si incontravano a comprare il pane nello stesso negozio del paese era tutt'altra cosa.
E anche loro, forse, per la loro buona reputazione, tentavano di lavorare bene...
Nei grandi ospedali, sei un numero...
Eh... vabbè...
La Terragni dice che le donne avranno più lavoro.
Gli uomini no?
Che razza di logica.
Comunque sia, il piagnisteo della Terragni mi ha fatto pensare al costo delle donne.
Avete mai calcolato quanto una donna lavoratrice costi più di un uomo?
Allora... facciamo due conticini... semiseri.
Concentriamoci sui previsti riposi medici per sindrome premestruale e/o dolori mestruali, menopausa e sul pensionamento anticipato (fino al 2018) a fronte di una maggiore speranza di vita.
Tralasciamo la disparità trattamento lavoro notturno tra uomo e donna.
ASSENZE
Una donna che lavora dai 20 ai 55 anni... mettiamo che vada in menopausa a 45 anni...
Avrà le mestruazioni per 25 anni: 300 cicli.
Togliamo due gravidanze? -18 mesi e consideriamo i - 12 mesi di maternità. -30 mesi (2 anni e 6 mesi).
270 cicli.
Dolori mestruali: dai tre ai cinque gg a ciclo. Chi necessita di riposo dal lavoro, causa mestruazioni, può usufruire dagli 810 ai 1350 gg, ossia dai 3 anni e 5 mesi ai 6 anni e 1 mese (ipotesi di 220 gg lavoraqtivi all'anno)
Sindrome premestruale: dai 7 ai 15 gg. a ciclo. ne consegue che starà assente o, più spesso, avrà un minore rendimento o infastidirà i colleghi dai 1890 ai 4050 GG, ossia dai 8 anni e 4 mesi, ai 18 anni e 3 mesi.
Una donna lavoratrice potrebbe lavorare fino a 26 anni e 10 mesi in meno di un uomo sano.
PENSIONE
Ipotizziamo che una donna lavori per 35 anni e che sia sposata ad un uomo di 5 anni più vecchio di lei.
Approssimiamo l'aspettativa di vita delle donne a 80 anni e quella degli uomini a 75 anni.
Calcoliamo sull'ipotesi di un età pensionabile maschile a 60 anni e femminile a 55 anni.
La donna lavorerà e pagherà contributi per 35 anni, l'uomo per 40 anni.
La donna pur pagando contributi per soli 35 anni, percepirà la pensione per 25 anni, suo marito, pur pagando contributi per 40 anni, percepirà la pensione per 15 anni.
Ne deduciamo che una donna lavoratrice costa mediamente alla collettività dieci anni di pensione in più di un uomo pur pagando 5 anni in meno di contributi.
Poiché, la signora diverrà probabilmente vedova a 70 anni, per altri 10 anni percepirà anche la pensione di reversibilità.
Di conseguenza, una donna pur pagando meno contributi costa alla collettività 10 anni di pensione e 10 anni di pensione di reversibilità in più.
Consideriamo una pensione mensile di 1500 euro e una pensione di reversibilità di 500 euro.
Una donna pensionata costa 260.000 euro più di un uomo.
Una piccola villetta a schiera.
I privilegi delle donne li pagano gli uomini.